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2032 Pandemia tra le gambe: il blond-virus - Capitolo 6


di pillonzo
05.05.2021    |    4.400    |    4 5.5
"Sto per replicare, ma poi non trovo le parole giuste..."
Riassunto:
A partire dal 2019 il mondo è attraversato da periodiche pandemie. Medici e organizzazioni sanitarie detengono il potere e possono deportare cittadini a fini di ricerca medica. Nel 2032 Brent Frodo viene a contatto con un nuovo e sconosciuto virus che trasforma giovani omosessuali passivi in bionde svampite. Contro la sua volonta inizia una odissea privata in cui viene sottoposto a esami medici e esperimenti invasivi. Rinchiuso in una cameretta di ospedale piange pensando al suo ragazzo Sabastian Kross che non può più vedere. D'un tratto la porta della stanza si apre ed entra un personaggio misterioso..

(fine capitolo 5..)
Devo alzarmi ed andarmene da qui prima che tornino i dottori.
Muovo il braccio, sento dolore. Ho l'ago di una flebo attaccata al braccio sinistro.
Sto per toglierlo quando sento un rumore di passi.
I passi si avvicinano. La porta si apre, la luce del corridoio invade la stanza. Appare una figura nera, come un grande fagotto di plastica trasparente che cammina.

Capitolo 6: La psicologa

“Buongiorno, lei deve essere il signor Brent Frodo, giusto?”

Una voce materna e rassicurante riempie il silenzio della stanza. Provo a rispondere, ma ho la voce impastata dal sonno o forse sedativi e la gola arrossata per il recente uso. Osservo la donna davanti a me. E' nera, bassa e tarchiata, potrebbe avere dai 25 ai 40 anni.

Finalmente riesco a biascicare un flebile “Sì, sono io”.

“Piacere Signor Frodo, sono la psicologa Sibilla Pizia Delfi, sono venuta per parlare un po' con lei”.
Mentre dice questo si siede accanto a me e mi sorride. Ha un modo di camminare curioso e impacciato. E' ricoperta di plastica su tutto il corpo e ha una specie di casco trasparente sulla testa. Nonostante questo riesco a sentire bene la sua voce. Ha un modo rilassato di condursi che mi tranquillizza.
Mi guarda attenta

“So che ha avuto una giornata difficile ieri, la prova che ha dovuto affrontare è stata molto ”.

Ripenso alla dolorosa penetrazione e all'umiliazione subita e abbasso gli occhi. Nessuno parla e poichè il silenzio mi imbarazza rispondo:

“Oh non è stato niente” rispondo, facendo il duro

Lei si fa compassionevole, con tono da nonna “Sicuramente, signor Frodo, lei sarà indubbiamente capace di gestire ogni situazione, però vede, a partire dall'ultima pandemia di megalovirus, e dolorose vicende che ne sono seguite, il comitato centrale ha previsto un servizio di assistenza psicologica obbligatorio per tutti i soggetti sottoposti a esperimenti stressanti causati dall'interazione virale”

Assimilo questa cosa, - bene adesso dovrò dialogare con questa strizzacervelli, fantastico-
“il mio obiettivo è riuscire a farle superare i possibili traumi che ha vissuto a causa del virus, nel modo migliore possibile”.

-Traumi anali- penso io – ah e la mia dignità traumatizzata anche, ma quale dignità? Chi prendo in giro.. -

“Bene, mi dica, come si sente stamattina, ha dormito bene?”

- Che domanda del cazzo – penso “Tutto bene grazie. Dormito bene” rispondo un po' diffidente. Guardo fuori dalla finestra.

Lei si avvicina verso di me, mi mette una mano sulla spalla e mi guarda come se fossi un cagnolino bagnato.

“Signor Brent, con me può parlare di quello che vuole. Io non la giudico. Sappia che per me non c'è niente di male a essere passivi”.

Questa frase mi spiazza. Non me la aspettavo, la guardo per un attimo scandalizzato. La mia mente corre al 2027. Sto per replicare, ma poi non trovo le parole giuste.

“Scusi, se sono stata franca, ma credo molto nella terapeuticità delle parole. Cioè dire le cose così come sono. Ogni cosa che ci fa paura, quando ne parliamo, diventa più piccola. Ogni ostacolo diventa oltrepassabile. Per questo è bene parlare delle cose difficili.”

-Gli ostacoli siete voi ora – vorrei urlare – gli ostacoli alla mia vita, al mio compagno, alla mia felicità.
“Sono d'accordo con lei” rispondo in modo fintissimo.

“Nel 2027 c'è stata una importante scoperta, che ha cambiato la vita di tutti. Lei ha capito a cosa mi riferisco vero?”

“Sì certo, come sbagliare, la scoperta del terzo sesso”.

“Esatto, grazie alla biogenetica computerizzata, la scienza ha scoperto che i generi sessuali non sono solo maschio e femmina, bensì esiste anche un terzo sesso, il sesso degli omosessuali passivi, che non sono né maschi né femmine. Nel gergo comune questo terzo sesso è stato abbreviato come “passive”. Un termine che immagino lei odierà perchè ha assunto un connotato negativo”

Bum. Dritta al sodo. Bomba sganciata. Lo spettro del 2027 che aleggiava nella stanza è stato verbalizzato. Ripercorrere la storia fa ancora male. Da quel momento, dal 2027, per noi che eravamo nella categoria delle la vita è peggiorata notevolmente.
Lei resta in silenzio, mi guarda, sembra che legga i miei pensieri, e non ha fretta.

“E' stata difficile per lei la vita nel 2027, cosa stava facendo il giorno dell'annuncio?”

Con la memoria torno a quei giorni. Erano i primi mesi del 2027 e io lavoravo come stewart in una importante compagnia aerea.

“Preferirei non parlarne” rispondo con un nodo in gola. “E' stato un anno difficile”.

“Si faccia forza” risponde la psicologa “si prenda tutto il tempo di cui ha bisogno”.

Mi sciolgo un po' ed inizio a raccontare: “Ecco, nel 2027. Non è stato un anno facile quello per noi.” Pausa. “Dopo la.. - scoperta – ecco, tutti non parlavano di altro, di cosa erano le passive, maschi femmine, c'erano tanti scherzi su questo, alcuni pesanti, e noi non sapevamo cosa fare.. aspettavamo le risposte degli scienziati.. ma loro si accapigliavano.. finchè un giorno..”

“Finchè un giorno, arrivò la notizia definitiva” concluse la psicologa.

Esatto. La Notizia.

“Sì, ricordo bene, era il MIT mi pare”

“Esatto il Munchen Institute of Technology”

“Ammetto che al tempo non ho capito molto bene in cosa consistesse la prova, e.. ecco.. ancora ora non l'ho capita molto bene..”

“Ma certo, il lessico scientifico è così elitario, se vuole gliene parlo io” non aspettò la mia risposta per continuare “Tutto partì da un'equipe di scienziati che da tempo studiava il genoma umano, scoprì una stringa di DNA in comune tra omosessuali passivi e donne. Questa stringa era presente in tutti i soggetti studiati”

“Una stringa di DNA” ripeto “sarebbe come il mattoncino di lego con cui siamo costruiti?”

“Esatto! Inizialmente si pensava che fosse una stringa obsoleta, senza ruolo evolutivo, ma presto è stato provato che questa porzione di DNA, questo mattoncino lego, definiva il genere sessuale, l'orientamento e il ruolo sessuale. Lei sa la differenza tra genere sessuale e orientamento sessuale?”

“Sì certo, il genere sessuale ad esempio è il tuo organo sessuale, il pene o la vagina, l'orientamento è se ti piacciono i maschi o le femmine, e il ruolo è se fare l'attivo o il passivo”

“Ecco sì diciamo di sì, capisce bene che sono tre elementi fondamentali. Ecco Omosessuali passivi e femmine avevano dei caratteri genetici identici, cioè lo stesso mattoncino di lego”

“Capisco” con il mattoncino di lego è tutto più facile da capire, penso.

“La stringa era così importante che gli fu coniato un nome “BuHo23”, dalle iniziali degli scopritori A. Butt e B. Hole. Nei primi tempi però c'era molta confusione..”

“AH sì ricordo, i genetisti litigavano su tutte le webtelevisioni, ogni app aveva un genetista e ognuno diceva una cosa diversa ahahahah” la cosa mi sembrava tanto divertente al tempo..

“Sembravano degli idioti, scusi il termine, ma non sapevano che pesci pigliare”

La dottoressa si fa seria, mette un dito davanti alla bocca pensierosa.

“Vede Brent, quando ci sono nuove scoperte, ma che non sono ancora comprese appieno dagli scienziati, ancora non ci sono risposte, ma solo tante domande. Ad esempio la domanda principale era: Ma quindi i passivi sono uomini o donne?”

“Ah sì, nessuno sapeva rispondere al tempo!”

“Esatto, fin quando non arrivò la prova dei laboratori di genetica del MIT teutonico. L'idea geniale fu l'approccio. Poichè i caratteri somatici hanno natura statistica, la prova doveva essere statistica, così gli scienziati fecero un tracciamento massivo sulla popolazione dei maschi eterosessuali e dei maschi omosessuali attivi, grazie a supercomputer e intelligenza artificiale, riuscirono a tracciare l'intera popolazione residente. In tutti i soggetti, in tutti i -maschi-, la stringa BuHo23 era totalmente assente. Con queste prove inconfutabili, la comunità scientifica si ricompattò”

“E decretarono che gli omosessuali passivi non erano maschi”

“Esatto, era necessario coniare un terzo sesso per definirli. Il genere omosessuale passivo”
“O semplicemente al femminile”

“Si, oltretutto al femminile in un certo senso è più corretto scientificamente. Fu una scoperta epocale. Questo nuovo sesso biologico umano entrò nei libri di testo di biologia e anatomia nelle scuole.”

“Già fu una vera rivoluzione”

“Cosa stava facendo il giorno dell'annuncio?” la psicologa ripete la sua domanda.

Ritorno con la mente a quei giorni, mentre leggevo la notizia sui webgiornali, il ricordo è ancora doloroso.
“In quei giorni, lavoravo come stewart in una compagnia aerea” rispondo. “Non è stato facile, noi stewart eravamo tutti gay, ehm, passive, insomma, ma al tempo, si diceva solo gay, e..” mi impappino, ma poi riprendo “..ecco.. in quei giorni c'erano tante battute, soprattutto dei piloti,.. nei nostri confronti”.

“Mi dispiace Brent, immagino che debba essere stato umiliante. Che cosa le dicevano? Battute su quali bagni pubblici utilizzare immagino..”

Già le battute sui cessi. Sembrano cazzate, ma faceva male sentirselo dire. Soprattutto perchè avevano ragione! Lo diceva la scienza..

“Già” rispondo mogio. “Non ci volevano far più entrare nei bagni dell'areoporto, ecco perchè là i bagni erano divisi maschi e femmine. Noi ecco continuavamo a usare i bagni dei maschi, ma sempre di nascosto ecco. Poi, dopo poco, mi pare circa una settimana dall'annuncio, l'azienda ha diramato un comunicato, chiedeva a tutte le passive di usare il bagno delle donne in modo esclusivo.” è difficile continuare perchè il ricordo ancora brucia, mi faccio coraggio, “la prima volta che ci sono entrato, ecco, è stato umiliante..” sospiro mi sembra di riviverlo, “Soprattutto quando c'era la fila fuori e gli altri maschi mi vedevano fare la fila insieme alle donne nell'altro bagno...”
Abbasso gli occhi.

“Ecco signor Frodo” mi ferma Sibilla Delfi “,mi piace questo spunto, e la voglio interrompere. Vede” parla lentamente, “non c'è niente di umiliante nell'usare il bagno delle donne! E' d'accordo con me su questo?”

Mi prende un attimo di sprovvista ma poi capisco il suo punto di vista femminile. Cosa potevo rispondere a una donna? Per non apparire misogino non potevo che annuire.

“Certo sono d'accordo con lei” mi affretto a rispondere, “però.. ecco capisce, io l'ho vissuta in maniera diversa”

“Come una retrocessione” mi suggerisce

“Esattamente”.

“Tutti gli sguardi intorno a me dei maschi quando mi vedevano uscire dal bagno delle donne. I ghigni sardonici. E invece per curioso contrappasso, le donne non mi guardavano più, ero diventato invisibile per loro. Non ero più un maschio, quindi non ero interessante.”

“Allora ecco da qui possiamo iniziare a lavorare” mi risponde “Quello che lei ha subito nel 2027 non è stata una retrocessione, ma una corretta ricollocazione nell'ambito sociale” mi guarda per vedere se colgo la diversa prospettiva. Mi vede attento e continua. “Lei è attratto dai maschi, giusto?”

- I maschi, il cazzo, gli addominali, i pettorali- penso “Sì, certo” rispondo.

“Bene”, continua “e ha sempre preferito ricevere durante l'atto sessuale, da quanto vedo dalla sua cartella clinica..

“Beh ecco..”

“Non era una domanda” risponde secca.

Ammutolisco.

“Ha mai provato a fare l'attivo?”

Ricordi imbarazzanti. “Beh ecco.. ho sempre trovato naturale ricevere.. con i compagni che ho avuto. Mi piace dare piacere e sono molto attratto, ecco.. dall'organo sessuale maschile, dalla sua aura di potenza.. ecco..” (quando mi impallo continuo a ripetere ecco come un coglione) “ec.. beh, a fare l'attivo ho provato una volta, perchè avevo conosciuto una passiva a cui piacevo che ha insistito molto per provare.. ma.. ecco” (di nuovo ripeto ecco come un coglione, sto sudando) “in realtà è stato un disastro, non sono riuscito nemmeno a iniziare, ecco.. non mi stava su..” confesso in un sol fiato, diventando rosso.

“Ottimo” riprende la psicologa Delfi che intanto sta annotando qualcosa in un suo quadernetto digitale “vede questo conferma che lei è sempre stato omosessuale ed è sempre stato passivo.”

“Beh sì direi di sì”

“La sua collocazione sociale è sempre stata nel genere delle passive. Lei nel 2027 ha scoperto la sua corretta collocazione sociale, non è un maschio, bensì una passiva.” Fa una pausa per dare enfasi alla sua sentenza: “Lo choc culturale è stato dato dalla sua falsa percezione precedente. La sua percezione di essere maschio era illusoria”.

La logica della psicologa è ineccepibile. E la seguo con ammirazione. D'un tratto percepisco di unire i puntini, -sono sempre stato una passiva- -non sono mai stato un maschio- questi concetti mi entrano in testa. E' come vedere le stesse cose ma con colori diversi. “Ora che mi ci fa pensare è molto interessante questo punto di vista”.

“Bene, mi fa piacere che accolga questo mio pensiero” riprende “Adesso vorrei chiederle ancora qualcosa di più su quei momenti, il 2027, la rivelazione, in quei giorni quando il suo status sociale si è abbassato, ha subito degli atti di bullismo, delle prevaricazioni?”

Dei ricordi che non voglio ricordare si riaffacciano alla mente. Mi irrigidisco e mi sale il nervoso, non so perchè, ma non riesco più a controllarmi e perdo la pazienza.

“Dottoressa” sbotto e alzo la voce “sono qua imprigionato da due giorni, ho subito esperimenti di tutti i tipi e anche.. un abuso.. voglio andarmene immediatamente, non voglio restare qua, che cavolo di domande mi fa? Cosa c'entrano gli atti di bullismo, mi faccia uscire di qua piuttosto se ci tiene alla mia salute mentale.”
Ho detto tutto in un fiato, come uno sfogo senza freno. Sento di aver esagerato, ma ormai è fatto. Incrocio le braccia, ho le guancie in fiamme e lo sguardo corrucciato e basso. Non ho il coraggio di incontrare gli occhi della psicologa.

Silenzio. Silenzio. Silenzio. Finalmente trovo il coraggio di alzare gli occhi. La psicologa allora parla.
“Bene, abbiamo fatto dei progressi in termini di definizione di se stesso e suo collocamento sociale, mentre vedo che ha ancora difficoltà ad affrontare momenti difficili della sua vita, umiliazioni e prevaricazioni. Non c'è problema. Tutto a suo tempo. Per il momento la seduta è terminata. Colgo l'occasione per ringraziarlo della sua disponibilità a essersi prestato come volontario per gli esperimenti sul blond virus, il suo contributo è fondamentale per tutta l'umanità”

D'un tratto mi vergogno di aver reagito male, e vorrei scusarmi, ma lei non mi dà tempo di rispondere.

“Spero che continuerà ad essere disponibile ad aiutarci tutti svolgendo nuovamente il ruolo di volontario in futuri esperimenti. Si ricordi che lei è libero di fare quello che vuole, naturalmente, ma anche che noi tutti contiamo nel suo supporto.. Presto la verranno a trovare dei medici per informarla della sua situazione attuale e dei prossimi sviluppi. Il nostro primo incontro è terminato.”

Detto questo si alza e se ne va, camminando impacciata nella sua armatura di plastica e vetroplastica viscosa cigolante.
Resto senza parole, e penso che non gli ho chiesto perchè indossasse quella strana copertura di plastica sul corpo e sul viso.
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