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Gay & Bisex

2: Doppia Sorpresa


di Anteo
13.07.2012    |    7.372    |    2 9.6
"- No, non sono mai stato bravo con le donne..."
Parte 1 di 3: La Soluzione (http://www.annunci69.it/racconti-erotici/gay/1-La-Soluzione_31009.html)
Parte 2 di 3: Doppia Sorpresa.

Ettore giunse al paesello di Cariano qualche giorno dopo, sulla mattinata. Non fu difficile trovare la fattoria essendo provvisti di nome e cognome, infondo in questi piccoli centri la gente si conosce tutta, è come una grande famiglia forse troppo lontana dalla freddezza cittadina a cui era abituato il nostro trentenne. Dopo aver attraversato una strada ripida e saltato qualche fiumiciattolo, Ettore si ritrovò dinanzi all'ingresso della fattoria fra strani muggiti ed odore di sterco e fieno. Era una bella giornata di fine Marzo, l'aria frizzante e il cielo terso incorniciavano quell'ambiente contadino come fosse un quadretto di qualche film country di serie B.

- Sono proprio disperato! - farfugliò Ettore guardandosi intorno e portando la mano al naso per coprire il tanfo che trasudava dal terreno.

Dopo aver superato la staccionata ed attraversato un piccolo sentiero bussò con forza al battente della porta di legno massiccio attendendo che qualcuno venisse ad accoglierlo, in lontananza sentiva delle voci forse di operai o di chissà qualche altro bifolco. Non sembrò giungere nessuno, l'uomo cominciò a rigirarsi per scorgere qualche figura e il presentimento che avesse sbagliato casa cominciava ad insinuarsi prepotente finché dal maneggio laterale non spuntò un omone sulla cinquantina dalla barba incolta e brizzolata e il viso sporco di polvere.

- Chi stai cercando? - domandò insospettito.
- Salve! Sto cercando Andrea, sono suo cugino.
- Un cugino? Non credevo avesse parenti, tranne quello zio - replicò ponendo un accento sarcastico sulle ultime parole come a voler dissentire sulla vita dissoluta del ricco parente.
- Lei sa dov'è Andrea? Tagliamo corto, non penso debba dare delle spiegazioni a lei.
- E' nel maneggio coi cavalli - concluse l'omone indicando con la mano l'edificio a fianco.
- Ah ecco, il maneggio - salmodiò pensieroso Ettore dirigendosi verso il luogo indicato dall'uomo senza accennare un ben che minimo ringraziamento e senza nemmeno preoccuparsi della postura di disapprovazione dell'omone.

Il maneggio era un grande capannone puzzolente pieno di fieno e cavalli disposti in ordine ossessivo lungo le pareti con tanto di cartella di riconoscimento. Riconobbe subito Andrea di spalle sul fondo del caseggiato e con passo svelto si avvicinò a lui pronto a salutarlo con tutta - e vi assicuro ché poca - la simpatia che possedeva.

- Andrea, cugino! - urlò in maniera palesemente teatrale.
- Ettore?! - rispose il giovane girandosi curioso e puntando con molta incredulità la figura in avvicinamento.
- Ho pensato di accettare il tuo invito, ho bisogno di qualche giorno di tranquillità e dalla tua descrizione della fattoria questo sembra il posto giusto - sorrise forzatamente.
- Non ci credo! Hai fatto benissimo, non pensavo avresti accettato il mio invito. Come mi hai trovato?
- Ho chiesto in giro... poi ho incontrato il giornalaio!
- Acciderbolina! il Signor Franco, quello sa tutto di tutti, sei stato fortunato!

Andrea era nei suoi abiti da lavoro tradizionali, jeans consunti specialmente sulle cosce che comparivano nella loro tonicità, brune e moderatamente pelose ed una maglietta vecchia di cotone a maniche lunghe molto attillata ed ingiallita probabilmente dalle macchie di sudore che denunciavano il duro lavoro a cui era sottoposto il fattore fin dalla sua nascita. Anche la cerniera dei pantaloni non sembrava passarsela bene, era saltata da parecchio tempo e mentre Andrea si muoveva lasciava intravedere i boxer bianchi aderenti, un po' naif. Il possente fattore si lanciò in un abbraccio fraterno, lasciandosi dietro una scia di profumo, un misto fra deodorante, dopobarba, sudore e letame. Ettore non riuscì a scansarsi e dovette subire quell'amorevole benvenuto.

- Domenico continua da solo con Nerone - ordinò con un tono severo Andrea, accarezzando il maestoso cavallo nero a cui si stava dedicando prima dell'arrivo del cugino. Quindi, con un braccio attorno al collo di Ettore si diresse verso la casa pronto a mostrare la nuova dimora del playboy più amato di Milano.

La casa era tutta in legno e mattoni, l'aria viziata ricordava quella di una cascina abbandonata sebbene i mobili e l'ordine impeccabile sottolineavano la cura che Andrea - o chi per lui - dedicava giornalmente; l'ingresso era ad ambiente unico con un grande tavolo di legno e la cucina tutt'intorno mentre sul lato estremo della casa si ergeva un caminetto che fungeva anche da stufa grazie alle tubature ed un divano a tre posti.

I due cugini continuarono a scambiarsi parole di piacere per l'inaspettata riunione o per meglio dire Andrea non riusciva a contenere la sua felicità nel vedere il cugino a casa sua. Una volta giunti al primo ed ultimo piano, Andrea mostrò con molta parlantina il bagno paradossalmente nuovo e moderno e le due stanze da letto, la prima matrimoniale dove dormiva in vita la madre e la seconda appartenuta al fattore fin da ragazzo.

- Dopo la morte di mamma mi sono trasferito nella sua stanza, lasciando la mia intatta coi poster che collezionavo a scuola e il copriletto della disney che mi piaceva tanto - specificò Andrea con un tono malinconico - Se ti va, dormirai qui, il letto è ad una piazza e mezzo quindi riposerai comodamente!
- Si, non ci sono problemi - rispose atono il milanese.
- Mi conviene andare in paese e prendere qualcosa di buono per stasera, intanto sistema le tue cose e riposati qualche ora, se hai freddo nel cassettone troverai qualche plaid.

Andrea si congedò e di tutta fretta abbandonò la casa dirigendosi alla volta del paese col monito di portare qualcosa di alcolico magari un Jack Daniel's. Invero prima di arrivare a Cariano, Ettore era in procinto di acquistare una bottiglia al bar della stazione consapevole che "l'unica cosa di alcolico che quel bambinone avesse in casa era un mon chèri" ma non gli bastarono i soldi e dovette desistere e dato che il cugino sembrava disposto ad accontentare ogni suo desiderio, il problema non si poneva più. Solo in casa, cominciò a spogliarsi del giubbino di pelle e degli stivali per poi proseguire con la camicia e i pantaloni fino a rimanere nudo incurante che qualcuno dall'esterno o dall'interno potesse vederlo, ormai quella casa era diventata di sua proprietà. Lasciandosi dietro una scia di vestiti ed indumenti intimi entrò nella doccia e un lieve eccitamento cominciò ad indurirgli il cazzo che Ettore non tralasciò di trastullare dolcemente con la spugna. Lo scroscio e la freschezza dell'acqua riuscirono a rilassarlo, dopo giorni di corsa contro il tempo e la paura e un senso di torpore e stanchezza si fecero strada prepotenti nel suo corpo tanto che poco dopo si ritrovò nudo a sonnecchiare sul letto.

La sera lentamente scese sulla frazione di Cariano ed un venticello leggero ma fresco cominciò a diffondersi nella stanza tanto che Ettore si svegliò infreddolito e disorientato. Dopo qualche attimo di assestamento, si guardò intorno in cerca di una coperta e memore della parole del cugino aprì il cassettone rovistando animosamente senza trovare altro che lenzuola alla naftalina.

- Cazzo che freddo! - esclamò tirando fuori con forza un lenzuolo spesso, rigirato su se stesso. Con prontezza tentò di stenderlo e nell'atto fece saltare uno strano oggetto che si schiantò rumoroso sulla parete opposta - Merda, che diamine gli ho rotto!? Aspetta un attimo ma questo è un... - non credeva ai suoi occhi, quella scatola di plastica ben nascosta nel lenzuolo altro non era che un film porno e per giunta gay. Ettore rimase in silenzio per qualche secondo per poi ridere fragorosamente come alla fine di una barzelletta esilarante. - Guarda un po', al mio cuginetto piace la banana e non la patata. Chi l'avrebbe mai detto, ecco perché non c'è odore di figa in questa casa - nel ripetere ad alta voce questi pensieri sentì qualcuno salire le scale e con grande impeto raccolse il lenzuolo e nascose il dvd chiudendo così il cassettone.

- Ettore sono tornato! - proferì Andrea entrando nella stanza.
- Andrea, cominciavo a chiedermi che fine avessi fatto - nel concludere la frase si accorse di essere completamente nudo ma non ci fece molto caso anzi notò lo sguardo curioso del cugino che probabilmente avrebbe lasciato perdere se non avesse fatto quella strana scoperta.
- Hai fatto la doccia? - chiese il fattore raccogliendo gli slip e la camicia in terra.
- Si, mi serviva una lavata!
- Ottima idea, vestiti che la cena è pronta. Pizza!!

Ettore indossò di fretta solo un paio di slip puliti e corse verso la cucina con l'intento di divorare quanto commestibile.

- Non ti fa freddo solo in mutande, Ettore? Vuoi un pigiama?
- No, non ti preoccupare cugino, io ceno così di solito. Se ti infastidisce vedermi in mutande vado a mettere su i calzoni - rispose con aria da sornione il milanese, con l'intento di stuzzicare la curiosità di Andrea sebbene era solito aggirarsi nudo per casa.
- Fastidio? Ma che dici? Anzi, sai che ti dico? Resto pure io in mutande dopo la doccia, così facciamo i gemellini. Da quando sono da solo faccio come mi pare, a volte rimango proprio nudo, d'estate. Prima, mamma non voleva - sorrise in maniera quasi infantile.

La sera trascorse piacevole, Ettore notava di tanto in tanto lo sguardo curioso di Andrea che sembrava un misto di eccitazione ed ammirazione e non poteva fare a meno di guardare le forme che si muovevano nelle sue mutande, sinuose come quelle di un serpente dal corpo grosso. Non capiva se avesse un'erezione o se fosse la misura del suo cazzo a riposo. Nel corso della serata si accorse che al pari d'Andrea stava anche lui scrutandolo con curiosità e forse un po' di competizione, infondo il fattore non era proprio da buttare via, il duro lavoro aveva scolpito degli addominali sodi e delle braccia forti, la carnagione era bruna ma con naturalezza senza l'uso di lampade com'era uso a Milano. Gli occhi nocciola sembravano due pepite d'oro adagiate su zigomi duri come monti incontaminati e che dire delle gambe stabili e dei glutei duri e sodi come quelli di uno sportivo. Andrea era proprio un gran pezzo d'uomo, forse un po' tonto ma sicuramente con tutte le carte in regola per piacere.

- E adesso la tua sorpresa! - Andrea si alzò dal tavolo rivelando ormai eretto il suo cazzo che forzava contro la parete di stoffa dei boxer, si diresse verso la vetrinetta e prese una bottiglia di Jack Daniel's - Come promesso, sono riuscito a trovarlo - ritornò al tavolo ed affiancò il prezioso liquore dalla parte di Ettore insieme ad un bicchiere.
- Dov'è il tuo? - chiese perplesso Ettore.
- No, io non bevo mai - rivelò Andrea un po' intimidito.
- Non dire cazzate! Prendi il bicchiere!
- Ma io...
- Prendi sto cazzo di bicchiere, muoviti!

Andre eseguì il comando come un bambino rimproverato dal padre. Sotto la guida di Ettore bevve prima un sorso e poi una quantità sempre maggiore scolpendo sul viso ogni volta una smorfia di disgusto per il sapore forte del liquido. Non mancò molto che l'alcol diede i suoi effetti, specialmente nel caso di Ettore che non ci andò leggero con la bottiglia mentre Andrea grazie alla sua stazza rimase poco più che brillo ma capace di intendere e di volere.

- Cos'altro non fai? - domandò Ettore buttandosi sul divano.
- In che senso?
- Oltre a non bere alcolici!
- Non mi drogo
- Mi pare scontato - il playboy fece cenno con la mano ad Andrea in modo che si sedesse accanto a lui - Fotti almeno? Dico, ti capita di ficcarlo nella figa di qualche zoccola? - nel pronunciare le ultime parole sentì il suo cazzo tendersi e tirare e dovette a fatica resistere all'impulso di liberarlo.
- No, non sono mai stato bravo con le donne.
- Non dirmi che sei vergine?! - notò subito che anche il cazzo di Andrea era ormai in tiro.
- Praticamente si, una volta sola sono andato con zio Ernesto a puttane ma non mi è piaciuto.
- Non è difficile scoparsi una figa!
- Per te, forse. Tu basta che dici "figa" e ti ritrovi a leccarla o fartelo leccare. Per te le cose sono semplici, io sono troppo timido. So solo prendermi cura della mia fattoria. Fin da giovane sei stato il numero uno in fatto di conquiste.
- Ti seghi almeno?
- S-i-i - rispose con un filo di voce, denunciando tutta la sua vergogna.
- Mostrami come fai! - incitò Andrea schioccando il mento.
- Come?
- Menati il cazzo, porco cane, voglio vedere come fai.
- Mi devo fare una sega davanti a te?
- Si, dannato rincoglionito, in che lingua devo dirtelo?!
- Ma...
- Prima lezione: se non sai far godere te stesso non saprai far godere una donna. Levati i boxer e fammi vedere.

Andrea sembrò convincersi, forse vittima dell'alcol, con lentezza cominciò a sfilarsi i boxer alquanto titubante; non passò molto che Ettore si alzò dal divano ed afferrando entrambi i lembi delle mutande gliele tolse con violenza strappandole da un lato. A grande sorpresa, Andrea mostrò una verga di 20 cm ben fatta, dalla cappella turgida e grossa come fosse quella di un fungo e l'asta altrettanto spessa e ricoperta di vene pulsanti che si arrampicavano fino ai peli pubici decisamente abbondanti. Con le braccia conserte come di uno che aspetta, Ettore spinse il cugino a cominciare l'atto masturbatorio e dopo qualche gesto d'esitazione Andrea afferrò il suo cazzo in piena erezione e cominciò a menarselo partendo dalla cappella.

- No! - tuonò Ettore - Non dalla cappella, quello è il punto più sensibile del cazzo devi cominciare dall'asta con un movimento ascendente che tocchi anche quella zona così il piacere durerà di più. Ora ti mostro io! - sotto lo sguardo sorpreso ma contento di Andrea, Ettore afferrò il cazzo del cugino con la mano destra iniziando uno stop and go così piacevole che il fattore fu costretto ad emettere una serie di gemiti seguiti dall'inarcamento della schiena. Sembrava piuttosto che stesse strappandoglielo a morsi tanto il godimento. Ettore continuò con veemenza trovando un certo divertimento nel vedere il cugino così rapito ma allo stesso tempo tormentato dal piacere, una sensazione che forse provava per la prima volta.

- Si continua, ti prego. Non pensavo fosse così piacevole - tentò di replicare Andrea con quel poco di voce che riusciva a concentrare nelle corde vocali.
- Questo è l'inizio! - di colpo Ettore si infilò un dito nella bocca inumidendolo bene e spostando le gambe del cugino così da avere la vista dell'ano, andò ad inserirglielo nel culo trovando una lieve resistenza - Ti piace vero? Guarda, guarda, fra poco il cazzo ti scoppia! Uh, com'è rosso!

Andrea era ormai in balìa di quella goduria, per la prima volta poteva sentire il piacere dato dalla masturbazione dell'ano e del cazzo.

- Sto venendo! - urlò contratto.
- Vieni, vieni che ti sto aspettando, vediamo quanta ne hai - improvvisamente dalla cappella uscì un fiotto di sborra caldo che colpì di striscio Ettore inginocchiato, seguito da altri tre spruzzi fino all'ultimo più abbondante, così massiccio che inondò sorprendentemente la parte destra del viso del milanese convinto di esserne al sicuro - Ah però, sei una continua sorpresa - rise di gusto pulendosi coi boxer strappati di Andrea.
- Porca miseria che sega. Gr-a-a-z-i-e Ettore - balbettò guardando in basso.
- Era il minimo, fra cugini ci si aiuta. Ci sono molte altre cose che dovrai imparare e non si sa mai che in queste sere potrò insegnartele. Per il momento allenati su questo punto - rise sarcastico salendo le scale col cazzo teso.

Quella notte si sparò una sega superlativa pensando al dvd nascosto fra le lenzuola, non capiva se ad averlo eccitato fosse stato il fatto che Andrea lo guardasse come un modello da imitare oppure l'azione di masturbare un altro uomo. Di tanto in tanto sentiva Andrea muoversi al piano di sotto e qualcosa gli diceva che stava mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Con questi pensieri si addormentò.
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