bdsm
Quando sei?
di Inside_in
06.12.2022 |
1.847 |
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"Sentivo per lei attrazione ma anche un profondo senso di umanità nei suoi confronti..."
Quando seistanco dalla solita routine capita spesso di perdersi nei propri pensieri. Ed è proprio in quella giornata uggiosa che stavo fissando il quadro davanti a me non sapendo neanche il motivo.
Ho un buon lavoro, una bella casa, tanti amici ma manca qualcosa. Manca una LEI che mi completi, che mi dia gioia di vivere, che possa darmi l’opportunità di essere me stesso.
Nel passato ci ho provato tante volte. Ho avuto molte donne ma mai mi sono sentito veramente a mio agio. Persone che valgono non credo si possano trovare facilmente, ma mai mollare di tentare.
Chissà che un colpo di fortuna possa finalmente capitare anche a me.
Scorro lentamente i profili. Solita solfa. Superstar, foto false, descrizioni striminzite … ma ecco che mi soffermo su un primo piano che mi blocca. Caspita un fondoschiena da urlo! Ne sono un amante, è più forte di me. Oltretutto mi sembra una donna a modo. Mi decido a scrivergli.
Non passa molto tempo prima che mi risponda. Elda è il suo nome, grande appassionata di gatti. Devo dire anche chiacchierona e simpatica. Ma che piacere!
Non mi sono neanche reso conto che era già passata un ora dal primo contatto. Il tempo era volato.
Ci lasciamo per la serata promettendoci di sentirci il giorno dopo.
Sogni e desideri frullavano nella mia testa. Ero attratto da lei, non sapevo neanche il perché. Era una calamita. Non sapevo neanche come fosse fisicamente ma non mi importava. Aveva qualcosa di speciale e di unico che non potevo lasciarmi scappare. Dietro una tastiera è difficile dare un senso di se stessi ma volevo provarci.
Il giorno seguente ci trovammo di nuovo a discutere del più e del meno. Fino a che in un momento Elda mi disse:”Vedo qualcosa in te, non è ancora ben definito ma secondo me c’è”. Non avevo idea a cosa si riferisse. Gli avevo solo spiegato come era il mio carattere e il rapporto che avevo con le donne. “Hai un indole dominante. E’ solo un'impressione ma lo sento. Io so bene cosa significa. Lo sono stata nel passato con le donne”. Accidenti! Dominante? Io? Ma come è possibile? Ma soprattutto come faceva a vederlo in me ed io non ne sono consapevole?
Sopraffatto dalle sensazioni e dai dubbi ci lasciammo per la cena. Non sapevo veramente che pensare. Preso dall'agitazione cominciai a cercare in rete cosa significasse essere un dom.
Caspita … ma io non sono in grado di fare quelle cose! Più leggevo e più non mi capacitavo come avrei potuto essere ciò che vedeva in me. Dovevo farmelo spiegare.
Fu così che di buon mattino decisi di scrivere ad Elda e chiedere se fosse stato possibile parlarci a voce dove tutto sarebbe stato più facile.
Con piacere lei si rese disponibile subito dopo e poco per volta mi evidenziò ciò che secondo lei delineava il mio carattere.
“Sei attento ad ogni aspetto della donna. Guardi i dettagli. Vuoi conoscere ciò che gli piace e le loro paure. L’unico tuo interesse è il piacere della donna che è con te. Questo è il principio della dominazione. Il controllo, la connessione e la fiducia con il partner si crea con il tempo e non come vedi spesso pubblicizzato in giro come fosse un gioco. Non servono magie, giochi e perversioni in questo mondo. Serve solo intesa.”
Mi aveva aperto gli occhi. Aveva ragione. Che donna incredibile.
“Io posso solo indicarti la strada se vorrai esplorare chi sei veramente”, continuava Elda, “ma da solo devi capire dove arrivare e trovare il tuo stile”.
I giorni successivi passarono senza troppi sussulti. Ci sentivamo ancora regolarmente. Ci eravamo anche visti in foto e ci eravamo piaciuti. Mancava l’ultimo passo. Quando ci saremmo potuti vedere?
Arrivò presto l’occasione tanto attesa. Elda doveva tornare a Modena nella sua città natia per supportare la madre per qualche esame medico. Proposi quasi ingenuamente di raggiungerla e darle una mano. Sentivo per lei attrazione ma anche un profondo senso di umanità nei suoi confronti. La desideravo, era innegabile, ma volevo essere anche un amico per lei, presente in caso di bisogno.
Come mio solito non mi presentai a mani vuote. Volevo fare bella figura. Portai con me una catenina che il caso volle praticamente identica ai suoi orecchini. Segno del destino …
Andammo a cena, poi un gelato. Tra un sorriso e una battuta i nostri occhi si incrociavano spesso. C’era intesa ma anche timidezza come fossimo due ragazzini. Decisi di giocare le mie carte.
Feci il mio passo, la invitai per un caffè nell’appartamento che avevo accuratamente cercato su Airbnb. Sentivo che la tensione saliva. Il desiderio si sentiva nell’aria. Un uomo e una donna che si volevano.
Varcata la porta quasi un istinto mi salì su per la schiena. Voglia irrefrenabile di LEI. Mi girai, la guardai negli occhi, la presi per le braccia e la guidai contro il muro. Iniziai a baciarla con passione. Elda mi assecondava, anche lei mi voleva ardentemente. Desiderava essere guidata da me come quasi ci conoscessimo da una vita. La girai di schiena contro di me, la baciai sul collo mentre cominciavo a stringere il suo seno. Sentivo il suo fondoschiena appoggiato a me che si muoveva, seguiva i miei movimenti provocandomi evidenti segni di piacere.
Via la maglia, via i pantaloni … adoro spogliare le donne e guardarle in intimo. Il suo era nero, culotte che evidenziavano le sue forme. Il suo profumo era inebriante, quasi una droga.
La portai nel letto, distesa di schiena. Iniziai a passare il mio dito lentamente in ogni parte del suo corpo alternato a baci intensi. Un graffio, un piccolo morso inaspettato facevano sussultare Elda di piacere. Slacciai il reggiseno con incredibile maestria, non sapevo di avere queste doti. Dolcemente la lasciai nuda davanti a me in attesa. Mi piaceva guardarla. Farle capire che ero vicino a lei ma imprevedibile. La voltai, il suo seno mi stordiva. I suoi capezzoli erano incredibilmente duri. La mia lingua ci passava intorno quasi sfiorandoli per poi stringerli forte con le dita. Elda era un fremito, la sua voglia mi accendeva ancora di più. Alzai le sue gambe e iniziai a gustare le sue labbra. Era bagnata fino alle cosce. Il nostro era un gioco lento ma intenso. Le nostre menti erano totalmente in sintonia. Mi avvicinai al suo orecchio e le chiesi: “Mi vuoi?”. Elda rispose quasi implorando “ti prego, non resisto più, prendimi”. Cercai il suo clitoride con il mio piacere gonfio di desiderio. Movimenti lenti senza penetrarla. Lei mi stringeva forte le braccia quasi graffiandomi. Stavo controllando il suo piacere e mi piaceva. Improvvisamente entrai dentro lei con gentilezza per poi dopo poco spingere sempre di più. Quando stavo sentendo che stava per venire mi tirai improvvisamente fuori e le dissi “non ancora, solo quando te lo dico io”. Lei mi guardò ancora, i suoi occhi mi parlavano. Non scorderò mai più quella sensazione di possesso totale. Presi le sue gambe alzate con le mie mani e come una furia tornai dentro di lei.
“Lasciati a me ora, libera la tua voglia”, le dissi. In pochi secondi raggiungemmo l’orgasmo insieme, con una sintonia sconvolgente.
La guardavo, ancora assuefatta dal piacere. Le dissi due parole che rimasero impresse nella memoria di entrambi. “Sei mia” e lei mi rispose “Sono tua”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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