bdsm
Il ritorno della Regina
di Inside_in
19.09.2024 |
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"Autoreggenti a rete fine coprivano le sue gambe..."
I giorni erano passati con mille pensieri dopo l’incontro con Cinzia e Silvano. Avevo ancora il profumo della Regina sulla mie labbra e pelle. Era stato un turbinio di emozioni e sensazioni. Sapevo che i suoi occhi erano soddisfatti e che avrebbe voluto ancora rivedermi ma non sapevo quando. Ci sentivano ogni tanto in chat, scambiavamo pensieri mentre loro erano partiti per vacanze in Sicilia. Non passava momento che non mi provocasse.“Come stai, sei sempre nelle nostre fantasie” commentava Cinzia.
“Guarda che sole c’è qui”, allegando una sua foto mentre prende il sole nuda.
Donna provocante e ammaliatrice. La nostra connessione mentale era sempre solida. Giocare anche a distanza rafforzava le nostre fantasie. Tutti eravamo poi consapevoli di volerle portarle ad un altro livello. Amanti del bdsm spingevamo nel volere qualcosa di più su quel fronte. La fiducia è la base di tutto in questi rapporti e avevamo capito che ora era possibile.
Il tempo era passato in fretta. Il primo freddo era arrivato. Ahimè le donne tornate a “vestirsi” ma tra me e me pensavo che non era importante, avrei avuto più cose da togliere molto lentamente al ritorno della Regina…
Suona il telefono:
“Ehy siamo tornati, ti mancavamo?”, disse Cinzia con quel tono malizioso. Sapeva benissimo che attendevo la fine delle loro ferie.
“Certo che si!”, dissi prontamente, “Non ci vediamo da un bel po”.
“Hai ragione ma ci serviva un momento di relax, ci siamo ricaricati e pronti per tutto”, sentivo dall’altra parte del telefono una risatina ironica di Cinzia.
“Io e Silvano ci chiedevamo se Sabato potevamo vederci, sempre se ti va ancora”.
“Simpatica”, dissi, “Anche io mi sono ricaricato. Sabato ci sono, ho già in mente molte cose per voi …”
Come mio solito avevo già una idea ben precisa di che serata avrei proposto. Un mix di gioco, erotismo e improvvisazione. Sapevo già molto meglio dopo il primo incontro i loro gusti. Il programma era iniziare la serata in una pizzeria molto carina situato in un paese tranquillo, passeggiata dopo cena ai lati di un castello in collina e il prosieguo in villa a casa mia.
“Finalmente ci rivediamo!”, disse Cinzia scendendo dalla sua Yaris.
“Massi era ora”, esclamai, “sei sempre super elegante”. Cinzia aveva un vestito nero, lungo fino alle ginocchia, collana grande che le avvolgeva il collo e un profumo che ricordavo bene.
“Silvano se non ti dispiace saluto prima lei”, mi avvicinai e la baciai come la prima volta sulle guance e guardandola negli occhi.
“Ma certo ovvio”, disse Silvano mentre gli stringevo la mano.
“Silvano tu sempre in camicia variopinta e bermuda stile Hawaii, cosi tutti guadano la Regina”, dissi in tono scherzoso facendo ben intendere che il gioco era partito.
“Ovviamente e sappi che oggi Cinzia si è riposata, pronta a tutto”, disse Silvano sorridendo.
La cameriera ci indicò il tavolo che avevo prenotato. Il menu era ampio. Sul vino decidemmo per un Traminer.
La conversazione come al solito tra noi era sempre piacevole. Non mancava occasione per fare delle battute. Fino a che Cinzia iniziò ad avvicinare i piedi ai miei un po' brilla e un po' sorridente. Era un po' come un semaforo verde. L’istinto fu di mettere immediatamente una mano sulla gamba.
Silvano ci guardava in modo indifferente ma sapeva che qualcosa stava succedendo.
“Ottimo posto, come al solito non sbagli”, disse Cinzia, “paghiamo e andiamo? Cosa ci riservi adesso?”.
“Si direi che è ora di andare, il dopo lo scoprirete tra un attimo”.
Ci avviammo alla macchina. Silvano alla guida. Io e Cinzia sul sedile posteriore.
Diedi alcune indicazioni sulla strada per avviarci e poi mi girai immediatamente verso Cinzia.
Passionale, intensa come la ricordavo. La strinsi vicino a me e iniziai a baciarla.
Sapeva che riservavo qualcosa per lei.
Tirai fuori dalla tasca un gioco erotico composto da due palline legate insieme, simili alle sfere del piacere. La particolarità che al loro interno erano cave e con altre palline movibili all’interno. Lo scopo principale era la stimolazione continua possibilmente camminando.
“Ho programmato una camminata in un luogo incantato, ma dovrai farlo indossando queste”, dissi a Cinzia mentre gli spostavo le mutandine e spingevo il gioco dentro di lei.
“Mi aspettavo qualcosa da te, sarà un piacere tenerle”, mi disse con occhi accesi.
“Eccoci arrivati, guarda che castello”, dissi, “è tranquillo, ce la fai a camminare?”.
“Meglio che mi tolga i tacchi, ho portato le scarpe di riserva”, affermò Cinzia con tono sicuro.
“Silvano andiamo, guarda che posto”.
Il prato intorno al castello assecondava la nostra passeggiata. Io e Silvano già eravamo in balia di lei. La stringevamo, la baciavamo, la toccavamo fino a che dopo un attimo Cinzia si allontanò un attimo da noi facendoci vedere mentre si toglieva la mutandine.
“Cosi è meglio, tanto ormai sono tutte bagnate”, sussurro ai nostri orecchi quasi ansimando.
“Decisamente meglio. Poi a te non si vede come sei. Invece a me si”, dissi eccitato con il membro eretto bene in mostra sotto i pantaloni.
“Molto bene”, disse Cinzia, “e ora dove andiamo?”.
“A casa mia”, dissi, “è vicino”.
In macchina continuammo ciò che avevamo iniziato. Sentivo il suo desiderio in mezzo alle gambe libero da impedimenti. Le palline avevamo fatto il loro dovere.
“Eccoci qui, benvenuti nella mia umile dimora”.
Casa mia è situata su una collina abbastanza isolata con ampio giardino intorno. Avevo preparato tutto a modo per loro compreso un dessert come sorpresa.
“Che bella complimenti”, mi disse Cinzia, dopo una prima occhiata all’esterno e all’interno.
“Dove posso cambiarmi?”
“Da questa parte”, dissi.
Io e Silvano aprimmo una bottiglia di prosecco pronta per l’occasione. Come la scorsa volta eravamo in attesa di lei. Annusavamo l’ambiente come due segugi, attenti a ogni rumore fino a che di nuovo quel suono.
Toc, Toc, Toc … il rumore inconfondibile dei suoi tacchi accompagnava la sua camminata verso di noi.
Cinzia indossava un vestito di raso nero che metteva in evidenza il suo seno prorompente. Autoreggenti a rete fine coprivano le sue gambe. Scarpe decolletè con laccio perlato ai suoi piedi.
Esattamente la visione di una donna sicura, vogliosa e eccitante che ogni uomo desidera.
Mi avvicinai a lei porgendogli un calice di vino per un brindisi tutti insieme.
Dopodichè andai dietro di lei, alle sue spalle. Adoravo baciarla sul collo, appoggiarmi al suo culo e fargli sentire quando la desideravo. Silvano dal lato opposto la baciava stringendogli i seni desiderosi di essere liberati.
“Mangiamo il dolce?”, con sorpresa Cinzia si stacco da noi avvicinandosi al tavolo.
“Va bene donna istigatrice”, dissi sorridendo. Ci stava provocando. Un gioco di attesa e azione che non faceva altro che aumentare l’eccitazione.
“Guarda cosa ho fatto fare per te”, dissi a Cinzia.
Avevo ordinato una torta di frutta con sopra scritto il suo nome.
“Sei un adulatore, per quello che mi piaci”, disse lei compiaciuta.
“Vero, ma però ora decido io cosa fare”, dissi deciso dopo che posai il piatto sul tavolo.
Cinzia sapeva della mia indole dominante. Anche Silvano era attratto dal mondo bdsm e voleva vedere cosa avevo in serbo.
Abbassai le luci, accesi delle candele e bendai Cinzia ancora in piedi.
“Ora sei mia”, dissi sussurrandole all’orecchio, “ti guiderò io. Lasciati a me. Sono sempre vicino a te ma non sai cosa farò”.
Sentivo le sue vibrazioni di piacere e di attesa su di me. I capezzoli turgidi evidenziavano la sua voglia.
“Dammi le mani”, dissi prendendole e portandole dietro la sua schiena.
Tirai fuori delle polsiere costrittive di pelle rossa che erano perfette su di lei.
“Ora vieni, c’è una sedia qui”.
Cinzia era seduta, bendata e con le mani legate dietro la schiena. Il silenzio era sovrano nella stanza.
Con tatto ma con decisione liberai il suo seno. Le sollevai un po' il vestito aprendole le gambe.
Io e Silvano contemplavamo la bellezza di quella donna in nostra balia.
“Cosa vuoi?”, dissi a Cinzia nel orecchio.
“Oh vi voglio tutti e due ora”
“Lo so, ma dovrai attendere fino a quando non sarai più esplicita quando ti faccio una domanda”.
Presi una candela accesa che avevo preparato precedentemente.
Qualche goccia sul suo seno …
Uno scatto nel corpo di Cinzia seguito subito da un gemito di piacere.
Ancora altre gocce … Silvano visibilmente eccitato osservava compiaciuto.
Presi il calice di vino sul tavolo e lo versai sul suo seno ancora acceso dalla cera calda.
Ancora gemiti.
Io e Silvano ci inginocchiammo e iniziammo a leccare i suoi capezzoli con intensità.
Le gambe aperte di lei ci facevano intravedere spasmi di piacere.
Mi alzai e sbottonai i pantaloni portando il mio pene duro tra il suo seno.
Era cosi morbido e accogliente.
Poi Silvano passo anche lui a far assaggiare in bocca a Cinzia quando la desiderava.
“Cosa vuoi”, dissi a Cinzia nuovamente.
“Non ne posso più, voglio che mi scopiate”, disse lei al limite dei suoi sensi.
“Ecco quello che dovevi dire”, dissi con tono autoritario.
La sera prosegui con orgasmi, urla di piacere, sesso ai massimi livelli come da tempo non provavamo.
“Mi hai dato di nuovo un enorme piacere, sono esausta”, disse Cinzia ancora nuda.
“E’ il mio unico scopo darti piacere”, affermai, “Sei la nostra Regina di cuori, ma questa sera siamo stati noi i Re”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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