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La voglia indecente


di Membro VIP di Annunci69.it aliceslave
19.12.2024    |    113    |    3 9.0
"La serata al club prevista per quella settimana sembrava davvero interessante..."
La serata al club prevista per quella settimana sembrava davvero interessante.
Dopo l'estate erano stati pochi gli eventi a tema che avevano solleticato la mia indole di maiala senza ritegno, ma quell'occasione di incontri sembrava capitare al momento giusto, proprio quando ero all'apice di quelle emozioni che solo una cagna come me poteva provare.

La locandina sul sito del club era molto esplicita e accattivante ed invitava i partecipanti ad essere più trasgressivi possibile.
Così ho cominciato da subito a fantasticare su come potevo osare oltre il dovuto, per prima cosa nell'abbigliamento.

Insieme ai pensieri su quale vestito e scarpe mettere, molti altri ben più osceni hanno iniziato però ad affollare la mia mente e presto mi sono ritrovata completamente trascinata nel vortice vergognoso del piacere di essere sottomessa, con la volontà di realizzare le più insane e arretrate voglie e dimostrare a tutti la mia innata troiaggine.

Nei giorni antecedenti ho pertanto vissuto ogni momento in perenne fibrillazione, preparando mente e corpo per vivere senza limiti quelle che già pregustavo come esperienze fortissime e indecenti.
Tutto ciò mi procurava delle fitte allo stomaco e un calore smisurato nel basso ventre alimentando il mio desiderio di essere troia e cagna in ogni modo e circostanza possibile, mentre qualunque altro mio pensiero veniva offuscato da quel turbamento.

Il giorno prestabilito ho quindi iniziato i preparativi già dal mattino, facendo prima un'ora di step nuda in casa (di solito mi metto vicino alla finestra) e poi 30 minuti di corsa nel parco. In quel posto non ero nuda ma era come se lo fossi, con una felpa attillata e degli shorts incastrati tra le chiappe, con la chiara speranza di fare qualche incontro interessante.

In realtà il parco era semivuoto per via del freddo pungente e così dopo la corsa sono rientrata a casa ancora più affamata di cazzo e desiderosa di vivere esperienze degradanti.
Dopo una doccia bollente mi sono dedicata alla depilazione totale, che ho effettuato in maniera ancora più accurata del solito, e quindi al massaggio con la crema e alla pulizia interna con estenuanti clisteri di diversi litri di acqua e sapone.

Come mi aveva ordinato tempo prima il padrone, ho subito dopo inserito nel culo il plug nero, il più grosso che ho, spingendolo tutto bene in fondo fino a sentirmi completamente piena dai suoi 6 cm di diametro e 30 di lunghezza.
L'ho lasciato dentro per quasi tutto il pomeriggio, fissato con una cinghia stretta che poi passava intorno alla vita, per preparare il culo ai cazzi di ogni dimensione.

Poiche ero già eccitata oltremodo, ho applicato la gabbietta e sono così riuscita a resistere al desiderio di toccarmi dedicandomi invece, per quanto sempre nuda, alle pulizie e faccende di casa.

Alle 20 finalmente mi preparavo a uscire e per prima cosa estraevo Il plug, notando soddisfatta l'estrema dilatazione che ero riuscita ad ottenere.
Dopo un'altra pulizia interna, ho applicato delle pinze metalliche ai capezzoli legate da una corta catenella e poi ho stretto il collare a cui l'ho fissata. In quel modo i capezzoli erano in continua tensione e venivano ulteriormente strizzati e tirati verso l'alto ad ogni piccolo movimento del busto.
Sopra ho indossato un vestito nero a rete che scendendo dalla schiena, copriva a malapena il culo con qualche piccola striscia di stoffa. Le calze autoreggenti a rete e i tacchi 10 neri con borchie hanno completato l'abbigliamento.
Sotto come sempre ero nuda, tanto che l'aria fredda che avvertivo arrivare da dietro sul culo completamente a vista, mi faceva letteralmente impazzire di eccitazione, mandandomi quasi in trance dal godimento.

Mi sentivo una perfetta puttana il cui unico dovere era quello di farmi usare da tutti i maschi che avrei incontrato, e di farli sborrare con il mio essere cagna obbediente.
Indossato il cappotto sono quindi uscita di casa.

Sono arrivata al locale quasi del tutto fuori di me per l'adrenalina ed il godimento represso che avevo accumulato fino ad allora. Mentre camminavo ancheggiando dal parcheggio verso il club, già avvertivo distintamente quell'aria di sesso e perversione che rende speciali quel tipo di serate.

La mia voglia di essere troia cresceva a dismisura, ed il mio corpo rispondeva con fremiti e scosse di piacere indescrivibili.
Il fuoco che provavo dentro di me mi stava divorando e per quello mi sentivo in dovere di essere ancora più porca e cagna di quanto già sono.
Così davanti al guardaroba mi sono sfilata il cappotto incurante della visione che il mio culo nudo stava regalando a tutte le persone in coda dietro di me, quindi sono entrata nel locale, dirigendomi quasi meccanicamente verso la dark room.
L'odore di sborra che ho subito sentito mi ha acceso i sensi oltremodo e così non ho perso tempo per far notare a tutti coloro che incontravo quanto fosse spaventosa la mia voglia di cazzo.

Mi aggiravo per quel locale sempre più impaziente ma l'oscurità mi permetteva di distinguere a malapena le sagome delle persone presenti.
Mentre assaporavo queste sensazioni diverse mani si sono materializzate dal buio accompagnate da un soffuso vociare.
Come dei tentacoli mi hanno circondato la vita e oscenamente palpato il culo e le tette, tirando verso il basso le pinzette e la catenella. Tutto accadeva come in un sogno se non fosse stato per le maniere sempre più rozze e aggressive di quelle mani che in quella densa penombra, mi riportavano con forza alla realtà quasi come se mi potessero vedere distintamente.
Dita sempre più invadenti si sono fatte strada sotto il mio vestito, ispezionandomi la schiena, il collo, le tette strette tra le pinze e tutto il solco anale, preso d'assalto da movimenti sempre più frenetici che poi terminavano puntualmente dentro il mio culo, violandolo con rabbia e con l'intento di aprirlo il più possibile.

Il mio corpo da puttana in calore non poteva più resistere a quelle sollecitazioni ed io ho cominciato a gemere sempre più rumorosamente e a muovermi con fare da cagna, toccando a mia volta bastoni di carne già durissimi e svettanti che si poggiavano sulle mie cosce e sul culo nudo.
Era un invito indecente a svuotarli e farli godere in ogni modo, con tutto l'impegno e la passione che doveva dimostrare una puttana come me.

E così, in piedi e stretta tra più corpi e infinite mani, ho iniziato a spompinare con bocca e mani tutti i cazzi che mi circondavano e che avvertivo nel buio intorno al mio corpo.
Quel pezzo di stoffa che era stato inizialmente il mio vestito era ormai a terra schiacciato sotto i piedi dei tanti che si affannavano su di me. Ero ormai talmente arrapata da non essermi nemmeno resa conto di essere stata denudata da quelle mani che ormai mi sbattevano ovunque come una bambola di pezza per darsi ogni piacere.
Prima in piedi, poi in ginocchio e ancora sui divanetti della dark room, penso di aver provato davvero il degrado e la depravazione totale, prendendo in culo, in bocca e tra le mani un numero esagerato di cazzi, cazzi e ancora altri cazzi.

A montarmi ho avuto la fortuna di avere quasi tutti bull possenti che accompagnavano l'inculata con forti schiaffi, pizzicotti e ordini autoritari per soddisfare ogni loro capriccio

Quel trattamento deciso con cui mi dominavano ha acceso in me un fuoco ancora più ardente stimolando ogni pensiero più porco di godimento estremo.
Durante la monta, mentre ero piegata alla pecorina oppure impegnata a cavalcare il maschio sotto di me, agitavo oscenamente il culo per fare arrivare il cazzo più in fondo possibile ed essere certa di aver dato davvero tutto durante quelle spinte e bordate infinite, per garantire massima obbedienza e soddisfazione a quei cazzi anonimi.

Almeno nove uomini mi hanno sodomizzata mentre ero a novanta gradi sul lettino e mentre ero impegnata contemporaneamente a spompinare altri cazzi con bocca e mani, cercando, in quella voglia di godere, di mantenere l'equilibrio precario delle posizioni in cui venivo usata.
Altrettanti nvece mi hanno impalata facendomi letteralmente saltare seduta sui loro enormi cazzi e mai,come in quei momenti, ho raggiunto l'apice del piacere fisico e mentale che una cagna possa provare
Le pareti del mio culo avvolgevano completamente il cazzo di turno e io mi agitavo forsennatamene su e giù in una danza tanto porca quanto liberatoria, che mi regalava un piacere perverso mai provato prima e facendomi quasi piangere per la gioia di essere così troia.

Non mi sembrava proprio ammissibile per nessun motivo l'idea di dover interrompere la foga di quei movimenti così animaleschi e così cavalcavo sempre più forte per fare entrare più a fondo possibile quei cazzi nel mio culo, come se non ci fosse nient'altro al mondo se non essere schiavizzata ed inculata in quella maniera.
I miei gemiti e rantoli di piacere hanno finito ben presto per attirare altri maschi entrati nella dark room che dopo essersi seduti sulla panca a fianco degli altri, mi sollevavano dalle ascelle spostandomi da un cazzo ad un altro e facendomi riprendere quella danza oscena di completo sfondamento.

Sentivo il cuore all'impazzata ed avvertivo distintamente le pulsazioni nei muscoli del culo ogni volta che, dopo il salto della monta, riappoggiavo tremante i piedi per terra.
Ogni sensazione era amplificata dall'idea di essere in completa balia di quegli uomini e il mio corpo era ormai devastato dal piacere di essere solo una svuota coglioni, serva dei maschi e del loro potere di dominarmi come la peggiore delle cagne.

Dopo un tempo indefinito di violente sodomizzazioni uno dei presenti mi ordinava di mettermi a terra in ginocchio e di finire il lavoro con la bocca per tutti i presenti. I cazzi intorno a me erano davvero parecchi e ancora duri come il marmo e così, per ringraziare tutti di quello che mi avevano fatto fino a quel momento, li liberavo dei preservativi sbocchinando tutti quelli a tiro e poi invitandoli a sborrare su di me il loro piacere.
Intanto mi ero seduta in terra sui talloni con il culo in fuori e le mani sulle cosce, a bocca aperta e con la lingua in fuori, in religiosa attesa del premio che stava per esplodere da quei cazzi.
Finalmente tra schiaffi e strattonamenti dal collare, arrivarono i primi fiotti di sborra che mi lavarono letteralmente il viso, colpendomi su labbra, occhi e guance quasi come delle frustate, tra i grugniti di chi si stava liberando mentre godeva su di me.
La colata poi continuava a cadere sulle tette e il ventre, insozzandomi del tutto e rendendo il mio corpo una massa appiccicosa e odorosa di sperma.

Ero se possibile ancora più eccitata di quando ero arrivata ma quell'esperienza sembrava ormai essere arrivata alla fine e qualche uomo stava già uscendo dalla dark room.
Una voce autoritaria però invitò i presenti a non andare via, dicendo che ero proprio una lurida e schifosa puttana e che sicuramente ne volevo ancora per cui li invitò senza convenevoli a pisciarmi addosso perché non ero nient'altro che un cesso.
Chi era rimasto sembrava non aspettare altro che sentire quell'invito e così tre uomini dopo essersi menati il cazzo per un tempo indefinito e sempre più carico per l'attesa, iniziavano a pisciare sul mio corpo ancora steso a terra ricoperto di sborra.
I loro getti caldi arrivavano dall'alto come delle docce calde e io mi stendevo completamente sul pavimento rotolandomi in ogni posizione per prendere il piscio ovunque, ma soprattutto nel solco anale dove sentivo il liquido gorgogliare prima di incanalarsi e finire nel mio culo.

Se ne andarono tutti velocemente dopo essersi ricomposti, lasciandomi a terra inerme ed immersa nel più assoluto degrado ma anche nell'indescrivibile godimento di essere stata per loro la regina delle cagne.

Sono rimasta nuda e bagnata a terra ancora altro tempo, ansimante per tutto il piacere provato e per avere il tempo di assimilare appieno tutte quelle fantastiche sensazioni.
Poi nell'oscurità ho iniziato a muovermi piano piano a carponi alla ricerca del miniabito perso nella dark room.
Lo trovavo in un angolo ridotto ad una poltiglia umida e zuppa dell'inconfondibile odore di sborra e piscio.
Non avendo altro per uscire, anche se mi sarebbe piaciuto restare nuda, lo indossavo alla meglio e non senza fatica perché così bagnato aderiva ancora di più alle mie forme, e mi avviavo quindi verso il guardaroba.

Al rientro con l'auto verso casa ripensavo a quanto vissuto e goduto e ne avvisavo il Padrone, fornendogli ogni particolare della serata.

Lo devo ancora tanto ringraziare perché per premiare la mia performance da lurida cagna al club con quasi venti cazzi, mi ha ordinato di fare una sosta in campagna, dove il percorso di umiliazione doveva riprendere all'aperto e in piena notte.

Il finale della sessione punitiva è stato molto appagante, soprattutto per il mio culo, e il Padrone ha voluto che quest'ulteriore esperienza da cagna sottomessa la documentassi in un video da mostrare a tutti.
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