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LE CONFESSIONI DI UNA GIOVANE SCHIAVA Parte 2


18.03.2025 |
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"Le dita della Signora in breve diventarono due, poi tre, quattro e mi violavano, mi dilatavano, affondavano in me mentre io cercavo di spingere il bacino..."
LE CONFESSIONI DI UNA GIOVANE SCHIAVA ( Parte 2)
…E arrivò il giorno dell’incontro. Il Padrone mi sarebbe venuto a prendere all’uscita dal lavoro.
Fu una giornata lunga e lavorai distrattamente, continuavo a pensare a cosa sarebbe successo.
La fantasia galoppava passando da una situazione terribilmente ‘porcomantica’, alla scena clou di Shining.
Ero in confusione totale ma terribilmente eccitata.
Oltretutto il Padrone mi aveva ordinato di indossare il plug e tenerlo per tutto il giorno e questo non aiutava certo a sopire i miei sensi!
Quando uscii lui era già lì. Un colpo di abbaglianti per richiamare la mia attenzione e un sorriso quando salii in macchina.
-Ciao Bimba, come è andata la tua giornata? –
-Bene Padrone ma non vedevo l’ora che finisse per incontrarvi.. –
Lui mi accarezzò baciandomi la guancia e chiedendomi se avessi eseguito ciò che mi aveva ordinato.
Feci cenno di si con la testa e lui, con nonchalance mi disse di abbassarmi i jeans e le mutandine per controllare…
Tentennai, poi ricordai il mantra che da giorni lui mi ripeteva: -Ti devi fidare e obbedire se ti vuoi affidare-,
così mi abbassai i pantaloni.
Appena Seba mi sfiorò la figa sentii una contrazione ed un rivolo caldo colarmi lungo le cosce.
Era la prima mano estranea che toccava la mia intimità.
Non avevo mai permesso a nessuno di arrivare a tanto ma ora lo desideravo con tutta me stessa e istintivamente allargai le gambe per agevolare le sue carezze.
Intanto lui mi parlava con voce calda e rassicurante, mi spiegava che quella notte l’avremmo dedicata alla scoperta reciproca dei nostri corpi, ascoltandoli, imparando a riconoscerne i segnali che ci avrebbero trasmesso, a percepirli attraverso la pelle, scambiandoci e mischiando i nostri odori e sapori, il calore e il suono dei nostri respiri.
Erano tutte cose che non avevo mai vissuto. Ero come ipnotizzata, ascoltavo le sue parole, tenendo gli occhi chiusi, mordendomi un labbro per non urlare mentre lui continuava a stuzzicarmi il clitoride.
Non so come arrivammo all’appartamento. La Signora ci venne ad aprire ed ebbi un altro sussulto.
Era bellissima nel suo intimo provocante, impreziosito da un coprispalla in pizzo nero che accentuava ulteriormente la sua femminilità. Un paio di stivali anch’essi neri completavano il quadro.
In quel momento mi resi conto che era lei il mio vero oggetto del desiderio, la mia fantasia, il mio sogno erotico, la desideravo con tutta me stessa.
Non avevo mai provato una sensazione simile per una donna in tutta la mia vita.
Dovevo essere sua, assaporare la sua bocca, essere allattata dai suoi seni, perdermi tra le sue braccia.
Allo stesso tempo mi rendevo conto che non avrei potuto affrontare questa follia senza la guida e la partecipazione del Padrone, sentivo salire violento il bisogno di entrambi e cercavo conforto nel pensiero che li avevo scelti per essere i primi ad avermi.
Sara mi condusse in bagno , mi spogliò nuda e mi fece indossare una sottoveste di seta che a malapena mi copriva il sedere, mi fece calzare un paio di decolté nere lucide, mi mise un collare borchiato da cane…e mi bendò.
Quando fui pronta, mi prese per mano e mi condusse in camera dove attendeva il Padrone.
Restai li in piedi, muta e vulnerabile, imbarazzata dal silenzio assordante della stanza.
Passarono minuti interminabili, sentivo i loro occhi su di me poi, sempre in silenzio si avvicinarono.
Non potendo vedere, tutti i miei sensi erano in allarme, reattivi.
Cercavo di immaginare cosa stava succedendo analizzando ogni suono, fruscio, persino gli spostamenti d’aria sulla mia pelle nuda.
Cominciarono ad annusarmi, senza toccarmi come avrebbero fatto due lupi davanti ad una femmina in calore.
Mi sfilarono la sottoveste e mi fecero sdraiare sul letto. Il Padrone aveva preparato delle corde e mi legò a braccia aperte, poi mi fece sollevare e divaricare le gambe. Legò anche quelle in modo che non le potessi abbassare e la mia figa restasse sempre esposta ed indifesa.
-Fidati se ti vuoi affidare –. Continuai a ripetermi.
E io mi fidai ed affidai.
Mi sentivo bene, per la prima volta in vita mia stavo dando sfogo alla mia vera natura…ero emozionata e piena di vita.
Il Padrone mi disse che dovevo imparare a riconoscere ogni stimolo del mio corpo, però quella notte non avrei visto nulla, avrei dovuto vedere e sentire attraverso gli altri sensi.
Sentii le mani della Signora unte di olio profumato che mi accarezzava il corpo, erano calde, morbide ma anche autoritarie e decise.
Poi le sue labbra si appoggiarono sulle mie, baciandole dolcemente, per passare alle guance e al collo. Iniziò a leccarmi il viso mentre io disperatamente cercavo la sua bocca mugolando…e finalmente me la diede infilandomi prepotentemente la lingua a bocca, lasciva e appassionata, mentre la sua mano si trasformava nell’artiglio di un rapace, conficcandomi le unghie nella carne.
Credo in quel momento di avere avuto il primo orgasmo.
Ci baciammo a lungo poi, tracciando un sentiero di saliva, che sentii ripercorrere anche dalla lingua del Padrone, arrivò tra le mie gambe aperte.
Iniziò sfiorandomi, sentivo le sue dita accarezzarmi le grandi labbra grondanti dei miei umori, che fluivano indisturbati. Lentamente me le apri e con un dito iniziò ad esplorarmi.
Nel frattempo il Padrone si dedicava ai miei seni, me li succhiava, me li mordeva, me li mungeva. Sentivo la sua barba morbida accarezzarmi la pelle ed ero tutta un brivido.
Le dita della Signora in breve diventarono due, poi tre, quattro e mi violavano, mi dilatavano, affondavano in me mentre io cercavo di spingere il bacino verso di lei, implorandola di continuare.
Non ho memoria dello scorrere del tempo, era come vivere un'altra dimensione, il mondo reale era lontano, offuscato. Ricordo solo che ad un certo momento, quando finalmente ripresi coscienza di me, sentii il Padrone dirmi: - Ora concentrati sulle tue narici e sulla tua bocca. Sentirai attraverso esse. –
Così dicendo avvicinò il suo cazzo al mio viso ed io avvertii l’odore di uomo.
Ancora oggi non saprei come descriverlo, so solo che è terribilmente buono ed eccitante. Ho imparato a riconoscerlo ed oggi, ogni volta che lo sento, i feromoni fanno il loro lavoro ed io mi bagno.
Istintivamente tirai fuori la lingua. La prima cosa che avvertii fu la morbida elasticità delle palle, iniziai allora a seguirne il contorno, bagnandole di saliva. Intanto il Padrone mi accarezzava il viso con il cazzo che sentivo duro, con le vene gonfie.
La Signora si sdraiò vicino a me, sussurrandomi all’ orecchio come dovevo fare:
Dovevo passare la lingua lungo l’asta, preoccupandomi di averla sempre carica di saliva, dovevo seguire il contorno della cappella, soffermandomi sul piccolo filetto che la trattiene e continuare così fino ad umettare bene il cazzo ed accoglierlo infine in bocca.
Così feci! Quanto mi piaceva quel cazzo e quanto lo avevo atteso!
Immaginai la scena vista da fuori:
il Padrone inginocchiato con la mia testa tra le gambe che mi scopava la bocca, io legata e bendata a gambe aperte, nel contempo la Signora che mi incitava ad essere troia mentre mi sditalinava con forza.
Credevo non potesse esistere nulla di più erotico e perverso ma mi sbagliavo, quello che successe il resto della notte andò al di là di ogni mia perversa immaginazione.
Mi usarono a loro piacimento in tutti i modi possibili. Senza pietà ma pieni di rispetto e attenzione.
Ricordo che a un certo punto, dopo avermi leccata a lungo, la Signora mi scopò con un grosso dildo facendomi urlare di piacere. Dopodiché volle che la leccassi io mentre la fistavo e lei squirtava nella mia bocca tenendomi per i capelli.
Toccò infine al Padrone usarmi per il suo piacere finale, sbattendomi da dietro, fino a godere in bocca alla Signora sdraiata sotto di me.
Arrivò l’alba e con essa la quiete dei sensi...e fu bellissimo.
Mi coccolarono a lungo, mi accarezzarono, mi vezzeggiarono e mi parlarono tanto, facendomi sentire parte della loro complice intimità.
In quel momento mi sentii felice, appagata, protetta e mi addormentai serena tra le loro braccia, crogiolandomi nella consapevolezza che da quel momento sarei appartenuta a loro.
Da quel giorno ci incontriamo regolarmente e ogni volta è una nuova, diversa emozione che aumenta la consapevolezza di me.
Con loro sono diventata spregiudicata, la mia sessualità prende sempre più forma e ormai, come una drogata attendo la mia dose di sesso perverso, ne sento prepotentemente il bisogno.
I miei Signori dicono che presto sarò pronta per essere usata e condivisa con altri ma in cuor mio credo non sia ancora giunto il momento per questo ulteriore passo.
So che un giorno succederà e sono convinta che sceglieranno un’occasione speciale per questo mio debutto ed allora, se mi verrà ordinato, ne scriverò a riguardo.
Bimba
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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