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L'amica di Eva parte prima


di Alcor1973
26.08.2020    |    86    |    0 6.0
"Ed io allora:” Sei pronta ad iniziare?” E lei nuovamente: “Sì, Maestro..."
La mia compagna di giochi e devota schiava Eva era un po’ che aveva conosciuto in palestra Giulia, una donna sposata, dalle forme morbide, insoddisfatta del rapporto col marito. Forse era per il fatto che frequentavano la palestra negli stessi orari o forse era destino che si incontrassero e facessero amicizia, ma fatto sta che dopo qualche settimana si erano confidate l’una con l’altra, Giulia aveva manifestato tutta la sua insoddisfazione e frustrazione legata al suo rapporto coniugale ed Eva le aveva confidato il suo piccolo segreto: di giorno era un medico impegnato, ma di notte si trasformava in una devota schiava. In un primo momento Giulia era rimasta piuttosto sbalordita da questa confessione. Giulia era una donna che aveva sempre vissuto il piacere nell’ambito domestico, con un marito metodico ed abitudinario, questa cosa era totalmente fuori dai suoi schemi. Ma col passare dei giorni diveniva sempre più curiosa ed attenta ai racconti di Eva. Chiedeva, si informava delle pratiche, delle sessioni di obbedienza e di quelle di bondage. Rimaneva quasi incredula ai racconti di Eva e di quanto intensi potessero essere gli orgasmi che aveva, di quanto mente e corpo vibrassero all’unisono nel raggiungere il piacere e di quanto fosse diventata schiava di quel piacere.
Un giorno in cui era particolarmente giù di corda, dopo aver ascoltato un nuovo racconto di Eva, Giulia si lasciò sfuggire una frase del tipo: sarebbe bello provare un’esperienza come questa. Eva le rispose che avrebbe dovuto provarla, ma Giulia fece subito marcia indietro, dalla bocca le era uscito un desiderio che aveva timore solo a pensare, non si sentiva pronta.
Nei giorni successivi tornarono più volte su quel desiderio, in maniera scherzosa, considerando la cosa come pura fantasia. Un po’ come un gioco immaginavano quali pratiche sarebbero state più adatte per Giulia. Era un gioco che si ripeteva ormai ogni volta che si vedevano in palestra, quando chiacchieravano sotto la doccia. Eva si era accorta di quanto queste fantasie eccitassero Giulia, lo vedeva dai suoi capezzoli che si inturgidivano dal fatto che quando Giulia si passava la spugna tra le gambe vi rimanesse più del dovuto strofinando piuttosto energicamente. Giulia invece non si era accorta che Eva la osservava, non aveva mai avuto un rapporto con un'altra donna e non era abituata ad osservare un corpo femminile nudo, la sua timidezza glielo impediva. All’uscita dalla doccia Eva le disse: “Ma perché invece di fantasticare non provi veramente?” E Giulia rispose: “Ma come faccio, ho un marito, una vita… e poi non sono inserita in quest’ambiente, non saprei come fare e francamente ho paura ad affidarmi ad uno sconosciuto.” Ed Eva replicò: “Conosci me! Potrei parlare con il mio Master, Marco. Sono certa che se glielo chiedo sarà felice di iniziarti.” E prima che Giulia potesse ribattere aggiunse: “Facciamo così, io intanto glielo chiedo, tu intanto riflettici e poi ne riparliamo.”
In realtà Eva aveva già parlato con me, mi aveva raccontato tutto di Giulia, delle loro chiacchierate e del suo desiderio represso, ed io le avevo dato il mio assenso, qualora Giulia si fosse decisa. Ora era una partita a scacchi tra Eva e Giulia, tra il desiderio ed il timore.
Dopo un paio di settimane, complice anche l’ennesimo litigio tra Giulia ed il marito, il desiderio prevalse sul timore. Le due donne avevano organizzato tutto loro, io avevo preferito rimanere in disparte per il momento. Avevo posto un’unica condizione, che Eva non mostrasse a Giulia nemmeno una mia foto. Era la prima volta per Giulia che tradiva il marito ed era la prima volta che si sottoponeva ad una sessione di BDSM, volevo che la sua sottomissione fosse totale. Dal canto mio, al pari di Giulia, come ritenevo giusto, non avevo voluto vedere sue foto.
Era giunta finalmente la sera fatidica. Era un martedì, il marito di Giulia era partito per un viaggio di lavoro che lo avrebbe impegnato per un paio di giorni. Prima di portare Giulia a casa sua, luogo dell’incontro, Eva era andata con Giulia al sexy shop per farle scegliere un completino adatto ed anche per farla riscaldare un po’. Provò diversi completini, poi su suggerimento di Eva prese un tubino a rete che lasciava fuori i seni e le aree genitali, poi si diressero a casa. Arrivate a casa di Eva si accomodarono sul divano e Giulia si fece versare un bicchiere di whisky scozzese. Nonostante fosse su di giri dopo la visita al sexy shop, era molto tesa. Ripassarono le regole della serata. Lei sarebbe stata bendata e legata, non avremmo usato morsi per la bocca, c’era una parola d’ordine convenzionale che avrebbe interrotto all’istante e definitivamente la serata. Il resto lo avrebbe scoperto salendo le scale che portavano alla camera da letto di Eva. Giulia era pronta, salirono le scale. Eva, salendo, mi mandò un messaggio per avvisarmi.
Arrivate in stanza si sedettero sul lettone e cominciarono a prepararsi. Eva si spogliò nuda ed indossò prima di tutto il collare di pelle. Quello era il suo segno di appartenenza era il gesto che la trasformava, non era più Eva il medico, era Eva la schiava! Poi indossò un reggiseno di pizzo aperto sui capezzoli mutandine di pizzo aperte in corrispondenza di fica e ano, le calze a rete con le giarrettiere e le scarpe con i tacchi a spillo rosse, poi prese dall’armadio un plug anale con la coda di gatto e dopo averlo lubrificato se lo infilò nell’ano. Era pronta. Giulia osservò tutta la scena, mentre lentamente e con molto imbarazzo iniziava a denudarsi. Eva la aiutò ad indossare il suo tubino a rete. In quel momento sentirono l’uscio della porta che si apriva e si richiudeva. Eva disse: “Facciamo presto è arrivato il Maestro”. Giulia ebbe un fremito che Eva percepì chiaramente. La fece distendere sul letto pancia all’aria, la fece mettere in posizione, braccia e gambe divaricate, poi prese polsiere e cavigliere e gliele fece indossare poi prese le catene che erano fissate ai quattro angoli del letto e le fisso con i moschettoni agli anelli delle polsiere e delle cavigliere. Infine Eva la bendò per bene. Giulia si ritrovò immobilizzata a braccia e gambe divaricate, praticamente nuda alla mercé di uno sconosciuto. Un brivido di paura la percorse lungo la schiena, ma un altro brivido di eccitazione, molto più intenso le stava partendo dall’interno della fica era un’onda di calore che la pervadeva, che la eccitava, che la faceva stare bene.
Questa sensazione di benessere svanì improvvisamente quando sentì la porta della stanza da letto aprirsi. Ero entrato nella stanza. Eva mi salutò con un inchino e dicendo “Buonasera Maestro”, io risposi con un cenno del capo. Poi mi avvicinai a Giulia, guardandola per la prima volta. Le sue forme morbide, il seno abbondante, la fica pulita, con giusto due strisce di peli a disegnarne i contorni, Eva aveva scelto una compagna di giochi con ottime potenzialità. Vidi il seno che saliva e scendeva in maniera quasi compulsiva, Giulia affannava per la tensione. Mi rivolsi a lei e le dissi: “Buonasera Giulia per questa sera sarò il tuo Maestro, Eva ti ha illustrato le regole del gioco e come interromperlo?” Una vocina flebile quasi soffocata rispose sì. Eva allora le si avvicino all’orecchio e le suggerì, sì Maestro, allora Giulia con un po' più di coraggio e di voce disse: “Sì, Maestro”. Ed io allora:” Sei pronta ad iniziare?” E lei nuovamente: “Sì, Maestro.”
Ed il gioco abbia inizio.

To be continued…
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