bdsm
Incontro soft
di Markus196969
09.06.2020 |
202 |
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"Fu allora che mi disse di sfilarle le mutandine! Vidi così la sua fica, depilata, le labbra aperte no riuscii a trattenermi dal darle una leccata..."
Suonai il campanello con un misto di agitazione e di euforia ed eccitazione. Mi aprì Erika, stupenda, alta, capelli scuri lisci a coda, occhiali, labbra morbide con un rossetto rosso fuoco, un fisico perfetto avvolto in una vestaglia di tulle che lasciva intravedere tutto. Una 4 di seno coppa D almeno, un perizoma sgambato, gambe affusolate, su un paio di sandali slingback neri con plateau tacco 17, calze autoreggenti. rimasi bloccato da tanta bellezza. Mi disse forza entra con un sorriso delicato.
Entrai sentendo il mio fallo crescere nei pantaloni.
Appena chiuse la porta, il suo sorriso svanì e mi ordinò di mettermi in ginocchio.
Obbedii.
Subito dopo mi ordinò di spogliarmi nudo e di depositare i vestiti in un cesto a lato della porta.
Mi indicò il bagno dove mi ordinò di fare una doccia.
Mi asciugai e mi ordinò di mettermi a 4 zampe, mi bendò e mi mise il collare con il guinzaglio e mi disse di seguirla. Potevo ammirare i suoi piedi, i suoi tacchi, le sue dita con le unghie laccate.
Finalmente si fermò in soggiorno, prese il frustino dal tavolo e mi diede una piccola vergata sulle natiche da farmi sussultare.
Lecca, maiale! Leccami le scarpe! non vedevo l'ora, iniziai a leccare il plateau di fronte a me, i suoi piedi odoravano di sudore unito a quello della pelle erano speciali. Continuali solo con le scarpe, poi le suole finchè non mi disse di rimanere immobile.
Si sedette e mi permise di succhiare i tacchi: vertiginosi, feci un pompino ai tacchi prendendoli tutti in bocca come se fossero un cazzo!
Solo allora mi permise di iniziare a leccarle le dita dei piedi, mi riempii la lingua di saliva, e inizia a leccare, prima tutto il piede, poi le dita, una ad una, passando la lingua tra un dito e l'altro e succhiandole una per una. A quel punto il mio cazzo era duro e penzolava tra le gambe, e per questo mi arrivò un'altra vergata sulle palle.
Ah, sussultai per il dolore e continuai a leccare arrivando fino al tallone, lo leccai tutto intorno e sotto.
Che dea meravigliosa.
A quel punto si sedette su una poltrona a gambe divaricate. mi disse di osservarla senza toccarmi il cazzo. Fu dura, avevo l'acquolina in bocca.
Mi disse di avvicinarmi e che se avessi continuato così, avrei potuto sfilarle le mutandine con la bocca.
Continuai nella mia opera di lingua risalendo, al suo comando le sue gambe perfette arrivando fino alle cosce.
Fu allora che mi disse di sfilarle le mutandine! Vidi così la sua fica, depilata, le labbra aperte no riuscii a trattenermi dal darle una leccata. Questo mi costò caro: 10 frustate sul culo!
Il dolore e il piacere iniziarono a fondersi, avevo le chiappe che bruciavano, ma la sua fica era stupenda.
Dopo le 10 frustate mi ordinò di sdraiarmi supino e disse:" così la vorresti leccare?" Annuii.
Si accovacciò sul mio viso con la spacca aperta: "Lecca porco!" leccami tutta.
Iniziai a leccare a più non posso, con la lingua larga, volevo assaporare tutti i suoi umori, lei iniziò a spingere, facendomi quasi soffocare sotto la sua fica. Si muoveva avanti e indietro facendo in modo che io leccassi bene dal buco del culo fino al clitoride.
Mi ordinò di infilarle la lingua nel culo e fù per me il massimo della concessione che potesse farmi. Leccavo, leccavo e la penetravo con la mia lingua. Il mio cazzo era duro e umido.
Lei lo vide continuò a strusciarmi la fica sulla bocca.
A quel punto si sedette, prese un dildo e se lo infilò nella fica gemendo e ordinandomi di segarmi guardandola, ma senza il permesso di godere.
Continuò ad infilarsi quel grosso cazzo nella fica finchè gemette e venne.
Allora si tolse un sandalo, mi disse che avrei potuto sborrare sulla sua scarpa: non ruscii a resistere e riempii il suo sandalo di sborra.
Bravo maiale! Adesso lecca la tua sborra e puliscimi il sandalo.
- continua -
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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