Imparare a scrivere

Aprii piano la porta e la intravidi seduta sul bordo della sedia, la schiena dritta, bendata come richiesto e vestita solo di tacchi.
Intenta a scrivere al computer, lo faceva portando le sue dita tra le gambe, quelle di una mano alternativamente a quelle dell'altra.
La sentivo ripetere a voce alta che, come richiesto, stava alternando le battute in quel modo. Lo faceva bendata per migliorare la battitura alla tastiera del pc, nelle sue orecchie delle cuffiette che lasciavano uscire una musica lontana.
Un quadro ipnotico...
Ansimava ad ogni tocco inarcando la schiena, ad ogni tocco il profumo di lei portava via una parte del mio cervello riempiendolo di brividi.
Ansimava forte, evidenza del fatto che ciò che scriveva lo pensava di fica, frutto di pulsioni molto forti.
Non le avevo detto che sarei passato.
Desideravo immaginarla ad occhi chiusi, ma poi la voglia di vederla...
Ed ora ero li, a cazzo duro di lei e di quello spettacolo.
Scivolai dietro quel corpo profumato, in silenzio lessi le parole che trasudavano sesso dallo schermo. Le unghie impeccabili danzavano con quelle dita e, contrariamente a quel che lei pensava di sè, scriveva bene.
Appena ripetè a sè stessa che stava alternando le battute, le presi i seni tra le mani, tra l'ennesimo cambio e l'altro di mano.
Sussultò, non aspettandosi quel tocco, ma riconoscendolo senza apparentemente darlo a vedere.
Sussultò ancora dei capezzoli strizzati dalle mie dita.
Sussultò, ma facendo finta di nulla, non smise di scrivere ed anzi il suo profumo si fece più forte, intenso. Le dita ora volavano sulla tastiera, il suo respiro più rapido, le sue parole scritte più forti e decise.
La fermai facendola alzare, in silenzio, neppure una parola.
Mi sedetti al suo posto invitando il suo corpo a sedersi su di me. Sul mio cazzo duro e dritto di lei ovviamente.
Scese su di me in un respiro più profondo, in un attimo di incertezza nel respiro bloccato.
Cominciò a muoversi, senza dire una parola, ma reclinando la testa indietro, quasi a cercarmi.
Continuò a scrivere pigiando ormai a caso sui tasti e malgrado ciò alternando sempre le sue mani che ormai incontravano il mio cazzo duro di lei ed in lei piantato.
Su e giù... su e giù... le sue dita folli schizzarono ad un certo punto tra le mie labbra a provocarmi, quasi ad urlarmi "che cazzo mi fai? Il cervello mi esplode, almeno abbi la decenza di assaggiarmi, stronzo!!!".
Era buonissima!, le sue unghie di un colore diverso ed altrettanto intenso.
Il risultato fu un cazzo più duro, una tastiera ormai abbandonata ed il suo corpo che si abbandonava sul mio a farlo impazzire.
Spinta dopo spinta.
Mi risuonava nel cervello e nell'anima il suo respiro ancora prima della sua fica calda ed allagata.
Ad ogni spinta urlava in silenzio quanto mi voleva ed in silenzio mi profumava le labbra con le dita.
Respiri più corti, intensi, complici.
Una danza ormai ingorda, le mie mani a guidarla, i suoi capezzoli duri come chiodi a farmi uscire di testa.
Un gemito più forte... partito da lontano che mi esplode in ogni fibra. Un gemito che mi avvolge di profumo e passione facendomi schizzare in lei mugolando porco a mia volta.
Ancora!, ancora!, ancora! a svuotare e riempire...
Il suo ansimare, il battito del mio cuore appoggiato sulla sua schiena, la sua testa girata in un bacio profondo, complice, ingordo.
"Te l'avevo detto che sai scrivere, vedi? Ora la punizione per ogni errore commesso..."
Lei sorrise diabolica.