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Bagnato


di na1ke
16.02.2024    |    359    |    1 6.0
"Te la lecco a lungo, con lo stesso ritmo, finché non vieni..."
Sei in piedi, con le mani dietro la schiena. Sembri quasi in imbarazzo, ma è solo perché ancora non abbiamo cominciato.
Ti allaccio il collare, le catene penzolano tra le tue tette. I tuoi capezzoli sono turgidi, pare abbiano voglia di ricevere le pinze. E io li accontento. Mugoli, quando te le stringo.
Monto l’altalena contro la porta, e incastro anche le polsiere. Così sei seduta, con le mani verso l’alto. E ti bendo, giusto per non farci mancare nulla.
Mi siedo sulla sedia che è servita a farti salire, ho la tua fica davanti, giusto all’altezza della bocca.
Sei già bagnata, e io ancora praticamente non ti ho toccato. Adoro questa voglia che hai di me.
Ti metto l’ovetto nella fica, e lo faccio partire. Vibra lentamente, dà dei piccoli colpi e brevi. E io comincio a leccartela, piano, in sincrono con la vibrazione. Te la lecco a lungo, con lo stesso ritmo, finché non vieni. Poi cambio il ritmo della vibrazione e ricomincio, sempre attento a leccare nello stesso modo in cui la vibrazione si muove nella tua vagina. Vieni di nuovo, e il tuo clitoride comincia a essere troppo sensibile per continuare a leccarlo. È un peccato, perché ci sono molte diverse vibrazioni in questo ovetto.
Allora prendo il paddle, e comincio a colpirti. Ti colpisco le braccia, dai polsi alle spalle. Ti colpisco la pancia, le tette, i capezzoli, e quando colpisco i capezzoli la catena che te li lega al collare tintinna.
L’ovetto continua con una vibrazione diversa.
Colpisco l’interno delle cosce, ripetutamente, e dal basso verso l’alto ti colpisco il culo, quella porzione che resta fuori dal sedile dell’altalena.
Sul culo colpisco forte, ma sembra che a te non dispiaccia. Anzi.
Ti tolgo la benda, ma è soltanto per farti scendere dall’altalena.
Te la rimetto immediatamente, mentre ti guido ai piedi del letto, dove ti faccio mettere a novanta. Ti lego le polsiere tra loro e ti do in mano la magic wand. Te lo guida verso il clitoride, e senti la vibrazione quando ancora non è nemmeno a contatto. Quando te lo appoggio al clitoride la vibrazione è forte, e quasi cominciano a tremarti le gambe. Ma ti piace, ti piace dannatamente.
Ti guardo mentre sei così, a novanta, con la nuova magic wand che ti spunta tra le gambe divaricate.
Ti fotografo, e chissà quale sarà la tua reazione nel vedere la foto.
Ma è solo un attimo, perché non resisto: mi spoglio a metà, tolgo l’ovetto che ancora non aveva smesso di vibrare, e il mio cazzo è dentro di te.
Comincio a spingere piano, ma è un ritmo in crescendo. La prima volta che vieni sto spingendo ancora con molta calma, ma non smetto, anzi: continuo ad aumentare il ritmo. Io spingo sempre più veloce, e tu continui a venire: due, tre, cinque volte, un orgasmo dopo l’altro, senza interruzione, e nemmeno capisci più perché questi orgasmi si sovrappongono, uno sull’altro, uno dentro l’altro, nella tua fica con il mio cazzo e sul tuo clitoride con la magic wand, finché non ti cedono le gambe ed esco da te.
Ti prendo per i capelli e ti trascino sul letto, perché quasi non riesci ad alzarti in piedi, le gambe non ti reggono.
Ti faccio sdraiare a pancia in su, con il collo sul bordo del letto e la tua testa a penzoloni, perché voglio scoparti la bocca ed è la posizione migliore. la pelle della tua schiena sudata si rende conto che le lenzuola sono diverse dal solito. Tu non puoi vederle, perché sei ancora bendata, ma sono impermeabili, e aiuteranno, con quello che succederà tra poco.
Ti rimetto le mani legate sulla magic wand, e ti ordino di tenerla contro il clitoride. Il tuo clitoride è rosso ed enorme, ha quasi perso sensibilità.
E mentre infilo due dita nella tua fica e comincio a stimolare il tuo punto G ti infilo il cazzo in bocca, e comincio a muovermi, dentro e fuori, dentro e fuori. Squirti dopo poco secondi, ma non smetto. Sono curioso di sapere quanto puoi bagnare il letto. E continuo con le dita, mentre continuo a scoparti la bocca, e tu continui a venire, ormai ho il braccio bagnato fino al gomito, e urleresti fino a far chiamare la polizia ai vicini, se non fossi zittita dal mio cazzo.
Continuo finché non sto per venire, a quel punto esco, e ti vengo sulle tette e sulla pancia. Poi ti sdraio in mezzo a tutto quello che ha provocato la tua eccitazione, e sei esausta.
È tantissimo. Te lo spalmo sulla pelle, partendo dalle gambe, e quando arrivo alla fica le dita mi scivolano dentro quasi senza sforzo. Tre, poi quattro. Alla fine entra tutta la mano. Vado avanti e indietro ancora per un po’, ma bastano una decina di colpi per farti venire l’ennesima volta. Esco e continuo a spalmarti sulla pancia, le braccia e le tette. Te lo spalmo sui capelli, in faccia. Poi ne prendo un po’ e te lo faccio bere.
A questo punto il mio cazzo è di nuovo duro.

Sei completamente nuda, in piedi. Ti scosti lentamente i capelli dalla nuca, per permettermi di allacciarti il collare. Quel collare che dice che da adesso fino alla fine della sessione sarai completamente mia.
Te lo allaccio piano. Poi ti faccio inginocchiare. Ti lego i capelli in una coda, e ti lascio lì, in attesa.
Ti allaccio le polsiere e le lego tra di loro. Come se fossi ammanettata, ma a noi le manette non piacciono.
Mi allontano di qualche passo da te, e comincio a spogliarmi. Una volta nudo mi siedo sul divano.
Allargo le gambe.
«Adesso succhiami il cazzo».
Tu strisci sulle ginocchia e ti avvicini a me.
Prendo il cazzo e te lo appoggio alle labbra.
E tu cominci a succhiarlo, piano.
Quando è duro aumenti il ritmo, e io smetto di reggerlo.
Ora la tua bocca affonda fino alla base del cazzo, per poi risalire fino alla cappella.
Continui così, a lungo, finché il mio cazzo non è completamente ricoperto della tua saliva.
«Ora basta» dico.
«Vieni sul divano».
Ti faccio mettere a pecorina, le mie gambe all’altezza della tua pancia. Ho il tuo culo pericolosamente a portata della mia mano destra. E la uso.
«Conta» ti sussurro a un orecchio.
Comincio a sculacciarti. E tu conti.
«1. 2. 3. 4…»
Quando arrivi a 20 smetto.
Ora hai la sagoma rossa della mia mano su entrambe le natiche.
«Ora facciamo un gioco: ti metto il dildo nella fica. Devi tenerlo dentro mentre continuo a sculacciarti. Se esce devi mettere il plug».
Tu protesti un po’, e allora ti sculaccio. Smetti di protestare.
Prendo il dildo, aggiungo un po’ di lubrificante. Giusto per complicare un po’ le cose.
Quando lo inserisco nella tua fica gemi.
E lo lascio lì.
«Ovviamente non devi smettere di contare…»
E ricomincio a sculacciarti.
«1. 2. 3. 4…»
Il dildo esce tra la nona e la decima sculacciata.
Allora mi fermo.
Ti alzo, ti metto in piedi a 90.
E mentre ti tengo per le braccia ti penetro.
Comincio piano, ma passa pochissimo tempo prima che il ritmo aumenti e ti scopi forte. Il mio cazzo entra fino in fondo, e devo reggerti per i polsi che hai ancora legati dietro la schiena per non farti andare in terra.
Vieni dopo poco, e cominciano a tremarti le gambe.
Allora esco da te. Ti prendo per il collare e ti trascino in camera, camminando lentamente. Mentre camminiamo ti lecco il collo. Le labbra. Ti bacio, e la tua lingua rincorre la mia.
Ti faccio mettere sul letto a pecorina.
«Adesso devi pagare…» ti dico.
Prendo il plug. Una goccia di lubrificante sul metallo, un’altra sulle dita. Comincio a infilarti un dito nel culo. Entro piano, ma lo faccio entrare tutto. Quando comincia a piacerti lo estraggo e metto il plug.
Poi mi sdraio di fronte a te.
«Adesso succhiamelo ancora, troia»
E tu obbedisci, perché sei una brava troia.
Mi godo il tuo pompino, e tu sei bravissima. Lo fai lentamente, mi fai sentire la lingua che nella tua bocca gira intorno all’asta, intorno alla cappella, mentre la tua testa continua ad andare su e giù.
Ma non voglio venirti in bocca. Voglio scoparti ancora.
Ti alzo la testa, ma ti faccio restare in quella posizione. A pecorina, ancora con le mani dietro la schiena.
«Vorrei che tu avessi due cazzi, Signore» mi dici.
E cerco di accontentarti.
Ti tolgo il plug. Mi cospargo il cazzo di lubrificante, e te lo infilo nel culo.
Nel frattempo prendo il dildo, e te lo metto nella fica.
Riesco ad alternare le spinte del bacino a quelle del braccio. E mentre il mio cazzo esce verso l’ingresso del tuo culo, il dildo entra, fino in fondo alla tua fica. Quando estraggo il dildo entra il mio cazzo. E io dentro di te sento il dildo con il cazzo, separati soltanto da un piccolo strato di carne.
Non riesco a capire quante volte vieni, in questa doppia penetrazione. Ma sono tante. Troppe.
«Chi ti ha detto che potevi venire?» ti chiedo.
«Nessuno» mi dici, abbassando la testa. Perché sai che adesso arriverà la punizione.
Ti libero le braccia e ti metto a novanta ai piedi del letto, con il busto sul materasso, e il culo a mia completa disposizione.
Prendo il flagello. Sulle natiche hai ancora l’ombra rossa delle mie mani che ti hanno sculacciato prima.
Comincio a frustarti. Prima leggermente. Poi sempre più forte, finché sul culo le mani scompaiono, coperte da sottili linee rosse.
Quando penso di averti punita abbastanza ti faccio sdraiare a pancia in su. Ti do la magic wand, mentre io mi siedo sulla tua bocca, rivolto verso le tue meravigliose tette.
E mentre aspetto che tu venga mi masturbo, aspettandoti.
Quando sento che stai per venire aumento il ritmo della mia mano.
«Posso venire, Signore?» mi chiedi.
«Certo, puttana».
E mentre tu cominci a squirtare io ti vengo sulle tette, e il tuo squirt sulle lenzuola e il mio sperma sulle tue tette sono un disegno bellissimo.
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