Lui & Lei
a pelo d'acqua


16.04.2025 |
123 |
5
"Qualche altra bollicina ce la possiamo concedere prima di accompagnarti alla macchina..."
I led dei lampioncini appesi si rincorrono allegramente creando quell’atmosfera irreale di luci e ombre variando di volta in volta il loro ritmo. Seppur a pochi passi dal mare non c’è un alito di vento a carezzare la pelle e anche quel minimo velo di stoffa dell’abitino corto risulta fastidioso in questa afosa ed umida serata estiva. Sbuffo allontanando una zanzara alquanto pettegola che mi ronza attorno mentre sistemo il vassoio sul tavolino di vimini, due calici ed il contenitore del ghiaccio. Raccolgo un cubetto caduto a terra, oscena tentazione immaginarlo che scivoli lungo la schiena nuda, malsana voglia di sentire quel brivido animale che percorre tutto il mio essere. Mi riprendo quando sento il campanello suonare e m’affretto nel passo per venire ad aprirti. Chiacchiere e risate fanno da contorno alle occhiate fugaci che ci lanciamo l’un l’altro, le bollicine allegre risalgono silenziose e scoppiettanti nei calici, le mani prima timide si fanno più audaci scoprendo e rivelando l’eccitazione dei corpi da troppo frenata. E’parecchio tempo che parliamo e ci stuzzichiamo, mezze frasi e doppi sensi camuffate da banali chiacchiere hanno scatenato quel particolare feeling tra noi ed ora finalmente l’immaginazione sta lasciando spazio alla realtà, magnifica conferma della scelta che abbiamo fatto. Tutto attorno solo note lontane del tormentone del momento che arriva dalla spiaggia poco lontana ed il giocoso gridare di qualche bambino che ancora non ha voglia di andare a dormire, perfetto per coprire il nostro rumoreggiare sul divanetto, diventato scenario di un gioco più adulto fatto di mani curiose, baci affannati e respiri corti.
La pelle è lucida di calore e desiderio, la piscina proprio di fronte a noi è invitante, un’occhiata d’intesa e quel poco che avevamo ancora addosso finisce a terra tra risate sommesse. Ti precedo sulla scaletta e con due bracciate rapide sono nell’angolo più lontano fermandomi a guardarti mentre mi raggiungi. I nostri corpi vicini fremono, un bacio poi un altro mentre con grande naturalezza ti avvolgo tenendomi con le gambe avvinghiate ai tuoi fianchi, sospesa leggera, le braccia attorno alle spalle, pelle contro pelle. La tua bocca sui seni assetato e goloso stringi un capezzolo tra le labbra poi cerchi l’altro, per non farlo sentire da meno, la lingua lo sfiora lo solletica ci gioca, la mia testa abbandonata all’indietro, persa in mille brividi. Approfitti di quell’attimo e le labbra scendono di più, la lingua assapora ogni centimetro di pelle, mi solletica l’ombelico e si spinge sul monte liscio lambendo il bocciolo prezioso.
Non è facile restare supina a pelo d’acqua mentre t’affanni a succhiare e baciare quando, con uno scatto, ti stacchi, mi allontani e mi capovolgi tenendomi per i fianchi. Mi obblighi con le mani afferrate al bordo, le gambe divaricate. Sei teso e impaziente di prendermi e con la mano ti fai strada, ti sento col fiato sul collo, mi respiri vicino e mi stringi più a te nell’istante in cui affondi. Rimango così schiacciata contro quel tubo metallico sotto il tuo peso alleggerito dall’acqua ma non meno importante in balia del tuo movimento che presto si unisce al mio. Ci obblighiamo ad un silenzio rotto solo dallo schiaffeggiare dell’acqua... i vicini potrebbero sentirci...continuando quella danza tribale che segue solo il nostro piacere fino a quando tratteniamo il fiato liberandoci uno nell’altro per attimi che sembrano infiniti.
Siamo rimasti così non so per quanto, persi a riprendere fiato, stretti e sorridenti, vittoriosi e appagati, più leggeri tra quei riflessi di luci che si rincorreranno all’infinito sul pelo dell’acqua...
Sciolti dall’abbraccio ci beiamo ancora nella freschezza della piscina dedicandoci a qualche bracciata in libertà. La tentazione è grande e, per gioco, mi rincorri iniziando a schizzarmi con le tue grandi mani aperte, sembriamo due bambini dispettosi e le risate ci sfiancano quando mi abbracci ancora e mi baci. La notte e il cielo stellato di agosto sono un complemento ancora più magico per questa occasione. Tutti e due vicino alla scaletta vedo che ne sali alcuni gradini e sono pronta a seguirti quando invece ti giri e ti ci siedi dedicandomi una visuale molto piacevole di te. Non c’è bisogno di invito quando ti raggiungo, ti accarezzo le gambe perdendomi nella loro lunghezza, sode e abbronzate, degne di una scultura greca. Alla carezza si uniscono baci soffiati a fior di pelle e, nonostante la mia posizione di sudditanza, intimamente esulto vedendo la reazione che riesco a provocare. Baci sempre più ravvicinati, sempre più intensi, ora sono quasi morsi poi nuovamente piume e la tua carne che guizza sotto di essi davanti ai miei occhi. Ti fai spazio nella mia bocca e una nuova danza ha inizio, le mani sulla mia testa ne decidono il tempo, brevi momenti solo di fiato mi concedi quando comprendi che di più non resisto per poi intimarmi, muto, di riprendere. Sei teso al massimo ma non è questo il modo in cui vuoi finire e bloccandomi il capo mi dai poi la mano per uscire dall’acqua.
Un’occhiata indecente al divanetto o il lettino da sole, tutto è troppo spartano come appoggio, la camera è quindi la più vicina soluzione ed il letto ci accoglie spazioso. Ed è subito un groviglio di corpi, le mani che si afferrano, si rivoltano in quella dolce lotta di potere. Avidi uno dell’altro le bocche si cibano, le lingue come serpi si sfiorano scivolando una sull’altra, non abbiamo respiro,non abbiamo tregua. Di nuovo sei pronto e mi prendi fino a farmi emettere un singhiozzo strozzato e ti sento prepotente scorrermi nelle viscere, scorrermi nel sangue e raggiungere ogni fibra del mio essere. Scariche elettriche mi percorrono la schiena e cerco le tue mani e le afferro, le mie dita intrecciate alle tue, uniti in quel culmine di passione che raggiungiamo quasi all’unisono. Dalla finestra ci raggiunge un filo d’aria che nella notte finalmente è meno rovente e i nostri corpi sudati ne godono affiancati distesi. Gli sguardi si incrociano muti mi sfiori le labbra ancora una volta poi ti alzi per andarti a lavare.
Sento l’acqua della doccia che scorre e sorrido da sola ancora distesa, il desiderio di fermare nel tempo questa sensazione di benessere che mi riempie la testa. Afferro un asciugamano di spugna e me lo avvolgo addosso. Qualche altra bollicina ce la possiamo concedere prima di accompagnarti alla macchina. Non abbiamo bisogno di prometterci nulla, il bello tra noi è anche questo.
Seguo con gli occhi le luci rosse dei fari che si allontanano fino a quando si perdono proprio come fossero sul pelo dell’acqua….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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