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Lui & Lei

Una calda giornata


di Hotchocolate90
18.06.2023    |    3.831    |    9 9.8
"Iniziammo a stuzzicarci con le parole, come nostro solito, parole spinte come quel “sei una troia” che non tardò ad arrivare..."
Una giornata di quelle spente, di un periodo frenetico, che non ti lascia respiro.
Eravamo però assieme, già a letto, ci siamo guardati con l’intento di fermare per un attimo quell’istante e renderlo magico.
Ci siamo baciati, leccati, voluti fortemente.
Iniziammo a stuzzicarci con le parole, come nostro solito, parole spinte come quel “sei una troia” che non tardò ad arrivare.
I vestiti caddero da soli, la sua lingua calda si posò sui miei capezzoli turgidi, li morse, la mia schiena si inarcò, iniziai a gemere e a scaldarmi molto.

“Ti prego non fermarti, fammi godere”. Dissi io.

Lui accolse subito la mia richiesta in silenzio, il mio respiro si fece sempre più accentuato, scese ancora più giù perché fortunatamente non aveva alcuna intenzione di fermarsi, il porco godeva nel vedere la sua troia morire di piacere e bagnarsi pian piano per merito suo.

Di lì a poco sentii le sue dita penetrarmi, con quella delicatezza e attenzione che mi fecero impazzire, quelle dita che conoscevano bene ogni centimetro della mia figa, quelle dita che riconoscerei tra mille.
Movimenti precisi, ritmati, profondi, che avevano un solo obbiettivo: farmi venire e farmi schizzare come una puttana, addosso a lui.
Intanto nella mia testa vagava un solo pensiero…

“Voglio scopargli il cazzo con la bocca”.

Allora mi liberai dalla sua presa, scesi giù e glielo presi in bocca, lo trovai più duro che mai, vene gonfie, palle da svuotare, cappella turgida, era evidente che mi stesse aspettando già da un po’.
Lo segai con passione.
Leggermente piegata in avanti, con le sue dita che nel frattempo si dimenavano a bagnarmi e ad allargarmi con decisione il buco del culo.
Non nego che ogni tanto ricordo anche l’arrivo di qualche forte schiaffo, come a dire: “brava zoccola, continua così!”
Iniziai a dare il meglio di me, lo presi fino alla gola, fino a soffocare, alternando momenti di piacere puro a leccate intense senza fine, accompagnate da lui che non esitava a sbattermelo in gola accompagnando violentemente i miei movimenti, tenendomi dalla testa e riuscendo a prendere lui di nuovo il potere della situazione.
Quella scena però accese in me un’ulteriore fantasia, quella di vederlo davanti a me, a pecora, per leccargli il buco del culo e le palle da dietro, un piacere che pochi si concedono ma che tutti vorrebbero avere il coraggio di provare.
Il potere era di nuovo nelle mie mani, anzi nella mia lingua, quella lingua che si spinse contro il suo buco fino a penetrarlo, fino a bagnarlo, fino a leccarlo con movimenti circolari e ricorrenti.
Lui che ansimava piano, per non farsi sentire, forse un piacere riservato solo a me?
Io di nuovo bagnata e con quella voglia irrefrenabile di poter finalmente sentire il suo cazzo dentro di me.

“Scopami, fallo adesso, non resisto più”.

Queste le parole che uscirono dalla mia bocca come una supplica.
Dopo quelle mie parole, in pochi istanti mi ritrovai di nuovo bloccata, con lui che da dietro cercava di penetrarmi la figa.
Nonostante tutto ero ancora troppo stretta per accogliere pienamente il suo grosso cazzo, ma in brevissimo tempo con tanta saliva, un “adesso ti scopo troia” sussurrato al momento giusto e un forte strattone ai miei capelli che mi fece tirare la testa all’indietro … il suo grosso cazzo riuscì finalmente ad affondare in profondità nella mia figa e a farsi strada dentro di me.
Non ero mai stata scopata così forte, mi tirava la coda mentre con l’altra mano mi afferrava per il collo quasi a lasciarmi senza fiato.

“Tiri fuori il peggio di me”. Gli dissi io.

“Stai zitta puttana”. Mi rispose fortemente lui.

Perdemmo completamente il lume della ragione e io ormai sapevo solo urlare.
Godevo, gemevo, gridavo, tenevo la bocca chiusa con le sue dita, sentivo la mia fregna allargarsi per accogliere sempre di più ogni centimetro di lui.
Ogni volta che aprivo bocca lui mi scopava più forte, evidentemente era quella la punizione che meritavo e mi piaceva.

“Sei proprio un bastardo”. Gridai.

“Sto venendo, troia”. Mi rispose.

Dalle pulsazioni del suo cazzo dentro di me, sapevo che stava per venire ed infatti i primi schizzi non tardarono ad arrivare, li sentivo, non la finiva più di sborrare e fu troppo anche per me, che mi lasciai andare per la seconda volta sotto la pressione della sua sborra dentro di me.
Un orgasmo forte, potente, bagnato, di quelli che ti fanno tremare le gambe e sanno portarti su un altro pianeta mentale.
Senza neanche toccarmi, la mia figa si rifiutò di tenere per se i suoi umori che si riversarono ben presto sul suo cazzo… intenta a pulirglielo per bene, lo presi di nuovo in bocca, quando ormai non era del tutto duro, mi eccitava e mi piaceva l’idea di concedermi completamente aiutandolo a ripulirsi dopo avermi posseduta per tutto quel tempo.
Alla fine di tutto non rimase altro che i sapori della sua sborra e dei miei umori, un connubio perfetto che ci appagava per tutto quello che avevamo appena creato e vissuto, insieme, per l’ennesima volta e che eravamo pronti a rivivere, chissà per quante altre volte ancora.
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