Lui & Lei
Monella

28.07.2021 |
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"Andarono avanti a scoparsi a vicenda per diverso tempo, Marko ogni tanto si fermava per sentire le contrazioni del pavimento pelvico sul suo cazzo, i muscoli..."
Conobbe Monella per lavoro in piena pandemia, le era subito entrata in simpatia o forse più, il suo modo di fare lo attraeva, cosa non comune per lui, qualche volta aveva approfittato dell’accondiscendenza del momento, ma era stata una scopata, solo una scopata poi nulla più, invece con lei fu subito diverso, un magnetismo feroce, subdolo anche se lei non ne aveva carpito il fuoco che poteva far divampare in lui.Dopo l’incontro di lavoro la cercò al telefono ma non trovò una grande disponibilità allora le chiese un incontro per un aperitivo.
Si incontrarono ad un bar, presero una bibita e poi finirono in macchina perché fuori era abbastanza freddo; parlarono, parlarono ma lei lo lasciò dicendo: l’articolo è ottimo, ma è sposato, peccato.
Passarono i giorni e Marko non si dava ragione, voleva conoscere Monella, era attratto.
In marzo alle prime giornate di sole la contattò su Whp dicendole che era stato al mare ed era bellissimo, lei in risposta lo invidiava, lui le propose di andare insieme il giovedì successivo, sapeva che nel fine settimana il tempo sarebbe peggiorato.
Dopo un attimo di esitazione lei accettò così concordarono di vedersi verso le 10,00 da lei e così fu.
Il viaggio fu molto bello, fra la musica della radio e il conversare, scoprendosi molto vicini nelle loro idee.
Marko non andò subito alla prima spiaggia, ma la portò sulla litoranea Pesaro-Gabicce dove dall’alto c’è una vista spettacolare, l’aria era tersa ma la situazione era calda.
Appoggiati alla balaustra continuarono la conversazione finché Marko provò a baciarla sul collo, ma lei si scansò cosa che lo smontò delle sue voglie; dopo poco invece Monella avvicinò le sue labbra a quelle di Marko per iniziare un bacio caldo, passionale, erotico.
Marko si eccitò subito e lo fece sentire a Monella avvicinando il suo bacino a quello di lei, iniziò a toccarla dappertutto, palpeggiò le tette, il culo e sotto la minigonna dove con le dita spostò lo slip e iniziò a toccare il sesso di lei.
Subito le accarezzò la clitoride facendola mugolare di piacere, poi iniziò a penetrarla prima con un dito, poi con due ed infine con tre, sempre lì all’aperto in piena visione di tutti, ma non seppero mai se qualcuno si era accorto di loro.
Andarono avanti per un po’, Marko aveva il cazzo che gli scoppiava e Monella ne tastava la consistenza poi lei volle di più, le dita non le bastavano più così disse che voleva andare in un posto più in disparte.
A Marko si illuminarono gli occhi immaginando quello che poteva seguire e annuendo la portò in un sentiero, trovato un pertugio si accomodarono appoggiandosi ad un albero riprendendo a limonare, ma ben presto Marko alzò la gonna, scansò lo slip per poter ammirare la figa di lei, bella, bellissima tutta depilata, ma gonfia dalla voglia di sentire un cazzo dentro.
Gli umori di lei erano sulle dita di Marco che se li gustò portandosele in bocca e poi li fece gustare anche a lei che allupata ingoiò subito le dita mimando un bocchino da favola.
Marko non resistette più, calò i pantaloni e i boxer così indirizzò la cappella verso le labbra della figa, sordide di umori di lei, non ci volle nulla, il cazzo entrò subito in quello che era il suo rifugio preferito e lui iniziò a spingere avanti ed indietro.
Bello, stupendo scopare ed avere una vista magnifica a dirupo sul mare, per Marco era la prima volta di una camporella e questo gli ci fece mettere ancor più foga.
Lei volle girarsi per prenderlo alla pecorina in piedi e godersi anche lei la vista mozzafiato del mare.
A Marko non parve vero, non sapeva a cosa guardare, il meraviglioso culo e la scopata che si stava godendo oppure il mare; cercava di godersi il più possibile quella scopata, ne aveva bisogno, erano diversi giorni che non godeva, ma voleva far godere anche lei.
Ogni tanto passava una bicicletta, un jogger, ma loro due ci davano dentro, anche se coperti da pochi arbusti, non gli importava nulla, volevano godere di loro.
Quelli che per Marko erano gemiti di Monella invece erano orgasmini ripetuti, lei veniva ripetutamente, senza remore, le piaceva godersi quella scopata, alla faccia del lockdown e delle restrizioni.
Monella aveva già goduto diverse volte così Marko provò a metterglielo in culo, ci provò spudoratamente senza avvertirla sputò sulla rosellina al che lei gli disse che forse come prima volta poteva limitarsi alla figa; a malincuore lo rimise in figa però in culo le ci mise il pollice così da sentire il cazzo mentre la trombava.
Monella venne, godeva come una maiala, lui non riusciva a venire ma non gli dispiaceva scopare in quella situazione.
Dopo un po’ i flussi della gente si fecero troppo frequenti per cui si rivestirono e concordarono che potevano cercare qualcosa da mangiare, un pranzo preso al volo in un ristorante, consumato in spiaggia e poi andare a casa di lei per finire quello che avevano interrotto.
Arrivati nella città di Monella non recuperarono nemmeno la macchina di lei tanta era la voglia di trombare, in tutti e due.
Appena dentro casa gli indumenti finirono sparsi in ogni dove e loro due si abbracciarono in un bacio avvincente, sensuale, erotico, le loro lingue si cercavano, danzavano nelle loro bocche, si desideravano, dentro di loro la voglia era grande, i loro sensi reclamavano il piacere loro spettante.
Marko prese in braccio Monella e la portò in camera da letto, la adagiò iniziando a spogliarla con la bocca, prima sfilò la gonna, poi lo slip, per un attimo si magnificò del sesso di lei, bello, liscio e depilato, ma gonfio voglioso di godere, ma solo un attimo perché non ce la fece più ad attendere, voleva sentire il suo sapore, lo voleva bere così immerse la lingua fra le grandi labbra assaporando i suoi umori paradisiaci; iniziò a leccarla prima dolcemente quasi a mappare con la lingua tutta la superficie della figa, poi più velocemente per sentirla eccitata ed infine si concentrò sulla clitoride, il magico bottoncino che si ergeva dritto sotto il pube; lo succhiò, lo accarezzò, lo stimolò, Monella godeva continuamente, gli umori uscivano dalla figa con grande piacere di Marko che se li gustava. Anche le sue dita si davano da fare, simulavano una penetrazione che di lì a poco sarebbe avvenuta stimolando il punto G.
Era bello leccarla, era stupendo farla godere ma lui voleva di più e riuscì nel suo intento: Monella squirtò con un urlo di godimento che la sentirono sicuramente i vicini ma a lei non ne gliene poteva fregare un cazzo, lei godeva, voleva godere e lo stava facendo nel modo più fantastico.
Monella era rossa paonazza in viso, appagata ma ne voleva di più, quel giorno voleva essere trombata come non mai, voleva godere senza fine, così prese il cazzo di Marko e cominciò a segarlo, prima piano poi sempre più veloce finché non diventò duro come il marmo, come l’acciaio, allora con un sorrisetto alzò le gambe e
offrì uno spettacolo indecente al cazzo di Marko: la sua figa pulsava come il suo cuore, la sua figa desiderava quel cazzo, lo reclamava e Marko non aspettò parola da lei, si fiondò subito su quel corpo desideroso di essere penetrato fino all’utero, il cazzo entrò con un solo colpò, anzi fu la figa a risucchiarlo non volendolo più far uscire, quando Marko lo ritraeva il viso di Monella faceva una smorfia di disappunto ma poi quando rientrava ne era felice di assaporare quel trave che la faceva godere, sì Monella godeva perché il sesso le è sempre piaciuto, quasi vive per questi momenti di goduria, di libertà.
Andarono avanti per una bella mezz’ora scoprendo un’alchimia mai trovata nel primo rapporto con altri/e; si trovarono accondiscendenti in tutte le posizioni, l’importante era trombare finché Marko non ce la fece più e con grugno strozzato venne, godette nelle viscere della figa di Monella scaricando spruzzi di sborra, tutta quella sborra che gli era rimasta nelle palle per giorni e che dalla mattina voleva spruzzare dentro di lei.
Il momento era idilliaco, non si lasciarono, ma restarono avvinghiati l’uno con l’altro come per sentire ancora i rispettivi corpi, provarono a parlare ma non trovavano argomenti validi dato che li avevano esauriti durante il tragitto di andata e ritorno per il mare, Marko si limitò a dire che più di una volta non riusciva a venire, per cui ….
Comunque parlarono delle cazzate che gli vennero in mente, pur non conoscendosi abbastanza provarono a scherzare cercando di osare per vedere la reazione dell’altro, si toccavano, si palpavano finché a Marko cominciò ad ingrossarsi di nuovo l’uccello al ché Monella esclamò: “ma Marko, non era vero! O sta avvenendo un miracolo? “ Fecero tutti e due una gran risata, ma Marko ne approfittò per prenderla e chiavarla di nuovo, non voleva perdere il momento, voleva sentire ancora le pareti caldissime della figa di Monella, quelle pareti che nonostante larghe dalla scopata precedente fasciavano benissimo il suo cazzo.
Monella iniziò di nuovo a godere, Marko spingeva il suo cazzo come un ossesso, voleva vedere la donna, in quel preciso momento quella donna era sua, godere e questo lo portava ad un’eccitazione celestiale, aveva tra le braccia ciò che desiderava da sempre, una donna libera dai preconcetti delle città di provincia, una donna libera e vera.
Andarono avanti a scoparsi a vicenda per diverso tempo, Marko ogni tanto si fermava per sentire le contrazioni del pavimento pelvico sul suo cazzo, i muscoli della figa lo stringevano e lo rilasciavano come per fargli un bocchino con la figa, volevano mungerlo, volevano la sua sborra ma per lui era ancora presto, lui invece le scopava il culo con il dito medio così poteva sentire il suo cazzo che stava trombando quella donna stupenda; dopo averla fatta venire altre volte la mise alla pecorina e iniziò a scoparla con l’intenzione di venire, di sborrare sulla sua schiena per inondarla di quella crema preziosa e alla vista di quello splendido culo non tardò molto a rilasciare tutto quello che ancora gli era rimasto nelle palle; a Monella quell’innaffiata servì per raggiungere l’ennesimo orgasmo che la portò allo sfinimento.
Stettero ancora un po’ avvinghiati nel letto, poi si resero conto che era il momento di far ritorno alla vita di sempre, lei doveva diventare di nuovo la mamma amorosa e lui doveva rientrare anche se Marko capì che Monella gli aveva scatenato il suo lato nascosto.
Si dettero appuntamento al lunedì successivo, lei era libera di pomeriggio.
In serata si scambiarono messaggini di affetto in cui tutti e due si riproponevano di ripetere la giornata trascorsa, ma un msg su Whp la mattina seguente per Marko fu un’iniezione di droga che lo fece diventare Monella dipendente “Buongiorno... Stamane ti sei perso un bel ditalino... ”.
Continua ….forse
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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