Lui & Lei
M-Drive - Episodio 2
di Alberto9269
15.08.2022 |
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"Ma decide che i suoi seni devono essere domati come poco prima ha fatto con lei, e ad un certo punto li tiene fermi e saldi nelle sue mani, perfette per..."
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EPISODIO 2
"Quanto tempo è passato?"
Cayen cerca di dare una stima approssimativa del tempo passato, ma in quella cella buia, fredda e priva di ogni riferimento non distungue le ore dai minuti.
Tutto questo era assurdo, lui stava solo rilassandosi con un gioco, e ora quel gioco era la sua realtà.
"No, non è possibile", pensa, "sicuramente ho mangiato qualcosa di avariato, o sto avendo una delle esperienze extrasensoriali dei primi tester del casco".
Passano minuti, ore, forse quasi un giorno.
Nulla se non l'oscurità umida della su prigionia.
FInalmente, la porta viene aperta. Lentamente, in modo quasi impercettibile.
Si intravede solo uno spiraglio, ma la luce della luna è accecante per Cayen, costretto a quella cecità per quasi un giorno.
Lui si scaglia con le forze che gli rimangono verso l'uscio, lo apre e si trova davanti la ragazza. La stessa ragazza che lo aveva tramortito il giorno stesso.
Cayen sta per urlare, ma la mano dalla pelle levigata della ragazza blocca qualsiasi rumore possa uscire dalla sua bocca, istantaneamente.
"Ksss" gli sussurra.
Lui ha ben due secondi di resistenza, ma per via delle poche forze rimastegli e dalla sicurezza che gli infonde quel suono, decide di ascoltare senza opporsi.
Lei gli indica l'altra parte del villaggio. Poi gli mette in mano una casacca lunga per coprirsi.
FOrse nota lo sguardo confuso di Cayen, così che gli prende delicatamente la mano, ma subito lui sente l'apprensione nelle vibrazioni di quel tocco.
Lei lo guarda e la sua faccia è quasi disperata.
"Vuoi...vuoi farmi scappare?"
Le lo esorta ad alzarsi e ad andare nella direzione indicata. Lui non si muove.
Quegli occhi blu profondi sotto la luna sembrano risplendere di luce propria.
Quelli verdi di Cayen (abbastanza simili ai suoi reali) non si staccano ancora dallo sguardo felino della ragazza.
In quel momento, un forte strattone al suo braccio lo toglie dalla trance in cui era caduto e lui sa che deve ascoltare la sua aguzzina, che ora si ripropone come sua salvatrice.
Ma non si fida.
Circonda la mano di lei con entrambe le sue, la guarda intensamente per una frazione di secondo, abbassa la testa in segno di rispetto, ma si rialza subito per mettersi la casacca e avanare verso la direzione indicata.
Con l'aiuto del buio, i due si addentrano nel villaggio, con lei alla testa.
Passano due guardie sonnecchianti, e si trovano all'interno di un campo di addestramento completamente vuoto.
A qualche decina di metri, si intravedono due fuocherelli fiochi, dove le guardie più vigili sono ferme, in ascolto.
Lei mette una mano sulla spalla di Cayen, intimandolo a rimanere fermo, e si alza per andare verso le guardie.
Lui la afferra subito, bloccandola.
Con uno scatto, lei colpisce la sua mano liberandosi velocemente, e guardandolo arrabbiata.
Avanza verso le guardie lasciando Cayen nell'ombra.
Le guardie subito notano la ragazza, portando le mani alle loro cinte, dove delle armi simili a dei nunchaku neri levigati.
Dopo uno scambio di battute, le guardie seguono la ragazza perplesse, con la faccia sconcertata, e lasciano la posizione scoperta.
Prima di sparire, lui nota la ragazza che si gira, senza farsi vedere, e gli fa cenno di andare.
La porta rossa è a portata di mano.
Cayen si fionda sulla porta, apre un battente e si lancia fuori dal villaggio, entrando nella giungla abbandonata brevemente.
Il tronco su cui si è sdraiato non è molto comodo, ma lo protegge dalle insidie di quel mondo tanto lussureggiante quanto inospitale per un giocatore che si ritrova ad essere un vero avventuriero.
Gli alberi sono sempre stati un buon rifugio nelle missioni con Mildir, sembrava logico sfruttarli anche in questa situazone.
La casacca aveva una corda in una delle tasche, così Cayen ha deciso di legarsi da entrambi i lati del tronco per non cadere nella notte.
Ormai il sonno lo sta invitando a cadere nelle braccia di Morfeo, e lui non sa cos'altro fare se non abbandonarsi al sonno.
Crolla profondamente.
All'alba, si risveglia con un forte dolore alla schiena, ma comunque più riposato di quel che pensasse.
Un forte rumore familiare lo convince a scendere dall'albero: il suo stomaco è particolarmente vuoto.
"E adesso...cosa posso mangiare? Non ho nulla per cacciare...sì...ma cacciare cosa poi?"
Tra questi pensieri inizia a cercare qualche piccolo animale tra la vegetazione, in allerta come mai prima d'ora.
Passano pochi minuti, e da uno dei cespugli sbuca un piccolo animale, che lui riconosce subito come un klemming.
Simile a un piccolo facocero dal pelo giallo acceso, questo animaletto sembra essersi allontanato dal branco.
Cayen è stupefatto: l'animale sembra adesso talmente reale che è come se fossero sempre esistiti, e lui può ora vederlo in tutti i suoi dettagli.
Lo stomaco di Cayen ruggisce. Cayen lo ascolta, e dopo i tre giorni di digiuno che sembrano essere passati, l'istinto animale prende il sopravvento.
Cayen si scagli in avanti, mancando di un soffio l'animale, che corre via spaventato tra un grugnito e l'altro.
L'inseguimento ha inizio.
Ogni ramo, spina, sasso che Cayen trova sul cammino non lo distraggono dalla preda, che è il suo obiettivo di vita.
Il klemming si ferma poco prima di un dirupo, e Cayen, ormai diventato un felino carnivoro in tutto e per tutto, si avvicina con l acquolina alla bocca.
Non ragiona più e si lancia verso l'animale.
Quest'ultimo si lancia di lato, all'ultimo secondo, e Cayen, sotto la forza della propria inerzia, viene lanciato giù per il dirupo.
Proprio come in un film di avventura, riesce ad aggrapparsi ad una radice, tagliandosi la pelle dei palmi ma senza lasciare la presa.
Con le ultime forze, si tira su, ma dall'altro lato c'è una sorpresa: un brax solitario è stato attirato dal caos dell'inseguimento e adesso punta Cayen, vedendolo in difficoltà.
Cayen prova un misto di panico, rabbia e fame incontrollata. Il suo cervello va in uno stato di frenesia maniacale e, senza pensare due volte, si scaglia contro la sua seconda preda, noncurante del fatto che sia grande il doppio di lui.
Proprio in quel momento, il brax emette un suono acuto, come un uggiolio, e Cayen nota che ha una lancia nera conficcata nel fianco.
Si gira in quella direzione ma non vede nessuno.
Poi, guardando in alto, vede lei, la ragazza dalla pelle scura, che salta sul brax e si agrappa alla lancia, aprendo la ferita.
Il brax si accascia sotto il peso della ragazza e del dolore, divincolandosi come può ma già in preda al terrore di chi non ce la farà.
La ragazza prende la lancia a due mani e con un colpo deciso centra il cuore dell'animale, il quale dopo un'ultima convulsione rimane immobile.
Cayen è in shock per vari motivi, ma si avvicina con fare famelico all'animale.
La ragazza lo blocca, calmandolo con una mano.
Lui la spinge ma lei ha una presa più sicura sul terreno, e lo ribalta.
Entrambi si fermano.
Cayen deve tranquillizzarsi, e lo fa.
"Io...ho...fame...lasciami..."
La ragazza gli tocca il petto delicatamente, e sussurra: "Hai fame. Adesso va tutto bene. Ci sono io. No dolore."
"Cosa...cosa..."
Il suono della voce della ragazza proveniva dal corpo di lui stesso, non dall'esterno.
Proveniva dalla sua cassa toracica, nel punto in cui lei lo stava toccando.
"Quello che ti ho fatto ingerire nella tua stanza di prigionia è quello che uso per comunicare con chi non parla la mia lingua. Stai tranquillo. Va tutto bene."
Cayen si tranquillizza all'istante. Si rilassa e guarda la ragazza negli occhi.
"Io...io non...capisco come sono qui. Chi sei tu?"
Lei di tutta risposta si alza, si dirige verso l'animale ed estrae la lancia, prendendo il pugnale dalla cinta sotto la sua tunica rossa.
Ne prende un altro da una cavigliera nascosta e lo tende a Cayen, indicando anche l'animale. Mima il gesto del taglio.
Passata una mezz'ora, ciò che rimane del brax è una carcassa di poca carne e tante ossa.
Cayen non ha mai ucciso un vero animale. Ma ha scoperto che non è per nulla difficile imparare, quando si è affamati.
Lei gli ha detto come tagliare e cosa, e adesso entrambi hanno due sacchi pieni di cibo per almeno due giorni.
Nel silenzio di quel macabro scenario, nota che entrambi sono pieni di sangue blu.
Lei ne ha un po' anche sulla guancia, e lui lo toglie.
Lei rimane immobile per un secondo, ma poi accenna un piccolo sorriso.
Gli fa cenno di seguirla, costeggiando il burrone.
"Dove andiamo?" chiede lui.
Lei si gira, si avvicina e lo tocca di nuovo sul petto, da sotto la casacca, lentamente, trasmettendogli questo pensiero: "Al sicuro. Dobbiamo preparare un fuoco. Segui."
In una piccola radura in mezzo alla foresta, si accampano e iniziano a cuocere le carne di brax.
Dopo aver mangiato in silenzio, con i loro sguardi che si compenetrano, finalmente Cayen riesce a chiedere: "Come ti chiami?"
Vuole finalmente dare un nome a quella creatura di un altro mondo, così simile al suo ma così eterea nella sua mente.
"Raelle" dice lei, "ma mi conoscono con il nome di Anahi, la guida."
"Raelle...grazie. Io sono Cayen. Io...non ci siamo nemmeno presentati, eppure non so se ho sognato mentre ero nella mia cella. Io e te..."
"Non hai sognato" dice lei con un sorriso selvaggio "è la cerimonia che ho scelto prima del tuo Klismah".
"Klismah?"
"Sì, il tuo sacrificio. Avrebbe dovuto avere luogo oggi, ma ti ho fatto scappare prima."
Cayen sente un vuoto allo stomaco. Questa ragazza gli aveva appena salvato la vita. O forse no, magari si sarebbe risvegliato in camera sua se fosse morto in questo mondo.
"Tu mi hai...ma come?"
La mano di lei, premuta sul suo petto fin'ora, scendo verso i suoi addominali.
Lui entra in tensione. Le prende la mano, la ferma, e le chiede di nuovo cosa sta succedendo.
Ma lei non si lascia fermare.
Il suo viso si trasforma, non è più l'essere angelico che lo ha salvato, ma assume un assetto da predatore.
Lui non riesce a bloccarla ed è suo succube per qualche secondo, con lei a cavalcioni sopra di lui.
La reazione del suo membro non tarda, e lei si struscia contro la sua casacca sentendo il sesso che si ingrossa lentamente.
Gli blocca le braccia e gli lecca il collo, con un fare da leonessa esperta.
Cayen si sente predato di ogni inibizione, e non gli dispiace, quindi decide di rimandare le domande. Ma non vuole essere succube.
Si divincola con forza, ma lei riesce a bloccarlo abilmente, continuando a usare la sua lingua sul suo collo, sul suo petto, mordendolo prima piano, poi più forte.
Sta giocando.
Ormai lui ha la casacca bagnata, sia di lei che di lui.
Con uno scatto di forza, la lancia di fianco a se e stavolta lui stesso la blocca, usando ogni fibra del suo corpo per domarla.
Lei, invece che sbigottita, sorride ancora di più e gli lecca una guancia.
Lui per tutta risposta le morde il collo, e il gemito che ne esce è così sensuale che i due si spogliano istantaneamente.
L'istinto animale prende il sopravvento anche in Cayen, che subito la gira prendendola per i fianchi e senza indugio la penetra con violenza.
Lei lo prende in tutta la sua lunghezza, spingendo il bacino di lui a se con le gambe, ghiotta di avere qualcuno che la domini.
Cayen stringe i suoi fianchi fino a che piccole gocce di sangue non scorrono lungo i suoi fianchi sinuosi, sbattendo il suo membro dentro una cascata di umori di lei.
Nessun urlo, solo dei gemiti di piacere prolungati dove i due si perdono completamente l'uno nell'altra.
Non la vuole lasciare scappare, così lui si chinasu di lei e le fa sentire il suo intero peso sulla schiena, prendendole i folti capelli neri e continuando a pompare dietro di lei.
In un momento di estasi, lui sente il bacino di lei fare ancora più forza contro il proprio, aprendosi completamente alla sua penetrazione.
Nella terra di quella giungla, si mescolano nel fango del loro atto feroce.
Finalmente lei decide di volersi ribellare, e con uno strattone prepotente si divincola da lui, rotolandosi nella terra insieme al suo predatore e mettendosi a cavalcioni.
Lo tira fuori, lo guarda, si china per leccarlo tre volte, proprio come farebbe un felino, e poi, prima di montarlo, si lecca le dita e gliele passa sulla cappella, per dargli piacere e per guardare il suo eccitamento.
Lui chiude gli occhi in estasi, e pensa "Io non me ne voglio mai andare da qui..."
Lentamente lei fa scivolare prima la sua cappella all'interno, mordendosi il labbro e giocandoci come se volesse godere nel sentire la sua cappella bagnata sulle sue labbra. Lo fa per un minuto, tirandolo fuori e rimettendolo dentro.
Lui si bagna ancora di più.
In quel momento lo prende di nuovo tutto dentro, e comincia a pompare come se volesse che lui gli entrasse fino allo stomaco.
Si sente nella giungla solo il rumore della pelle contro la pelle, in un abbraccio di sessi dove l'estasi regna sovrana.
Cayen le prende i fianchi, le tocca i seni perfetti, non sa come decidere.
Ma decide che i suoi seni devono essere domati come poco prima ha fatto con lei, e ad un certo punto li tiene fermi e saldi nelle sue mani, perfette per quella funzione.
Il loro sudore si mescola agli umori dei loro sessi, e adesso nessuno dei due riesce a fare un pensiero di senso compiuto.
Si perdono sempre più, ad ogni colpo.
Si rigirano, e adesso è lei sotto, che graffia la schiena di lui avvinghiandosi con tutto il suo corpo, le sua caviglie che sbattono sulle natiche di lui.
Finalmente delle piccole urla escono da entrambi, e lui, ormai egoista e completamente pieno di desiderio, esce da lei e le viene completamente sui seni, poco in viso, e sui fianchi.
Lei per tutta risposta, prima che lui finisca, succhia gli ultimi spruzzi con voracità, godendo nel bere ciò che lui offre.
Dopo il gemito più lungo di tutti, Cayen si accascia su di lei, mordendole comunque il collo e bloccandola, ancora duro e ancora voglioso di quell'abbraccio erotico che ormai è diventato casa.
Lei lo tocca ancora, vuole sentire il suo sesso in mano, vuole sentire quanto è bagnato e quanto pulsa.
Lui non la ferma e riprendono, in un tornado di piacere.
Lui sente ogni cosa bagnata, dal suo membro, ai suoi fianchi, alle natiche di lei bagnate di ogni cosa, al buco poco lontano, che ora stimola e con cui vuole giocare.
Lei lo lascia fare e gode di nuovo. Volendone ancora.
In quel momento, un rumore dalle foglie alla loro destra li blocca, uniti.
Sì fermano ad ascoltare, e dalle foglie emerge un animale che Cayen non ha mai visto prima: sembra un rinoceronte, ma invece del corno ha un muso oblungo, completamente giallo, che risplende di luce propria, delle squame verdi.
Raelle si sposta subito e lo prende per mano, lui sente il terrore di lei e subito, nella loro unione, capisce che c'è una sola alternativa stavolta:
fuggire.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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