Racconti Erotici > Lui & Lei > La sciamatura
Lui & Lei

La sciamatura


di Membro VIP di Annunci69.it Cattivefantasie
04.08.2020    |    1.596    |    9 9.8
"Le mise una mano sulla bocca per non farla urlare dal dolore, "Ssshh" le sussurrò dolcemente, aveva capito che stava esagerando, "vado piano,..."
Stava pensando a Max, era da un po' che non giocavano insieme e ne aveva decisamente voglia. Lo pensava a vivere la sua vita, alternato tra lavoro, casa e sesso trasgressivo, ma senza di lei. Il pensarlo godere la faceva sorridere, un po' invidiosa, perchè lei invece non aveva creato molte situazioni in quel periodo.
Aveva deciso di prendere il sole in giardino, era sdraiata mezza nuda sul lettino. L'apicoltore le aveva detto che non sarebbe passato a prendere lo sciame quel pomeriggio, nonostante avesse tentato di insistere. Quegli insetti che svolazzavano poco distante le creavano inquietudine, ma fingeva di essersene dimenticata.
Il sole la stava facendo sudare, goccioline scendevano lungo il collo, i piccoli seni e le gambe leggermente divaricate: il calore pulsava dentro il suo corpo, assorbiva quell'energia, che tentava di respingere.
La vista era annebbiata da tutta quella luce, non capiva da dove stesse provenendo quella voce che le stava parlando "Ero sicuro che saresti stato felice di vedermi, sono riuscito a venire oggi a prendere lo sciame, ma non c'è più, se ne sono andate, ho fatto un giro per nulla, la prossima volta che mi chiami, mi devi ripagare con mezz'ora di sesso".
Si alzò di scatto, sorpresa di vedere l'apicoltore che stava trafficando con l'attrezzatura che sarebbe dovuta servire per la cattura delle api. Era un bell'uomo di mezz'età, ben fatto, con barba un po' incolta e capelli di mezza lunghezza. I jeans strappati e la maglietta lasciavano comunque intravedere le sue forme asciutte.
Per nulla imbarazzata da quelle parole, nè tantomeno dal farsi vedere mezza nuda, Alice gli rispose con un sorriso compiaciuto dicendogli "per mezz'ora di sesso non mi spoglio nemmeno, posso capire che sei avanti con l'età, ma ti pensavo più performativo".
Nell'udire quelle parole esplicitamente provocatorie, le si avvicinò con un ghigno ironico, convinto che lei gli avesse mandato un chiaro messaggio di consenso. Con una mano le spostò il reggiseno del costume e s'attaccò succhiandole avidamente prima un capezzolo, poi l'altro. Lei con le mani gli prese la testa, trattenendolo in quella posizione. Amava essere succhiata così. Lui con l'altra mano fece presto a sfiorarla tra le gambe, già aperte ed accoglienti. La fece alzare dicendole "andiamo dentro".
Prese una corda dalla sua auto, entrarono in casa e le tolse il reggiseno, la fece sedere su una sedia e le legò dietro alla schiena i polsi e divaricandole le gambe, dietro la sedia le caviglie. Poi la bendò. Cominciò a stuzzicarla, in tutte le varie parti sensibili del corpo, prese dei cubetti di ghiaccio e glieli strofinò sulla pelle per raffreddarla da tutto quel calore che emanava. Gliene infilò anche in mezzo alle gambe. Il contrasto freddo caldo la fece rabbrividire, i capezzoli s'indurirono ulteriormente.
"Non hai giochini a portata di mano?" le chiese.
Dentro la borsa, c'è qualcosa, gli rispose. Estrasse dalla borsa un fallo di gomma e ridendo le disse, "Che ci fai con un cazzo così piccolo? Ti pensavo più troia", lei ridendo gli rispose "Mi hai chiesto dei giochi a portata di mano, quello lo uso con voi uomini, vi lagnate come delle signorine da sverginare, fate tanto i virili e avete paura d'essere inculati". Gli si smorzò il sorriso dalla bocca, lui era convinto che un vero uomo non si sarebbe mai prestato a simili giochi, ma lei evidentemente non era di quell'opinione.
"Se ne vuoi uno più grosso, lo trovi in camera da letto, guardaci".
Ora con due cazzi di gomma ed il suo, era intenzionato a farla tacere. Dopo averle inserito altri cubetti di ghiaccio, cominciò a penetrarle la vagina con quello più grande, mentre lei si divincolava, senza riuscirci. Poi le prese la testa e le ficcò il suo cazzo duro in bocca, fino a farla tossire, talmente lo fece in modo rude.
La slegò, per portarla sul letto, dove sarebbero stati più comodi, almeno lui. La fece mettere a pancia in giù, e la legò, mani e piedi divaricati. Si svestì e chinandosi su di lei cominciò a tormentarla sul suo clitoride sensibile. Alice cercò di resistere, ma poi cominciò a divicolarsi, tentando invano di chiudere le gambe e di girarsi. Quello sfregamento le causò arrossamenti ai polsi ed alle caviglie e cominciò quindi a emettere suoni di disappunto per farlo smettere, ma lui sembrava godere a vederla così impotente. Le dita lentamente scesero sulla sua fighetta bagnata, cominciando a leccarla con la lingua si faceva spazio dentro, prima con due poi con tre dita. Prese il fallo grande di gomma e sputandoci sopra glielo infilò duramente. Preferì quella penetrazione allo strazio precedente sul clitoride. Il lento dentro e fuori del fallo e le sue labbra che la succhiavano la stavano mandando in estasi, quando smise improvvisamente. Le sue dita ora si concentrarono sul lato b, prima una, poi due, in un movimento circolare, per aprirlo bene, un dentro e fuori sempre più veloce. Poi il suo cazzo, duro e grande, glielo infilò e cominciò a cavalcarla. "Liberami" ti pregò, "cosi mi tocco e posso venire anch'io".
"Dopo, intanto mi diverto così, stai sicura che ti cresce la voglia", la zittì immediatamente.
Le liberò i polsi e le caviglie e la fece girare.
"Come va?", le chiese, aprendole le gambe, penetrando nuovamente la sua figa che colava.
"Mi servono almeno due uomini", lo canzonò, "uno è poco". Allora prese il fallo più grande e glielo infilò dietro, ma lentamente, perchè lei stava opponendo resistenza. Le mise una mano sulla bocca per non farla urlare dal dolore, "Ssshh" le sussurrò dolcemente, aveva capito che stava esagerando, "vado piano, te lo sto infilando piano, rilassati". Il ritmo aumentava man mano che che sentiva Alice fare meno resistenza e il suo respiro più calmo.
"E' tutto dentro, lo senti?", lei annuì ancora un po' tesa e sudata, solo allora ricominciò a cavalcarla e lei a provare un piacere generale.
"Vedo che ti piace il sesso, non sembrava, la prossima volta lo facciamo con due uomini se vuoi", le disse. Lei annuiva in silenzio.
"Penetrami da dietro" gli ordinò, "così mi tocco e vengo".
Si staccò da lei.

Le goccioline di sudore le scendevano lungo il collo, i piccoli seni e le gambe, leggermente divaricate: il calore pulsava dentro il suo corpo.
La vista era annebbiata e non capiva da dove stesse provenendo quella voce che le stava parlando "Ero sicuro che saresti stato felice di vedermi, sono riuscito a venire oggi a prendere lo sciame, ma non c'è più, se ne sono andate, ho fatto un giro per nulla, la prossima volta che mi chiami, mi devi ripagare con mezz'ora di sesso".
Si alzò di scatto, sorpresa di vedere l'apicoltore che stava trafficando con l'attrezzatura che sarebbe dovuta servire per la cattura delle api.
Alice gli rispose con un sorriso malizioso senza dire una parola. Si alzò coprendosi con l'asciugamano, ripensando che c'aveva davvero una gran voglia, ma che avrebbe rimandato alla prossima sciamatura.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La sciamatura:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni