Lui & Lei
Il papà della mia migliore amica (fantasia)
di kevinbsex
12.08.2016 |
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"Ero giovane e bella, era estate, avevo un lavoro, vivevo sola ma soprattutto avevo tanti amici, non potevo chiedere di meglio..."
A 24 anni, per incompatibilità di carattere con i miei, ho deciso di andare a vivere da sola. Cercai casa il più vicino possibile a dove lavoravo non essendo auto munita e grazie ad una nostra cliente alla quale ero molto simpatica, trovai un appartamentino al 5 piano di un palazzo. I primi giorni furono uno sballo tra cene con le mie amiche e amici, il sabato Giulia la mia migliore amica rimaneva a dormire da me. Ero giovane e bella, era estate, avevo un lavoro, vivevo sola ma soprattutto avevo tanti amici, non potevo chiedere di meglio. Dopo le prime settimane a godersi l'autonomia e il non dover rendere conto a nessuno di ciò che facevo, dovetti fare i conti con le mie tasche, pagato l'affitto e un paio di bollette non rimaneva poi tanto, quindi fui costretta a fare un po' di tagli e soprattutto instaurare di nuovo un contatto con i miei, soprattutto con mio padre che un po mi mancava. Avevo ridotto il frigo ai minimi termini qualche frutta, ortaggi e yogurt, mi piaceva tenermi in forma anche perché ho già una quinta di seno e sono magra, se poco poco ingrasso mi diventa una decima. Per fortuna mio padre passava ogni tanto a salutare e scrutava in casa per vedere se era tutto ok, ma soprattutto a cercare tracce di uomini, senza sapere che non correva rischi, ero beatamente single e volevo divertirmi e di certo non avrei portato maschi in casa per una botta e via. Mia madre di tanto in tanto mi portava prodotti dell'orto e uova per conto di Vanessa la mamma della mia amica Giulia nonché amica di famiglia e vicina di casa. Ad agosto rimasi sola soletta Giulia e le altre amiche partirono in vacanza, a me la mia datrice di lavoro, tra matrimoni e cerimonie, mi disse "Laura mi dispiace ma come ben sai non puoi chiedermi le ferie ad agosto, dove la trovo una brava come te?" Facevo l'estetista in quel periodo e di certo non potevo rinunciare a quel posticino anche per le misere 600 euro che prendevo, e poi andare in vacanza? E con quali soldi? Ahahah. Non mi pesò restare a casa, tanto il giorno lavoravo dalle 8 alle 13 poi mare fino alle 17 e di nuovo a lavoro fino alle 20.Il colpo più grosso lo presi quando i miei come tutti gli anni partirono per due settimane di crociera, ma questa volta senza di me. Avevo finito di lavorare ed ero corsa in spiaggia a fare un bagno e prendere un pò di sole, avevo un bel bikini bianco a triangolini e sotto una brasiliana sempre bianca che faceva risaltare Il mio bel culetto. Ero spalmata sulla sdraio a prendere il sole quanto squilla il telefono "prontoo"
- "lauretta ciao sono Vanessa"
- "ciao zia bella dimmi" la chiamavo zia da anni
- "allora prima cosa e questa la sai casa nostra è casa tua, qualsiasi cosa ti serva vieni pure a prenderla, seconda cosa sei a casa ora?"
- "grazie mille Cara, no sono al mare avevi bisogno di qualcosa?"
- "no tesoro io no, ma Luigi mio marito deve venire in paese e gli ho dato un po di cose da portarti, un pó di frutta e dei dolci che ho fatto per te"
- " non ti preoccupare risalgo dal mare e mi faccio trovare a casa non vedo zio Luigi da tanto"
-" ok allora gli dico che ti ci trova tra un oretta?"
-"si va bene"
-"ciao bella e salutami mia figlia che la senti più te che io"
-"sì certo, grazie mille".
Uffa dovetti tornare a casa.
Tornata a casa tolsi il costume bagnato e neanche il tempo di entrare in doccia che il campanello squilló, indossai il vestitino da mare rosa di in micro fibra senza niente sotto e anche se mi stava un pó troppo attillato non me ne curai, non pensavo che potessi interessare a zio Luigi, avevo l'età della figlia.
Aprii la porta: "zioooo" mi abbracciai fortemente a Luigi dandogli due bacioni sulle guance, è un bell'uomo di 54 anni, alto, brizzolato e con occhi chiari, spalle larghe e braccia possenti, e per me è sempre stato come uno zio, mi ha vista crescere essendo un amico di famiglia da sempre, lo feci entrare e accomodare in cucina
"lauretta quanto tempo, come va? Che mi racconti?"
-" ehhh Luigi, tutto ok, ah posa anche lì non ti preoccupare. Io sto benone, prendi un caffè?"
-"sì certo tesoro"
Anche lui era in sandali canotta e slip da mare.
Incurante del fatto che non indossavo niente sotto, apro la lavastoviglie per prendere le tazzine e chiedendogli se lo vuole al vetro, facendo questo sparo un 90 gradi con tutta la mia patata in vista, in faccia a Luigi. Non sentendo la sua risposta mi rialzo e vedo il suo sguardo abbastanza confuso e mi rendo conto di cosa ho appena fatto.
Totalmente imbarazzata mi giro a preparare la moka e gli chiedo:
"A te come va? Che mi racconti?"
E lui molto sfacciatamente mi dice:
"Laura bando alle ciance sono qui con la scusa di portarti queste cose e vedere come stai, ma la verità è che sono venuto per chiederti una cosa"
Io sorridendo rispondo:
"Chiedimi tutto ma non i soldi"
E lui: "non voglio soldi, con Vanessa va tutto male litighiamo sempre e per come è diventata non me lo fa tirare neanche più, sono mesi che non faccio sesso"
Io un po confusa rispondo:
"Vuoi che ci parli ? "
Lui: "no non fraintendere ma tu mi fai impazzire, non dormo più, penso tutte le notti al tuo corpo, io ti desidero da morire. So che hai bisogno di soldi e sarei disposto anche a pagare ma non dirmi di no"
Nell' imbarazzo più totale faccio un passo indietro:
"Ma sei impazzito? Ma per chi mi hai preso? Ma non ti vergogni? Potrei essere tua figlia"
Lui: "sì ma non lo sei e non ho intenzione di trattarti da prostituta, il mio è una richiesta di aiuto, sono disperato e tu sei il mio chiodo fisso" dicendo così si alza e mi stringe a se pressandomi contro il lavello, inizia ad accarezzarmi le spalle e sento il suo membro crescere e pulsare contro il mio fianco:
"Anche solo con la mano ti supplico"
i capezzoli si irrigidiscono e diventano molto vistosi, il ciò non aiuta la sua erezione, che preme sempre di più. Io ero pietrificata non sapevo cosa fare e sì avevo bisogno di soldi, ma come posso fare una cosa così con il papà della mia migliore amica?
Al diavolo, ha detto che mi paga, tanto chi lo saprà mai?
"E se ti dicessi di sì quanto mi daresti?"
Lui: "50 euro anche solo con la mano"
Mi girai di fronte a lui spiaccicandogli i miei tettoni sui suoi pettorali e con una mano sfiorai il suo cazzo. Era enorme lo slip non lo reggeva più, lo stringo nella mano e quasi non ci stava per quanto era grosso e duro.
"Ne voglio 100, se vuoi che ti sego mi devi dare 100 euro, non sono mica una puttana da 50"
Lui: "va bene, va bene mi sembra giusto".
Allargo lo slip e metto l altra mano dentro lo afferro e lo tiro fuori, e inizio a segarlo.
Ha un cazzo muostrosamente grande ma soprattutto la cappella, è enorme, scura, larga. Lui ansima baciandomi il collo e una mano sale lungo le cosce afferra il mio culo e lo stringe, io continuo a segarlo lentamente e capisco che se no faccio qualcosa in più ci metterà una vita a venire, allora con la mano libera tiro giù la scollatura facendo uscire una tetta che lui non perde tempo ad afferrare e massaggiare, mi strizza i capezzoli, ansima. Io inizio a bagnarmi sono eccitata da morire, mi farei scopare sicuramente ma non voglio dargliela così facilmente quindi devo trattenermi, ma il mio respiro mi tradisce, afferro la mano che massaggia il mio culo e me la porto sulla figa, le sue dita massaggiano per qualche istante le mie grandi labbra ma appena capisce che sono fradicia ne infila dentro due e inizia a masturbarmi, a breve ho un vero e proprio squirt, le mie cosce sono fradice. Lui al solo vedere esplode in un urlo animale ed esplode con dieci lunghi schizzi di sborra bollente sulle mie cosce.
"Ma cavoli, ma quanta ne hai non finisce più"
Lui sorridendo: " ti avevo detto che sono mesi che non vengo".
Lascio il suo cazzo penzolante che è comunque un bel vedere, e mi giro a sciacquarmi la mano piena di sborra, facendolo mostro il mio culo praticamente nudo, avendo l'abitinino accorciato sopra i fianchi, al suo sguardo, mi abbraccia da dietro afferrandomi per le tette e spingenti il suo cazzo sul solco del mio culetto e baciandomi il collo mi ringrazia. Con un colpo di reni lo respingo, mi sarei fatta sfondare ma dovevo controllarmi, lui si allontana e se lo rimette dentro, io con la spugna raccolgo la sborra che ho addosso e riabbasso la gonna.
Lo fisso negli occhi.
"Giusto, i soldi! Eccoli 100 euro come concordato"
Presi i soldi in mano: "non farci l'abitudine! È stata un una tantum".
"Si sì tranquilla, non saprò mai come ringraziarti".
Appena andò via andai in bagno a masturbarmi.
Passai il resto della giornata al lavoro come un vegetale sguardo perso nel vuoto a pensare e rielaborare tutto ciò che avevo combinato, e poi quel cazzo, quel cazzo non riuscivo a togliermelo dalla testa.
"Laura tutto ok? Che hai?" Chiese Roberta, la mia datrice di lavoro.
"Non lo so mi sento male"
"Dai vai a casa allora, tanto per oggi è fatta".
Così presi le mie cose e andai via, sotto casa c'era Luigi ad aspettarmi.
"Hey possiamo parlare un attimo?"
"No zio te ne devi andare, non voglio vederti, né sentirti, è stato tutto sbagliato, tutto"
Risposi io mettendo le chiavi nel portone e lasciandomelo alle spalle, ma mentre stavo chiudendo lui infila un piede e blocca la porta:
"Ascolta, se non vuoi farmi salire parliamo qui, ma dobbiamo parlare e chiarire. Come faremo quando ci sarà anche Giulia? Quando staremo a cena anche con i tuoi? Stai sempre addosso a me, credi che nessuno noterà la tua freddezza?"
Smisi di spingere il portone: "dai sali"
In ascensore non una sola parola, io sapevo il motivo per il quale lo allontanavo, perché lo desideravo troppo e questo non poteva succedere, lui non aveva capito niente. Entrati in casa ci sediamo l'uno di fronte all'altra, lo feci parlare per farlo contento:
"Laura, ormai sei una donna da diverso tempo, saprai benissimo che l'attrazione non si può controllare, e io mi sono lasciato andare troppo, ma dobbiamo tornare a come eravamo prima altrimenti sarà difficile nascondere e dimenticare questa cosa". Mentre parla mi alzo a prendere da bere, è noto dal riflesso del mobile che mi sta guardando il culo. Ma vedi? Come fa a parlare così se poi si comporta in altro modo? Adesso lo sistemo io.
"Senti zio, indietro non si può tornare, io che colpa ho, tu hai tirato fuori il cazzo e mi hai preso per un punto debole, solo xke avevo bisogno di soldi. Non posso più vederti come zio se poi ti prendo il cazzo in mano. Passerà vedrai, anzi forse è meglio stare un po' più di tempo insieme, forse la lontananza ci ha portato a questo. Questa sera tu e zia venite a cena qui ok?"
"La zia fa la notte a suo padre che non sta bene"
E io: " allora vieni tu, anzi vai a prendere due pizze e ci vediamo un film come ai vecchi tempi con Giulia. Dovrai pur mangiare no?"
"Ok dai allora facciamo così! Ripasso verso le 20 e 30 ok?
"Va bene a dopo" e lo accompagnai alla porta.
Feci una bella doccia, misi le mie creme corpo, un po di profumo, e indossai un bel perizoma di pizzo bianco e un reggiseno trasparente bianco con sopra solo una grande camicia bianca a righe, con i primi 4 bottoni sbottonati che mettevano in risalto i miei tettoni, mi arrivava a metà cosce, mi sentivo fresca e comoda. Aspettavo con ansia che Luigi arrivasse, quella cosa mi aveva sconvolta, volevo tornare alla normalità ma allo stesso tempo volevo quel cazzo tutto per me. Mi ripromisi di fare la brava, o almeno di provarci.
Alle 20e30 precise suonò il citofono, mi alzai ad aprire e tornai a sedermi sul divano, avevo messo un tavolino davanti ad esso così da cenare in sala davanti alla TV.sento aprire la porta:
"Zio sono in sala"
Entra, saluta un po' impacciato e posa le pizze sul tavolino, indossava dei pantaloncini bianchi e una camicia nera sbottonata anche la sua con due bei pettorali in mostra.
"Ho preso due pizze con tutti gusti diversi, così non litighiamo"
"Figurati per me è uguale, vuoi un birra fresca?"
"Si grazie"
Mi alzo e la camicia si tira un po su scoprendomi il culo, la riabbasso dicendo "tanto ormai sai come è fatto".
Torno ci sediamo a mangiare e facevo finta di guardare la TV ma sbirciavo il suo sguardo che cadeva sempre sulle mie tette, e il pacco si gonfiava. Parlammo di molte cose, di noi e di come dovevamo dimenticare la questione, un paio d'ore, ma io non volevo dimenticare, ormai volevo e pensavo solo a quel cazzo.
Mi misi in braccio a lui e lo abbracciai forte, lo baciai e lui non perse tempo a contraccambiare, la sua mano scivolò tra le mie gambe raggiunse il perizoma, e spostandolo di lato mi penetrò con due dita, nel frattempo gli massaggiavo la cappella con la punta delle dita sopra i pantaloni.
Non ce la faccio più mi inginocchio davanti a lui sbottono i pantaloni e glie lo tiro fuori, con entrambe le mani lo scappello e lo infilo tutto in bocca, sapeva di uomo, un odore forte che mi faceva impazzire.
"Mio Dio" esclamò e si lasciò andare sullo schienale, mi guardava e io fissavo lui negli occhi mentre lo succhiavo, leccavo, mordevo.
La cappella a stento mi stava in bocca, era molto larga, la tirai su con la mano e passai a leccargli le palle prima una più l'altra, le succhiai e tornai a dedicarmi al cazzo, lo misi tutto in gola ed ebbi un conato di vomito, mi concentrai sulla respirazione e mi feci scopare la gola. Sentivo la cappella passare la gola, lui mugolava tappandosi la bocca, nel frattempo tirai fuori le tette dal reggiseno e tirato fuori il cazzo dalla gola lo infilai lì in mezzo mentre strusciavo il suo cazzo pieno di saliva, continuavo a succhiargli la cappella e con una mano mi toccavo la figa.
Saltai su di lui e scansato il perizoma di lato lo feci entrare tutto, sembrava che avessi dentro una mazza da baseball, lo cavalcavo infocata non rispondevo più delle mie azioni mentre lui stringeva e succhiava le mie tette ebbi il primo orgasmo, dovette tapparmi la bocca per le urla, stava impazzendo ma io più di lui.
Mi butta di lato a pancia in su, mi prende dalle caviglie e spalancandomi le cosce mi impala tutto di un colpo, mi scopa forte così tanto da farmi male, lo schiocco delle sue palle sulla mia figa rintronava per tutta la stanza, lo afferrai dalla camicia e tirandolo verso di me gli urlai:
"Più forte, più forte, scopamiiii ahh ahhhsiiii " ed ebbi due orgasmi a distanza di neanche un minuto.
Lascia le caviglie mi afferra per i fianchi e mi tira su, ero in braccio a lui con il suo cazzone piantato in figa, mi sbatte contro la parete e mi scopa in piedi, era divino, lo sentivo tutto, ad ogni colpo sobbalzavo contro il muro, quarto orgasmo, ormai ero una latrina, invasa dal piacere più assoluto.
Mi fa scendere mi gira e prendendomi dal collo, mi piega in avanti sul bracciolo del divano, questa volta il perizoma lo tira giù appena sotto le mie chiappe, e mentre stava per ficcarmi il cazzo nella figa:
"In culo" esclamai
"Cosa?"
"Spaccami il culo"
Sentii allargare le chiappe con le mani e la sua lingua si fece strada, era divino, mai nessuno mi aveva leccato il culo, stavo impazzendo. La cappella si iniziava a fare strada, spingeva forte ma non entrava, era durissimo e faceva male, rilassai un pò i muscoli ed entró tutto in un solo colpo, gridai dal dolore e lui afferrandomi per i capelli finalmente disse:
"Zitta troia ecco ciò che volevi, e adesso ti rompo stu culo" i suoi colpi affondavano nel mio culo, le mie tette ad anni colpo sbattevano sul mio mento, gli schiaffi sulle chiappe mi facevano andare in extasy.
"Vienimi dentro ti prego"
Ancora qualche colpo a sento il suo cazzone pulsare nel mio culo e tanti schizzi bollenti invadere il mio intestino, sfilò il suo cazzo e lo sbattè diverse volte sul solco del mio culetto poi lo riaffonda a dentro e lo tira fuori completamente, per riaffondarlo di nuovo dentro, si sfila e si butta sul divano esausto. Suona il citofono, ci guardiamo
"Chi è a quest'ora?" Dico io, vado a rispondere "è zia Vanessa Cristo" gli apro il portone e corro in camera, la sborra colava lungo le gambe, infilo un paio di leggings bianchi al volo, chiudo i bottoni della camicia e torno in sala a sedermi.
In TV c'era un film italiano, la zia entra e ci saluta,
"Alla fine è tornata la badante ed essendo di passaggio sono venuta a vedere casa"
"Hai fatto bene zia, ti prendo qualcosa da bere"
Alzandomi lei nota i leggings bagnati sulle cosce ed esclama:
"Laura sei tutta bagnata"
"Ehh zia, lo zio mi ha rovesciato addosso la tazza di latte" rispondo io.
"Che maldestro sto zio" dice lei ridendo
"Eh già".
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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