Lui & Lei
Il meccanico e la cougar
di sormejo
20.10.2015 |
10.444 |
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"Infine abbassò le mani a livello dell’ombelico e sfiorò con il mignolo la cappella, che era salita quasi a quel livello..."
Ho sempre avuto la passione per la meccanica ed ho, sin da ragazzino, smontato e rimontato motorini e moto di tutti i generi, mie e dei miei amici…
Poi però, dopo lo scientifico, sono riuscito, sopravvivendo alla roulette russa dei test d’ingresso, ad iscrivermi a medicina, ed ora frequento il terzo anno di corso direi con un certo successo.
Vivo a casa con i miei che mi mantengono agli studi, ma certo non posso, a quasi 24 anni, chiedere loro soldi per le mie spese personali superflue, quindi, pensando ad un “lavoretto” da fare per guadagnare qualcosa, ho chiesto al mio amico Mario, proprietario di una avviata officina specializzata in moto e scooter, di potergli dare una mano per qualche ora al giorno per guadagnare qualche soldino.
E quindi per alcuni pomeriggi alla settimana (a seconda dei miei impegni di studio e alla mole del suo lavoro) lo aiuto in officina per lavoretti rapidi: cambi olio e tagliandi su scooter e motorini: una passeggiata per me… e qualche soldino per le piccole spese personali. L’altro ieri eravamo quasi in orario di chiusura e avevo appena finito un tagliando su una Honda 600 quando è entrata in officina una nuova cliente, con un vecchio Liberty 150 e Mario, impegnato in un lavoro complesso, mi fa: “Francesco, pensaci tu…”.
Lei era ancora con il casco integrale indossato dietro cui si vedevano due bellissimi occhi verdi contornati da una montatura da intellettuale.
“Buonasera!” le faccio.
E lei apre la visiera, toglie gli occhiali con una mano, sgancia il cinturino con l’altra e poi con la stessa mano toglie il casco.
Capelli corti brizzolati, un bellissimo viso e questi due fari verdi che si sbriga a coprire nuovamente con gli occhiali.
“Stava molto meglio senza!” mi viene spontaneo commentare.
“Grazie!” fa lei con un sorriso che mette in risalto dei denti perfetti
“Non c’è di che! Lei è una bellissima donna comunque” dissi sinceramente ammirato “ ma senza gli occhiali i suoi occhi splendono ancora di più…”
Lei era veramente compiaciuta e passando al tu mi fa:” I complimenti fanno sempre piacere specialmente alla mia età. Ma quelli di un giovane come te sono doppiamente graditi!”
Dopo un breve scambio di battute mi spiegò quali fossero i problemi del suo scooter.
Poca roba.
Nulla che una candela nuova, una buona pulizia e registrazione del carburatore non potessero risolvere.
“Però” mi disse” io ho un problema: posso portarvi lo scooter a quest’ora, ma per venirlo a ririrare, se devo tornare a casa in autobus, arrivo qui che voi siete già chiusi…”
“Beh” feci io “se abita nella zona posso consegnarglielo io dopo il lavoro…”
Lei accettò di buon grado ed io organizzai il lavoro perché lei ci consegnasse lo scooter la sera successiva ( martedì) ed io glielo e riportassi il mercoledì sera.
La sera dopo arrivò puntualissima, alle 19 e 30.
Era uno schianto: senza occhiali (lenti a contatto?) camicetta bianca e gonna corta con seno e due gambe magre e tornite in bella vista. E, prima di tutto, quegli occhi da pantera. Una vera cougar.
Il mio sorriso dovette essere molto esplicito perché lei mi chiese: “Cosa c’è?”
“Scusami, ma stasera ti trovo bellissima! “ dissi con un filo di voce passando anch’io di netto al tu e sentendomi come arrossire in viso.
Strano, non arrossisco spesso, ma quella donna matura mi faceva bollire il sangue.
Mi ringraziò dell’apprezzamento e compilammo la scheda restando d’accordo che le avrei consegnato lo scooter la sera successiva verso le 20,30.
Pagò anche il lavoro in anticipo, per semplificare le cose.
Dal codice fiscale sulla ricevuta scoprii la sua età: aveva 53 anni, ma a mio parere il fisico di una donna di 30 ed il viso che molte donne di qualsiasi età non avranno mai…
La sera successiva alla chiusura andai a casa con lo scooter di Stefania, mi feci una bella doccia e pulito e profumato andai a casa sua. (abitavamo entrambi vicinissimo all’officina).
Tra l’altro ero a casa da solo perché papà e mamma erano al mare…
Le citofonai e lei scese: era bellissima in jeans e maglietta con il suo fisico da trentenne (culo alto e tosto e seni piccoli, ma non piccolissimi che sfidavano ancora, vincendo, la forza di gravità e prima di tutto quegli occhi magici...
”Vuoi fare un giro di prova?” suggerii
“Va bene” disse lei. “Ma solo se vieni anche tu e se guido io…”
Un po’ stupito le risposi di si e partimmo.
Guidava molto bene. Spedita ma sicura.
Ad un incrocio un automobilista non rispettò lo stop e lei frenò forte.
Le andai addosso e le chiesi scusa.
Lei fece:”Reggiti a me, è la cosa migliore in moto” e cosi le cinsi la vita con le braccia stringendola e aderendo con il mio petto alla sua schiena.
Ebbi così la conferma che non portava reggiseno ed istantaneamente il cazzo divenne grosso e gonfio nei pantaloni.
Dopo un minuto lei si fermò davanti ad un bar con tavoli all’ aperto e disse:” Lo scooter va come un orologio, sei stato molto bravo. Vorrei offrirti un aperitivo se ti fa piacere, per ringraziarti dell’ ottimo lavoro e della consegna a domicilio”.
Ovviamente risposi di si, e fu una piacevolissima mezz’ora nella quale scoprii in lei una donna intelligente e simpatica, trascurata dal marito avvocato superimpegnato (e più interessato alla giovane segretaria che a lei), professionalmente un po’ frustrata e superata nel grado e nelle mansioni (cito testualmente) “Da quattro cretini decerebrati che credono di essere superiori solo perché hanno un cazzo tra le gambe” e lei trovò in me lo studente e non solo il garzone del meccanico con cui forse si aspettava di parlare…
Io non le nascosi il mio interessamento e la mia ammirazione pur restando nei confini di una conversazione un po’ spinta, ma nei limiti dell’educazione e del rispetto e lei replicò divertita e compiaciuta con lo stesso tono.
Era però chiaro che me la sarei fatta all’istante: mancava solo un suo cenno…
Al momento di tornare lei mi chiese di guidare e mi cinse la vita accostandosi alla mia schiena.
Io annusai il suo profumo.
Mi piacque molto e glielo dissi.
“Anche tu hai un buon profumo Francesco” disse sussurrando e stringendomi il petto da dietro.
E di nuovo, alle sue parole una incontrollabile erezione mi fece gonfiare la patta dei jeans.
"Hai un gran bel fisico!" disse lei mentre spostava le sue mani dai miei pettorali agli addominali, (le ore passate in palestra erano state proficue in questo senso…) all’inizio timidamente, con la scusa di reggersi e poi “toccando “ in modo inequivocabile.
Infine abbassò le mani a livello dell’ombelico e sfiorò con il mignolo la cappella, che era salita quasi a quel livello.
Quindi, sfacciatamente, prese il mio cazzo con la sua mano destra sussurrandomi : “Anch’io sono bagnata fradicia” e continuò a toccarmi sfiorandomi dalle palle alla cappella, incurante di chi poteva vederla.
Arrivammo sotto casa sua, entrammo in un momento, ci precipitammo in camera da letto e in un secondo fummo nudi sul lettone.
Bocca a bocca, ansimanti, lei sotto ed io sopra, mescolammo le nostre salive combattendo lingua a lingua.
Poi cominciai a baciarla lungo il collo fino a scendere sui suoi seni da ragazzina e torturarle con la bocca e le dita di una mano, i capezzoli, sporgenti e reattivi.
L’addome piatto (anche lei palestrata!!!) e l’ombelico furono la tappa successiva per la mia lingua e le mie mani cominciarono a sfiorarle le cosce fino a toccarle la depilata e bagnatissima figa.
Rimasi sorpreso quando mi trovai tra le dita un clitoride davvero grosso.
Lo paragonerei per dimensioni al mozzicone del sigaro toscano che fumava mio nonno buonanima.
Quindi, desideroso di assaporarlo, oltre che di toccarlo, scesi, leccandola sui fianchi, fino a raggiungere quello spettacolo di figa…
Resistetti alla tentazione, leccandola dapprima sulle labbra per poi raggiungere quel mega clito e poi, con la massima dolcezza, cominciai a lavorare di lingua con un ritmo sempre crescente.
“E’ stupendo!!!” furono le prime parole che dissi da quando eravamo entrati in casa.
“Pensa che a quello stronzo de mi’ marito je fà schifo!” disse lei sfogandosi in romanesco…
“E’ un cojone” dissi io, e continuai a dedicarmi alla sua figa leccandola e penetrandola con le dita.
Ad un certo punto lei fu percorsa da una sorta di scarica elettrica e venne, emettendo copiosi umori e tremando tutta.
Le diedi un minuto per rilassarsi e poi le dissi “Ti voglio!”
Scesi dal letto, la feci scivolare fino al bordo prendendola per le gambe che poggiai sopra le mie spalle e le poggiai l’asta del mio cazzo, perfettamente eretto, duro come il marmo, ma caldo come il ferro infuocato, sulla figa, muovendomi in su e in giù scivolando senza penetrarla stimolandole così il grosso clitoride che era scappellato come un piccolo cazzo.
“SCOPAMI FRANCESCO!!!” disse quasi gridando.
Non me lo feci dire due volte: le poggiai la cappella sulle labbra della figa, appena penetrandola, e poi la infilai d’un colpo, arrivandole a toccare il perineo con le palle.
Lei cacciò un urlo che quasi mi spaventò, ma la sua faccia esprimeva chiaramente il suo godimento.
Cominciai a pomparla con colpi profondi e vigorosi per parecchi minuti.
Io, senza essere un attore porno, ho un cazzo piuttosto grosso, ma oggi, mentre scopavo Stefania, mi sono reso conto di non averlo mai sentito così duro.
Mi sentivo maschio e forte.
Perfettamente padrone della situazione, deciso a durare un eternità e a farmi una scopata memorabile…
Ma…
Lei mi chiese di sdraiarmi sul letto e si impalò sul mio cazzo rivolgendomi la schiena ed il bel culo e cominciò a muoversi come una indemoniata come nessuna ragazza diciottenne aveva mai fatto (forse in qualche film porno brasileiro avevo visto qualcosa di simile…).
Altro che padrone della situazione!!!
Stavo inesorabilmente per arrivare al capolinea!!!
Glielo dissi, ma lei non cambiò ritmo.
Venni, abbondantemente, mentre lei continuava a ballare quella indiavolata samba sul mio cazzo.
Ma la mia erezione, che senza falsa modestia potrei dire che era perfetta, non accennò minimamente a smorzarsi e dopo pochi secondi era come se non fossi venuto per niente…
Mentre fu lei, dopo alcuni altri minuti di forsennato su e giù, a venire, nuovamente, rumorosamente e bagnandosi ancora copiosamente.
Stefania, sudata ed esausta, si sfilò dal mio cazzo e mi si sdraiò vicino, masturbandomi delicatamente e parlando al mio cazzo come se fosse una persona, facendogli i complimenti e carezzandolo.
Le dissi:” Prima, mentre facevi su e giù, mi era venuta voglia del tuo bellissimo culo!...”
“E che aspetti? Inculami!!!”
Non me lo feci ripetere due volte! La girai “doggy style” e le piazzai la cappella sul suo buco che era bagnato dei suoi succhi.
Dapprima cominciai a prepararle il buchino con un dito e poi due, ma quando sentii che era lubrificatissima e pronta a ricevermi, lentamente, ma inesorabilmente la penetrai fino in fondo.
Lei non fece un lamento, ma anzi, espresse il suo godimento dicendomi: “Dai, inculami, bel maschio!”
Io cominciai a pomparla a ritmo crescente sempre con affondi profondi per un tempo che mi sembrò lunghissimo mentre lei continuava a toccarsi il clitoride.
Alla fine lei venne ancora e quindi si sfilò dicendo, rivolta ancora al mio cazzo eretto: “Ora ci penso io a te, giovanotto!”
Mi fece stendere e prese la cappella tra le labbra incominciando a farmi quello che posso assolutamente definire il più bel pompino della mia vita.
Non ricordo esattamente tutti i particolari, ma so che dopo un quarto d’ora lei stava ancora succhiandomi il cazzo, dosando da maestra dolcezza ed energia, portandomi più volte a un passo dal venire e, cambiando posizione, ritmo o zona su cui concentrava la propria attenzione facendomi continuare nell’estasi di un pompino da favola.
Alla fine si staccò un attimo, mi guardò negli occhi con i suoi meravigliosi occhi verdi e mi disse: “Ora voglio che tu venga nella mia bocca…”
E cominciò nuovamente a usare la sua bocca ingoiando fino in fondo il mio cazzo (che ormai era eretto da almeno un paio d’ore) aumentando gradualmente il ritmo, fino a che, avvertendo i primi sintomi di una imminente venuta, invece di cercare di prolungare il pompino, continuò, fino a che non le venni, lungamente, nella bocca.
Lei ingoiò tutto, con soddisfazione, ed io mi avvicinai alle sue labbra, che sapeva di me, e ricominciai a baciarla profondamente.
Mentre ci baciavamo il mio cazzo, che dopo l’ultima venuta aveva cominciato a diminuire la sua erezione, cominciò a riprendere tono.
“ Ehi! Tu c’hai vent’anni, ma io so' distrutta!!! Nun ce la faccio a ricominciare, c’ho una cera età!!!” disse lei sorridendo.
“ Altro che età, non ho mai goduto così, fino ad oggi. Riposati un po’, ma intanto baciami ancora…”
Dopo un’altra mezz’ora di coccole fu lei a chiedermelo di nuovo.
Finì che scopammo per tutta la notte…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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