Lui & Lei
Segretaria privata
di sormejo
23.03.2017 |
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"“Ma ora vieni, ti voglio ancora una volta…”
Paola si spogliò completamente restando solo con le autoreggenti e le scarpe..."
Ho scritto questo racconto un paio di anni fa dedicandolo ed ispirandomi ad Elisabetta, che ora non credo sia più su Annunci; almeno con quel nick.Ogni tanto facevamo due chiacchere ed io le avevo fatto leggere la prima parte, ma poi non l'ho mai pubblicato
L'ho riletto stasera e, come allora, mi sono eccitato e anche più, ripensando alle stupende tette e ai neri capelli di Elisabetta...
Ve lo propongo, sperando che vi piaccia.
E se Elisabetta lo leggesse e le piacesse, beh sarei al massimo!!!
Segretaria privata
Mi chiamo Elisabetta, ho venticinque anni e come molti miei coetanei, sono disoccupata.
Dopo la scuola, ho iniziato la mia carriera lavorativa con contratti a progetto, sostituzioni ed altri “lavoretti” in nero, ma non ho mai avuto, fino ad oggi, una occupazione stabile, a tempo indeterminato e regolarmente retribuita.
Di solito il venerdì comincia, per me e per moltissimi ragazzi e ragazze disoccupati, con l’attenta lettura degli annunci di Portaportese.
Dico attenta perché spesso ci sono inserzioni “sòla”: pseudo-corsi di formazione a pagamento mascherati da offerte di lavoro, ed annunci “strani”, con proposte al limite del codice penale che un esperta lettrice di annunci come me impara rapidamente a riconoscere ed evitare.
Ma oggi c’era qualcosa di promettente: “Commercialista titolare di importante studio cerca segretaria personale disposta a straordinari e trasferte”
C’era il numero di telefono ( da cui compresi che l’ufficio si trovava nella mia zona ) e la richiesta di chiamare per un appuntamento.
Semplicemente perfetto…
Chiamai subito, e dopo un rapido dialogo e qualche domanda (età, titolo di studio, luogo di residenza ecc) una gentile voce al telefono mi dava appuntamento alle 12,30 a poche centinaia di metri da casa dicendomi che ero fortunata perché quello era l’ultimo colloquio che avrebbero fatto per quella settimana.
C’era da fare prima una prova con di scrittura di un testo e impostare un foglio di lavoro, poi, se il risultato era soddisfacente sarei andata a colloquio con il titolare
Avevo tutto il tempo: prima una attenta scelta degli abiti, poi un accurato maquillage, e smalto rosso fuoco alle unghie delle mani.
Mi piace vestire in modo sexy, di solito, e valorizzare il mio fisico… non sono miss Italia, ma faccio una bella figura: 1,58 più tacchi alti forever, taglia 42, quarta di reggiseno ed un culetto tosto e “arrampicato”.
Decisi per una minigonna nera aderente e maglioncino molto scollato messo direttamente sulla biancheria.
Semplice ma molto sensuale: anche un commercialista è un uomo!!!
Cinque minuti prima dell’ orario prefissato mi trovai davanti al portone.
Dopo aver citofonato, salii al primo piano, quindi suonai al campanello e mi trovai davanti…. mia sorella!!!
O, per meglio dire, una ragazza che sarebbe facilmente potuta passare per mia sorella maggiore…
Qualche anno più di me, alta poco meno di 1,60, ma con dei tacchi da 12 centimetri che le allungavano due belle gambe molto ben tornite che terminavano con un audace mini nera molto ben riempita.
Ci saremmo potuti scambiare i reggiseni per quanto eravamo simili in zona “tette” (una stupenda quarta misura, grosse e toste ) per entrambe a malapena coperti da un semplice maglioncino scollato indossato a pelle.
Mi sorrise e mi accolse dicendo: “Piacerai di sicuro al Dottore”.
Mi accompagnò nel suo ufficio e mi fece riempire una scheda anagrafica, poi mi fece sedere alla sua scrivania davanti al computer e, velocemente, mi dettò una lettera: con Word vado come il vento e non ebbi alcun problema a starle dietro.
Poi mi fece impostare un semplice foglio di lavoro con Excel, e me la cavai altrettanto bene: ero brava in queste cose e lo sapevo.
“Sei stata veloce e precisa Elisabetta, complimenti!” mi disse annotando qualcosa sulla scheda.
“Hai superato questa prima parte della prova, ora posso mandarti dal dottore, ma devi aspettare perché c’è un'altra ragazza ora”.
Approfittai per chiederle informazioni sul lavoro e lei mi disse che si trattava di prendere il suo posto perche lei stava per sposarsi e trasferirsi in un'altra città.
Mi raccontò che il “capo era una persona eccezionale tanto dal punto di vista professionale che personale “Un vero UOMO!”
Mi sembrò chiaramente di sentire le maiuscole nel sui tono di voce e, in quel momento gli occhi si imperlarono di lacrime.
Mi alzai, guardandola con simpatia: istintivamente ci abbracciammo come se fossimo state amiche da una vita
“T i dispiace così tanto di lasciare questo lavoro?” le chiesi
“Non tanto il lavoro, mi mancherà LUI!!!” di nuovo le maiuscole nelle sue parole. "E chi sarà mai?" dissi a me stessa…
Colei che mi aveva preceduto nel colloquio uscì rossa in volto, senza guardare nessuno e sbattendo la porta.
“Un'altra che è stata scartata e se l’è presa…” disse Paola.
“Sento che tu sei la persona adatta: ti do un consiglio: sii te stessa e dai retta al tuo istinto. A lui piacciono le persone dirette e spontanee.”
Suonò l’interfono e Paola disse: “Va bene, dottore, le chiamo Ranieri. C’è l’ultima persona da vedere oggi.
Si, dottore, credo che le piacerà… Va bene la faccio entrare subito…”
Chiamò Ranieri e lo mise in attesa, spillò la mia scheda e me la consegnò, e chiamò il dottore dicendo: “Ranieri in linea e le faccio passare Elisabetta…”
Entrai in un bellissimo ufficio, con una enorme scrivania e vidi un bellissimo uomo di circa cinquant’anni dai folti capelli più pepe che sale che parlando al telefono mi fece cenno di accomodarmi davanti a lui.
Era seduto e indossava una splendida camicia a righe dalla stiratura perfetta che metteva in evidenza spalle larghe e muscolose ed una cravatta in tinta unita che pendeva su un addome piatto e tonico. La giacca era attaccata ad un attaccapanni ma se ne intuiva comunque il taglio perfetto.
Il suo profumo, infine, una fragranza molto maschile che non sapevo individuare, riempiva la stanza in modo delicato ma deciso.
Sulla parete alle sue spalle la laurea ed altri attestati, ed io, mentre lui continuava la telefonata, aguzzando lo sguardo andai a curiosare su quando fosse nato…
Nel 1954… Cacchio, 62 anni!!!
Sinceramente ne dimostrava dieci di meno!
Inoltre cominciavo a capire ciò che intendeva Paola.
Una bella voce, un timbro autorevole ed una immagine di professionalità e competenza: questo trasmetteva nel sentirlo parlare con il suo cliente.
Nel frattempo anche lui mi faceva le lastre…
Si soffermava, anche se senza darlo troppo a vedere, su cosce e tette, due dei miei punti di forza.
( il terzo si vede meglio se sono in piedi girata di schiena… ) e dovevo piacergli, perché sorrideva in modo evidente.
Finalmente poggiò la cornetta chiudendo la chiamata e guardò la scheda che gli avevo passato.
Quando finì di leggere era ancora più sorridente.
“Elisabetta” disse “quello che mi scrive Paola mi fa molto piacere: oltre ad essere una stupenda ragazza è anche brava nel suo lavoro. “ mi disse.
Poi proseguì: “Le spiego in due parole: mi serve una sostituta di Paola che ci lascia per motivi personali. Le dico che oltre che qui a Roma il suo lavoro si svolgerebbe per almeno due week end al mese a Firenze, dove abbiamo un ufficio con annessa abitazione e in cui lei sarebbe con me per tutto il tempo.
Questo tempo viene considerato come straordinario e pagato come tale per le intere 24 ore, quindi un weekend a Firenze le varrebbe come 6 giorni di lavoro in ufficio a Roma.
Mi serve però una disponibilità totale e assoluta.
Se le chiedo di cucinare qualcosa dovrà farlo, anche se nella maggior parte delle volte si andrà in ristorante, se le chiedo un caffè a mezzanotte non deve essere un problema, se le chiedo di andarmi a comprare una camicia o una risma di carta, altrettanto.
Anche qui a Roma orari e mansioni saranno “particolari”, ma tutto verrà ben valutato dal punto di vista economico, ed una sua disponibilità extra avrà gratifiche extra.
Pensa che possa andare bene per lei?”
“Dottore”, dissi “sono indipendente, non ho legami importanti, dispongo del mio tempo come voglio. Inoltre amo Firenze e mi farebbe molto piacere passarci un po’ di tempo…”
“Bene”, disse lui, “ devo però avvertirla che lei dovrebbe essere attenta a tutti i miei bisogni personali, a tutte le mie esigenze… E, per quanto riguarda questo argomento, sarò più chiaro con lei che con qualunque candidata a cui ho fatto un colloquio oggi perché ho la sensazione che lei capirà bene e saprà fare una scelta consapevole."
“Io, (e qui fece una pausa guardandomi in viso con attenzione, poi riprese con un tono di voce più basso e confidenziale ) sono abituato a fare sesso molto spesso, è per me una esigenza vitale, e se devo trattenermi, per un motivo o per l’altro, anche il mio rendimento lavorativo ne soffre, e non posso assolutamente permettermelo.
Quindi se ho bisogno beh lei deve aiutarmi, come fa regolarmente e splendidamente Paola…”
“Ma che significa???” replicai un po’ allarmata. Mi pareva strano che non arrivava la fregatura…
“Ora capirai meglio, Elisabetta…” disse passando al tu.
Alzò l’interfono e disse:”Paola, chiudi l’ufficio e vieni qui”
Non passarono due secondi che la segretaria si precipitò in ufficio e guardò il capo con aria interrogativa senza fare una parola.
“Con Elisabetta voglio parlare chiaro, mi piace molto e potrebbe essere un ottima tua sostituta… Voglio farle vedere cosa fai per alleggerirmi lo stress del lavoro…”
Si alzò in piedi e mostrò un incredibile rigonfiamento nei calzoni.
“Mi sono eccitato guardandola: Elisabetta è bellissima e molto sexy” disse a Paola. “Mi è bastato guardarti il seno per arrivare a questo“ aggiunse rivolgendosi a me.
“E adesso???” mi venne spontaneo chiedere, un po’ spaventata ma forse più incuriosita.
“Guarda!” fece lui.
Intanto Paola si era avvicinata al suo capo, ancora in piedi e con un gesto veloce gli aveva abbassato la lampo.
Infilò una mano nello spacco dei boxer che facevano capolino e tirò fuori un enorme cazzo, assolutamente a livello di quello di un protagonista di film porno.
Era tanto grosso che le dita di Paola non riuscivano a toccarsi stringendolo..
Paragonabile per forma e dimensioni ad un cazzo artificiale gigante da sexy shop, ma caldo, vibrante, che esprimeva potenza e sprizzava testosterone da tutti i pori.
Paola lo lasciò un attimo per inginocchiarsi ed il cazzone svettò in alto superando la cintura di coccodrillo dei pantaloni, la segretaria poi spalancò la bocca e cominciò a pomparlo dolcemente ma con decisione.
Io non ero affatto preoccupata di come la situazione si stava evolvendo… anzi!!!
Era meglio che guardare un filmato su Youporn, ed io mi stavo eccitando come una matta.
Sentivo il bagnato tra le cosce e mi venne spontaneo avvicinarmi per godermi meglio lo spettacolo.
Ero a mezzo metro da loro quando la mia mano destra si mosse in modo incontrollato, non dipendente da una volontà conscia e presi un gran paio di palle tra le mani stringendo leggermente.
Il Dottore (a questo punto anche per me la maiuscola nasceva spontanea) ebbe un sussulto e vidi il poderoso membro diventare ancora più duro, se possibile, e lui sospirò.
Sfiorò il volto di Paola, impegnata a farlo godere, e lei capì al volo: si alzò e mi lasciò il posto davanti a quell’enorme cazzo grosso come il mio avanbraccio.
Decisi in una frazione di secondo.
Non si trattava più del lavoro: VOLEVO succhiare quel cazzo perfetto.
Mi chinai e continuai dove Paola aveva lasciato.
Facevo fatica a tenere aperta la bocca così tanto, ma era una magnifica sensazione
Percepivo l’odore di maschio e mi eccitavo sempre di più…
Sapevo di essere molto brava nel fare pompini… tutti i miei amanti impazzivano quando li succhiavo,ma avevo davanti un cazzo favoloso e volevo fare il massimo…
Feci di tutto: usai lingua, mani, denti. Arrivai a spingerlo nella mia gola fino quasi a soffocare…
Sentivo la mia figa sempre più bagnata e la cercai con la destra da sotto la gonna mentre lo pompavo con la bocca e lo segavo con la sinistra.
Mi masturbai in modo animalesco e, in meno di un minuto, venni, tremando, davanti al suo poderoso uccello sempre eretto al cielo.
“Bravissima Elisabetta, rilassati un po’, ora”, mi disse.
Aprì un cassetto della scrivania, prese una confezione di preservativi extralarge e ne mise uno che entrò a forza.
Paola capì al volo e si sdraiò sul piano della scrivania con le gambe oscenamente aperte.
Lui, in piedi, le scostò lo slip di lato, si poggiò le gambe della segretaria sulle spalle e la penetrò d’un colpo.
Poi cominciò a pomparla con lunghi e profondi movimenti e poi accelerò sempre più rapidamente.
La scopò selvaggiamente per almeno dieci minuti poi Paola si mise a tremare: “Vengo, Dottore!!!” disse quasi urlando. E poi più piano “ Mi sono eccitata da morire guardando Elisabetta”.
“E’ vero: è brava e bella come te” le disse lui fermandosi con il cazzo mezzo dentro e mezzo fuori.
Si girò verso di me e mi guardò sorridendo.
Anch’io capii in un lampo e mi piegai poggiando i gomiti sulla scrivania presentandogli il mio culetto.
Uscì da Paola sempre perfettamente rigido e anche in questa occasione lui scostò il minuscolo slip e poggiò la sua poderosa cappella sulla mia fighetta che pur ancora bagnata dell’orgasmo avuto pochi minuti prima faceva fatica ad accogliere quel palo di carne.
Cominciò delicatamente ma con fermezza a spingere.
Sembrava che fossi vergine, eppure di cazzi ne avevo presi… ma quello non era un cazzo.
Era “ IL CAZZO”. D’ora in poi, con chiunque fossi stata, avrei avuto “QUEL” termine di paragone.
Avevo capito dopo solo mezzora che conoscevo il Dottore perché Paola poco fa nel suo ufficio piangeva al pensiero di andare in un'altra città.
Finalmente il Dottore riuscì ad entrare nella mia fighetta eccitata con lentezza fino a far toccare le palle al clitoride.
Poi uscì quasi del tutto (sentii nitidamente la cappella avvicinarsi alle labbra ) e ancora rientrò dentro lentamente ma con decisione. Poi cominciò a pomparmi con un ritmo sempre crescente e, passando il suo braccio sinistro sotto al mio corpo, cominciò a toccarmi il clitoride ipereccitato.
Venni ancora in breve tempo, rumorosamente, godendo quanto non avevo mai goduto negli oltre dieci anni precedenti di attività sessuale.
Lui sembrava avesse appena cominciato: mi stantuffava con energia e con ritmo sempre crescente…
“Voglio ancora la tua bocca, Elisabetta” disse sussurrandomi nell’orecchio.
Tolse il preservativo e mi fece inginocchiare.
Riprendendo il suo cazzo tra le labbra e spingendolo in fondo alla gola percepii sul suo pube l’odore della mia figa eccitata ed il sapore asprigno degli umori del mio godimento,
Poi lui cominciò letteralmente a scoparmi la bocca, dolcemente ma con forza e sempre più velocemente.
Dopo alcuni minuti di forsennato andirivieni mi disse:” Sto venendo… se non vuoi, togliti…”
“Nemmeno per idea” dissi a me stessa.
In quel momento non desideravo che assaporare il suo sperma…
Non mi mossi, quindi.
E quando cominciò a venire raccolsi tutto il suo seme bollente nella mia bocca.
Era tanto, caldo e di sapore dolce… lo inghiottii tutto.
Non ne sprecai una goccia…
Paola continuava a guardarci con desiderio.
“Se Elisabetta accetta il lavoro da lunedì puoi andare in ferie per preparare il matrimonio” disse il capo guardando Paola.
“Ma ora vieni, ti voglio ancora una volta…”
Paola si spogliò completamente restando solo con le autoreggenti e le scarpe.
“E’ davvero bellissima” pensai
Anche lui intanto si era tolto pantaloni camicia e boxer e aveva messo un altro preservativo.
Aveva il culo e la schiena di una statua greca…
La prese in braccio senza sforzo apparente e la poggiò supina sulla scrivania, poi girò e poggiò come prima le gambe di lei sulle sue larghe spalle.
Tenendo il cazzo incredibilmente ancora marmoreo (era appena venuto nella mia bocca!!!) con la mano alla radice lo usò come un grosso manganello e cominciò a batterlo sulla figa e sul clitoride di Paola.
Ogni tanto entrava dentro per alcuni centimetri e dopo due o tre delicate scopate ricominciava, dopo averlo sfilato, a battere sul clitoride.
Dopo alcuni minuti di questo andirivieni Paola cominciò a tremare e venne con uno squirt da paura schizzando come una fontana.
Ero allibita… con quei delicati movimenti aveva portato Paola a squirtare!
Lui rispose alla mia domanda non fatta…
“Si chiama Kuniaza e l’ho imparato in Senegal.” “Cacchio se funziona!” dissi a me stessa.
Poi, nella stessa posizione, cominciò a strusciare quel grosso cazzone sul culo di Paola. Ben lubrificato dagli abbondanti umori vaginali, gli bastò poggiare la cappella e spingere con un po’ di decisione per incularla infilandolo lentamente ma inesorabilmente fino alle palle…
Lei fece un sospiro di dolore/piacere e lui iniziò a muoversi.
Il movimento, prima lento, poi sempre più ampio e più veloce diventò quasi forsennato e restò tale per molti minuti.
Nel frattempo lui delicatamente ma con insistenza si dedicava a masturbarle il clitoride che era eccitato e rigonfio dando l’idea di un piccolo pene da neonato…
Io ero eccitata tremendamente ed avevo ricominciato a masturbarmi selvaggiamente.
Lui ogni tanto mi guardava e sorrideva.
Anch’ io gli sorridevo pregustando l’idea di diventare la sua segretaria privata.
All’improvviso Paola gridò davvero forte:”Oddio, vengo!!!” e cominciò a tremare dalla testa ai piedi…
Lui si sfilò, si liberò del preservativo, integro, ma messo veramente a dura prova, e cominciò a masturbarsi .
Io mi avvicinai ai due e presi in mano quel cazzo di granito bollente percependo che anche lui stava per venire.
E venne, infatti, mentre io lo segavo cominciando a spruzzare sulla pancia e sul seno di Paola una quantità sorprendente di sperma bollente…
Fu un colloquio di lavoro davvero inusuale…
Ma dopo, quando, dopo esserci ripuliti in bagno ci apprestavamo ad andarcene, mi guardò negli occhi e mi disse: “Sei assunta: ci vediamo lunedì… ma si lavora sul serio!!!”
Ma qualcosa mi diceva che prima di sera sarebbe capitato qualcosa di molto, molto hard…
Che ne dite???
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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