Lui & Lei
Galeotto fu il caffè
di Longshot85
03.01.2018 |
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"Si avvicinò al bancone con fare deciso, sul volto le si leggevano speranza e determinazione, si rivolse al barista, gli disse che cercava lavoro ed espose..."
Avevo di pochi anni passati i venti quando, in una torrida metà mattina di fine luglio, entrai in un bar, mi sedetti al bancone e chiesi un caffè, nel mentre entrò una donna e sentii subito il cuore perdere un battito, aveva un viso rotondo, due grandi occhi color nocciola, la bocca larga e carnosa, di poco più bassa di me, fisico ben proporzionato e valutai che avevamo all'incirca la stessa età.Si avvicinò al bancone con fare deciso, sul volto le si leggevano speranza e determinazione, si rivolse al barista, gli disse che cercava lavoro ed espose pronta una cartellina dove teneva il suo CV, purtroppo il proprietario non stava cercando dipendenti, ma vista la delusione di lei, volle offrirle un caffè che preparò insieme al mio, per poi di dedicarsi poi ad altri clienti nel frattempo sopraggiunti, io approfittai della situazione ed anch'io mosso dalla sua espressione attaccai bottone:
" Perdonami, ma non volendo ho ascoltato la conversazione, capisco cosa stai provando, ci sono passato anche io nel cercare lavoro presentandomi di locale in locale a lasciare curriculum ed a ricevere risposte come questa, il trucco sta nel digerire il rifiuto e passare al successivo con la stessa energia con cui si è affrontato il primo, non perdere il coraggio e l'entusiasmo, finché non trovi risposta positiva."
Mentre parlavo le si distese un poco l'espressione, poi distolse lo sguardo, fissando un punto vuoto davanti a se:
" Grazie, sei gentile, mi sono trasferita in questa città da una settimana, e sono tre giorni che cerco lavoro, per ora sono ospitata da mia sorella, ma vorrei rendermi indipendente, non voglio pesare sulle sue spalle, quando stavo a casa dei miei genitori lavoravo nel bar di famiglia, speravo di trovare impiego facilmente, una volta qui.
Invece si sta rivelando più difficile del previsto e questo caldo non aiuta."
Dopo lo sfogo, si volse di nuovo verso di me e con un sorriso chiese:
" E tu, invece, che ci fai qui, a quest'ora? Si sente che anche tu non sei del posto."
Fu così che le raccontai delle due settimane che precedettero il nostro incontro: Ero in viaggio con degli amici, avevamo visitato diverse città della regione viaggiando a bordo di scooter 125 cc, quel pomeriggio avremmo ripreso l'aereo per tornare a casa, per cui ci siamo divisi in base ai desideri d'ognuno ed io stavo andando a visitare un museo, durante il tragitto stavo tirando un po' le somme dei giorni precedenti, che erano stati abbastanza intensi di emozioni, e mentre cominciavo a ripensare all'effetto di tornare alla vita di tutti i giorni, mi sono fermato in quel bar.
" Quindi cosa farai ora, andrai a visitare quel museo? "
C'era quel qualcosa nel suo sguardo e nel suo tono di voce che mi sentii dire, sfoderando il mio miglior sorrisetto ebete:
" Penso d'aver trovato qualcosa di più interessante da fare."
Il rossore sul suo viso ed il suo sorriso non lasciavano dubbi, avevamo la stessa intenzione.
" Ti va di venire con me in un altro posto? "
" Certo."
Detto ciò lei mi prese per mano ed andammo in un pub, che in quel momento ovviamente era deserto, prendemmo una birra e ci sedemmo al tavolo più appartato che c'era, finché camminavamo continuavamo a confidarci, raccontandoci un po' dell'uno e dell'altra, ma una volta seduti, le nostre bocche ebbero ben altro uso e, mentre i baci si facevano più focosi, i nostri corpi si avvicinavano, le nostre mani carezzavano ed esploravano sempre di più, poi le sue gambe finirono col toccare il soldato, che se ne stava lì ritto, pronto alla pugna, e sentitolo, i suoi baci si fecero ancora più appassionati, al primo momento che si riprese fiato, ne approfittai per sussurrarle all'orecchio:
" Voglio fare sesso con te."
" Anche io."
" Prima però potremmo anche bere la birra."
Lei guardò il tavolo e rise, non l'avevamo neanche toccata, la bottiglia se ne stava lì tra i due bicchieri vuoti, così come l'aveva lasciata l'oste, quindi ce la versammo e la bevemmo velocemente facendo un brindisi al nostro incontro, per poi darci un bacio ed avviarci a comprare sia preservativi che candele da portarci nella pensioncina che sarebbe stata la nostra prossima meta.
Volette pagare lei l'affitto, poiché io avevo pagato per la birra e la piccola spesa, ma le dissi che era troppo per pareggiare i conti, dopo una breve discussione concordammo di di fare la somme di quel che s'era speso e dividerlo a metà.
Una volta nella stanza la illuminammo con le candele, creata l'atmosfera, ci spogliammo uno di fronte all'altra, baciandoci ed una volta nudi cominciammo a giocare coi rispettivi corpi, le scesi lungo il collo ed il petto fino a baciarle i seni, con la lingua ne disegnai la circonferenza tutta per poi accentrarmi fino al capezzolo, continuai a leccarglielo e baciarglielo per un po' mentre lei con una mano mi teneva la testa e l'altra mi carezzava scivolando lungo il petto e gli addominali protendendosi verso i genitali, massaggiandomi lo scroto e masturbandomi dolcemente.
Continuando così eravamo entrambi eccitatissimi, di colpo mi tolse la bocca dai suoi seni, voleva baciarmi, l'accontentai, si fece più vicina, fino a premersi addosso il mio membro, la mano che tenevo sul suo sedere smise di palparglielo e la feci scivolare fino alla vagina e quando cominciai a carezzarla, lei rilasciò un sospiro di goduria, la sua mano rafforzò la presa sul pene e cominciò a masturbarmi a tempo con le mie carezze.
Volendo poi proseguire oltre decidemmo di lavarci in bagno insieme, cominciai io dandomi una bella lavata agli attributi, poi fu il suo turno di sedersi sul bidet, vedendomi eccitato mentre lei si lavava, mi disse d'avvicinarmi e quando le fui vicino le sue dolci labbra s'avvolsero sul mio membro e cominciò a succhiarmelo così, mentre con una mano continuava a lavarsi ed a masturbarsi al contempo, ero quasi sul punto di schizzarle in bocca quando le dissi che era il mio turno d'assaggiarla e la guidai sul letto.
Lei si sdraiò a gambe divaricate ed io mi insinuai tra le sue cosce, baciandone l'interno mentre m'avvicinavo al suo fiore ch'era li, sbocciato coi petali ben aperti, che mi attendeva, quando finalmente lo raggiunsi, partivo in vantaggio, l'avevo vista mentre si masturbava, quindi tentai ricalcarne le movenze sperando di darle maggior piacere ed ebbi ragione, aggiunsi anche due dita con le quali le massaggiai le pareti interne della vagina e col pollice le carezzavo l'esterno dell'ano, mentre operavo le sue gambe non ebbero posa, la sua schiena si inarcava, le sue mani sulla testa mi tenevano bloccato in quella posizione, con la mano libera iniziai a carezzarle il ventre fino a raggiungerle il seno e fu proprio mentre le stavo stuzzicando il capezzolo che ella fremette tutta e lanciò un grido nel raggiungere l'orgasmo.
Mi levai e mentre lei stava ancora gemendo avvicinai il mio volto al suo, lei mi pese e mi abbracciò stretto, finché non finì d'ansimare, alche, carezzandomi il pene e guardandomi negli occhi, disse:
" Ora devi venire anche te."
Non attese risposta e si fiondò a testa bassa a baciarmi sulla pancia, sul petto a leccarmi i capezzoli, una mano che teneva saldamente il mio pene, quasi avesse paura che scappasse o forse semplicemente voleva avere lei il controllo della situazione, fatto sta che dopo un poco mi disse che voleva provare a mettermi lei il preservativo perché fino a quel momento erano sempre stati gli uomini a metterselo e voleva provare, fui ben lieto di spiegarle come si faceva, anche perché la cosa mi stava eccitando ulteriormente e fu un'esperienza divertente.
Quando ci riuscì, non perse tempo, montò cavalcioni su di me ed inizio ad inserirsi il mio pene lentamente finché non lo accolse tutto, a quel punto cominciai a roteare il bacino, a tempo con lei che mi saltellava sopra, mentre con le mani giocavo con le sue tette, nel frattempo scherzavamo e ci scambiavamo complimenti, purtroppo però il letto sfondato rendeva la posizione molto faticosa e quando vidi che si stava affaticando la feci sdraiare, mi misi seduto sulle ginocchia e la penetrai da quella posizione di modo d'avere le mani libere di giocare e di carezzare ogni parte del suo corpo, come anche le sue col mio.
Quel che avvenne in quel frangente fu un mix concitato di baci, carezze e spinte eravamo entrambi così eccitati e godevamo così tanto da non intendere più nulla del mondo esterno, esistevamo solo io e lei uniti come fossimo una sola persona, in quella danza sessuale.
Ero quasi sul punto di venire quando le sue gambe s'abbrancarono al mio bacino, capii che anche lei era vicina all'orgasmo ed allora cambiai posa mi misi in quella del missionario e cominciai a spingerglielo dentro come un pestello che fa il pesto, lei mi prese la nuca con le mani, i nostri visi così vicini che ci ansimavamo in faccia a vicenda, persi l'uno negli occhi dell'altra, io venni per primo, ma feci finta di nulla e continuai a pestare, non ci volle molto finché venisse anche lei, a quel punto ci sdraiammo, esausti, ancora abbracciati ed io ancora dentro di lei a scambiarci dolci baci e carezze delicate.
" Sei venuto? "
Mi chiese, non se n'era accorta, complice il preservativo.
" Siamo venuti insieme."
Mentii, anche se in effetti erano passati pochi secondi tra il mio orgasmo ed il suo.
Passò qualche minuto prima che ci separassimo e fu in quel momento che controllai che ore fossero, era già primo pomeriggio, sarei dovuto tornare al più presto a recuperare i bagagli in ostello se non volevo perdere l'aereo, le diedi l'amara notizia, il suo volto fu percorso da un velo di tristezza, ma si riscosse subito.
" Allora facciamoci la doccia insieme. Voglio accompagnarti per un pezzo."
Il letto era ormai ridotto ad una pozza, quella stanza era talmente calda che avevamo copiosamente grondato sudore per tutto il tempo, infilarsi sotto l'acqua fresca fu un sollievo e ci fece tornare vigore, fu complice anche l'intimità della situazione nella vasca e l'espressione sollevata di lei mentre si rinfrescava a far si che mi tornasse duro, notandolo lei mi guardò negli occhi, fece un gran sorriso e, senza mai distogliere lo sguardo, si inginocchiò, con una mano prese a masturbarmi mentre con la punta della lingua mi leccava il glande ed io le carezzai la nuca per farle capire che avevo inteso cosa volesse fare e che lo avrei apprezzato, a quel punto lo cominciò a succhiare, le sue labbra sul mio glande e la sua mano che segava sempre più veloce, anche l'aria che usciva dal suo naso contribuiva solleticandomi ed il suo sguardo fece sì che dopo nemmeno un paio di minuti le schizzassi in bocca, fu solo allora che distolse i suoi occhi dai miei, impegnata com'era ad ingoiare tutto il seme che le stavo dando.
Quando finì diede un bacio affettuoso al mio glande, per poi rialzarsi, la baciai nello stesso momento in cui si rimise in piedi, fu un bacio appassionato come il primo che ci demmo, le nostre lingue che danzavano come se si fossero incontrate per la prima volta, ma lo sguardo che fece dopo fu lo stesso che ebbe al momento che ci separammo alla fermata del metrò, mentre la scala mobile mi trascinava verso il tunnel della stazione, lontano da lei, probabilmente anche io avevo in volto la stessa espressione, perché entrambi in fondo al cuore sapevamo che nonostante ci fossimo scambiati numeri di telefono ed e-mail, ci saremmo risentiti, ma che quell'incontro sarebbe stato l'ultimo tra noi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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