Lui & Lei
Di domenica pomeriggio
di Tuttatana
05.12.2023 |
790 |
18
"Si gustò lo spettacolo per qualche secondo prima di sfilarlo, leccarlo per gustare il sapore di lei e ammirare quel dolce frutto del desiderio aperto..."
Il periodo non era dei migliori, lui lavorava alacremente durante il giorno e spesso quel lavoro se lo portava anche a casa per il fine settimana.Era domenica pomeriggio, il giorno precedente lo aveva trovato già alla scrivania quando si era alzata al mattino. Gli aveva preparato il caffè, lui si era fermato giusto per il tempo di berlo e poi si era buttato nuovamente a capofitto nelle sue carte. Stessa cosa per quel giorno.
Fuori era ormai buio, lui aveva un'espressione stanca, così lei decise che era arrivato il momento di farlo staccare e riposare un po', pensando anche alla settimana che doveva venire e alle dodici ore di lavoro che lo avrebbero tenuto fuori casa fino al venerdì.
Bussò alla porta, anche se era aperta, chiese se poteva disturbarlo.
Gli occhi di lui si illuminarono e un sorriso comparve sul suo viso. La guardò e lei sentì, come dal primo giorno, un brivido scendere lungo la schiena.
Era mai possibile che, dopo tanto tempo, quell'uomo ancora le provocasse un tale scombussolamento?
Appoggiò su una mensola accanto alla scrivania il vassoio che aveva preparato, gli mise delicatamente le mani sulle spalle e iniziò un massaggio leggero mentre si informava sul procedere del lavoro. Sentì le mani di lui sulle gambe per accarezzarla dolcemente, amava il suo tocco. Le sue scesero dalle spalle al petto, tornarono su e scivolarono sulle braccia. Le piaceva molto accarezzare il corpo del suo uomo, toccarne ogni centimetro, sentirne la forma dei muscoli forti. Le piaceva sentirlo anche così, da sopra i vestiti, ma si gustava al massimo quel corpo quando il contatto era direttamente sulla pelle. Gli dette qualche bacio sul collo, gli disse di aver preparato uno spuntino per spezzare il pomeriggio. Sentendo il calore delle labbra sulla pelle si voltò per baciarla.
I loro erano baci appassionati, lunghi e eccitanti per entrambi, come quando erano ragazzi e la loro storia appena cominciata.
In un attimo si trovò seduta sulle sue gambe, avvolta in un abbraccio forte e deciso, le labbra incollate, le lingue si rincorrevano e accarezzavano. Le mani di lui si fecero audaci, dopo qualche carezza innocente si diressero verso il seno, il sedere, infine si intrufolarono in mezzo alle gambe. Lei non era mai riuscita a resistergli, ogni volta che le carezze si facevano più ardite si sentiva sciogliere in un lago di desiderio.
Si baciavano ancora mentre gli sbottonava la camicia, trovò finalmente il contatto con quella pelle che adorava toccare. Lui si era insinuato sotto al vestito, le gambe nude e quell'intimo di cotone che lo eccitava per la sua semplicità. Quando la mano arrivò a lambirle il sesso attraverso il tessuto, le gambe si aprirono leggermente, un invito silenzioso ma inequivocabile a proseguire, una dichiarazione di desiderio. Si stavano spogliando a vicenda, percepivano ognuno il forte desiderio dell'altro e volevano soddisfarlo appieno.
Con un movimento dolce ma deciso le sfilò l'abito e lei rimase in sottoveste, seduta sulle sue gambe. Lui la osservava, lei sentiva quello sguardo accarezzarla con dolcezza e passione.
Ogni giorno aveva voglia di lui come se fosse la prima volta, ogni volta che lo guardava lo desiderava, ma il desiderio si presentava anche solo pensandolo quando non erano insieme.
Conosceva il suo uomo, sapeva come farlo stare bene, una delle cose che più la appagava era sentirlo godere e sapere che quel piacere lo stava procurando lei. Fu per questo motivo che scansò le mani di lui che le stavano palpando seno e sedere, si alzò e gli slacciò cintura e pantaloni. Con un gesto gli abbassò abiti e intimo, liberando il pene che ormai conosceva benissimo. Lo prese con la mano, calda e delicata, iniziò ad accarezzarlo lentamente. Guardandolo negli occhi si inginocchiò di fronte a lui, con la testa si avvicinò a quel fallo eretto, la mano calda lo diresse verso la bocca. Socchiuse le labbra, le appoggiò sul prepuzio, si fermò un secondo guardandolo ancora, sorrise e chiuse gli occhi per godersi il momento in cui accolse il pene in bocca facendolo entrare lentamente. Le piaceva sentirne il turgore con le labbra e amava ascoltare il respiro di lui che si faceva più intenso e veloce. Iniziò la sua fellatio con il desiderio di sentirlo godere, lui le stava accarezzando i capelli finché il piacere crebbe e la presa delle mani si fece decisa sulla testa, accompagnandola nei movimenti per scoparle la bocca.
Lui amava la sua bocca, amava la sua lingua, amava vederla mentre si dedicava con passione a quel pene che si faceva duro ogni volta che la pensava o la guardava.
La mano morbida lo stava segando mentre la lingua leccava avida ogni centimetro di quell'asta sempre più dura, l'altra mano si insinuò tra le gambe e afferrò i testicoli. "Si... Brava!" riuscì a pronunciare con fatica tra un gemito e l'altro.
La eccitava quando le parlava perciò aumentò il ritmo dei movimenti della sua bocca, lui in un primo momento sollevò il bacino dalla sedia, poi le prese la testa con fermezza e cominciò a scopare quella bocca calda e bagnata velocemente, riempiendola finché riusciva a prenderlo. La guardava assecondare il suo piacere e la sua espressione di goduria lo eccitava ancora di più.
Erano due amanti vogliosi, condividevano i piaceri e i desideri, amavano dare e darsi piacere. Erano una coppia meravigliosa.
La prese per le ascelle e la fece alzare, adesso era in piedi davanti a lui, la guardava desideroso di gustarla tutta. Mentre la baciava le sfilò la sottoveste, la fece sedere sulla scrivania, le gambe divaricate. Continuando a baciarla, le accarezzò il collo, le spalle, la schiena. Afferrò i fianchi con decisione e la tirò col bacino sul bordo. Lasciò la sua bocca solo per scendere lungo quel corpo che tanto desiderava, la sfiorava con le labbra e con la lingua, finché arrivò ai capezzoli duri. Prima li strinse tra le labbra, ascoltò il sospiro di lei e li sfiorò con la lingua. Prese un capezzolo in bocca e lo succhiò avidamente, lo leccò, lo morse con delicatezza. Sapeva che la stava facendo eccitare, sapeva che le piaceva da impazzire.
La mano tra le gambe afferrò il sesso con decisione, lei gemette.
Scansò lo slip e con il dito accarezzò le labbra già gonfie per il piacere, si fermò sul clitoride e iniziò un massaggio delicato ma persistente. Lei respirava più velocemente. Il dito si fece spazio tra le carni umide di quel sesso che tanto anelava, aprì le labbra morbide e arrivò all'ingresso del piacere, con decisione entrò completamente. La reazione di lei fu istantanea, un breve e forte sospiro, poi il respiro trattenuto. La schiena si inarcò, i muscoli vaginali si strinsero come a non volerlo più lasciare andare. La stava masturbando in modo deciso, come piaceva a lei. La sentiva bagnata fradicia, cosa che lo eccitava tremendamente e rendeva il suo sesso duro come l'acciaio. Lei si stava donando completamente a lui, perché era sua e voleva che lui ne avesse la conferma ogni volta. Si sdraiò sulle carte che ingombravano la scrivania, aprì ancor più le gambe e con tono perentorio gli ordinò di leccarla, di farla godere con la lingua e con le dita. Lo mandava fuori di testa quando gli parlava in modo deciso, indicando esplicitamente come farla godere.
Si inginocchiò, la faccia davanti a quel fiore aperto e bagnato che lo stava aspettando, il dito ancora dentro. Si gustò lo spettacolo per qualche secondo prima di sfilarlo, leccarlo per gustare il sapore di lei e ammirare quel dolce frutto del desiderio aperto.
La lingua partì dal basso, lambì l'orifizio anale e salì verso la vulva umida. Sapeva che le piaceva da matti sentire il calore e la morbidezza della lingua sul culo, perciò quando arrivò al clitoride tornò indietro, indugiò qualche secondo per succhiarle le labbra e tornò tra le natiche. Sentiva il piacere di lei crescere, il sesso gonfio e sempre più bagnato. Ritornò su, risalendo le aprì le piccole labbra e si insinuò nella vagina vogliosa, la penetrò e sentì di nuovo quel suo sospiro che indicava un forte piacere, uscì per dedicarsi al clitoride che gonfio lo aspettava, due dita la penetrarono a fondo.
Ormai la conosceva perfettamente, sapeva cosa le piaceva e come portarla all'apice del piacere.
Sentirla godere lo faceva godere.
La stava succhiando e masturbando con desiderio crescente, facendo crescere anche quello di lei. Non si sarebbe mai stancato di stare lì, con la bocca appiccicata alla sua fica, lappando avido gli umori che colavano copiosi. Sapeva che il primo orgasmo era sempre quello che richiedeva più tempo ad arrivare, ma era anche quello che la mandava definitivamente fuori dal testa e lui impazziva quando lei godeva. La stava leccando con dedizione quando sentì appoggiare sulla testa le sue mani calde che lo spinsero contro quel sesso già suo. Il respiro corto, i gemiti crescenti, il corpo che vibrava gli dissero che la stava portando al culmine della goduria. La voleva sua, voleva bere il suo piacere, i movimenti della mano si fecero più serrati e la bocca rimase attaccata a succhiarla finché non sentì l'orgasmo esplodergli in bocca, la vagina contrarsi, i gemiti diventare un urlo di piacere, quel corpo meraviglioso irrigidirsi mentre tratteneva il fiato. Bevve ogni goccia del suo piacere, si alzò e la penetrò con decisione con il cazzo duro che gli scoppiava dalla voglia di sentire il suo calore.
La teneva forte per i fianchi e la sbatteva con vigore, gli piaceva entrare completamente dentro di lei e sapeva che anche lei lo apprezzava molto. Osservava con attenzione la sua espressione ad ogni colpo, vedeva il piacere salire di intensità su quel volto angelico e si eccitava sempre più. Quando sentì irrigidirsi quel corpo che stava possedendo, seppe che stava per raggiungere il secondo orgasmo e la penetrazione si fece più decisa. Le masturbò velocemente facendola schizzare per la seconda volta. Rimase fermo dentro di lei, la sentiva colare lungo le gambe, le avvicinò alla bocca la mano fradicia di lei. Le labbra si aprirono immediatamente, accogliendo le dita saporite, ne leccò una per una. Il turgore si fece più prepotente, ebbe un picco di desiderio. La fece scendere dal tavolo, la girò e la appoggiò nuovamente, il culo aperto davanti a lui. Leccò quell'orifizio che la sua donna gli stava offrendo e lo penetrò con le dita. Continuò ad alternare lingua e dita finché fu lei a chiedergli di possederla da dietro.
La ignorò continuando la masturbazione finché non la sentì implorare di essere scopata. Appoggiò la punta del cazzo e spinse con delicatezza, entrava piano, poco per volta per non farle male, una volta che fu completamente dentro si fermò. Aspettava che fosse lei a muoversi, solo in quel momento era sicuro di poterlo fare anche lui. La sentì avvicinarsi delicatamente, poi allontanarsi un po' e tornare verso lui. Attese ancora qualche movimento poi prese a seguire il ritmo imposto da lei. Da principio fu delicato e dolce, era estasiato dal quel loro modo di fare l'amore. La dolcezza svanì quando gli ordinò di farglielo sentire tutto, forte. La penetrazione si fece più spinta, la sentì gemere ad ogni colpo. Solo allora la prese per i capelli, la avvicinò a sé e la baciò. Gli piaceva tantissimo prenderla in quel modo e sentire lei che ne godeva. Le carte dalla scrivania in parte si erano sparpagliate a terra, in parte erano giaciglio di quel corpo nudo trepidante di piacere. "Fammi godere, fammi godere e godi con me" gli chiese lei tra un bacio e l'altro. Le lasciò i capelli e prese a sbatterla tenendola forte per i fianchi. Ogni volta che entrava il volume dei gemiti aumentava. La sentì fremere, la schiena si inarcò offrendogli il culo affinché potesse entrare meglio "si brava... Dammi questo culo, fatti riempire" le sussurrò all' orecchio con tono eccitato mentre sentiva arrivare un orgasmo potente, "amore vengo... Voglio il tuo sperma, riempimi il culo" rispose lei. Nessuno dei due si trattenne più.
Goderono insieme, lei schizzò ancora, dalle gambe colavano copiosi gli umori dell'ultimo orgasmo. Lui riversò il suo seme in quel culo accogliente e meraviglioso, che non riusciva a guardare senza desiderare. Fu un'eiaculazione violenta e abbondante, quando uscì vide un rivolo di sperma fuoriuscire e andare a mescolarsi con quello di lei. Con le dita raccolse quel brodo di piaceri mescolati e lo spalmò sulle natiche che ancora si offrivano a lui.
La tirò su e la girò verso di sé, si strinsero in un dolce abbraccio baciandosi.
Le accarezzava il viso e il corpo liscio coccolandola. La strinse forte, da sopra la spalla dette un'occhiata ai fogli del lavoro sparsi ovunque. "Per oggi ho finito di lavorare, cosa hai preparato di buono? Ho una fame incredibile!"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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