Desiderio n.1

Il desiderio è intraprendenza, è creatività.

Non desideri, quando scegli dagli scaffali del supermarket: desideri quando aspiri a vette mai toccate, lontane dalla tua attuale zona di comfort.

E così mi ritrovo a scrivere, io, il lui della coppia; io che mi eccito a scrivere, così come a leggere di Paolo e Francesca in rima.

Con la mia donna che sa della mia sessualità "un po' al femminile", ancorché siano solo le donne ad attrarmi: uomo, sì; ma cerebrale prima che genitale.

Eccitato nel creare situazioni elegantemente insolite come quella che sto per raccontare, e che la metà femminile della nostra coppia già conosce.

Un desiderio che attende di materializzarsi...

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...E la sera arrivò.

"Sei stupenda" le disse Franco, quando Agata uscì dalla stanza matrimoniale slanciata dalle eleganti décolleté: tacco generoso ma non volgare, gambe nude leggermente abbronzate, vestitino a metà coscia con impertinente spacco.

E sopra il collo stupendo di lei i capelli sciolti, scuri, mossi, mediterranei; sinuosi come i suoi seni valorizzati dalla scollatura.

Come un granello di sale nel gelato al caramello - contrasto che delizia la bocca e i sensi - due labbra disegnate, sottili, che dipingono sorrisi solari, appena umide di lucidalabbra, leggero e raffinato come il trucco.

Ma quella sera sorriso e imbarazzo dipingevano di colori contrastanti il viso di lei: era il gran giorno, era "quella" sera che si stava materializzando.

E così Franco, in camicia bianca e giacca elegante, la accompagnò alla macchina, diretti all'incontro con Gaia e Alberto.

Gaia e Alberto erano una coppia simile nella loro diversità: lei castana chiara di capelli e di occhi, seno piccolino ma ben proporzionato, gambe scolpite quanto femminili; lui affascinante uomo, di classe ma alla mano.

Anche loro coppia di vecchia data, genitori, non abitudinari del gioco e anzi alle prime esperienze, eccitati e imbarazzati.

S'erano già conosciuti tutti e quattro grazie al sito e avevano trascorso una piacevole serata senza scambi completi, nella bella location di Franco e Agata; e questo aveva creato le condizioni per sperimentare, la volta successiva, un nuovo "sfizio cerebrale".

Ovvero: la cena a coppie invertite; che doveva iniziare con l'intimo di pizzo ancora indossato dalle donne, sotto gli abitini corti da sera.

Come nel tango argentino, l'uomo doveva condurre e la donna sedurre, mai direttamente, sempre col "savoire faire" della signora, consapevole del suo potenziale erotico attrattivo.

Parcheggiata l'auto, Agata e Franco si avviarono, mano nella mano come fidanzatini, al centro della grande piazza di quella famosa città.

Era una tiepida sera di primavera, col sole che ancora illuminava quel finale di giornata proiettando ombre lunghe sul pavimento lastricato di pietra, quando il telefono di Franco vibrò: Telegram, messaggio di Agata e Alberto "2 minuti e ci siamo".

Tempo di rispondere "Noi siamo arrivati" allegando un selfie, gli altri due arrivarono: elegante lui, in tubino blu scuro lei, le belle gambe nude valorizzate dal tacco alto.

Breve saluto che culminò con un complice...

"Allora ci ritroviamo qui dopo cena...", che Gaia disse ad Agata.

Da quel momento il gioco prevedeva il via:

due coppie sconosciute sarebbero entrate nel "tal ristorante" concordato, circa in contemporanea.

Avrebbero cenato in due tavoli abbastanza vicini ma non troppo: Agata con Alberto, Gaia con Franco, cioè a coppie invertite.

Agata e Gaia avrebbero iniziato la cena così vestite, con l'intimo indossato; e l'avrebbero terminata altrettanto vestite, ma senza le loro mutandine di pizzo...

...............

Ma qui vi sto svelendo troppo, care lettrici e lettori: lascio anche alla vostra fantasia il prosieguo del racconto: un gioco di quattro fantasie, di quattro menti, di quattro corpi, di quattro coppie al quale ho solo voluto dare inizio...

Scrivi qui nei commenti come vorresti vederlo continuare, ma senza dire troppo!