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Lui & Lei

Bellissima giornata di sole oggi


di in_due
09.01.2016    |    3.564    |    2 9.9
"Lei mi ascolta in religioso silenzio con molta attenzione..."
Bellissima giornata di sole oggi.
L’appuntamento di lavoro è andato come meglio non poteva e mi sento veramente soddisfatto.
Che bellissimo sole oggi.
E’ una di quelle giornate in cui sei così positivo che ti senti di poter conquistare il mondo.
Passeggio un po’ prima di riprendere l’auto per tornare in città, è primavera e l’aria è già piuttosto calda, allento il nodo della cravatta ho bisogno di scaricare l’adrenalina che ho in circolo, mi sento come un alieno nel mio corpo.

Decido di affrettarmi a tornare a casa per cominciare a preparare la relazione sull’incontro e spedirla via e-mail già in serata, devo mettere nero su bianco in fretta tutte le idee che ho in mente e delineare il progetto che ho appena discusso.

Salito in macchina, sto per imboccare l’autostrada quando sul ciglio della strada una giovane donna con un cenno richiama la mia attenzione. Rallento e accosto facendo attenzione nello specchietto retrovisore che non stiano sopraggiungendo auto alle mie spalle.

La donna si sporge decisa dal finestrino lato passeggero e mi chiede con tono un po’ sfacciato ma decisamente accattivante se per caso sia diretto in direzione di Genova.
“se ti rispondessi che sono diretto proprio lì mi credi o pensi che lo dica per cogliere l’occasione?”
Sorride, mi guarda negli occhi e risponde: “se ti dicessi che mi fido mi fai salire?”
Non attende un mio consenso, apre la portiera posteriore e posa un’ingombrante borsa sul sedile, quindi apre la portiera anteriore e si inginocchia sul sedile sgombrandolo della mia valigetta ed alcuni documenti che sposta riponendoli con cura a loro volta nel retro.
Sorrido divertito e stupito da tanta disinvoltura.
Difficile darle un’età, non dimostra più di trentanni ma il suo temperamento potrebbe ingannare. Non ha un filo di trucco, i capelli curati e profumati, sopracciglia modellate, labbra colorite, lunghe ciglia e due occhi scuri che staccano perfettamente sulla carnagione chiara di un viso dai tratti molto delicati. Decisamente una bella donna.
Blue jeans, camicetta con polsi e colletto abbondanti ed una leggera giacca completamente sbottonata.
Si sistema sul sedile, mi guarda sorridente e soddisfatta e mi fa cenno di innestare la marcia ed inforcare l’autostrada.
Sorrido a mia volta scrollando il capo quasi incredulo, tiro a me la leva del cambio col palmo aperto della mano e faccio scivolare la prima con un gesto che la dice tutta sul mio stato d’animo, accompagnandolo con un leggero rovesciamento degli occhi al cielo che non le sfugge.
Raramente rimango senza parole, ma dopo diversi minuti sono ancora in silenzio, non ho avuto il tempo di raccapezzarmi, e mi sembra che ogni frase in questo momento potrebbe suonare banale e scontata.
Lei si sta raccogliendo i capelli, ha abbassato lo specchietto di cortesia e sembra verificare compiaciuta il proprio aspetto, consapevole di avermi lasciato senza parole fiera del suo facile successo.
Ha il collo molto bello e sensuale, orecchie piccole e ben fatte.
Leva la giacca sbuffando e la fa volare a far compagnia al resto della roba sul sedile posteriore.
Mi guarda inclinando la testa su un lato e con un’espressione di finto imbarazzo mi chiede se può levarsi le scarpe.
Le sorrido disarmato fingendo di non guardarla se non distrattamente anche per non distogliere a lungo lo sguardo dalla strada.
Ovviamente una mia risposta sarebbe stata superflua, le scarpe sono già disposte affiancate sul tappetino.
Fingo di annusare l’aria con espressione interrogativa, lei scoppia a ridere e mi da uno schiaffo sul braccio, “cretino, ho i piedi gonfi, ho fatto due chilometri a piedi dal meccanico fino al casello, ho l’automobile in panne….. proprio oggi che mi sono decisa ad andare a Genova …. stai tranquillo non puzzano!” e così dicendo con una leggera ditata accende l’autoradio.
Altri dieci minuti buoni in silenzio.

(Bellissima giornata di sole oggi.)

Un senso di benessere si sta impossessando di me, passo una mano sul volto scendendo dalla fronte sulla guancia e quindi lentamente sul collo. Ieri non ho fatto la barba ed ora pungo un po’. Allento ancora la cravatta ed un paio di bottoni della camicia lei sembra osservarmi incuriosita, mi sta studiando, è attenta ad ogni mio gesto, ogni mia espressione, sento i suoi occhi addosso, la cosa non mi preoccupa più di tanto e continuo a guidare.

“Sai, ho la convinzione che tu debba essere bravissimo a baciare, si intuisce dai tuoi gesti, dal tuo atteggiamento, dal tuo modo di guidare..”

nessuna risposta da parte mia.

Sbuffa una seconda volta, questa volta un po’ seccata per il mio mancato interessamento.
Non voglio fare il superbo o il difficile, semplicemente odio la banalità e le cose scontate. Dopotutto non si tratta di una domanda e comunque non voglio sembrare il tipo che ci prova subito, anzi proprio non ci voglio provare, ho ancora tanta adrenalina in circolo e i miei nervi non si sono ancora del tutto distesi.
Ad un tratto scavalcando lo spazio tra i sedili, si sposta sul sedile posteriore proprio alle mie spalle ed appoggia le braccia al mio schienale. Correggo leggermente lo specchietto per vederla meglio ed appena incrocio il suo sguardo mi sorride. Le strizzo l’occhio ricambiando il sorriso. E’ davvero carina e simpatica, sembra fare di tutto per socializzare ed io che in genere in queste situazioni ci sguazzo, resto muto, forse impreparato alla sua intraprendenza, ma mi piace accettare passivamente il gioco.
E così comincia a raccontarmi dell’ultima volta che era stata a Genova diversi anni fa a trovare un’amica di infanzia. Mi racconta della loro amicizia proseguita in adolescenza durante le vacanze estive e delle marachelle che puntualmente combinavano assieme. E’ un lungo botta e risposta tra se e se inframmezzato da brevi risate ed anche da qualche momento di commozione.
Mi guarda fisso nello specchietto ed ogni volta che il mio sguardo incrocia il suo, sembra volerlo catturare tutto per se.
Le sue mani ora sono sulle mie spalle, mi accarezzano le braccia.
Io resto passivo e subisco volentieri ascoltando interessato, affascinato dalla sua bella voce e dal trasporto che mette nel raccontare le cose.
Mi confida di aver trovato poche sere prima il coraggio per rompere un rapporto che durava da più di dieci anni con il suo uomo. E’ passata da un argomento all’altro con la massima spontaneità e naturalezza come se ci fosse un legame tra le cose ed infatti, “Non sapevo dove andare. Prima di voltare pagina sento la necessità di uno stacco, mi sono ricordata della mia amica, e mi ha offerto subito ospitalità per qualche giorno”

La interrompo per chiederle se le va un caffè.
“ehi, ma allora ce l’hai la voce, certo che mi va, se ci fermiamo approfitto anche per andare alla toilette”.

Risalendo in auto, le apro la portiera che riaccompagno una volta che si è seduta.
“Il mio uomo non mi ha mai aperto la portiera in tanti anni” , e mi guarda come se stesse vedendo un alieno. In realtà io non ho fatto nulla di insolito.
Posa la sua mano sulla mia mentre sto innestando la retromarcia, si porge verso di me e posa le sue labbra sulle mie.
Io non mi scosto, resto immobile, devo ammettere un po’ impreparato.
Abbasso gli occhi a cercare il contatto delle nostre labbra, ha gli occhi socchiusi.
Avverto il buon sapore di caffè aromatizzare il nostro bacio, succhio piano un suo labbro tra le mie e passo le dita tra i suoi capelli. Lei si discosta e si siede nuovamente comoda togliendo velocemente le scarpe.
“grazie del caffè, e soprattutto del passaggio”, mi guarda e sorride divertita. Sembra proprio serena e felice in contrasto con i problemi di cui mi raccontava poco prima.
Sono colpito dalla sua femminilità e dalla sua forte carica sensuale.
Il viaggio riprende, ed istintivamente ora sono io a cercare la sua mano. Mi fa alcune domande ed inizio a raccontarle di me. Lei mi ascolta in religioso silenzio con molta attenzione.
Le nostre dita si intrecciano e si inseguono come in un gioco. Ora nasconde la mia mano tra le sue, quando la libera le ricerco ancora per accarezzarle e stringerle, guidato dal coinvolgimento nel mio discorso.
Avvicina la mia mano alle sue labbra e la bacia delicatamente, piccoli brividi mi percorrono le braccia, il cuore accelera e la mia voce a tratti tradisce un po’ di emozione.
Ha dell’incredibile il feeling che si è venuto a creare tra noi in così poco tempo, non saranno trascorse neppure due ore.

(Bellissima giornata di sole oggi.)

Non manca però molto a Genova oramai.
Lei lascia cadere la mia mano, e per un attimo avverto come un brivido di freddo.
Si volta in modo un po’ goffo verso il retro della vettura, la sento rovistare nel suo borsone e torna a comporsi sul sedile con in mano una camicetta pulita.
Lentamente comincia ad aprire bottone per bottone la camicia che indossa, quindi la sfila dai jeans dopo averli a loro volta allentati in vita.
Non riesco a fare a meno di guardarla, la cosa non sembra imbarazzarla, non sembra volermi provocare ma la sensualità dei suoi gesti sebbene spontanei e naturali è coinvolgente.
Le chiedo di un piccolo tatuaggio che noto sulla spalla sinistra, e con la scusa faccio scivolare lo sguardo sul suo corpo. Ha un bel seno raccolto in un reggiseno scollato che ne valorizza le forme, la pelle è liscia senza imperfezioni ed ha un buonissimo profumo.
Sorride soddisfatta per aver catturato la mia attenzione e mi invita a guardare la strada con maggiore attenzione.
Quando mi volto nuovamente verso di lei, sta già finendo di abbottonare la nuova camicetta.
“Dove ti lascio a Genova? In che zona abita la tua amica?”
Sta armeggiando concentrata con il cellulare e non mi risponde, presumo stia controllando i messaggi ed invece caricava la rubrica: “mi lasci il tuo numero di cellulare, ti va?”
Siamo all’uscita telepass, la macchina scivola veloce fuori dall’autostrada, d'un tratto il tempo mi sembra esser volato e vorrei che il tragitto fosse lungo ancora chilometri.
Non c’è traffico in città, nulla che ci permetta di stare ancora un po’ assieme.
Mi chiede di lasciarla poco più avanti vicino ad una fermata del bus che mi indica.
“Mando un messaggio alla mia amica che venga a prendermi qui, ti sei disturbato anche troppo, sei stato un meraviglioso compagno di viaggio”
Accosto e mi viene spontaneo tirarla a me, cercare le sue labbra ancora una volta.
Questa volta il bacio è carico di passione.
Due lingue così estranee che si cercano, il suo sapore così buono, il suo respiro caldo.
E’ un lungo bacio che mette ulteriore adrenalina in corpo.
Mi scosto lentamente carezzandole le labbra con le dita.
Lei torna ad insistere: “lasciami il tuo numero di cellulare ti prego, mi spiacerebbe perderti”
Prendo il suo cellulare e digito il mio numero direttamente sulla sua tastiera facendo squillare il mio telefono “così ora anche io ho il tuo numero. Sei speciale ed anche io ti rivedrei volentieri, sei davvero molto bella.”

Dopo un attimo di silenzio scendo dalla macchina, le apro la portiera aiutandola a scendere a sua volta ed a raccogliere i suoi bagagli. Le prendo la mano trattenendola qualche secondo mentre ci fissiamo negli occhi.
Risalgo in macchina, palmo aperto sulla leva del cambio, prima innestata e via.

Bellissima giornata di sole oggi.

P.S. ho ripreso e riadattato un mio vecchio racconto di qualche anno fa, trovo che sia comunque erotico, perché l'erotismo è l'insieme di piccoli dettagli che portano al desiderio e che alimentano la passione. Ad ogni modo ho fatto proseguire la storia nel racconto successivo appena pubblicato "Mai dire mai, grazie Giulia"
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