Lui & Lei
Appuntamento Caraibico
di Andrus61
08.12.2024 |
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"Mi uscì un gemito di dolore ma intanto con la bocca si muoveva sapientemente avanti e indietro e le sue labbra gonfie (probabilmente in modo artificiale) mi..."
Tra i lavori più importanti negli ultimi anni all’estero, la ristrutturazione di un grande locale in un lussuoso Centro Commerciale a San Juan di Puertorico è stata sicuramente la più divertente e rilassante. Non è che il cantiere mancasse di difficoltà o problematiche per me che ne ero il “project leader”, ma lavorare al sole e al caldo dei Caraibi non è esattamente come lavorare in fabbrica con il freddo e la nebbia…Il cantiere è durato 6 mesi e passavo ogni mese almeno un paio di settimane a San Juan. La mia azienda aveva affittato un bell’appartamento “vista spiaggia” e quindi il tempo in cui il cantiere non era aperto si passava in spiaggia o visitando i luoghi migliori dell’isola.
Il referente che dagli Stati Uniti si era spostato sull’isola per tutto il periodo dei lavori si chiamava Bruno ed era un italiano trasferitosi a New York 15 anni prima, dove si era sposato e lavorava come consulente freelance nelle costruzioni/ristrutturazioni per molte aziende italiane che investivano nel continente americano.
Aveva 45 anni, con tratti somatici scuri di chi viene dal sud Italia, simpatico e socievole e soprattutto uno dei più grandi “puttanieri” che abbia mai conosciuto nella mia vita. Il classico tipo che ogni sera usciva per conoscere gente nuova, anche businessmen ricchissimi per i quali sembrava avere una calamita. Se ad una festa o in un locale c’era un milionario, per motivi ignoti, tempo 15 minuti diventava suo amico fraterno e lui utilizzava questo “potere misterioso” non tanto per motivi economici, ma per frequentare feste e locali normalmente non accessibili alla gente “normale”.
In questi luoghi la sua simpatia e il sorriso da latin lover ,pur senza essere particolarmente piacente , lo faceva cuccare in maniera incredibile bellezze normalmente neanche avvicinabili , apparendo membro permanente del “jet set” locale.
Facile immaginare perché la moglie un mese sì e uno no minacciasse il divorzio, trovandogli foto e messaggi da decine di donne o scoprendo come inviasse ogni mese 300 dollari alla fidanzata “cubana”, ma lui riusciva sempre ad uscirne con disarmante facilità.
Pur essendo il suo superiore mi era molto affezionato, per cui organizzava continuamente uscite per me quando ero sull’isola ma, pur essendo io non certo un santo, non ero neanche uno stakanovista delle corna come lui, quindi spesso declinavo col pretesto che la decina di anni che avevo in più si faceva sentire ed ero stanco.
Comunque, in quei mesi talvolta ero andato a feste con lui e qualche “cuccata” di qualità, pur se estemporanea e senza impegno era capitata e ben vissuta.
Verso la fine del cantiere girando nel Mall con Bruno incontrammo in uno di quegli stand mobili che stanno nelle aree di camminamento tra i negozi, Carmen, una signora americana di chiare origini cubane che lui aveva conosciuto (come l’80% del personale lavorativo femminile del Centro Commerciale, del resto) e con la quale negli ultimi tempi ci fermavamo a fare cordialmente 2 chiacchiere parlando di come andavano gli affari e delle solite amenità come quando si conversa con i “vicini di casa”.
Carmen era la tipica cougar “yankee” che si vede nei film porno americani : sulla cinquantina, bionda e riccia, labbra belle gonfie e sorriso a 52 denti, seno rifatto sempre compresso in reggiseni di una taglia più piccola e abito, con gonna sopra al ginocchio, ben attillato ( spesso leopardato), zeppa di 12 centimetri ai piedi. Insomma, un gran bel troione!! Era però sempre molto cordiale e simpatica e parlare con lei per niente pesante, anzi. Battute e doppi sensi (Bruno era un maestro in questo) erano sempre parte dell’incontro, ma sempre più come un gioco che vere avances.
Vendeva nel suo stand prodotti per i capelli di un marchio abbastanza costoso e la aiutava spesso la figlia Susan, una ragazza di 20 anni carina anche se meno appariscente della madre tranne che in un particolare. Aveva un lato B che si notava da un chilometro! Il tipico culetto caraibico che potresti appoggiarci un bicchiere senza che cada da quanto era alto e sodo.
Bruno ne aveva un’ossessione e passava dallo stand più per guardare il culo a Susan che non a parlare con la madre. La ragazza sorrideva sempre gentile ma timida alle avances del mio collega e di fatto dopo qualche minuto di conversazione, salutavamo e tornavamo al lavoro con Bruno che mi elencava tutto quello che avrebbe fatto alla ragazza (e soprattutto al suo culetto ) se ne avesse avuto l’occasione.
Il giorno prima della fine dei lavori e dell’inaugurazione del locale che seguivo , mi trovai a passare nei paraggi dello stand di Carmen e lei mi fermò con espressione triste e disperata, le chiesi come andasse e lei scoppiò a piangere dicendomi che il periodo di affitto con il Mall stava per scadere dopo 2 settimane e che per rinnovarlo le avevano chiesto 30.000 dollari di affitto in anticipo , che lei era divorziata e il marito era uno stronzo e non le passava gli alimenti e quindi sarebbe finita disperata in mezzo a una strada con la figlia e via che mi sommergeva di sfighe indicibili. Nel raccontarmi tutto ciò mi prese la mano se la mise sul petto per farmi sentire come le batteva il cuore, guardandomi fisso negli occhi e io, con la mano sulla sua sodissima tettona siliconata di cui percepivo il capezzolo, ero imbambolato e preso di sorpresa senza sapere cosa rispondere.
Per liberarmi da quella situazione imbarazzante (eravamo in mezzo ai clienti del Centro Commerciale che giravano per i negozi e gli stand) divincolando la mano prigioniera delle sue tette, le dissi che purtroppo dovevo scappare per un appuntamento e che potevamo parlarne più tardi. Lei sorrise ringraziandomi e che andava benissimo se avessimo invitato a cena lei e sua figlia così avremmo potuto cucinare loro qualcosa di buono e di italiano visto che loro amavano la cucina italiana.
Liberata la mano con la promessa di fare il cuoco per lei e la figlia, mi diressi al cantiere.
- Bruno, guarda che stasera abbiamo ospiti a cena- dissi appena lo incontrai
- A cena da noi, e chi cucina? E poi chi cazzo hai invitato a casa che è pure un casino e domani sera tu torni a Milano e io a New York? –
- Carmen e Susan- continuai
Avrei voluto fotografare la sua espressione e la mascella che gli era calata di 10 cm alla notizia di chi erano gli invitati, ma subito lo sguardo si accese e un sorriso luciferino illuminò il suo viso
- Capo, sei un mito! Il canto del cigno prima dell’addio. Da premio Oscar! – mi disse Bruno
- Guarda che vengono per piangere che le mandano via dal Mall, non mettere il carro davanti ai buoi…-
- Buoi non lo so, ma di vacche ne metto sicuro davanti, fidati – replicò con stile da gentleman inglese.
Si mise a lavorare come un pazzo per ultimare gli ultimi dettagli per l’apertura del giorno seguente perché mi disse che dovevamo tornare presto a casa per sistemare e pulire l’appartamento e preparare una cenetta di tutto rispetto. Mai l’avevo visto così produttivo nei 6 mesi precedenti….
Alle 18 eravamo già a casa, pulimmo tutto l’appartamento come mai fatto per tutto il tempo che ci aveva ospitato e decidemmo di preparare una bella amatriciana visto che in frigo c’era tutto il necessario (bacon al posto del guanciale, ma non si può avere tutto nella vita), il vino era in fresco e non restava che una bella doccia e aspettare le due signore.
Alle 20 il portiere ci avvertì che “dos hermosas damas” chiedevano di salire da noi (con tono sarcastico, lo stronzo) e gli risposi di farle pure salire, chiedendomi che razza di abbigliamento avessero per far ironizzare così “il concierge “, di solito molto professionale.
Quando aprii la porta compresi benissimo il portiere …
Erano veramente come uscite da una copertina di playboy : Carmen , i lunghi riccioli biondi raccolti alti sulla nuca lasciavano scoperti collo e spalle, indossava un tubino rosso attillato che metteva in risalto il seno prorompente , i fianchi stretti e il culo generoso ma proporzionato, oltre al fatto che arrivando a mezza coscia la gonna lasciava scoperte le belle gambe ben tornite su due sandali in pelle rossi tacco 12 con stringhe alla schiava romana che salivano lungo tutto il polpaccio. La figlia Susan, capelli castani sciolti sulle spalle, ben truccata per cui dimostrava più dei suoi 20anni, indossava un top che faceva risaltare il bel seno (naturale), una minigonna di pelle nera con cintura alta in vita e due sandali in corda con zeppa di almeno 20 cm che facevano diventare le sue gambe infinite a sostenere il culetto paradisiaco.
Riuscii a malapena a sorridere fingendo indifferenza ed invitandole ad entrare, al che entrambe mi baciarono sulle guance in stereo e Bruno, che era in cucina a preparare, entrò in sala e quasi scivolò lungo disteso per la sorpresa della inaspettata vista.
Ci sedemmo al tavolo da pranzo e gustammo in allegria la pasta all’amatriciana preparata da Bruno (un artista) a cui facemmo seguire dei semplici filetti di manzo alla griglia, il tutto innaffiato all’inizio da un prosecco millesimato ben ghiacciato e, a seguire, un gustoso Malbec argentino che accompagnava molto bene le carni.
I vini e il cibo erano accompagnati da chiacchiere cordiali e dalle battute spiritose e spesso maliziose di Bruno sino a che Carmen raccontò nuovamente della loro disperazione di fronte alla richiesta dell’importante anticipo sull’affitto fatta a loro dal Centro Commerciale. Bruno in quell’attimo di impasse nel gruppo urlò
- Non preoccupatevi che tutto si sistema!!!-
E tornò a versare il rosso Malbec nei bicchieri chiedendo un brindisi alla bella serata.
Facendo questo spostò la sedia vicino a Susan e guardandola negli occhi cominciò a parlarle a bassa voce avvicinandosi al suo orecchio.
Io mi voltai verso Carmen che alzandosi mi chiese se potevo accompagnarla al bagno
- Certamente- risposi
e la guidai verso la mia camera visto che nell’appartamento i due bagni erano direttamente collegati ciascuno a ogni camera da letto.
Entrai aprendo la porta della stanza e feci passare Carmen indicandole la porta del bagno
- Grazie- disse lei
- Puoi pure restare che faccio in un attimo- continuò entrando nel bagno e lasciando semi aperta la porta
Continuando a guardarmi si alzò l’attillato vestito rosso, abbassò il perizoma nero che indossava mostrando una passera perfettamente depilata e si sedette su WC cominciando a pisciare tutto quello che avevamo bevuto a tavola. Ho già avuto modo di raccontare nei precedenti racconti come vedere pisciare le donne mi stuzzichi nel profondo e mi ecciti in maniera imprevedibile. Sentire il flusso iniziale più forte e il seguente gocciolio mi fa andare fuori di testa e mi butterei a pesce a leccare e bere tutto quel nettare …. non so bene perché.
Carmen sembrava saperlo e senza alzarsi dalla tazza con un dito mi faceva cenno di avvicinarmi, cosa che io quasi imbambolato feci. Arrivato davanti a lei sempre guardandomi negli occhi e sorridendomi mi slacciò la cintura, aprendomi i calzoni e afferrandomi con la mano il cazzo che era già scappato fuori dalle mutande e lo ingoiò tutto fino in gola. Nel fare questo con la mano sinistra mi solleticava i testicoli e con il dito medio destro cominciò ad accarezzare lentamente il mio buco del culo quando improvvisamente spinse il dito dentro con un movimento veloce e violento. Così senza neanche un po’ di saliva e pazienza. Mi uscì un gemito di dolore ma intanto con la bocca si muoveva sapientemente avanti e indietro e le sue labbra gonfie (probabilmente in modo artificiale) mi accarezzavano il cazzo in modo sublime. Il suo dito nel culo si muoveva lentamente e quel massaggio prostatico mi stava dando un piacere inaspettato. Le presi la nuca e la spinsi forte verso il mio cazzo fino a farglielo arrivare alle tonsille, tenendola ferma. Era una lotta di potere, con il dito nel culo voleva esercitare il suo su di me e soffocandola con il cazzo io il mio su di lei. Tolse il dito da dentro di me e prima di avere un conato di vomito spinse indietro la testa cercando aria. Era splendida con il viso arrossato ma pieno di lussuria e mi guardava stralunata sorridendo, sino a che si abbassò le spalline dell’abito scoprendo le grosse mammelle rifatte. Prese il mio cazzo e lo mise nel solco tra quei due meloni e cominciò, stringendo le tette con le mani a farmi la più incredibile spagnola della mia vita.
Non ci volle molto e al colmo dell’eccitazione venni a spruzzo sul suo collo e lei subito riprese in bocca il mio cazzo pulendolo e leccandolo per bene.
- Mi hai sporcata tutta, cattivo ragazzo- sussurrò salendo a baciarmi con ancora il sapore del mio seme sulle labbra.
Si pulì con un asciugamano e subito mi spinse indietro sino a farmi sdraiare di schiena sul letto, poi cominciò di nuovo a succhiare e leccare con veemenza il mio membro che chiaramente stava cercando di prendersi una pausa, ma Carmen continuava sino a quasi causarmi dolore. Quel lavoro indefesso di pompaggio a pieni polmoni ebbe però un effetto velocissimo e il mio cazzo da barzotto tornò subito a farsi baldanzoso.
- Vedi che ha ancora voglia? – mi sussurrò Carmen,
Si staccò da me e salì leccandomi il petto spostando il suo pube verso il mio viso sino a sedersi sulla mia bocca. Io cominciai a leccale voluttuosamente la passera, ancora piena del sapore del suo “nettare” ma che già stava bagnandosi in maniera pazzesca. Cominciò a dimenarsi e a strusciarsi sul mio viso e io avrei voluto avere la lingua lunga un metro per infilargliela tutta dentro. Con le mani artigliai quelle chiappe sode e palestrate inchiodandola sulla mia bocca che continuava a leccarla avidamente e a succhiarle il clitoride turgido che svettava sulla sua passera depilata.
Dopo diversi minuti di quel trattamento, la troia cominciò ad ansimare e a sussultare, ma io non lasciai la presa delle sue chiappe tenendola attaccata alla mia bocca che leccava e succhiava con avidità, sino a che urlando venne in un orgasmo potente, squirtandomi sul viso mentre mi teneva ferma la testa con le mani.
Carmen era molto particolare, si rilassò solo pochi attimi, staccando il pube dal mio viso e chinandosi a baciarmi e a pulire avidamente con la lingua tutto il suo orgasmo sul mio viso , il mio cazzo era potentemente eccitato da quella lascivia e lei , continuando a baciarmi lo prese con la mano e se lo infilò in un colpo solo tutto dentro alla figa completamente bagnata e , seduta sul mio pube cominciò a muoversi lentamente strusciandosi sul mio inguine mantenendo il cazzo avvolto dentro di lei.
Questa donna mi stava facendo impazzire , mi prese le mani e se le porto sulle tette sode (sicuramente rifatte….. e chissenefrega), continuando a muoversi senza alzarsi da me ma solo oscillando. Continuava a bagnarsi senza ritegno, guardandomi negli occhi e sgrillettandosi il clitoride con la mano destra, poi si leccò le dita e vidi che passò la mano destra dietro la schiena per bagnarsi il buchetto del culo. Si piegò all’indietro e estrasse il mio cazzo dalla passera per puntarlo allo sfintere perfettamente depilato, spinse delicatamente facendo entrare la cappella e poi riportò le spalle in avanti facendolo entrare tutto nel suo fantastico culetto. Attese qualche istante ansimando con me tutto dentro di lei e poi prese a muoversi su e giù stantuffando il mio arnese dentro di lei.
Non mi ricordo di nessuna donna che per così lungo tempo mi tenesse costantemente eccitato e in tiro, era Carmen che dettava i tempi , ora mentre la inculavo spingendo i miei fianchi verso l’alto lei si massaggiava la figa stando ripiegata all’indietro seduta sopra di me, andammo avanti per qualche minuto sino a che ancora prese ad ansimare e squirtando di nuovo sopra di me bagnandomi il ventre e il petto , anticipò appena il mio grugnito e il mio orgasmo dentro il suo culo.
Senza estrarre il cazzo, si sdraiò su di me baciandomi nuovamente e restammo qualche minuto esausti senza dire una parola.
Io ero onestamente distrutto, avevo perso anche il senso del tempo e solo allora sentii gridolini di piacere dalla stanza a fianco e realizzai che anche Bruno e Susan stavano dedicandosi a piacevoli attività ricreative.
Carmen si alzò dal mio corpo e si stese di fianco a me baciandomi il petto, io ero distrutto e completamente illanguidito, mi girai di lato e lei mi carezzò la schiena per qualche istante e penso di essere entrato in dormiveglia, per la stanchezza della battaglia sessuale appena combattuta e anche per le due bottiglie di vino scolate durante la cena.
Con i sensi ovattati sentii Carmen scendere dal letto e andare in bagno , e poi sprofondai in un sonno leggero.
Nel dormiveglia ristoratore, girato su un fianco sentii delle unghie carezzarmi piacevolmente la schiena seguite da baci leggeri e mi chiedevo se veramente Carmen volesse ricominciare a giocare con me così presto…
Avevo bisogno di un po’ più di tempo, ormai avevo un’età!! Rimasi così in silenzio fingendo di dormire. I baci e i grattini continuarono sino a che con la lingua prese a stuzzicarmi la nuca e il collo … facendomi effetto.
- Fammi riposare ancora un pochino- dissi
- Okay- mi rispose una voce che non mi aspettavo
-Susan!!!- esclamai girandomi di scatto
- Mamma mi ha detto di venire a coccolarti un pochino- rispose con un sorriso conturbante
Era splendidamente nuda nella sua orgogliosa gioventù, completamente diversa dalla madre.
I bei lineamenti del viso incorniciati dal caschetto castano accompagnavano un collo lungo e un seno non esagerato ( massimo una terza) che , sicuramente non rifatto, spingeva sfrontatamente verso l’alto. La pelle leggermente ambrata era morbidissima e, a differenza della madre, non era totalmente depilata ma sfoggiava uno stuzzicante ciuffetto alla “brasiliana”, le gambe e il culetto all’insù, pezzo forte della ragazza, erano notevoli anche senza l’aiuto dei tacchi.
Ero senza parole, ma alla vista di quella giovanile ed esuberante bellezza il mio “amichetto” tra le gambe si risvegliò dal torpore e alzò fieramente la testa di nuovo.
Susan sorrise e si chinò a prendere tra le sue belle labbra il mio membro.
Era più brava della madre, leccava e succhiava con grazia e maestria e io, dopo un iniziale e passiva inerzia le spinsi gambe e fianchi sul mio viso, cominciando a leccare tra le sue gambe quella passera giovane e profumata in un dolcissimo 69.
La giovane reagiva ai miei baci bagnandosi abbondantemente e intanto pompava con dolcezza e vigore la mia asta sino a che la feci alzare da quella posizione sdraiandola sulla schiena e, baciandola le feci assaggiare il suo stesso sapore e godendo del mio, cominciai lentamente a scoparla nella posizione del missionario.
La sua giovane fichetta era morbida e dolce e mi muovevo dentro di lei con tranquilla delicatezza baciandole il viso, lei alzò le gambe incrociandole dietro i miei fianchi e proseguimmo per lunghi minuti.
Sapevo di non avere possibilità di resistere a lungo allora la feci girare mettendola a pecora e , con la splendida vista del suo impareggiabile didietro, cominciai a prenderla da dietro. I colpi risuonavano come schiaffi sulle chiappe e lei cominciò a gemere appoggiando viso e spalle sul letto alzando ancora di più il culetto, a quel punto introdussi il pollice della mano destra nel suo sfintere muovendolo all’unisono con i miei fianchi e lei cominciò a massaggiarsi il clitoride con la mano sempre più velocemente. Il suo ansimare mi fece capire che stava per venire e di colpo la sentii urlare
- Riempimi tutta !!-
Il mio cazzo sembrò aver sentito e esplose clamorosamente dentro di lei, fornendole un creampie memorabile.
Ero veramente esausto e mi sdraiai al suo fianco. Lei era ancora stremata a chiappe all’aria e guardandomi con il viso rivolto verso di me, mi accarezzò dolcemente. E’ l’ultima cosa che ricordo prima di piombare in un sonno profondo.
La mattina seguente ci alzammo tutti poco dopo l’alba, le donne perché dovevano andare a casa a cambiarsi per essere poi al lavoro allo stand alle 9.30, noi perché avevamo l’inaugurazione dell’attività di cui avevamo seguito il cantiere.
- Ho l’impressione che le due signore ci abbiano scelto come finanziatori della loro attività, visto il trattamento da prima classe che ci hanno concesso- dissi a Bruno, mentre facevamo colazione
- Penso anch’io- rispose lui – A me hanno fatto impazzire, non so tu…-
- Da segnare sul calendario. Non so dirti chi sia meglio delle due-
- Tu non hai detto loro che stasera partiamo e non torniamo, vero? – gli chiesi
- Assolutamente no! – continuò Bruno
- Bene, questa mattina cordiali, ma muti come pesci. Mi spiace un po’ ma per quanto clamorosa una scopata così, 30.000 dollari mi paiono un po’troppi…-
- Pienamente d’accordo, Boss! -
Così fu, la sera all’aeroporto entrambi volammo a New York e poi io proseguii per Milano.
Tornai a San Juan solo 18 mesi dopo per una verifica ai lavori compiuti, ma lo stand di Carmen e Susan era stato sostituito con uno che vendeva articoli per animali. Chissà come era andata a finire. Poi pensai che con le qualità che avevano le due signore, sicuramente dei validi “pigmalioni” li avessero trovati!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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