Racconti Erotici > tradimenti > 24. Al mare: Gelato al Pistacchio (9° Parte)
tradimenti

24. Al mare: Gelato al Pistacchio (9° Parte)


di trombamico74
10.04.2021    |    6.136    |    2 9.4
"Valentina sopraffatta dal godimento con la faccia sul materasso sotto di lei sembrava volesse addentarlo e mangiarlo, cercando di impegnarsi per non urlare, ..."
Quella notte tornata nell’intimità della sua stanza, per Erica fu difficilissimo prendere sonno, turbata com’era da mille pensieri e da mille sensazioni.
Rimasta in città con Valentina, da una settimana anelava raggiungere Fabrizio al mare per far l’amore con lui, per cui figuriamoci vedendolo in spiaggia quanta costrizione aveva provato nel trattenersi dal saltargli addosso e dover aspettare altri due giorni e mezzo per potersi ritagliare la giusta intimità.

Arrivato il fatidico giorno, all’idea di poter stare con lui aveva pedalato verso il capanno con le mutandine bagnate dal desiderio, ma giusto il tempo di ritrovare un po’ di intimità e di stare tra le sue braccia ed era saltato fuori Samuele rovinando i loro piani.
E oltre il danno la beffa, per non dispiacere la sua amica si era dovuta intrattenere anche con il disturbatore, quando lei in cuor suo avrebbe voluto solo Fabrizio e le sue attenzioni.
Finito quel pomeriggio, convinta di aver già aspettato abbastanza, pedalando verso casa non vedeva l’ora che arrivasse l’indomani per potersi vedere da sola con i suoi due amori, ma durante la sosta dal gelataio Valentina non pensando a quali conseguenze la sua proposta avrebbe comportato, aveva riproposto di tornare a mangiarlo insieme anche l’indomani, non considerando che implicitamente in questo modo aveva rinvitato Samuele ad essere con loro anche il giorno dopo.

Per l’amore e l’amicizia tra lei e Valentina malgrado lei amasse Fabrizio sopra ogni cosa, aveva accettato di condividerlo, lasciando che così come aveva fatto con lei, fosse lui a traghettarla da bambina a donna, restando per sempre nei loro ricordi futuri il loro primo amore e adesso improvvisamente tutto cambiava di importanza quasi che lei lo volesse sostituire con il primo Samuele sbucato da sotto al pavimento.

Quelle parole le avevano lasciato una profonda tristezza nel cuore, che oltre a non farla dormire l’allontanavano un po' dall’amica; ecco, Samuele ci era riuscito di nuovo, così come le aveva rese nemiche l’estate precedente mettendole l’una contro l’altra, anche adesso appena saltato fuori stava già minando la loro amicizia.
Pertanto, quando di pensiero in pensiero si era fatto quasi giorno, stanca, chiudendo finalmente gli occhi si addormentò con la promessa a sé stessa che quella mattina in spiaggia avrebbe parlato con Valentina a quattr’occhi e messo in chiaro le cose tra loro.

Anche per Valentina fu una notte insonne, rivedere Samuele l’aveva profondamente turbata, lui rappresentava tutto ciò che lei di negativo pensava sugli uomini, bello e sicuro della sua bellezza, sfrontato, maschilista e cosa ancora peggiore era stato colui che approfittando della sua inesperienza di ragazzina, l’aveva derisa con gli altri e fatta sentire insicura e inappropriata, cosa che ancora non aveva superato del tutto e malgrado l’amore di Erica e di Fabrizio sempre pronti a riempirla di coccole e attenzioni, l’avessero un po' rincuorata e gli avessero dato un po' di sicurezza, vederlo l’aveva ancora una volta messa in crisi e fatta sentire fragile.

Al sicuro e protetta dai suoi amori l’aveva affrontato a testa alta, cercando di dimostrargli che non era più la ragazzina fragile che lui ricordava, sicura di ferirlo nell’orgoglio, l’aveva più volte baciato con il sapore del sesso di Fabrizio in bocca e aveva anche fatto in modo che a cose fatte lo vedesse anche direttamente dai suoi occhi, ma lui pieno di sé, non aveva fatto niente per darle soddisfazione e anzi ne sembrava contento e divertito.
Ferita e smarrita voleva trovare un modo per vendicarsi ancora di più di tutto ciò che le aveva fatto, ma senza i suoi amori a proteggerla non ci sarebbe riuscita di sicuro ed ecco perché lo aveva invitato sapendo che non sarebbe stata sola e con lei ci sarebbero stati loro a difenderla; ma adesso ripensandoci non era sicura di aver fatto bene e di sentirsi pronta a riaffrontarlo e questo la spaventava profondamente.

Avrebbe voluto parlarne con Fabrizio ed Erica, chiedendo il loro aiuto e il loro supporto, ma non era sicura che Fabrizio avrebbe capito fino in fondo cosa stava provando, pertanto forse in primis le conveniva parlarne da sola con la sua amica e confidarsi con lei e da lì poi decidere insieme a lei come proseguire e come gestire il tutto.
Era quasi l’alba fuori, gli uccelli già fischiettavano e lei doveva ancora prender sonno, tra poche ore in spiaggia si sarebbe rivista con la sua amica e rassicurata dai suoi occhi dolci e comprensivi, le avrebbe raccontato tutto; finalmente, si sentì sollevata e mettendo la testa sotto al cuscino, come a volersi proteggere dal mondo esterno in un battibaleno si addormentò.

Forse l’aver dormito poco contribuiva a rendere tutto più luminoso e accecante o forse semplicemente il sole di agosto si presentava con tutto il suo vigore, ma quella mattina malgrado gli occhiali da sole scuri e il cappello di lino, Erica e Valentina non riuscirono a mettere il naso fuori dall’ombrellone che per pochi momenti in cui accaldate si andarono a bagnare in acqua, incontrando in quei momenti Fabrizio che al contrario giocando con gli altri ragazzi tra il mare e il bagnasciuga rimase sotto al sole per tutto il tempo.

Erica a distanza guardava Fabrizio intento a giocare con gli altri ragazzi sul bagnasciuga; quanto era bello ai suoi occhi e quanto lo amava vedendolo sorridere e scherzare con gli altri; se da una parte ne era sollevata perché in questa maniera poteva parlare con l’amica, in parte ne rimaneva turbata, visto che quella distanza non era normale e strideva con i comportamenti delle giornate precedenti, in cui erano stati insieme e vicini tutto il tempo.
Non poteva perderlo per un Samuele qualunque e non poteva nemmeno aspettare oltre, doveva affrontare l’amica e capire per quale motivo l’avesse invitato ancora una volta.

(Erica) “Vale dobbiamo parlare, quel Samuele non mi piace, ci ha fatto già litigare una volta e non voglio che accada di nuovo”
(Valentina) “Hai ragione anche a me non piace, ma fammi spiegare, ho bisogno di dirti delle cose”

Le due amiche parlarono e si confidarono come un fiume in piena, senza gli occhiali da sole, si sarebbero visti i loro occhi lucidi e le loro lacrime, ma per fortuna nessuno notò nulla e quando i discorsi si fecero più difficili, staccare per andarsi a rinfrescare le aiutò a evitare di scoppiare in un pianto liberatorio.
Valentina era riuscita ad aprire il cuore ad Erica raccontando tutta la sua rabbia e le sue paure di colpo riaffiorate ed Erica come una sorella maggiore si era prodigata per rassicurarla e per farle sentire il suo profondo amore, promettendole che l’avrebbe aiutata in qualunque cosa sarebbe stata necessaria per vendicare l’amica e farle riacquistare la sicurezza di sé.

Ma Erica appoggiando l’amica nei suoi ragionamenti era anche stata perentoria su Fabrizio e sul rapporto con lui, visto che oltre ad amarle profondamente, si è sempre dimostrato pronto a comprenderle ed appoggiarle in tutto rivelandosi la fonte della loro forza e sicurezza e del loro diventare donne e scoprire il mondo; come una bussola che anche nei momenti di nebbia indica la strada, facendo superare ogni smarrimento momentaneo.
Solo la sua complicità poteva aiutarle nell’impresa che si apprestavano a fare, ma in questo Valentina era un po' reticente, non volendo svelare fino in fondo le sue fragilità per paura di essere giudicata e di non essere apprezzata fino in fondo o di deluderlo in qualche modo mostrandosi fragile e meno sicura di quello che lui pensava, per cui Erica dovette impiegare tutta la sua capacità di persuasione per convincerla che pur non raccontando tutto sarebbe stato meglio parlare con lui.

Fabrizio in realtà, dopo l’incursione del giorno prima di Samuele e l’imminente seconda puntata che ci sarebbe stata nel pomeriggio, avrebbe voluto parlare con loro ed avere qualche loro considerazione su quanto successo e su quanto stava per accadere, ma spaventandosi di ciò che loro gli potessero chiedere, sapendo che qualunque cosa detta poteva essere fraintesa, pensò che almeno che costretto a restare con loro a parlare era meglio evitare ogni situazione che poteva rivelarsi difficile da gestire.

Questa per lo meno era la strategia che era scaturita da una lunga notte insonne, impegnato a ripensare a ciò che aveva combinato Samuele facendosi scoprire a guardare dalla botola ed ai risvolti che la sua bravata successivamente aveva comportato.
Chissà cosa accadrebbe se Samuele raccontasse dei loro pomeriggi; se anche lui difendendosi dicesse che in parte è stato costretto pur di avere a disposizione il capanno, difficilmente verrebbe creduto e ironia della sorte alla fine lui non ha nemmeno ottenuto l’uso esclusivo del capanno, visto che se la prima volta Samuele li ha quasi obbligati della sua presenza, la seconda volta invece è stato invitato dalle ragazze a unirsi a loro.

Chissà loro cosa stavano pensando; avendole più volte notate intente a confabulare sotto l’ombrellone, sicuramente le loro testoline stavano architettando qualcosa seguendo un loro ragionamento, ma non voleva scoprirlo affrontandole lì direttamente, per cui avrebbe aspettato il pomeriggio, per poi comunque approfittare del tragitto in bici insieme a loro verso il capanno, dove impegnato a guardare la strada non dovendo affrontare i loro sguardi indagatori in qualche maniera avrebbe trovato il modo di scoprire i loro pensieri e di sviare le domande più complicate, sicuro che arrivati al capanno, trovandovi Samuele, eventualmente altre curiosità le avrebbero rivolte a lui, che come ha ben dimostrato riesce a cavarsela meglio nel districarsi con le risposte.

Ma dovendo confrontarsi con delle donne nulla va mai come un maschio si aspetta che vada e quindi, mentre le ragazze passarono per darsi l’ennesima rinfrescata, gli chiesero di seguirle perché dovevano parlare con lui di S.
S. sicuramente stava per Samuele e mentre Fabrizio seguendole verso l’ombrellone si gustava lo sculettare dei loro glutei, non poteva far a meno di pensare se fosse il caso di fare testamento.

Ascoltando che alle ragazze Samuele non piaceva molto, ma che per come si era comportato in passato schernendole perché troppo bambine e facendole litigare tra loro, adesso volevano vendicarsi di lui, Fabrizio comprendendo che lui era ancora il loro amore e non le stava perdendo, si sentì lusingato e tranquillizzato, pertanto poco importava se Samuele sarebbe stato ancora nei loro giochi per qualche giorno, a lui non importava e anzi avrebbe fatto tutto ciò che loro gli avrebbero chiesto.

Del resto, possedere Samuele non era stato per nulla male e se anche nei loro piani di vendetta che in qualche aspetto erano ancora in divenire, gli avessero proposto di farlo, per lui non sarebbe stato un problema e oltre a lavare l’onta del tradimento precedente, sicuramente si sarebbe anche divertito e al contempo probabilmente si sarebbe divertito anche Samuele, tutto aveva una logica e Fabrizio era sempre più sodisfatto della piega inaspettata che stavano prendendo gli eventi, ma a quel punto volendo strafare (visto che Samuele per come si era comportato una lezione la meritava realmente), quale miglior occasione che iniziare dandogli buca per il pomeriggio, lasciandolo da solo nel capanno ad attendere.

Lo sguardo delle ragazze si accese improvvisamente e Fabrizio non aveva ancora finito di parlare proponendo di dargli buca, che loro tolti gli occhiali strafelici per quella proposta, con gli occhi lo stavano spogliando di quel poco che indossava, trattenendosi a forza dal saltargli addosso lì davanti a tutti.
Ma volendo essere perfidi fino in fondo ed avendo proposto il gelato, concordarono che al medesimo orario sarebbero andati comunque a prendere il gelato al baracchino di ieri, in maniera che l’indomani potessero dire che era stato lui a fraintendere e che l’invito era solo per il gelato a cui loro avevano mantenuto fede.

Felici di quanto deciso, volendo festeggiare, la voglia di fare l’amore li attanagliava in maniera convulsa e mentre sentivano i loro sessi pulsare e Fabrizio sentiva i testicoli friggere dal desiderio non andando al capanno occorreva trovare un posto che pur meno sicuro, gli permettesse di stare insieme.

Ma dove poter andare senza rischiare di essere visti da qualcuno?

Valentina, che in quel momento appoggiata dai suoi amori si sentiva sadica fino in fondo, ritornando con la mente all’anno prima, ripensò alla barca dove si era intrattenuta con Samuele e di colpo l’illuminazione, quale miglior posto che quella barca ormeggiata a far mostra di sé e della loro ricchezza e per i vari impegni politici del padre ormeggiata e mai usata?

Lui lì l’aveva rifiutata e lei lì avrebbe fatto l’amore con Fabrizio ed Erica a sua insaputa.
Era deciso, il pomeriggio bici alla mano si sarebbero visti al solito posto e poi da lì invece che andare al capanno sarebbero andati al porto turistico.

Arrivati al porto per non destare nessun sospetto lasciarono le bici a distanza, in maniera che nessuno vedendo le bici potesse ricondurre una loro presenza dentro la barca e poi si incamminarono a piedi come i tanti turisti che passeggiando sul lungomare osservando le barche fantasticano sui loro lussi e sulla vita piena di agi dei proprietari; raggiunta la barca che Valentina ricordava bene perché aveva il suo nome, dato che era lo stesso di quello della mamma di Samuele, decisero di mandare Fabrizio in avanscoperta, ma quest’ultimo con il suo fare improvvisamente da spaccone, salendo sulla passerella invitò le ragazze a seguirlo, come se in quella barca ci fosse stato tante e tante volte.

Con fare da marinaio aiutate le ragazze a salire sul pozzetto, Fabrizio si diresse verso il boccaporto, che forzando con il coltellino del portachiavi facilmente si aprì, visto che non era una vera e propria serratura, ma una semplice fessura in plastica con una linguetta di metallo atta a tenere la porta chiusa durante i colpi di vento ed entrando agevolmente si trovarono nella stanza che faceva da soggiorno e cucina dalla quale, dopo aver richiuso la porta alle loro spalle perché da fuori non si notasse nulla, attraversandola in tutta la lunghezza si trovarono nella cabina principale, che dalla forma a trapezio lasciava intuire che corrispondesse con la prua della barca.

Arrivati fin lì, almeno di non urlare e farsi sentire da fuori, la loro presenza sarebbe sicuramente passata inosservata e mentre le ragazze contente si sdraiavano sul grande lettone matrimoniale, liberandosi dai vestiti, felici indirizzarono le loro attenzioni al loro marinaretto che ben era riuscito a districarsi con fare da lupo di mare.

(Erica) “Sei sempre una sorpresa” “Vale visto che bel marinaio esperto che abbiamo tutto per noi”
(Valentina) “Si ma adesso è il momento di mostrare il pennone e cazzare la randa”

Risero con tutta la leggerezza del momento e mentre Erica lo aiutava a liberarsi della maglia, Valentina abbassandogli i pantaloni si era già impossessata del suo bastone di carne, portandolo alla bocca, evidenziando con quanta voglia e desiderio avesse atteso quel momento e desiderasse farlo godere.
Anche Erica non era da meno e dopo aver gustato in un lungo bacio il sapore della sua saliva, tenendo stretta tra le mani con le dita tra i capelli la sua testa, aveva portato la bocca di Fabrizio sul suo seno affinché le sue labbra e la sua lingua potessero liberamente giocare con i suoi capezzoli.

Fabrizio al centro delle loro attenzioni era in estasi; senza le incursioni mattutine della mamma con la zia e saltando il riposino degli zii per vedersi con le ragazze, non ci sarebbe voluto molto per esplodere tutto il suo piacere, ma le ragazze di questo non sembravano turbate e anzi sembravano che reclamassero il suo nettare il prima possibile.
Fu Erica sdraiandosi e tirandolo con le braccia a reclamarlo per prima dentro di lei, mentre Valentina dopo averlo fatto crescere ampiamente con la sua bocca, adesso portando la sua ostrica sulla faccia dell’amica reclamava la sua dose di ringraziamenti per quel palo che cresciuto e duro grazie a lei, adesso dispensava il suo piacere in ogni centimetro della mucosa umida e calda della sua amica.

L’orgasmo arrivò impetuoso e con esso tutta la crema calda che sembrava non avere fine, mentre Erica, a ogni spruzzo, godendo e spremendosi rispondeva con altrettanto succo, affinché si mescolassero nella giusta quantità che poi avrebbero regalato alla bocca di Valentina, che sdraiata su di lei attendeva il palo sgonfio di Fabrizio per pulirlo e poi passare a ciò che l’ostrica dell’amica custodiva per lei.

Ma Fabrizio non era dello stesso avviso e sdraiatosi con la faccia tra le gambe di Erica, divise con lei quel caldo nettare raccogliendolo man mano che colava fuori con la lingua per poi portarlo alla bocca e alla lingua di Valentina, mentre Erica continuando a gemere smorzava il suo piacere con la lingua dentro l’ostrica dell’amica che se ne stava ancora sdraiata sopra di lei.

Ma lì sotto di lei, non riusciva a sodisfarla del tutto, per cui quando Fabrizio smise di recuperare tutta la crema della sua ostrica gli chiese di fare il giro e raggiungerla e di dedicarsi alla rosellina dell’amica, che per tutta la settimana passata era quella che aveva avuto meno attenzioni e così in un incastro di lingue e di dita, Valentina si ritrovò ad essere leccata ed esplorata in ogni dove, gemendo per ogni brivido che sentiva correre per tutto il corpo.

Recuperate le forze e il vigore, dopo le amorevoli cure di Erica era il turno dell’ostrica di Valentina a desiderare che il membro di Fabrizio le facesse dono di una sua visita, ma Erica che aveva altro per la testa gli accordò di poter entrare nella rosellina, mentre lei scivolando da sotto l’amica si diresse verso il suo zaino come se improvvisamente volesse cercare qualcosa.
E fu scorgendo il rosa pallido di un dildo che faceva capolino dallo zaino che Fabrizio finalmente comprese il significato dello sguardo di intesa del giorno precedente tra lui ed Erica prima che venissero interrotti e cambiassero i piani; e così mentre lui in piedi sul letto entrava e usciva dalla rosellina ormai aperta, Erica si dedicò a riempire l’ostrica dell’amica con quell’affare di gomma rosata in un dentro fuori che si alternava con i movimenti di Fabrizio.

Valentina sopraffatta dal godimento con la faccia sul materasso sotto di lei sembrava volesse addentarlo e mangiarlo, cercando di impegnarsi per non urlare, ma i suoi gemiti, comunque, pur smorzati incitavano i suoi amori a continuare, fino a quando vedendo il membro di Fabrizio pulsare a indicare che era prossimo a venire ancora, Erica facendo entrare il dildo tutto dentro, si fiondò sul clitoride succhiandolo avidamente, ricevendo in regalo ad ogni scatto scomposto delle gambe di Valentina, una serie di schizzi di godimento sulla faccia.

Valentina senza più forze scivolò in avanti sulle ginocchia, sfilandosi da Fabrizio ma rimanendo con il dildo ancora dentro e mentre Erica con la faccia ancora bagnata dello squirtare dell’amica ripuliva il membro di Fabrizio, una chiazza sul materasso sempre più grande testimoniava che Valentina non aveva ancora finito e stava venendo ancora.
Ripulito il membro di Fabrizio toccò poi a quest’ultimo ricambiare leccando gli umori sulla faccia di Erica, per poi entrambi potersi dedicare a colei che masturbandosi con il dildo ancora tutto dentro, stava continuando a godere e mentre Fabrizio con la lingua finì di spalmare sulle pieghe della rosellina semi aperta la crema che man mano veniva fuori, Erica sfilando lentamente il dildo, mentre con la lingua raccoglieva il succo che portava con sé, aiutò l’amica a calmarsi e tornare in sé.

Sfinita ammise di non aver mai goduto così tanto e ringraziando l’amica per aver portato con sé “l’amichetto” (come lo avevano battezzato), pur rischiando che la mamma frugando nella sua valigia potesse scoprirla, lasciò che fosse Erica a raccontare a Fabrizio del nuovo arrivato, mentre lei cullata dal raccontare si addormentò.

In realtà non c’era molto da dire, dopo che lui era andato via a entrambe mancava troppo e per non impazzire durante la sua assenza, spacciandosi per sedicenni erano andate in un sexy shop alla ricerca di qualcosa che somigliasse al suo membro e trovandolo lo avevano comprato e usato nei giorni seguenti aspettando il momento in cui potevano sostituire la copia con l’originale.
In realtà non era previsto che l’amichetto venisse in vacanza con loro, ma volendo provare come fosse avere dentro un doppio “Fabrizio” Erica all’ultimo minuto aveva deciso di prenderlo con sé e adesso vedendo come aveva reagito la sua amica era ben contenta di averlo fatto.

Sentire quella spiegazione lo aveva eccitato nuovamente, al punto che tornato in tiro, preso il dildo tra le mani lo mise vicino al suo per confrontarlo e con suo stupore si rese conto che erano quasi identici, come se fosse stato fatto con un calco del suo.
Ma a quel punto entrambi eccitati, pur non volendo svegliare Valentina si desideravano troppo per starsene buoni e tranquilli, per cui dopo aver rimesso l’amichetto nello zaino, Fabrizio scivolò dentro di lei, amandosi dolcemente, quasi stando fermi, ascoltando i loro sessi succhiarsi come a volersi plasmare per fondersi ognuno nel corrispettivo dell’altro.

L’orgasmo non fu impetuoso, ma fu lunghissimo e intensissimo, vennero insieme alternandosi; a uno primo schizzo di Fabrizio rispondeva un fiotto caldo di Erica e poi di nuovo lui e poi di nuovo lei, come se fossero tante onde lunghe e regolari che bagnano sempre la stessa parte di spiaggia.
Rimasero abbracciati l’uno dentro l’altra baciandosi dolcemente e quando finalmente si staccarono entrambi erano puliti e da dentro non usci nulla, come se magicamente i loro sessi avessero riassorbito ogni goccia del loro piacere.

Era ora di andare, si stava facendo tardi, svegliata Valentina si rivestirono e si ricomposero usando il bagno della barca, per poi uscendo, potersi confondere tra i turisti intenti a passeggiare e tornare alle bici.
Arrivati alla gelateria non c’era nessuno, ma come previsto si sedettero come se nulla fosse e ordinarono, quando ad un tratto in lontananza videro Samuele in bici che ritornava dal capanno; arrivato lo accolsero come se nulla fosse, facendogli notare che era in ritardo e che visto che non arrivava avevano già ordinato e infatti proprio in quel momento arrivò la ragazza della gelateria con il vassoio dei gelati, che dopo averli distribuiti guardò il nuovo arrivato con fare interrogativo per chiedergli lui cosa volesse ordinare.

“Una coppetta con tre palline di pistacchio”

Aveva capito male, non era previsto che andassero al capanno dovevano vedersi in spiaggia e poi venire insieme per il gelato, ma c’erano stati dei contrattempi e non tornando in spiaggia nel pomeriggio erano usciti tardi; se lui la mattina come loro, fosse stato al mare lo avrebbe saputo, ma siccome lui non c’era per non tirargli il bidone, avevano mantenuto comunque l’impegno del gelato.

Samuele ascoltava meditando e mangiando il gelato; rimuginando in silenzio probabilmente un pensiero nella sua mente stava per prendere forma.
Non disse nulla a riguardo, ma in uno sguardo fugace i tre ebbero la sensazione che dopo quelle spiegazioni dall’indomani mattina probabilmente l’avrebbero visto in spiaggia.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per 24. Al mare: Gelato al Pistacchio (9° Parte):

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni