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Prime Esperienze

11. Valentina (1° Parte)


di trombamico74
23.09.2020    |    14.928    |    3 9.6
"” “Tra nudisti si gioca alla pari, per cui se non vuoi essere scortese, sarà il caso che anche tu ti liberi di ciò che ti è rimasto..."
Già da quella prima doccia insieme, il rapporto tra Valentina ed Erica era molto intimo e profondo, ma da quando poi Erica aveva iniziato a frequentare Fabrizio, gli incontri tra le due amiche si erano fatti più intensi e appassionati, conditi da un sentimento che Valentina avvertiva crescere dentro di lei sempre di più.
Sin dal primo incontro con Fabrizio, tornata a casa Erica l’aveva cercata chiedendole di precipitarsi da lei e appena arrivata accolta tra le sue braccia, aveva voluto fare l’amore in modo intimo e dolce e con ancora l’odore di Fabrizio addosso, si era donata a lei, perché la ripulisse di ogni traccia di maschio sulla sua pelle e sulla sua intimità.

Curiosa mentre erano ancora abbracciate, Valentina le aveva chiesto come era stato stare con lui, stare con un ragazzo e lei guardandola con gli occhi tristi le aveva detto una frase che non aveva più rimosso e che spesso riecheggiava nella sua mente:

“I maschi ti fanno godere, ma prendono più di quello che danno.”

Povera Erica, per non venir meno a un patto sciagurato tra di loro, si era sacrificata e adesso si sentiva sporca e depredata, perché forzata in qualcosa che forse non avrebbe fatto o quantomeno non subito, non così.

Più volte mentre facevano l’amore Valentina voleva dire all’amica che se si voleva fermare negli intenti con Fabrizio per lei non era un problema, ma la paura di deludere Erica dopo tutto quello che aveva fatto era troppo forte, per cui alla fine rimaneva in silenzio, cercando di regalarle le carezze più dolci che riusciva a donarle.

Non si sentiva lesbica e sicuramente prima o poi avrebbe avuto un uomo, ma in quel momento, in quel periodo della sua adolescenza sentiva di Amare la sua amica di un sentimento forte e intenso che andava oltre l’amicizia e cresceva sempre di più.
Da quando Erica si vedeva con Fabrizio, nei loro momenti di passioni erano semplicemente loro stesse, non impersonavano più nessuno e anche la spazzola aveva smesso di partecipare alle loro pulsioni amorose.

Da quando poi, Fabrizio ogni pomeriggio assaltava la rosellina di Erica, toccava a lei ogni mattina correre in soccorso dell’amica e lenire ogni graffio e ogni traccia di sofferenza, con lunghe leccate della rosellina ancora aperta, lasciando che la saliva come un unguento miracoloso, curasse ogni fastidio.
Certo la patatina di Erica poi sapeva ricompensarla a dovere, con lunghe venute sulla sua bocca, lasciandole bere tutto il succo fino a dissetarla amorevolmente e in tutto questo Erica con la faccia affondata sul suo sesso, la leccava fino allo sfinimento, prosciugandola di ogni goccia dei suoi umori.

Ufficialmente si vedevano tutte le mattine per poter prendere il sole in terrazza; la casa di Erica, un attico che sovrastava i palazzi circostanti, gli dava modo di prendere il sole integrale senza correre il rischio di essere viste da qualcuno, ma sdraiate sul lettino a fare l’amore l’abbronzatura finiva per essere messa in secondo piano, anche se i loro corpi abbronzati dimostravano esattamente il contrario.

Quando Erica le raccontava di come Fabrizio la prendeva e la penetrava, malgrado si eccitasse terribilmente, una parte di lei si sentiva gelosa, ma non era possessività quello che provava, ma voglia di essere lì con loro e poter osservare la sua amica godere degli assalti sul suo culetto, vederla intenta a succhiare con il cazzo completamente in bocca.
Nelle sue fantasie e nei suoi sogni poi, mentre Fabrizio possedeva Erica inculandola da dietro, lei sotto la sua amica in bellissimo sessantanove con il sesso dell’amica grondante nella sua bocca la leccava fino a farla godere, altre volte invece, in piedi completamente nuda, mostrando da sotto a gambe aperte, la figa e il sedere perché lui guardandola si eccitasse sempre di più tenendola dalle braccia sorreggeva Erica, che in bilico sui tacchi si lasciava cadere sul cazzo di Fabrizio steso sotto di lei affinché con il suo palo eretto le profanasse il sedere fino allo stomaco.

Quando le capitava di fare quei sogni si svegliava con la figa grondante di umori, che di lì a poco correndo da lei, avrebbe regalato alla bocca di Erica.
Nelle sue fantasie, malgrado lei e Fabrizio fossero gli artefici del godimento di Erica, però tra di loro non avevano nessun rapporto, nessun contatto, al punto che Valentina pensò che questo potesse essere un presagio ad indicare che quando finalmente Erica non fosse stata più vergine, a lei non sarebbe toccata la stessa sorte, perché magari l’amica avrebbe voluto tenerla tutta per sé e non dividerla con nessuno, men che meno con un ragazzo.
Valentina più volte voleva parlare con Erica dei suoi pensieri, che ogni giorno si facevano sempre più forti, ma malgrado i suoi proponimenti non vi riusciva, perché in quell’equilibrio perfetto che si era creato, qualunque frase sbagliata poteva far crollare tutto come un castello di carte.

Una mattina come spesso accadeva, mentre Erica se ne stava a carponi e gambe divaricate, Valentina con la faccia sul suo sesso la stava leccando scivolando dalla rosellina all’ostrica aiutandosi con le dita che le masturbavano il clitoride, ma ad un tratto però, improvvisamente quella mattina, quel momento romantico assunse un retrogusto amaro.

Valentina si accorse, che qualcosa dal giorno prima era cambiato, sicuramente eccitata, con sua sorpresa vide che Erica era completamente aperta e dilatata.
Che nella rosellina potessero entrare comodamente tre dita, per Valentina non era un mistero, ma che anche il suo scrigno non mostrasse più nessuna traccia di imene e fosse ampiamente aperto e beante ad attendere la sua dote di dita per lei fu una sorpresa inaspettata, ancor di più perché la sua amica di quel momento importante della sua vita non ne aveva fatto nessuna menzione.

Un po' rimase interdetta per quel segreto celato e presa dalla curiosità e dall’impeto avrebbe voluto chiedergli e farle mille domande, ma mordendosi la lingua pensò che se Erica ha tenuto per sé quello che era accaduto sicuramente aveva i suoi buoni motivi che lei avrebbe rispettato.

Con il passare dei giorni man mano che Erica manteneva il segreto, Valentina si convinse che il motivo di quel riservo era per evitare di obbligarla a mantenere il patto e dover giacere con Fabrizio.
La sua amica, il suo Amore la voleva tutta per sé e chissà quanto le costasse non dire nulla per non costringerla; quale miglior dimostrazione d’amore di quello che aveva sotto i suoi occhi, il sol pensiero la fece innamorare ancora di più e più l’amava e più riversava su di lei tutto il suo godimento.

Tutto era perfetto fino a quel tardo pomeriggio, fino a quando lo squillo del telefono che corse a vedere, le mostrò le foto del letto di Erica imbrattato di sangue; il messaggio a seguire, “Adesso tocca a te”, fu poi una coltellata al cuore.
Ogni suo progetto e speranza andarono in frantumi, come era possibile che Erica il suo amore le chiedesse questo?

Per giorni aveva sperato che il patto fosse segretamente sciolto e adesso invece doveva scontrarsi con la realtà.
Quella notte pensando e ripensando non riuscì a dormire, cercava una soluzione che non trovò e quindi, il giorno dopo sarebbe dovuta andare da Erica e lì avrebbe dovuto ingoiare il boccone amaro che la sua amica le stava preparando senza poter mostrare i suoi sentimenti e il suo sconforto.

La mattina, arrivando a casa di Erica, l’amica tutta fiera aprendo le gambe le mostrò la figa aperta priva di ogni ostruzione, lei vedendola sapeva che era identica ai giorni precedenti, ma si mostrò sorpresa e sentendo l’eccitazione montarle dentro perché comunque erano insieme, la penetrò per la prima volta con le dita nella figa, mentre prese a leccarle il clitoride.
Prima due, poi tre, entravano ed uscivano senza nessuna difficoltà, mentre Erica contorcendosi continuava a bagnarsi e godere.
Risentimento, passione, amore, vari sentimenti si mescolavano in quel momento dentro il cuore di Valentina, che in risposta chiudendo gli occhi decise di lasciarsi andare e fare l’amore con Erica come se fosse l’ultima volta, donandosi con tutta sé stessa.

Godettero più e più volte, fin quando non si avvicinò l’ora di pranzo e dovettero ricomporsi perché di lì a poco sarebbero rincasati i genitori di Erica che come al solito presi sempre dai loro mille impegni lavorativi si sarebbero trattenuti per il tempo necessario di mangiare insieme.

Nel pomeriggio Fabrizio le avrebbe raggiunte pensando di stare solo con Erica e invece avrebbe trovato lì anche Valentina.
Erica aveva pensato a tutto e lei aveva accettato senza obbiettare, ma man mano che l’amica parlava, dentro di lei montava un senso di ribellione che forse non sarebbe riuscita a domare del tutto.

Per testare le pulsioni di Fabrizio si sarebbero fatte trovare in costume intende a prendere il sole e scrutando le occhiate di Fabrizio e la sua probabile eccitazione avrebbero deciso come comportarsi e come aggiustare in corso d’opera i loro piani.
Valentina infine, chiedendogli un passaggio, doveva farsi accompagnare da Fabrizio e in quel frangente, provare a sedurlo per ottenere di vedersi di nascosto dall’amica. In realtà, questa parte del piano a Valentina non interessava molto, anche se ad Erica non poteva confessarlo, ma non disse nulla sperando che qualcosa potesse andare storto, annullando la parte finale del piano.

Arrivò il pomeriggio e Fabrizio che già si pregustava una lunga cavalcata, trovando le due amiche in costume intende a prendere il sole, per un attimo rimase spiazzato e confuso, mostrando un’espressione interrogativa che spinse Erica a dare spiegazioni.

“Pensavamo di prendere il sole e ci siamo addormentate, il tempo è volato, fortuna che non ci siamo scottate”
“Visto che sei qui, spogliati e prendi il sole con noi, spero non ti imbarazzerai se c’è anche Valentina”

Erica parlando con Fabrizio, con le sue occhiate maliziose, lo provocò e lui in tutta risposta iniziò a spogliarsi restando in mutande, mostrando agli occhi di lei un certo turgore, segno che quella situazione lo aveva eccitato.

Valentina in tutto questo era rimasta sdraiata a prendere il sole di spalle, mostrando la sua pelle abbronzata e il costume che si perdeva nella fessura delle sue natiche, mentre cercava una via di uscita per quello che senza nessuna voglia avrebbe dovuto fare.
Fabrizio, che era già arrivato con il cazzo quasi in erezione, nel ritrovarsi lì a guardare le tette di Erica e il sedere di Valentina, non poté far nulla per attenuare il bozzo imperioso ed evidente delle sue mutande, fortuna che in quel momento visto che Valentina era di schiena, a notarlo compiaciuti erano solo gli occhi vogliosi di Erica.

Avrebbe voluto sdraiarsi sul lettino e mettersi a pancia sotto, nel tentativo di nascondere l’erezione e togliersi d’imbarazzo, quando Erica porgendogli la crema solare lo invitò a adoperarsi per prevenire ogni scottatura.
Diligente aspettò che Erica si mettesse a pancia sotto e iniziò a spalmarle la crema, lungo la schiena, per poi arrivare alle natiche e alle cosce.

Valentina in tutto questo, che fino a quel momento sembrava disinteressata, guardando Fabrizio che pensando di non essere visto, con la scusa della crema solare giocava facendo dentro e fuori con le dita dalla rosellina e dalla figa di Erica avvampò di rabbia e di gelosia.
Come poteva la sua amica dopo che fino a qualche istante prima avevano fatto l’amore, lasciarsi toccare così davanti a lei, come qualsiasi troietta affamata di cazzo?
E come poteva lui, fare il fidanzatino premuroso, se cinque minuti prima guardandole il sedere l’aveva spogliata con gli occhi di quel poco che aveva addosso?

Se entrambi si prendevano gioco di lei e del suo essere ancora vergine, trattandola da povera ingenua, era il momento di mostrare a costo di esagerare, che anche lei poteva essere all’altezza dei loro giochi, per cui decise di rilanciare.

“Anche io ho paura di scottarmi. Erica, verresti a mettermi un po' di crema solare?”

Erica avrebbe voluto mandare Fabrizio, ma cogliendo qualcosa di strano nella voce di Valentina decise di alzarsi e andare lei direttamente, mentre Fabrizio a quel punto rassegnato che il giochino della crema era finito si sdraiò a prendere il sole.

(Erica) “Eccomi qui, sono tutta tua”
(Valentina) “Grazie tesoro, il sole picchia e ho la pelle delicata”

E nel ringraziare l’amica Valentina con gli occhi di sfida si tolse la parte di sopra del costume e si girò a pancia in su, mostrando ad Erica le tettine eccitate che chiedevano di essere massaggiate.

Erica esitò un attimo, ma dopo qualche secondo decise di stare al gioco e versando un po' di crema iniziò a massaggiare la pancia di Valentina per poi piano piano risalire verso le tettine che come due piramidi svettavano verso il sole.
Erica inizialmente si sentiva imbarazzata nell’accarezzare il seno turgido della sua amica sotto gli occhi curiosi di Fabrizio, ma dopo un po' vedendo Valentina che si mordeva le labbra, presa da quello che stava facendo smise di pensare a lui, continuando ad aggiungere crema ed a spalmare, fin tanto che guardando verso l’unico pezzo di costume rimasto indosso a Valentina notò un cerchio bagnato che spandendosi si allungava in un ovale verticale.

A quella vista anche il suo costume iniziò a bagnarsi allo stesso modo; di colpo, al centro degli sguardi di entrambi, che come due mitragliatrici la puntavano seguendo ogni suo movimento, un senso di eccitazione e di disagio crebbe dentro di lei.
Avrebbe voluto far qualcosa per togliersi da quella situazione, ma come bloccata, continuando a spalmare la crema sulle gambe di Valentina, con gli occhi fissi sulla macchia di bagnato che crescendo diventava sempre più scura, non riusciva a pensare a nulla.
Ancora una volta quel pomeriggio Valentina la spiazzò:

“Tesoro con quelle mani sei troppo brava”
“Se non voglio avere i segni del sole, sarà meglio che mi tolgo anche l’altro pezzo di costume, così puoi completare ciò che stai facendo”

E in un sol colpo Valentina si liberò della stoffa umida, mostrando a Erica la visione della sua conchiglia bagnata, che chiedeva solo di essere leccata ancora una volta, come aveva fatto fin qualche ora prima.
Erica sempre più nel pallone, abbozzò un ultimo massaggio nella zona adesso improvvisamente esposta e dopo aver terminato, tornando verso il suo lettino per non essere da meno dell’amica, si liberò anche lei del costume, sotto gli occhi compiaciuti di Valentina e Fabrizio.

“Fabri, di solito noi prendiamo il sole nude, con te abbiamo provato a fare le pudiche, ma la voglia di essere libere ha preso il sopravvento.”
“Tra nudisti si gioca alla pari, per cui se non vuoi essere scortese, sarà il caso che anche tu ti liberi di ciò che ti è rimasto.”

Fabrizio che dopo il massaggio iniziale e aver visto i loro due corpi completamente nudi, sentiva crescere dentro di sé l’eccitazione, imbarazzato avrebbe voluto trovare una scappatoia, ma la frase di Erica lo costrinse a togliere le mutande e mostrarsi con il suo cazzo in erezione.
Valentina, guardando per la prima volta a distanza di circa un metro un ragazzo completamente nudo e per dipiù con una vistosa erezione, avrebbe voluto avvicinarsi e toccarlo, accarezzarlo per poi arrivare prenderlo in mano e capire che sensazioni le avrebbe suscitato, ma troppo pudica per fare una prima mossa, decise di limitarsi a guardare cosa avrebbe fatto la sua amica.

“Erica, così però senza protezione, se Fabrizio si scotta darà la colpa a noi e alla nostra voglia di naturismo”
“Sarà il caso che metti un po' di crema anche a lui”

Fabrizio che nel frattempo si era sdraiato a pancia sotto per nascondere la sua vistosa erezione, sentendo quella frase alzò la testa incuriosito verso Erica per capire se avesse accettato il suggerimento dell’amica.
A Erica brillavano gli occhi e già in piedi, con il flacone di crema in mano, pregustava il momento in cui poter mettere le mani su quelle chiappette sode e massaggiarle.
Sembrava che tutto fosse stato già stato deciso, quando una sua frase di colpo rimescolò le carte.

“Valentina, sia io che Fabrizio è già un po' che ci dedichiamo a spalmare, mentre tu sei lì sdraiata a oziare e comandare, per cui alza il tuo culetto e vienimi ad aiutare”

Fabrizio sentendo strabuzzò gli occhi e quando dopo qualche secondo sentì il contatto di quattro mani sulle sue spalle, pensò che forse stesse sognando, ma se così fosse era un sogno che voleva fare il più lungo possibile.
Il massaggio sulla schiena andò avanti per un po' e quando dopo il primo momento iniziale le stesse iniziarono a muoversi con movimenti sincronizzati, non potendo vedere fece fatica a distinguere chi delle due lo stava toccando e dove, per cui quando le mani arrivando sul suo sedere ogni tanto addentrandosi nella sua fessura giocavano con il suo buchino o con i suoi testicoli, li lasciò fare in silenzio, pensando che una volta fosse l’una e una volta fosse l’altra.

In tutto questo via vai di mani, la sua erezione non accennava a diminuire e anzi una sensazione di umido all’altezza dell’ombelico lasciava presupporre che il suo pene preso da tante attenzioni si fosse anche commosso ed emozionato.
L’eventuale macchia sul telo sicuramente lo avrebbe tradito, ma in quel momento Fabrizio era troppo preso da quell’andirivieni di mani per pensare e preoccuparsi di tutto ciò.
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