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Prime Esperienze

19. Al mare: Samuele (4° Parte)


di trombamico74
24.12.2020    |    14.056    |    3 9.0
"Samuele, spaventato, imbarazzato e allo stesso eccitato, si lasciò guidare senza dire nulla, fino al sedere del tipo sdraiato, dove sempre tenendo con la..."
Ma facciamo un passo indietro per descrivere meglio chi è Samuele e come mai si trova lì in quello che fu il capanno del nonno di Fabrizio, dove quest'ultimo, trascorse tutto il periodo estivo della sua fanciullezza.

Samuele è un ragazzino viziato di una famiglia medio borghese, vissuto tra gli agi e i lussi, dato che il padre, in politica da molti anni, nel tempo ha ben saputo coltivare le sue conoscenze e le sue influenze per far in modo che la sua famiglia potesse condurre una vita di benessere senza privazioni.
Sin da ragazzino frequentando la scuola più in vista della città, girando con l’autista del padre che in auto blu lo accompagnava e lo prendeva da scuola, si è sempre fatto notare da tutti gli altri ragazzi del posto, che un po' invidiavano il suo stile di vita e il possedere qualunque cosa fosse di moda prima di tutti gli altri.

Crescendo poi, frequentando nuoto, calcio, tennis e la palestra con un personal trainer che ne seguiva gli esercizi ha avuto modo di scolpire il fisico definendo i muscoli ma senza voler sembrare uno di quei palestrati gonfiati da pasticche e anabolizzanti fissati con l’alimentazione e le proteine.
Il capello biondo mosso con il ciuffo un po' ribelle e due occhi azzurri che si incastrano su un viso dal mento scolpito e dai denti bianchissimi che fanno sembrare le labbra ancora più carnose, se ce ne fosse bisogno, contribuiscono a completare il pacchetto che tra le ragazzine lo fa essere tra i più desiderati, dato che oltre ad essere un bel ragazzo è anche un buon partito.

Ormai sedicenne, più di qualcuna ha usato il sesso per riuscire a conquistarlo, ma lui single impenitente, pur non disdegnando le loro attenzioni non riserva a nessuna l’esclusiva, passando da una frequentazione alla successiva.
Durante l’estate poi alle frequentazioni solite si aggiunge qualche ragazzina in vacanza che ben gradisce la sua compagnia piuttosto che quella del solito bagnino belloccio, aumentando tra i maschietti della sua cerchia di amicizie l’invidia per il suo saperci fare, dato che ogni volta lo vedono sempre con una ragazza diversa.
Ma oltre quello che è sotto gli occhi di tutti vi è una parte più privata e nascosta di Samuele che pochissime persone conoscono e che Samuele fa di tutto perché non si sappia in giro, dato che come un castello di carte che crolla con un soffio di vento, se qualcuno ne parlasse in giro, finirebbe per distruggere l’immagine di sé che con fatica è riuscito a ritagliarsi in quella cittadina di poche anime.

Tutto è iniziato un paio di anni fa, quando frequentando la palestra, pian piano mentre sudava facendo gli esercizi che gli ordinava il suo preparatore, si è reso conto che spesso più che guardare i sederi e i seni delle ragazze, il suo sguardo cadeva sui tipi palestrati intenti a contrarre i loro muscoli alzando i pesi fino allo stremo delle loro forze.
Dapprima, turbato dalle sue pulsioni verso il genere maschile, aveva cercato di dissimulare a se stesso che tutto ciò avesse un significato reale, distraendosi con la lingua e le mani sul corpo di qualche fanciulla che si rendeva disponibile, poi a quei primi approcci aveva aggiunto pompini e cunnilingus ed infine era arrivato ai rapporti completi con ragazze via via diverse cercando senza successo quella che potesse cancellare del tutto la sua curiosità e l’eccitazione verso il genere maschile.

Ma non era tutto il genere maschile ad interessarlo, anzi la maggior parte dei maschi gli erano del tutto indifferenti e questo per certi versi lo tranquillizzava sul non essere gay come quelli che vedeva in tv dalle movenze effeminate e che da ragazzino con i suoi amici bullizzavano deridendoli quando li incontravano per strada.
Solo un tipo di uomini lo attraevano in realtà e malgrado i suoi sforzi, non riusciva a comprendere il perché avessero su di lui quel fascino proibito che lo destabilizzavano facendogli perdere la ragione al punto di desiderare che approfittassero di lui.

Il suo tipo, quelli possenti e muscolosi con braccia e gambe forti, che mai e poi mai vorresti incontrare in una scazzottata come avversari, quelli che lì in palestra si allenavano alzando decine di chili come se fosse la cosa più semplice del mondo, quelli che data la prestanza e possenza che esprimeva il proprio corpo pieno di muscoli facevano sembrare chiunque fosse vicino a loro piccolo e mingherlino.
In palestra, spesso a petto nudo o al massimo in canotta con i loro pantaloncini aderenti e i pettorali contratti, nel pieno delle smorfie per lo sforzo fisico, lo eccitavano terribilmente, al punto che non di rado era costretto a scappare in bagno per correre a segarsi e tenere a freno l’erezione che in certi momenti lo prendeva con prepotenza.

Da circa un anno poi, andando nel paese vicino aveva scoperto un’edicola che vendeva riviste dedicate al solo piacere tra uomini e acquistata la prima rivista era diventata una sorta di dipendenza da cui non riusciva a sottrarsi, al punto che ormai anche se faceva sesso con una ragazza, prima di addormentarsi doveva comunque segarsi guardando due maschi intenti ad accoppiarsi tra loro.
Quelle scene di sesso, avevano intensificato il suo desiderio verso quel tipo di uomini che lì in palestra aveva a pochi metri dal suo corpo, ma spaventato dalla reazione che uno di loro potesse avere se lui si fosse fatto avanti, aveva comunque imbrigliato dentro di sé qualunque gesto lo potesse mettere in cattiva luce e far scoprire.

E così come una dolce tortura giorno dopo giorno il suo frequentare la palestra proseguiva e con esso le pulsioni e i turbamenti, che lo portarono forse a scoprirsi un po' con il suo istruttore, che qualche volta durante gli allenamenti anticipava le sue richieste dicendogli di far pausa e che se voleva poteva andare a darsi una rifrescata in bagno.
E in quei momenti andando in bagno segandosi freneticamente scaricava tutto il suo desiderio che aveva sentito montare dentro di sé, liberandosi per un po' di quella tensione che lo attanagliava dalla base dei testicoli per tutto il pene fino al glande.

Durante la doccia poi, finiti gli allenamenti, trovarsi qualcuno di loro nudo sotto l’acqua intento insaponare il proprio corpo a pochi centimetri di distanza da lui, gli creava un’eccitazione che spesso a fatica riusciva a celare e che spesso per poterla camuffare era costretto a dare la colpa alla visione di questa e quella ragazza che aveva visto piegarsi e allenarsi in palestra, al punto che in un momento di goliardia generale, si finiva inesorabilmente per parlare tutti insieme di tette e culi.

Ma osservando quei corpi bagnati, lucidi, con la pelle fumante al contatto dell’acqua calda, al contrario di ciò che pronunciava erano altre le voglie che in quel momento si scatenavano dentro di sé creandogli uno scompiglio ormonale e quei corpi nudi, quei sederi muscolosi, quei peni che anche se a riposo mostravano leggermente le vene a rilievo, lo mandavano in estasi, facendogli desiderare le cose più lascive e spregiudicate che lì in quel momento in mezzo a loro avrebbe voluto fare.

E ciò che non avveniva nella realtà avveniva nei suoi sogni, in cui si ritrovava inginocchiato alla mercé di quei cazzi che davanti alla sua faccia chiedevano di essere succhiati e spompinati fino in fondo.
E sempre nei suoi sogni quelle braccia possenti lo prendevano senza fare il minimo sforzo e come un fuscello lo tenevano facendolo piegare in avanti per poi approfittare del suo sedere, scopandolo a turno, come se fosse la loro puttanella, il loro schiavetto di piacere.
E di sogno in sogno, la sua voglia cresceva al punto che segarsi non gli bastava più e anche quando era con qualche ragazza mentre la prendeva da dietro, facendo dentro e fuori dal sedere, si chiedeva cosa stesse provando e come sarebbe stato per lui, se a godere di quel trattamento al posto del sedere della ragazza ci fosse stato il suo.

In un paio di volte poi, era successo che una ragazza più intraprendente delle altre, durante un pompino, nel mentre che leccando si dedicava al suo pene e ai suoi testicoli, scendendo con la lingua si era spinta fino alla sua rosellina, giocandoci dapprima con la lingua per poi aiutarsi con le dita fino ad addentrarsi lentamente dentro il suo buchetto e quelle volte sentendo le dita muoversi, e il suo sedere in risposta muoversi ritmicamente contraendosi e rilassandosi, toccando il massimo del godimento aveva esploso tutto il piacere represso che portava dentro, lasciandogli immaginare che se quello era l’effetto di due dita, chissà cosa sarebbe successo se a violare la sua intimità fosse stato qualcosa di più grosso e muscoloso.

Quella ragazza, pur avendo di colpo acquisito una preferenza rispetto alle altre, al punto che si era ritrovato a vederla spesso, comunque non gli bastava e prendendo spunto da ciò che vedeva nelle riviste ma non avendo la possibilità di acquistare qualcosa di già pronto all’uso, decise di auto costruirsi un plug anale scolpendo del legno e lisciandolo perché fosse identico a quelli visti in foto, in maniera da poter abituare il suo sedere ad avere qualcosa dentro.

Ma quello che doveva essere un qualcosa di presente durante i momenti in cui si masturbava guardando le riviste, divenne una compagnia durante quasi tutte le giornate, al punto che spesso lo inseriva la mattina tenendolo per buona parte della giornata, lasciando il piacere montare dentro di lui, con il suo pene che in risposta filando il suo liquido trasparente nelle mutande se ne stava perennemente in una situazione di umido e bagnato.

Sembrava che tutto fosse destinato a scorrere in quel modo, lasciando i suoi desideri e le sue voglie al solo ambito dell’immaginazione, quando una sera avvenne qualcosa di inaspettato che cambiò drasticamente il prosieguo delle cose.

Con gli ormoni in subbuglio e la testa altrove, nel pomeriggio andando via dalla palestra aveva dimenticato di prendere con sé il borsone, che probabilmente chiuso e pronto a partire era rimasto poggiato sulla panchina su cui un momento prima si era seduto allacciandosi le scarpe.
Visto che il giorno dopo gli sarebbe servito e che nel frattempo tutta la roba bagnata e sudata al suo interno ne stava impregnando di cattivo odore ogni centimetro di tessuto, decise di tornare a riprenderlo e così a pochi minuti della chiusura della palestra, con il parcheggio ormai vuoto a testimoniare che dentro non vi era più nessuno, rientrò in quei locali che ben conosceva visto che ci passava quasi tutti i pomeriggi.

Entrando non si stupì che nella hall non vi fosse nessuno e dato che avendo la tessera elettronica che permetteva di superare i tornelli, era autonomo e poteva spostarsi come voleva, superando i vari varchi si diresse verso lo spogliatoio, dove arrivando vicino alla porta senti che all’interno c’era qualcuno che si lamentava perché forse stava male.
Animato dello spirito del soccorritore, entrò di getto pronto ad aiutare il mal capitato, ma la scena che trovò all’interno era di tutta altra natura e velocemente comprese che forse aveva fatto una cavolata ad irrompere senza bussare.

Su una delle panchine al centro della stanza, con le gambe alzate c’era sdraiato di schiena uno dei ragazzi muscolosi per cui lui sbavava tanto, dietro di lui a sorreggergli le gambe dalle caviglie, mentre gli stava sfondando il sedere c’era il suo istruttore e dall’altro lato intento a farsi succhiare il cazzo dal ragazzo sdraiato c’era il ragazzo che abitualmente sta nella hall a preparare al computer i piani alimentari e gli esercizi per gli atleti, tutti e tre completamente nudi, fermandosi lo guardarono sorpresi, ma per nulla intimoriti non fecero nulla per nascondere ciò che stava accadendo.

“Scusate, avevo dimenticato il borsone vado via subito”

Samuele non finì la frase che il suo istruttore lasciando le gambe del tipo e sfilandosi da dentro di lui, con ancora il cazzo in piena erezione prendendo il suo polso lo aveva bloccato, per impedirgli di muoversi e fare un passo.

“Lo so che muori dalla voglia di partecipare, ti ho visto tutte le volte che ti viene duro e devi correre a farti le seghe, finalmente puoi essere dei nostri”

E senza che Samuele avesse il tempo di aprire bocca, guidando la sua mano dal polso la portò ad afferrare quel membro in erezione che lui aveva avuto l’ardire di interrompere, guidandolo in una lenta sega, mentre allo stesso tempo tirandolo, lo costrinse ad avvicinarsi agli altri due che fermi nelle loro posizioni guardavano la scena.
Samuele, spaventato, imbarazzato e allo stesso eccitato, si lasciò guidare senza dire nulla, fino al sedere del tipo sdraiato, dove sempre tenendo con la mano il pene dell’istruttore mentre lui a sua volta guidava la sua mano dal polso, iniziò a far fare dentro e fuori alla cappella dell’istruttore dal sedere del palestrato.

Il tipo della hall nel frattempo spostatosi dietro di lui e inginocchiatosi per far meglio, prese a spogliarlo, sfilandogli le scarpe e i calzini per poi risalire ai pantaloni e alle mutande, trovando la sorpresa di legno piantata nel sedere che Samuele come al suo solito indossava quando non era in palestra.

“Il nostro Samuele oggi vuole riempirci di sorprese, guardate cosa indossa questo monellaccio”

E nel dire ciò tirandolo a sé al punto che Samuele dovette mollare la presa dal cazzo dell’istruttore che finalmente libero finì tutto dentro, lo girò verso gli altri due allargandogli le chiappe per mostrare il plug artigianale che stava indossando.

Rigirandolo, e spingendolo in avanti verso la faccia del palestrato, prese a leccargli il sedere, giocando con la lingua tutto intorno al plug, per poi prendendolo con le dita iniziare un dentro fuori, leccando da esso gli umori che il sedere bagnato rilasciava, mentre davanti il palestrato, nel frattempo, si era impossessato del suo pene leccandolo e succhiandolo avidamente, lasciando che gli crescesse in bocca scoprendo il glande che inizialmente se ne stava nascosto sotto la pelle.

La paura e il disagio iniziale di Samuele si erano dissolti come neve al sole, e lui felicissimo se la stava godendo a più non posso, in quel sandwich che vedeva il suo sedere e il suo pene impegnati a ricevere piacere.
Ma il suo istruttore, che evidentemente conosceva di lui molto di più di quello che lui pensava, prendendogli di nuovo il polso lo portò verso il pene semi eretto del palestrato, comandandogli di fare qualcosa che lo fece trasecolare.

“Masturbalo e quando sarà tornato duro lo puoi prendere in bocca fino a farlo venire come hai sempre desiderato”

Anche se erano in palestra non si stavano allenando, ma quel comando dell’istruttore dato con la stessa decisione con cui gli comandava di fare le flessioni o gli addominali, arrivarono al suo cervello ormai abituato con la stessa metodica di quando si allenava e lui di colpo, piegandosi in avanti verso il pene del palestrato per lasciare colare dalla bocca un po' di saliva, prese a masturbarlo per poi pian piano ingoiarlo e iniziarlo a succhiare.

Che fantastico pompino, era meglio di tutte le volte che lo aveva sognato a occhi aperti facendo la doccia lì con lui, ma non contento, visto che in quella posizione il suo cazzo non poteva essere succhiato, interrompendosi un attimo per scavallare con una gamba il palestrato sulla panchina, si posizionò per un sessantanove da togliere il fiato, mentre il ragazzo della hall continuava a giocare con il plug nel suo sedere.
L’istruttore che continuava a pompare il sedere del palestrato, nel frattempo, dettava il ritmo e istigava il ragazzo della hall ad allargagli il buchetto sempre di più, per prepararlo a qualcosa di più sostanzioso.

E così, quando l’istruttore dal movimento della mano comprese che il plug ormai entrava ed usciva senza nessuno sforzo, interrompendo la sua cavalcata, prese il posto del ragazzo della hall che nel frattempo prendendo il suo posto iniziò a pompare il sedere del palestrato.
Lasciando colare della saliva sul plug che poi usò come un pennello per spalmarla lungo il bordo interno ed esterno del sedere e tolto il plug e appoggiata la cappella, con una piccola spinta fu dentro per metà; a quella spinta iniziale, dopo aver indietreggiato fino ad uscire ne seguì un’altra che lo fece entrare tutto dentro, lasciando che i testicoli sbattessero su quelli di Samuele, che in risposta facendo una smorfia e aprendo la bocca si ritrovò il cazzo del palestrato dentro fino alle tonsille.

Il ragazzo della hall da una parte e l’istruttore dall’altra, continuavano a pompare decisi in un concerto dato dalle chiappe che venivano schiaffeggiate dal contatto dei bacini, mentre nel mezzo le bocche di Samuele e del palestrato succhiavano e mugolavano di piacere.
Samuele non abituato a tutto questo, diede il via godendo per primo, ma di seguito vennero tutti gli altri e così per la prima volta mentre il palestrato gli schizzava in bocca il suo istruttore schizzando la sua crema gli riempì il sedere.

Rimasero così per qualche momento fino a quando, il ragazzo della hall staccandosi dal sedere del palestrato gli allungò il suo pene per farselo ripulire, al quale dopo un po' si aggiunse anche quello dell’istruttore.
Al palestrato invece dopo aver ingoiato la sua crema e pulito il suo pene, toccò ingoiare anche ciò che di bianco cremoso colava dal sedere di Samuele, lubrificando con la saliva le pieghe indolenzite del suo bocciolo ormai definitivamente aperto, mentre nel frattempo il ragazzo della hall e l’istruttore urinando sul sedere del palestrato ancora aperto lavavano quello che pian piano colava fuori.

A quella volta ne seguirono delle altre, ma Samuele per paura che si sapesse in giro, cercò di limitare le occasioni esclusivamente a quelle tre persone declinando l’invito tutte le volte che sapeva ci sarebbe stato qualcun altro e per sviare il più possibile ogni voce e depistare ogni chiacchiericcio intensificò le avventure con le ragazze, appartandosi con loro in posti dove ben sapeva che poteva essere notato da qualcuno, affinché si sapesse delle sue scorribande con questa e quella.

Nell’ottica poi di trovarsi un posto appartato per ciò che non si doveva sapere, decise di riaggiustare un vecchio capanno di pesca che ormai pericolante non veniva usato più da qualche anno, sistemandolo e attrezzandolo di tutto punto, compreso un grande specchio che trovato in cantina aveva deciso di portare lì, perché magari potesse usare per qualche sua fantasia.

Sistemato il capanno, con nuove tavole a sostituire quelle malconce, rinchiodata ogni asse perché non fosse più scricchiolante, messo un cancello con la serratura sul pontile a proteggere la sua intimità perché qualcuno non potesse giungere non visto e oscurate opportunamente le finestre con delle tende di stoffa perché da fuori non trapelasse nulla, quello divenne il suo ritrovo di molti pomeriggi estivi, in cui invece della palestra aveva bisogno di starsene da solo.

Ma la solitudine non durò molto e così dopo aver conosciuto un ragazzo in palestra che malgrado fosse in vacanza, aveva voglia di sudare alzando pesi su pesi, approfittando che in quanto vacanziere non conosceva nessuno e che di lì a breve sarebbe andato via, lo circuì, con la scusa di insegnargli a pescare, per poi portato al capanno istradarlo verso altri piaceri e altri tipi di pesci.

Soli, lì nel capanno non ci misero molto ad incrociare le loro lingue ed andare oltre, liberandosi di ciò che avevano addosso e da quei primi baci, leccarsi e succhiarsi vicendevolmente fu la giusta conseguenza, per poi arrivare alla penetrazione, che Samuele avendo un maschio a disposizione preferiva più ricevere che fare, dato che quando doveva usare il suo sesso alla penetrazione di un sedere maschile preferiva di gran lunga profanare il sesso o il sedere di una ragazza.

E così da quella prima volta, per circa una decina di giorni, nel capanno si susseguirono delle giornate di eros senza nessun freno inibitorio, dove complice lo specchio che rifletteva le immagini in movimento che per dei mesi aveva solo viste statiche sulle riviste, gli fecero togliere ogni capriccio e ogni desiderio.
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