incesto

Sandra


di giov60
19.01.2019    |    53.055    |    4 9.3
"Le parole erano sempre estremamente misurate cosi come le espressioni triviali erano da sempre bandite in quel posto..."
Erano passati appena sei mesi dal nostro matrimonio quando una bella domenica di primavera, ospiti dei miei suoceri, abbiamo loro comunicato l’arrivo di un bebè che li avrebbe resi nonni. Alla prima reazione di commozione e alla immediata telefonata a casa dei miei per condividere la splendida notizia, segue come un attimo di ripensamento: nonni ad appena cinquant’anni!! Mia suocera in particolar modo era visibilmente turbata all’idea: si considerava ancora giovane! In effetti ha ancora oggi un fisico invidiabile che fa certamente felice mio suocero di appena due anni più anziano. Fanno una bella coppia a cui non dai l’età che hanno. Ancora molto attivi, si muovono spesso specialmente nei fine settimana e l’arrivo del nipotino avrebbe certamente cambiato il loro stile di vita. Sono la classica coppia che ha iniziato a godere appieno della propria vita appena varcata la soglia della maturità, lei molto attiva e prestante, mio suocero un po’ più pacioso e sempre con quel sorriso sornione sulle labbra. Non abbiamo mai parlato molto tra noi ma quelle poche volte che lo abbiamo fatto mi ha sempre dato l’impressione che, anche se non voleva darlo a vedere, era un uomo tutt’altro che pantofolaio e poco incline alla bellezza muliebre. A volte mi soffermavo a guardarlo mentre ammirava questa o quella signora che gli si parava davanti. Lo faceva sempre con uno sguardo di sfuggita ma era chiaro che apprezzasse molto la bellezza femminile e a casa sua di belle donne ne passavano parecchie: tutte le amiche della moglie, solo per dirne alcune. Lui se ne stava seduto in poltrona e ammirava furtivamente le presenze femminili. Anche mia suocera, sempre austera in pubblico, non era da meno: sicuramente la più bella tra le sue amiche, aveva uno sguardo cosi penetrante che tradiva il suo comportamento di tutti i giorni. Ma per quanto facessi mai ero riuscito ad oltrepassare la barriera della loro rigida riservatezza. Eppure la loro figliola, mia moglie appunto, è donna di una femminilità esagerata: bella come la madre, non nasconde affatto la sua prorompente voglia di vivere. Questa sua “vivacità” è stata la molla per cui mi sono legato a lei con un rapporto molto forte che ci ha portato fin dal principio a vivere una bella vita di passione e trasgressione.
Ora la gravidanza ci avrebbe rallentato un pochino e così e stato.
Alla fine dell’anno, proprio la sera di capodanno, la corsa in ospedale per quello che credevamo essere il momento giusto. Ma la nostra bimba è nata solo due giorni dopo la sera del due di gennaio. Solo all’inizio del successivo mese di dicembre, quando ormai la nostra figlioletta era arrivata ad undici mesi e cresceva senza problemi, coccolata da mamma, papà e, soprattutto dai nonni, mia moglie mi annuncia che avrebbe avuto piacere a riprendere le nostre scorribande peccaminose: adesso sentiva il bisogno di tornare ad essere femmina e aveva voglia di sesso sfrenato. Era ora!!
Anche per gli impegni lavorativi avevamo dotato entrambe le coppie di nonni di una lettino per ospitare a volte la piccola ed era una festa ogni volta che questo accadeva. Nessun problema con i miei, mentre con i miei suoceri c’è stato bisogno di un accordo: mai per due fine settimana consecutivi, nulla di trascendentale per carità ma ero rimasto colpito dalla richiesta.
Il primo sabato tocca ai miei. Già dal pomeriggio l’aria in casa è elettrica. Vedo Sandra, mia moglie appunto, che gira come una trottola. Alle 16.00 tutto l’occorrente per la bimba è pronto e lei può finalmente dedicarsi del tempo per prepararsi. Io, fatta una bella doccia, sono pronto in pochi minuti, ma lei vuole essere perfetta e solo alle 19.00, indossato un comodo soprabito per celare lo striminzito abito che indossa, ci muoviamo verso casa dei miei per lasciare la piccola alle amorevoli cure dei miei genitori. Dopo un veloce saluto siamo in auto alla volta del Privé che ci aspetta duecento chilometri dopo.
La voglia prorompente di Sandra accende il gioco già pochi minuti dopo il nostro arrivo. Di solito si aspetta la mezzanotte per mettersi in moto ma lei pochi minuti dopo le 23.00 è già al centro della pista da ballo ad attirare su di se l’attenzione dei presenti e scatenando di conseguenza una mega orgia sulla pista. Per un paio d’ore il groviglio di corpi riempie la sala coperto solo dalle grida di piacere. Non è passata l’una e trenta che siamo in auto sulla via del ritorno sazi di sesso e soddisfatti. Il soprabito copre le nudità di Sandra che indossa solo scarpe e calze e l’immancabile mascherina che usa per celare la sua identità, ma anche per eccitare la fantasia delle persone che incontra.
Qualche settimana dopo, durante le quali abbiamo continuato a percorrere la lunga strada che ci separa dal Privé senza nessun motivo di rilievo, è il turno dei miei suoceri di tenere la bimba. In questa occasione, per una serie di piccoli imprevisti, arriviamo a casa loro che sono già quasi le venti. Io entro con la bimba ancora nel suo seggiolino di sicurezza accolto dal sorriso smagliante di mia suocera che sottolinea la mia eleganza. La presenza della bambina però sposta subito tutto l’interesse su di se, per cui salutati frettolosamente i suoceri, torno in auto dove Sandra si è attardata al cellulare con una sua amica. Le chiedo se devo tornare su io a portare la borsa con gli effetti di nostra figlia ma lei mi risponde che no, sarebbe andate lei. Le dico di sbrigarsi ché è già tardi. Sandra corre su dai suoi portando la borsa. Vuoi per la fretta vuoi perché se ne è dimenticata, fatto sta che, entrata in casa e posata la borsa all’ingresso, mentre si avvicina alla madre per salutarla il soprabito si apre rivelando la sua mise molto audace. La madre la squadra da capo a piedi con uno sguardo tra l’incredulo, lo stupito e il compiaciuto, ma in un attimo, ritornata padrona dei suoi modi le dice, volendo apparire contrariata: “Sembri una puttana!” Poi rivolgendosi al marito: “Vero Fabio?” Il padre, seduto comodamente in poltrona e proprio per questo godendo di un angolo di vista migliore, con uno sguardo liquido percorre come una carezza morbosa tutto il corpo della figlia. Lui non riesce a dissimulare, si vede benissimo che è molto piacevolmente colpito dalla bellezza di ciò che ha davanti agli occhi.
“Oddio cara, più che una puttana, che di solito si agghinda solo per apparire, direi meglio una troia! Mi pare più appropriato!” dice rivolto alla signora Enza e poi aggiunge: “Somiglia molto a te quan….”
Un fulmine partito dagli occhi della moglie coglie in pieno l’estasiato marito che ammutolisce immediatamente.
Un simile parlare in quella casa Sandra non lo aveva mai sentito. Le parole erano sempre estremamente misurate cosi come le espressioni triviali erano da sempre bandite in quel posto. Proprio per questo motivo adesso era in preda ad un subbuglio interiore che le aggrovigliava le budella. E il suo stato d’animo è ancor più scombussolato allorquando il padre, alzatosi per accompagnarla alla porta, la saluta abbracciandola e sussurrandole all’orecchio: “Sei uno schianto bimba mia…se avessi vent’anni di meno..!!”
Sandra torna in auto completamente stordita. Mi racconta l’accaduto e mentre mi parla del padre vedo la sua mano destra che si infila tra le gambe. Inizia a masturbarsi ripetendo: “Sono la troia di papà” Poi chiede a me di ripetere le parole del padre e io, eccitato dalla situazione, con a fianco una bella donna che si sta oscenamente masturbando davanti ai miei occhi, mi impersono in mio suocero e inizio ad appellarla come poco prima aveva fatto il genitore anche dicendole quello che il padre le aveva sussurrato sulla soglia di casa. Sandra esplode in un orgasmo profondo e fortissimo dopo pochi minuti. All’ingresso dell’autostrada mi dice di invertire il senso di marcia e tornare a casa che ha voglia di continuare questo perverso gioco a casa se a me va! Le rispondo che suo papà fa tutto quello che vuole la sua piccola troietta.
A casa, appena entrati si strappa il minuscolo tanga ormai inzuppato del suo recente piacere, buttandosi sul divano a cosce spalancate.
“Vieni qui papà, fammi sentire il tuo cazzone dentro di me!!!...Fai godere la tua bambina!!”
Sono già con l’uccello fuori dai pantaloni e in un attimo sono dentro di lei.
Sandra è in trance completa che si spegne solo dopo che le ho goduto dentro facendola godere di nuovo in modo fortissimo che non le conoscevo.
Abbiamo la forza di arrivare in camera da letto e lì, nudi ed in parte appagati, inizia una confessione da parte di Sandra che mi lascia stupito e riaccende la mia voglia.
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