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Venticinque anni dopo - 1a parte


di giov60
26.10.2023    |    27.385    |    9 9.5
"Faccio uno sforzo sovrumano per non svenire e sento il mio cuore battere all’impazzata..."
Da ormai 15 anni, precisamente da sei mesi dopo che anche mamma ha seguito papà nell’altra vita, passo le mie ferie e tutti i periodi di cui posso disporre liberamente, nell’appartamento che, d’accordo con la mia unica sorella, ho ricavato da una parte dell’avita casa abitata appunto da lei.
Ho 50 anni e mia moglie 46 quanti ne ha mia sorella.
Con la mia famiglia e anche con mia moglie la natura è stata molto benigna. Nonostante l’età che comincia ad essere importante, godiamo di ottima salute siamo in perfetta forma e ancora oggi, sfoggiamo un personale invidiato da molti dei trentenni di primo pelo.
Io e Francesca, mia moglie appunto, siamo sposati da ventitrè anni, sposi Millenials, come si direbbe oggi.
Due anni dopo è nato il nostro unico figlio Andrea oggi ventunenne, prossimo alla laurea e, per questo motivo, da quasi un anno all’estero a studiare. Ma sono ormai più di tre anni che non passa con noi né il periodo estivo né più ci accompagna nelle nostre vacanze mordi e fuggi nel paese molisano dove ho visto la luce.
Qui invece abita, occupando appunto la casa di famiglia, mia sorella Doriana sposata da 25 anni con quello che, purtroppo, è mio cognato, Sandro, per gli amici Sandrone 56 anni portati molto male, perché malconcio in salute e troppo incline alla buona tavola con le relative conseguenze fisiche e mediche.
Già da anni il loro rapporto, mai eccessivamente caldo, si è raffreddato ulteriormente lasciando Doriana quasi come una vedova bianca degli anni ’50 del secolo scorso. Questo secondo quanto mi racconta mia moglie che, da subito, ha stretto un complice rapporto con la cognata che sente quasi ogni fine settimana. Ma al contrario del mio matrimonio ancora felice e fecondo di complicità tra noi, mia sorella ha accettato di sposarsi, sottomettendosi al volere di mamma e papà, solo per la sua posizione economica florida che, almeno le permette una vita agiata e una certa libertà di cui, credo, non mi è mai parso chiaro, non ne ha mai approfittato. Le mie due nipoti nate da questa unione, per fortuna, hanno ripreso i caratteri genetici della madre, per cui sono due ventenni, la prima 23 la seconda 21, di bella presenza e dolcissimo carattere. Lella, la seconda, è anche la più peperina tra le due. Non hanno voluto lasciare la terra natia per cui frequentano entrambe l’Università del Molise e, anche se non ufficialmente, hanno entrambe il ragazzo già da qualche anno.
Il loro zio preferito, io per l’appunto, dato che sono anche l’unico essendo Sandro figlio unico, già solo guardandole, si è reso conto da almeno un paio d’anni che sono ormai donne e non più ragazze!
Comunque, come tutte le domeniche quando sono al paese, io e mia moglie pranziamo insieme a mia sorella e famiglia. Bei pranzi dove Doriana mette nel piatto di tutti la sua innata bravura: basta vedere come ha ridotto il marito per capire quanto è brava ai fornelli.
Siamo scesi per quattro settimane di ferie solo da due giorni, ci tratterremo qui in paese fino a dopo Ferragosto. La casa ristrutturata è dotata di aria condizionata sia nel mio appartamento che in quello di mia sorella; quindi, il fresco è assicurato in ogni ambiente.
Questa domenica, terminato il pranzo, mio cognato Sandro, che a tavola è stato loquace come al solito, cioè ha aperto bocca solo per ingoiare cibo con l’eleganza di un maiale al trogolo, come fa sempre, si è andato a chiudere nella sua camera da letto dove schiaccerà un pisolino. Poi uscirà per andare al bar e non tornerà che per cena. In attesa del caffè mi accomodo sul divano dove mi raggiugono le nipoti che, cellulare alla mano, si mettono una a destra e l’altra a sinistra del loro zio preferito. Francesca si accomoda su una delle poltrone del salotto e si mette in mostra, come fa sempre, sfoderando le sue belle gambe accavallandole fino a scoprire il gluteo. Mi godo lo spettacolo per me sempre uguale ma sempre piacevole. Le nipoti stanno chattando credo con i loro rispettivi ragazzi e, come se fossero d’accordo, iniziano a discutere con loro. Nella discussione entra poi anche mia moglie e, dopo aver servito il caffè, anche Doriana che si accomoda sulla seconda poltrona e, anche se non con la stessa sfrontatezza di Francesca, mette in mostra un bel paio di gambe che mi fa piacere ammirare partecipando anche lei al vivace dibattito.
Filo conduttore dell’animato chiacchiericcio è il comportamento dei ragazzi d’oggi che non se la passano bene nel rapportarsi alle ragazze: Troppo mammoni, casalinghi, poco frizzanti e chi più ne ha più ne metta!!
Mentre parlano animatamente le mie nipoti si muovono anche e adesso si avvicinano a me adesso si allontanano, strusciano le loro alle mie gambe…. Francesca mia moglie, capisce il mio imbarazzo che, comunque riesco a non disvelare né alle giovani donne né alla più matura madre, mia sorella tra l’altro.
Come volevasi dimostrare vengo chiamato a dire la mia in proposito.
Non posso che dare ragione all’universo femminile che ho di fronte altrimenti sarei linciato. Qualche paletto però lo metto a difesa del genere maschile. Accuso velatamente le ragazze di oggi di essere troppo “femministe” da un lato, cioè esasperata richiesta di parità, e poi pretendere di essere comunque corteggiate dai ragazzi come nei loro migliori sogni adolescenziali. In poche parole, vogliono essere considerate alla pari dei ragazzi ma poi se questi chiedono loro di dividere in parti uguali il conto della pizzeria, ci rimangono male!
Hanno ormai aggredito il maschio che, adesso fugge da loro! Questo in estrema sintesi, dato che di parole ne sono volate tante fino a quando l’interrogato, a termine di paragone, sono diventato io.
“Ma tuo zietto, da giovane… come ti comportavi con le ragazze?!?”
“A dire il vero ero alquanto impacciato, oltre la media…ma comunque mi difendevo! Se una ragazza mi fosse piaciuta, avrei impiegato un pò più di tempo a farmi avanti, ma non aspettavo certo che a fare il primo passo fosse lei, anche se, essendo belloccio oltre la media, come lo sono ancora oggi” dico con un certo orgoglio “molte ragazze mi si filavano di nascosto! E questo accade ancora oggi, la zia deve stare molto attenta perché altrimenti lo zio potrebbe ancora e in modo apprezzabile, darsi da fare sia con le sue amiche, che mi bramano, sia anche con belle ragazze come voi due!”
Gli occhi di Francesca si accendono: “Ma la zia vigila sempre, che credete! Io ci tendo alla felicità del mio uomo e faccio in modo di esaudire tutti i suoi desideri, come lui di contro, esaudisce i miei!”
“Si vabbè, vorrei vedere se lo zio ti chiedesse di poter avere una relazione con una tua amica…!”
“Relazione? Bhe no, capriccio, forse!”
“Cioè tu saresti disposta anche a dare allo zio il permesso…”
“Meglio se glielo dò io che prenderselo lui senza dirmi niente!”
Le ragazze si scambiano uno sguardo tra loro rivelatore forse di analogo problema da affrontare con i loro ragazzi.
“Dicci zio, ma tu quante ragazze hai frequentato?! E a quante di loro hai detto di amarle?!”
“Veramente a poche! Semmai dicevo loro che mi piacevano! Allo zio fino a quando non ha incontrato la zia le donne interessavano sì ma solo a scopo di divertimento! Non voleva legarsi con nessuno!”
E qui entra in gioco mia sorella che inizia una litania di nomi, lunga appunto come una litania!
Ad ogni nome ho dovuto dare spiegazione del mio grado di interessamento e ho descritto, anche anatomicamente, le cose che mi interessavano delle ragazze citate. “Tanto non sto parlando a ragazzine! “
“Ma scusa, possibile che tra tante ragazze, proprio nessuna ti sia entrata nella testa da desiderarla sopra le altre!?!”
Ho un tuffo al cuore e, sono certo, ho uno sbiancamento del viso per un attimo.
“Stai bene zietto? Come ti senti?”
“Come un ladruncolo tra due Carabinieri!” dico per metterla sul ridicolo. Tutte ridono alla mia battuta scema solo Doriana è diventata pallida come me!
Cerco di riprendermi facendo con gli occhi un giro tra le quattro paia di cosce che ho davanti in bella esposizione, due delle quali mi sono quasi a ridosso e continuano a fami sentire il loro calore. Ma non posso fare a meno di alzare per un attimo lo sguardo sul viso, ora paonazzo, di Doriana.
“Per assoluta sincerità devo dire che, si è vero, una ragazza mi era proprio entrata nel cuore, nella testa e impazzivo per lei. Se mi avesse dato la possibilità… la mia vita sarebbe stata differente. Forse non sarei andato via dal paese e, quasi sicuramente, non avrei nemmeno conosciuto zia Francesca!”
“Adesso devi dirci quale dei nomi citati da mamma era quello di questo tuo amore folle!!”
“Nemmeno sotto tortura, qualsiasi tipo di tortura…dirò mai quel nome!” e faccio seguire l’affermazione fissando la gamba di Lella che, accavallata alla mia, stazione in prossimità del mio sesso che, non da poco, si sta risvegliando.
“Però poi sei andato via zio, e…la zia invece come l’hai conosciuta… perché poi hai perso la testa per lei?”
La domanda che mi fanno ha il sapore di: OK troveremo il modo di sapere questo nome e anche il perché adesso non è il momento di far arrabbiare la zia!
Guardo Francesca che mi dà licenza di dire le cose come stanno in effetti. Non so se riuscirò a dire le cose così come si sono svolte, ma ci provo e il buon vino consumato a tavola mi è alleato.
“Ero a Milano da un paio di settimane e dopo essermi dedicato al lavoro per non pensare alla distanza che mi separava da qui e soprattutto a quello che ero stato costretto lasciare, un sabato sera, decido di passare la serata in compagnia dei miei colleghi di lavoro alcune delle quali donne a cui non ero indifferente. Quindi serata lungo i Navigli con cena nei locali della zona e poi….avremmo deciso di comune accordo con gli altri, il poi!”
“Nel ristorantino dove stavamo cenando ho notato una bella ragazza che mi fissava mentre parlava con una sua, credo, amica. Pieno dell’autostima che ho di me, mi sono messo pure in mostra, ignorando anche le occhiate delle colleghe che facevano di tutto per essere prese in considerazione dal “meridionale carino”. Tanto questa ragazza mi aveva preso che, terminata la cena, sono uscito a prendere una boccata d’aria per superare la mia timidezza e trovare la forza di andare a verificare se avevo preso un abbaglio oppure quegli sguardi erano per me. Stavo appoggiato alla spalletta della darsena guardando l’acqua scorrere lentamente, quando mi si affianca proprio lei, Francesca, che senza peli sulla lingua: “Se stasera non scopiamo, mi butto nel Naviglio!””.
“Zia ma con che coraggio! E tu zio sei scappato immagino!”
“I ragazzi di oggi forse sarebbero scappati!!”
“Senza dire altro, ci siamo tutti e due incamminati e, dopo pochi metri, in una stradina laterale siamo entrati in un portone che era aperto e lì l’ho stretta a me, ci siamo baciati appassionatamente e stringendola tra le braccia le ho presentato, sapete certamente cosa, premendoglielo sulla sua pancia. Venti minuti dopo eravamo nel mio appartamento a scambiarci la nostra reciproca passione!”
“Accidenti! A noi mai successa una cosa del genere!”
“I particolari fateveli dire da zia se lei vorrà e voi vorrete!”
“Veramente la zia ‘sta cosa già ce l’aveva detta con tutti i particolari….e non da ieri! Volevamo solo vedere se avevi tu il coraggio di raccontarlo!”
Adesso lo stupito sono io. Non credevo che il rapporto tra zia e nipotine fosse così intimo!!
Francesca, per evitare che potessi scendere in ulteriori particolari che le ragazze già conoscevano e che io avrei narrato con un linguaggio inappropriato per uno zio, alzandosi, invita tutti noi ad uscire per una passeggiata. Né io né Doriana accettiamo l’invito, io con la scusa dell’aver mangiato troppo, lei perché deve rigovernare. Scuse solo scuse che Francesca, dotata di un finissimo intuito, ha percepito come tali anche se nemmeno lei è a conoscenza del mio segreto più profondo che non ho rivelato mai a nessuno e che dormiva sepolto nei miei ricordi da, ormai, più di venticinque. Solo oggi è riemerso quando ho detto che una ragazza mi aveva cambiato la vita in assoluta sincerità!
Con la stessa sincerità devo dire per più di una volta avrei voluto togliermi il peso del segreto con Francesca, specialmente quando a letto ci siamo scambiati sogni, voglie e desideri reciproci, cosa che facciamo ancora!
Doriana accompagna cognata e figlie alla porta, poi la sento trafficare in cucina, mentre io nel frattempo, sprofondato sul divano, evito accuratamente di incrociare il mio sguardo con il suo, mi assopisco alquanto e davanti ai mei occhi si materializzano i ricordi della mia adolescenza e prima giovinezza che oltre cinque lustri fa avevo con tanta sofferenza sepolto dentro di me.
E’ chiaro adesso che io e mia sorella abbiamo avuto un rapporto incestuoso, che però con il trascorrere del tempo era diventato morbosa attrazione al punto che vivevamo l’uno per l’altra pur dovendo dissimulare davanti a tutti il nostro “amore” inconfessabile.
Gelosa delle sue amiche che mi ronzano attorno allo spuntare della loro pubertà, da sorella con cui litigare per qualsiasi futile motivo, diventa amica, confidente intima e poi maliziosa compagna di giochi. Sempre insieme durante la giornata da quando si andava a scuola fino a quando ci si dava la buonanotte. Io che già da quando avevo poco più di quattordici anni, cercavo di rimanere da solo per giocare con il mio uccello che ogni giorno di più cresceva e che a volte confrontavo con quello dei miei amici orgogliosamente, dato che avevo la migliore dotazione giro, all’inizio ero disturbato dalla sua continua ed asfissiante presenza! Ma mentre io, poco sapevo del sesso e quel poco lo intuivo, Doriana, precocemente sviluppate le sue doti di interesse malizioso, senza dare a vedere, si stava informando alla fonte! Infatti, con alcune delle amiche più fidate, aveva pianificato di spiare mamma e papà nella loro intimità per poi scambiare opinioni con le altre le quali facevano lo stesso con i loro genitori. Per cui aveva cominciato a provocarmi per vedere se le mie reazioni fossero simili a quelle di papà nei confronti di mamma. Quindi l’innocente gioco del dottore e la paziente si era velocemente trasformato in reciproca masturbazione. Veniva da me e sedendosi sul letto in modo provocante mi chiedeva di farmi una sega davanti a lei che sorrideva ai miei spruzzi che bagnavano il pavimento della stanza e anche lei amava toccarsi di fronte a me!
Con il passare del tempo, il desiderio di stare sempre più a contatto si è fatto sempre più grande. Doriana lo alimentava con la gelosia che provava nel vedere le sue amiche smaniare per me, io invece perché avevo in casa l’oggetto del mio desiderio.
Guardandomi intorno adesso mi rendo conto di trovarmi nella medesima stanza che è stata teatro di alcuni focosi amplessi dei nostri vent’anni. Infatti, il salotto in cui sono è lo stesso di quello di oltre venticinque anni fa e la disposizione dei mobili, che sono sì cambiati, è la medesima di allora. Mi tornano alla mente le serate del sabato quando mamma e papà uscivano per andare con gli amici, io seduto sulla poltrona di papà davanti alla tv e Doriana che faceva il suo ingresso indossando una delle vestaglie di mamma. Si metteva davanti allo schermo che la illuminava da dietro e faceva scivolare l’indumento per terra rivelando la sua nudità!
E se all’inizio, erano baci, carezze reciproche e reciproche masturbazioni, poi verso i suoi diciassette anni, sono diventati amplessi infuocati.
Vengo distratto dai miei pensieri dal rumore della porta d’ingresso che sento sbattere: è mio cognato che esce, senza salutare, per andare al bar e sono appena le sedici.
Sto per rituffarmi nei miei ricordi che oggi sono riemersi dal mio subconscio quando, fasciata in una trasparente vestaglia di pizzo nero con indosso, nonostante siamo a fine luglio, velatissime calze tenute su da un reggicalze d’annata, corpetto che esalta un seno maturo di quarta misura e uno slip che, a malapena copre il suo monte di venere, mi si para di fronte Doriana. Truccata alla perfezione come si addice ad una vera signora mi guarda fisso negli occhi.
“Vuoi continuare a vivere nei ricordi, oppure darti una svegliata e provare a togliermi di dosso le ragnatele di di tutti questi anni di attesa?!”
Con le stesse movenze di allora fa scivolare a terra la trasparente vestaglia mostrandosi in tutta la sua bellezza di donna matura, mentre venticinque anni fa era una splendida ragazza in attesa di diventare sposa pochi giorni dopo!
Il mio uccello si erge sotto i sottili pantaloncini e la sua mole viene recepita con soddisfazione dai suoi occhi che, concupiscenti, sono già fissi a verificare l’effetto della sua presenza.
“Ma potrebbero rientrare…..”
“Nessuno tornerà se prima non li chiamo al cellulare! E non ho intenzione di chiamare almeno per un paio d’ore!”
“Dai, come allora, fammi vedere il tuo cazzo, dotato fratellone!”
Sono pazzo di eccitazione e felicità. Mi alzo dal divano e, accogliendo il suo invito, mi butto a braccia aperte verso di lei che mi accoglie a sé. Ci stringiamo in un focoso abbraccio che ci mancava da cinque lustri. Le nostre bocche riassaporano il calore e il sapore di baci mai dimenticati!
L’abbraccio mi da modo di tornare a palpare con voluttà le sue chiappe da matrona che un quarto di secolo fa erano sode e dure, mentre adesso sono si sode ma più morbide al tatto e le mie dita affondano in tutta questa opulenza.
Mi toglie di dosso quanto ho e un minuto dopo si inginocchia, quasi in segno di venerazione, davanti al cazzo della sua gioventù che, nonostante il tempo trascorso, inorgoglisce sia me che lei per la sua non ancora scalfita possanza.
“Amore della mia passione!” lo apostrofa quasi volesse parlargli!
Bacia la cappella già violacea tanto è tesa e gonfia, poi socchiude la sua bocca e, afferrandosi alle mie chiappe infilando le unghie delle dita nella carne, si tuffa ad ingoiare il cazzo oggetto del suo desiderio. Pompa in modo ossessivo come dovesse sfamarsi dopo un lungo digiuno. Lascio fare mentre il mio cervello si liquefa di piacere.
Tanto è il piacere che provo che mi tremano le gambe e tendono a cedere. Faccio uno sforzo sovrumano per non svenire e sento il mio cuore battere all’impazzata.
Con un movimento lento ma continuo piego le ginocchia che poco dopo toccano terra, sfilandomi dalla sua bocca che rimane semi aperta e così la trovo quando il mio viso arriva all’altezza del suo: ha un espressione tra lo stravolto e il dolce, occhi chiusi ad assaporare quanto stava facendo e bocca semiaperta ai lati della quale due sottili linee di saliva scendono lentamente verso il suo mento e, gocciolando alquanto, bagnano le sue prosperose mammelle.
“Perché..?? Avevo sete di te!”
“Anche io ho tanta sete di te!”
Ci baciamo di nuovo poi, aiutandoci vicendevolmente, ci solleviamo; la guido sul divano a rivederla nell’oscena posizione della nostra giovinezza incestuosa. Come un automa Doriana nel sedersi si sfila l’esigui perizoma che faticava a coprire quella che ora è la figa di una donna matura e vogliosa. Pelo curato e corto che copre solo il pube mentre le labbra sono glabre e il suo clitoride pare una piccola rosa per come è incorniciato dal congiungersi delle piccole labbra! Già lucide per il piacere che Doriana evidentemente prova, sono un invito per la mia bocca assetata. Ma prima voglio godere con lo sguardo lo spettacolo che ho di fronte.
Doriana mollemente seduta al centro del divano con la schiena appoggiata alla spalliera già si sta predisponendo all’intimo bacio della sua figa e lentamente scivola portando il suo bacino sullo spigolo della seduta allargano le sue splendide cosce nella discesa cosi da mostrarsi oscenamente aperta ai miei occhi. Gli occhi socchiusi che mi fissano, la bocca lucida semiaperta, le mani che, appena finito di aiutare le sue mammelle a esplodere dal busto finemente lavorato di ricercati pizzi, ora sono scese verso il pube ad allargare le carnose labbra della sua figa lucida di umori. Uno spettacolo cui che ero aduso assistere un quarto di secolo fa e che mi accendeva come un cerino sfregato. Oggi l’effetto è quello di un finale di fuochi di artificio!!
Ubriacato dal panorama osceno, attirato dalle gambe spalancate che altro non aspettano di stringermi nel loro caldo abbraccio, mi inginocchio davanti al desiderio della mia vita e, inspirando profondamente, mi riempio le narici del profumo che la figa di mia sorella emana. Le papille olfattive del mio naso inviano al cervello un inebriante odore che sa di gioventù. Poi le mie labbra iniziano a baciare il maturo frutto del piacere che Doriana mi sta offrendo vogliosa. Le labbra della figa abbracciano quasi tutta la mia bocca mentre il mio naso viene amorevolmente coperto dalle piccole labbra che si sono aperte alla mia lingua offrendo alla mia lingua l’ingresso al paradiso perduto. Frullando impazzita sta raccogliendo tutte le stille di piacere che generosamente secerne la figa tanto desiderata. Mi ubriaco e disseto a lungo non dimenticando di suggere anche il clitoride le terminazioni nervose del quale fanno contorcere Doriana per gli spasmi di piacere che producono. La sento godere e la stretta delle sue gambe attorno al mio collo ad impedirmi qualsiasi fuga che mai potrei provare a fare, mi danno conferma dell’imminente orgasmo. Le mie mani intanto affondano nella morbidezza delle sue mammelle e strizzandole i capezzoli irti e duri, danno il via al suo bagnato, spasmodico, urlato piacere!
Quando minuti dopo le cosce, inguainate nelle setose calze che le vestono maliziose e eleganti, mollano la presa sulle mie spalle stravolto dalla felicità e con il viso bagnato ogni oltre immaginazione riemergo da quell’abisso di piacere.
Ci baciamo voluttuosamente e lei avida assaggia le stille del suo stesso piacere e leccandomi la faccia mi deterge con amorevole cura.
Ora sono io a presentarle sul viso il mio cazzo duro e teso e glielo accarezzo facendo scorrere la cappella da su un giù e da destra a sinistra non dando per in po' la possibilità alle sue vogliose labbra di afferrarla. Ma anch’io voglio gustare il calore della sua bocca e con cerchi sempre più concentrici le permetto infine di imboccare e iniziare il risucchio che per tanto tempo ha deliziato anni fa i miei momenti più dolci.
La posizione mi permette di quasi scoparla in bocca e vedo che lei apprezza il mio andirivieni nella sua bocca. Gli occhi socchiusi mi parlano del piacere che sta provando e dando contemporaneamente. Troppo tempo è passato e troppe sono le voglie da soddisfare!!
Mi sfilo dalla mai troppo tanta amata bocca e, attirato dalle burrose protuberanze delle sue mammelle scendo a infilarmi nel suo accogliente seno. Le sue mani, accarezzandole, stringono la morbida carne attorno al mio cazzo umido della abbondate salivazione appena ricevuta, facendomi provare una sensazione nuova e molto ma molto piacevole. Per diversi minuti la sua lingua saetta sulla cappella che esce ed entra dal suo seno. Ma la voglia sua e mia è un’altra e da troppo tempo attende di essere soddisfatta.
Lasciando una umida scia sul corpetto prima e sulla pancia poi, dirigo il mio cazzo a vellicare il corto pelo del pube che Doriana, inarcando il bacino, porta a svettare sulla sua figura quasi affogata nel divano.
“Dai, non farmi aspettare oltre: torna a casa, torna a casa!”
La mia cappella scende lentamente prima dal monte di Venere poi solletica il clitoride ed infine, accarezzato dalle labbra piccole e grandi si posiziona all’ingresso dell’unica figa che le ha concesso l’onore di essere il primo a gustarla.
“Dai torna a casa! Sverginami di nuovo proprio come allora! Dai torna a casa!”
E, come tanti anni fa, è lei ad afferrare alla base il mio cazzo e a guidarlo sulla via del godimento sublime!
Sento le contrazioni della sua vagina che quasi mi bacia la punta della cappella che viene sottolineato da un sospiro profondo di Doriana quando varca l’ingresso e prende possesso della sua intimità!
Sono veramente a casa!
Questa è la piacevole sensazione che provo nell’affondare nella carne di mia sorella dopo venticinque anni: Sono a casa!!!
Con le nostre bocche che si cercano in un bacio lungo tanto quanto è il mio andirivieni dentro la figa della mia vita, godiamo questi minuti attesi da troppo tempo guardandoci profondamente negli occhi.
Non esiste null’altro intorno a noi! Il mondo siamo noi!
“Bravo, ben tornato a casa!! Adesso riempimi come mai hai fatto!”
Affondo anche l’anima in quella figa calda ed umida le cui contrazioni mi stanno liquefacendo di piacere il la mente ed il cuore.
Quando anche lei si avvede che il duro strumento del mio piacere pulsa pronto ad eruttare, di nuovo mi cinge alla vita con le sue gambe come ad invitarmi a non fuggire.
“Riempimi tutta con tutto te stesso! Mi stai facendo morire di piacere!”
“Sono in paradiso dentro di te!”
Un lungo sospiro seguito da una stretta maggiore delle sue gambe mi avvertono che sta godendo e anche io mi lascio andare in un orgasmo che ci unisce come mai aveva fatto!
Le scarico dentro tutto il mio piacere che Doriana accoglie nel profondo del suo ventre squassata da un orgasmo lungo e profondo. I suoi denti mordono le mie labbra dolorosamente ma anche piacevolmente.
Rimaniamo per diverso tempo accasciati l’uno sull’altra e solo quando il mio cazzo perde la sua consistenza e fuoriesce flaccido dalla sua figa Doriana si risveglia dal piacere che l’aveva avvolta.
Mi siedo accanto a lei svuotato come mai mi era accaduto!
“Sei vecchio ormai!”
“Maturo non vecchio!”
Guardo l’orologio e sono passate le diciotto…
Doriana mi si avvicina e ci baciamo ancora una volta!
Poi si alza in piedi in tutta la sua bellezza e poggia un piede sul divano a fianco a me e mi presenza sulla bocca la sua figa che gronda lattiginose gocce del mio piacere.
“Mica avrai dimenticato che bisogna pulire dove prima hai sporcato?!”
“Non ho scordato affatto” e con la golosità dei miei vent’anni faccio le pulizie di casa!
Anche Doriana partecipa chinandosi su di me di tanto in tanto per bere anche lei e gustare il sapore del mio piacere.
Come ci rimettiamo a sedere, scrutandomi in volto, mi vede pensieroso.
“Che hai adesso?”
“Sto pensando a Francesca… !”
“Se oggi sei qua con me… devi ringraziare proprio Francesca e il suo amore per te!”
“Che cazzo dici?! Non le ho mai detto di noi… io non l’ho detto mai a nessuno!”
“Beh, gliel’ho detto io e non da ieri!! Ed oggi era tutto già scritto, l’unico a non essere informato eri tu…e naturalmente Sandro, ma lui non conta nulla!”
Quasi svengo!! Intanto Doriana prende il cellulare e chiama Lella: “Pronto cara, dove siete? Sono quasi le diciannove, tornate pure tranquillamente che io inizio a preparare la cena!”
Poi rivolgendosi a me: “A dimenticavo, io di sera per dormire bevo un po’ di latte… Stasera mi farebbe piacere, se riesci a ricaricare le batterie ormai vecchie… poterti mungere per dissetarmi direttamente alla fonte!!”
Ahhh allora è tutto uno scherzo!!!!
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