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Cose di Casa - 3


di giov60
18.02.2019    |    18.045    |    3 9.5
"La posizione non è delle più comode ma la foga e l’impeto hanno annebbiato la mia mente e quella di mamma e così per alcuni minuti il nostro instabile..."
La notte appena trascorsa aveva già dato frutti indiscutibili perché mamma, che aveva già maturato dentro di se la sua sofferta decisione, aveva letto le mie richieste anche a papà che, preso dal sacro fuoco di quella passione che proprio lei aveva contribuito non poco a spegnare con il suo freddo modo di fare dettato solo da una stupida convinzione di perbenismo, le aveva riempito la figa di tutto il contenuto dei suoi coglioni, mandando nel contempo a quel paese la sua matura amante. E ormai erano d’accordo entrambi mentre all’oscuro eravamo noi figli o avremmo dovuto esserlo.
Siccome è sabato, come spesso accade, Lisa chiede a mamma il permesso di poter rimanere fuori fino a tardi per una festa e chiede a papà se può passare a riprenderla verso mezzanotte. Papà acconsente subito poiché anche lui deve vedersi con degli amici per un giro di poker e quindi non rientrerà prima di quell’ora. Mentre mamma è impegnata per il settimanale burraco, io preferisco rimanere a casa e godermi in santa pace la partita di calcio in tv.
Alle diciotto tutti escono e io mi rinfresco le idee con una calda e prolungata doccia. Indossata poi una maglietta e un pantaloncino mi metto davanti alla tv non prima di aver posizionato accanto a me una lattina di birra e un sacchetto di patatine.
Alle venti e trenta, ben prima di quanto pensassi, sento il portoncino di casa aprirsi e mamma fare il suo rientro. Mi saluta con un sorriso e scompare in camera da letto. Mentre sono interessato alla partita appena iniziata, sento che è in cucina e mi chiede se voglio qualcosa da mangiare. Le chiedo un paio di uova strapazzate con una fetta di pane. Due minuti dopo fa la sua comparsa in salotto con in mano il piatto con le cibarie ma io non vedo né il piatto né le cibarie. Vedo solo due lunghe gambe vestite da un paio di belle calze e un culo che, come si china davanti a me per posare il piatto, mi appare davanti in tutto il suo splendore. Non piega le gambe ma china volutamente il busto per mettermi davanti quello spettacolo di carne soda appena adornato da una sottile striscia di stoffa nera che disegna perfettamente i due glutei rotondi. Poi rialzatasi si siede sulla poltrona alla mia destra e mi invita a mangiare. La partita è un lontano ricordo: ho al mio fianco mamma che con le gambe accavallate mi mostra orgogliosa tutta la sua coscia scoperta fino a tutta l’anca, la canottiera che indossa le aderisce addosso come una seconda pelle e mette in risalto sia il leggero pronunciamento dell’addome ma soprattutto le sue tette di terza abbondante i cui capezzoli disegnano due maliziose collinette, segno di un suo certo eccitamento.
Mangio come un automa volendomi nel contempo dare anche un contegno che non ho perché già alla seconda forchettata dal mio pantaloncino si innalza imperioso il mio cazzo duro che vuole fare capolino dall’elastico che mi stringe oltre l’ombelico.
Finisco la cena in un minuto e nemmeno la birra che mi scolo dà beneficio alla mia gola riarsa.
Mamma scavallando le cosce si riposiziona di nuovo di fronte e me e, per la seconda volta, mi fa dono della conturbante visione di pochi minuti prima. Rialzatasi, ha come un moto di stizza perché forse si aspettava una mia reazione più evidente del mio imbambolamento persistente.
In tv la partita è arrivata al quarto d’ora di gioco ma è solo una percezione di un attimo.
Torna dalla cucina che sono ancora con il cervello fuori servizio. Stavolta non va a sedersi sulla poltrona ma si posiziona tra me e lo schermo televisivo davanti al tavolinetto dove poco prima era appoggiato il piatto della mia cena. Io sono quasi allungato sul divano al punto tale che deve scavallare le mie gambe cosi da posizionarsi di fronte a me a gambe leggermente divaricate.
Dal mio ventre si erge, seppur coperto dal pantaloncino, il mio cazzo in tiro che è molto più indiscreto di me ma rende molto più eloquente il mio stato.
Come il sipario di un teatro, guidato dalle mani di mamma, l’orlo della canottiera sale lentamente verso l’alto e scopre lentamente ma inesorabilmente il mio desiderio ultimo mentre le sue gambe si piegano per appoggiare le natiche sul tavolino.
“E’ questa che desideri come ricompensa?!”
Non vedo mutandine che evidentemente lei si è tolta di la in cucina ma ho di fronte la visione di una figa aperta circondata da un corta peluria nera che, disegnando un largo triangolo scuro, mette in risalto il rosso del centro dei miei più torbidi desideri. Le sue mani si portano tra le sue gambe e allargano ulteriormente le rosse grandi labbra fino a mostrarmi nel più osceno dei modi il pulsare della apertura vaginale.
“Dai non perdere tempo che altrimenti ci ripenso!”
Quelle stesse mani si posano sulle mie cosce e, risalendo, afferrano i miei pantaloncini che sono tirati giù. Avverto i miei piedi alzarsi per permettere all’indumento di volare alle mie spalle. Scivolo dal divano e mi ritrovo con la punta del cazzo che assapora il calore delle calde labbra vaginali di mamma. Sento le sue mani sui miei fianchi che mi afferrano e spingono i miei lombi ad avvicinarsi mentre un forte calore avvolge la mia cappella che, da sola, trova la via della perdizione. In un attimo sento i muscoli della figa di mamma che massaggiano il mio cazzo completamente affogato nella calda umidità del mio desiderio non più tale!!
“Muoviti bastardo!!” La mia maglia viene sfilata e va a trovare i pantaloncini dietro il divano e subito dopo le stesse mani sfilano anche la canottiera che cela al mio sguardo il seno che vent’anni prima mi ha allattato e che adesso attende di nuovo la mia bocca. Lecco con quanta passione ho dentro quelle morbide colline di carne e stringo tra i denti i due capezzoli duri fino a farla gridare per il dolore che è anche piacere. Poi, finalmente, liberatorio e lussurioso un umido bacio unisce le nostre bocche e posso suggere voluttuosamente la lingua di mamma come avevo sempre sognato di fare.
La posizione non è delle più comode ma la foga e l’impeto hanno annebbiato la mia mente e quella di mamma e così per alcuni minuti il nostro instabile equilibrio regge a dispetto di tutte le dinamiche dei nostri movimenti. Ma un ulteriore affondo porta la mia cappella a contatto con il suo collo uterino e l’onda di piacere che questo provoca, ci porta a crollare sul piccolo tavolino che non contiene tutto il busto di mamma. La sua testa priva di appoggio si allontana dalla mia rovesciandosi all’indietro e impedendomi di dissetarmi alle sue labbra. L’abbraccio e con tutta la forza che ho e, facendo leva sulle mie ginocchia, la riporto su per poi ruotare facendo perno sulle mie gambe fino ad adagiarla sul divano li accanto. Tutto questo sempre ben infissi l’uno nell’altra e anzi arrivando ancora più profondamente in lei tanto da procurarle un primo intenso orgasmo che libera tutta la sua femminilità fino ad allora repressa.
Devo ringraziare le lezioni date a mia sorella Lisa che mi hanno permesso di raggiungere un certo grado di resistenza altrimenti sarei già in dirittura di arrivo.
Ma l’orgasmo di mamma mette a dura prova la mia resistenza perché ai miei colpi di affondo in lei si aggiunge un forte pulsare delle sue fasce muscolari vaginali che stringono il mio cazzo come durante la più violenta masturbazione.
Ma, evidentemente, è la mia serata e riesco a resistere fino a far scemare l’ondo di piacere di mamma che, in un momento di lucidità ha la forza di riaprire gli occhi e di complimentarsi con me per la mia resistenza. Pensava forse di trovarsi di fronte ad un esperto ragazzino che sarebbe venuto prima di iniziare, mentre non sa che, proprio grazie a lei, ho acquisito alcune doti da esperto chiavatore gratificandone in primis la mia ormai troietta sorellina e adesso lei che da anni è al centro dei miei desideri.
Mentre affogo con il viso tra le sue tette burrose mamma inizia un movimento del bacino da esperta puttana.
Viene incontro ai miei affondi e rotea come ad accarezzarmi tutto e inizia anche ad incitarmi dato che tutta la sua passione la sta portando dritta verso il secondo orgasmo. Me lo dice apertamente e continua ad incitarmi affinché possa godersi il mio piacere all’apice del suo.
Così avviene. Ho solo la forza di chiederle se devo, malauguratamente, uscire dal quel paradiso dove mi trovo infisso e lei quasi guardandomi con rabbia mi risponde di non provarci nemmeno ma di fare fino in fondo il mio dovere e suo piacere.
Come vedo i suoi occhi che si rovesciano all’indietro e la sento di nuovo scossa dalle contrazioni di piacere, con un paio di profondi affondi arrivo all’apice anche io e con un orgasmo che quasi mi procura dolore per quanto è forte, affogo in un mare di sublime dolcezza venendo dentro di lei.
Ci accasciamo entrambi sul divano ed io sopra di lei assaporo il piacere di sentire il mio uccello che piano piano perde la sua durezza per poi scivolare lentamente fuori.
Solo allora mi rendo conto dall’audio dell’apparecchio televisivo che la partita è già ai primi minuti del secondo tempo.
Per lunghi minuti rimaniamo così abbracciati e mamma inizia a carezzarmi lentamente e delicatamente la schiena in lungo ed in largo col il leggero tocco dei suoi polpastrelli. Più volte porta le mani fino a solleticarmi le chiappe per poi tornare su fino al collo e poi di nuovo giù e alla fine si intrufola tra le mie chiappe e sento le sue unghie solleticarmi lo sfintere anale cosa che mi procura brividi fino ad allora sconosciuti.
Per fortuna la sua canottiera si è trovata al punto giusto quando ci siamo posizionati sul divano e, sotto il suo bacino, adesso sta raccogliendo il rivolo di piacere che fuoriesce dalla sua figa cosi evitando al divano di macchiarsi indelebilmente della prova della nostra incestuosa relazione appena consumata.
E al momento giusto mamma mi invita ad alzarmi proprio per evitare che, nonostante la canottiera, rimangano segni indelebili del nostro ardore.
Mi conduce in bagno dopo essersi assicurata che tutto è a posto in salotto e, mano nella mano, ci infiliamo sotto la doccia.
Sotto il caldo tepore dell’acqua per la prima volta posso apprezzare la vellutata pelle di mamma in tutto il suo splendore e posso cosi anche apprezzare per la prima volta il tocco delle sue mani sul mio cazzo cosi come le mie mani vellicano e si intrufolano dentro l’accogliente intimità di lei. Lo stesso identico piacere prova lei che sempre maliziosa trova il modo di stuzzicarmi il buco del culo. Ma mentre lei lo fa abbracciandomi a me lo consente girandosi volutamente e dandomi le spalle. Appoggiata al muro sporge il suo culo offrendolo alle mie carezze che portano le mie dita prima sul suo buchetto posteriore, che sento piuttosto rigido in confronto a quello di Lisa molto più cedevole al tatto, poi nell’intimità delle sue gambe dove posso apprezzare la carnosa consistenza della sua figona pelosa che sempre umida mi permette di entrare con tre dita nella sua vagina.
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