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Gay & Bisex

La chiave del container


di scrittore
31.03.2024    |    162    |    1 8.0
"“Beh stiamo bisticciando sul fatto che non siamo certi se è necessario essere anche sessualmente bisex di questi tempi, nostri conoscenti dicono di sì, che..."
La chiave è nascosta ma se sai dove tutto è più semplice.
È sabato, domani è Pasqua, il vento fastidioso tira verso ovest e a camminare si fa più fatica del solito, la testa piegata verso il basso, il cappuccio del kway indossato, le cuffie che gracchiano dentro le orecchie ma non si può rinunciare ad un poco di movimento a causa del maltempo e inoltre non piove neanche quindi nessuna scusa.
L’andata è più faticosa perché il vento spira contro la direzione che seguo poi a metà del percorso quando torno indietro tutto migliora, presso gli impianti sportivi vuoti passeggio sull’erba che sta crescendo a vista d’occhio e nel senso contrario al mio passano due ragazzi giovani, non troppo oltre i venti anni immagino, stanno discutendo tra di loro abbastanza animatamente e quando siamo vicini entrambi volgono lo sguardo verso di me e li saluto con un “salve”.
Si bloccano prima di oltrepassarmi e rimango un istante sorpreso tanto che anche io mi fermo senza un reale motivo ma seguendo il loro esempio, un che di riflesso involontario che non ho controllato; li guardo con la musica che suona dentro le mie orecchie e poiché stanno parlando tolgo le cuffiette anche in segno di educazione.
“Va tutto bene?” chiedo poiché non capisco il motivo della loro sosta e uno dei due, quello con i capelli corvini mentre l’altro è castano risponde che hanno un dubbio e se vogliono risolverlo hanno bisogno di un terzo che sia in grado di sbloccare una situazione ingarbugliata.
“Dite pure” li esorto e il moro mi mette al corrente che la loro diatriba è semplice ma anche personale e rispondo di non farsi nessun problema, non ci conosciamo quindi non si corrono rischi di sorta e magari è l’unica volta questa in cui ci incontriamo.
“Beh stiamo bisticciando sul fatto che non siamo certi se è necessario essere anche sessualmente bisex di questi tempi, nostri conoscenti dicono di sì, che solo con le ragazze non va bene e noi siamo perplessi”.
Non vi racconto la mia espressione, due ragazzi che hanno le idee confuse sul sesso è più che normale ai tempi attuali ma sarebbe stata una cosa del tutto fuori luogo ai tempi dei miei venti anni ma adeguarsi è necessario quindi cerco di trovare una risposta che subito non mi viene in mente.
“Non so cosa rispondere così su due piedi” e mentre parlo la mia mente perversa è già attiva in cerca della soluzione adatta che presto si presenta; “seguitemi, ho un’idea” dico e mi incammino con i due giovani al mio fianco.
Durante il breve tragitto discutiamo cercando risposte poi all’altezza del solito container oggi vuoto poiché di sabato non si lavora la mia idea di poco fa diventa quasi un’insistenza, un bisogno che oramai devo espletare ad ogni costo.
Quando mi dirigo verso il casotto i due ragazzi non capiscono ma con un cenno chiedo di avvicinarsi mentre prendo la chiave che so dove è nascosta e infatti eccola qui, bella nel suo mix di acciaio e plastica, fondamentale in questo momento, almeno per me.
Apro la porta, dentro c’è penombra, la piccola finestra non riesce ad illuminare la stanza e poi il sole oggi è velato ma comunque possiamo accontentarci, come i due giovani entrano chiudo la porta abbassando il chiavistello interno, non si sa mai, e senza perdere tempo calo i pantaloni della tuta fino alle ginocchia e sorridendo dico:” cerchiamo di capire, avvicinatevi, inginocchiatevi e provate a vedere cosa fare” e so che sono titubanti ma anche pieni di curiosità e il ragazzo castano fa la prima mossa mettendosi sulle ginocchia e avvicinando la mano al mio cazzo che sta crescendo per poi afferrarlo e stringerlo; il suo amico lo segue e presto mi trovo due mani e altrettante bocche che si muovono curiose.
A turno afferro il loro capo e spingo dentro quelle gole giovani quasi fino a soffocarle, li esorto a succhiare bene, leccare, anche i testicoli, devono capire se il cazzo gli piace ma credo la risposta sia già nota, sento la passione che si presenta e la curiosità si sta trasformando in eccitazione e il mio cazzo adesso mi duole perché tira e vuole anche altro.
“Piegatevi sul tavolo, vicini, e abbassate i pantaloni e le mutande” e non sollevano nessun dubbio ma eseguono precisamente come richiesto e mi trovo quattro belle natiche ancora bianche perché per abbronzarsi è presto, protese verso me; mi inginocchio con il cazzo sempre duro e apro le prime due chiappe per ficcare il viso in mezzo e leccare quel buchetto credo inviolato e poi riservo lo stesso trattamento anche all’altro, le dita penetrano e le ruoto per allargare un poco mentre lubrifico poi il cazzo comincia a protestare e so che vuole di più.
Il primo buco che apro entrando delicato ma insistente fa gridare il giovane che vorrebbe ribellarsi ma lo tengo bene fermo e poco dopo le sue reazioni cambiano e quando tutto comincia a piacere anche la sua espressione migliora poi passo al suo amico e anche lui ha reazioni simili e quando a turno li scopo finalmente con maestria e ritmo li sento eccitati al massimo, mi sposto tra un culo e l’altro poi uno resta piegato e l’altro sale sopra di lui così ho i due buchi uno sopra l’altro e posso andare a piacimento scambiandoli spesso mentre gemono e mugolano felici di questa scoperta; li scopo a lungo perché la prima volta deve essere piacevole e completa e solo quando so che le mie resistenze potrebbero cedere li invito a inginocchiarsi e ad aspettare a bocca larga il mio sperma mentre mi masturbo e poi gli schizzi li colpiscono con la forza del piacere e loro tentano di catturarli.
Con voce roca dico “uno di fronte all’altro” e posizionati si masturbano per godere anche loro schizzandosi addosso ognuno la sborra dell’altro poi li invito a leccarsi via il liquido dal viso e dal cazzo e quando sono in piedi ci scambiamo una serie di baci molto intensi.
Chiudo il container e rimetto la chiave a posto, potrebbe servire per altri occasioni.
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