trio
Una prima esperienza estiva
di Martina_78
11.04.2015 |
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"Spero solo che l'amico del sito non si offenda per questo..."
Questo racconto riguarda una prima esperienza avuta nell'estate 2011, rispecchia quanto realmente avvenuto senza scendere troppo nei particolari (chi volesse conoscere qualche particolare in più potrà chiedermelo, se possibile gli risponderò sinceramente e senza "censure"), ho trascurato un po' la figura di mio marito, ma è comprensibile e comunque a lui non dispiace :-) L'idea ce l'aveva proposta un amico del sito, ma poi per gli eventi, la casualità, il corso delle cose, l'abbiamo concretizzata, molto dopo, con un altro amico conosciuto altrove. Spero solo che l'amico del sito non si offenda per questo... :-) Le cose, secondo i programmi, sarebbero dovute avvenire a mia insaputa, ma più di qualcosa avevo intuito e in parte mi era stato detto dall'amico durante colloqui online. Avevamo giocato qualche volta in cam e fantasticato su quest'incontro in un caffè di una località balneare, avrei dovuto sedermi tra Roberto (il nome dell'amico, un bell'uomo maturo ed esperto) e mio marito, il "gioco" di mani sarebbe avvenuto tutto sotto il livello del piano del tavolo, dove i molti avventori del locale difficilmente avrebbero potuto accorgersi di ciò che stava accadendo. La fantasia mi eccitava tantissimo: farmi accarezzare, toccare da loro due e magari a mia volta accarezzarli, davanti a tanta gente ignara, solo al pensiero di ciò mi bagnavo, ma era solo una fantasia con un amico virtuale al dilà dello schermo, promesse vaghe ed improbabili di incontri reali. Era iniziata l'estate ed andammo al mare per un paio di settimane; una sera mentre passeggiavamo sul lungomare, ebbi un sussulto, il cuore cominciò a battermi all'impazzata, ero sicura di aver visto Roberto tra la folla, l'avevo riconosciuto perché durante i nostri giochi in cam non avevamo nascosto il volto, feci appena in tempo a dirlo a mio marito che sentii la sua inconfondibile voce: "Martina! Che bella sorpresa!", di persona era quasi più affascinante ed intrigante che in cam, ci salutammo calorosamente, lo stesso fece con mio marito, con il quale si erano sicuramente sentiti più di una volta al telefono. "Posso avere l'onore di invitare una così bella coppia a bere qualcosa in un caffè qui vicino?" Rimasi quasi paralizzata a quella frase, già imbarazzatissima (non potevo certo non ripensare ai giochi che avevamo fatto in cam), quella frase mi riportò prepotentemente alla mente la "famosa" fantasia del bar e alle promesse fatte senza crederci... Non sapevo che fare, che dire... volsi lo sguardo verso mio marito che in quell'istante, sorridente, esclamò: "certo! con grande piacere!" Il mio cuore che già batteva forte, cominciò a galoppare all'impazzata, non riuscii a dire nemmeno una parola che Roberto disse "andiamo!" e si avviò seguito da mio marito, e io ovviamente dietro come un automa e rossa come un peperone, ma non per il sole preso in spiaggia. Dopo pochi passi giungemmo in un locale carino, tipo pianobar, con musica e luci soffuse, ci sedemmo ad un tavolo piuttosto isolato tutti e tre (io al centro) sulla panca addossata alla parete di fondo, da lì si poteva vedere gran parte del locale senza essere troppo in vista, il tavolo era coperto in modo che non si potesse vedere sotto, proprio come nella fantasia... ebbi così la certezza che sarebbe avvenuto ciò che avevamo fantasticato. Ordinammo tre cocktail che il cameriere ci portò quasi subito, iniziai a bere il mio con una certa foga, ben presto sentii la mano di Roberto posarsi sulla mia coscia sinistra, automaticamente mi irrigidii ed accavallai le gambe, in realtà esponendo ancor più la coscia alle attenzioni di Roberto che infatti cominciò a massaggiarla con una certa intensità, mentre contemporaneamente anche mio marito aveva iniziato lo stesso trattamento sulla coscia destra cercando anche, senza successo, di scavallarmi le gambe. Improvvisamente sentii una vampata di eccitazione salire dal mio ventre ed invadermi il cervello, ero confusa ed irrigidita, ora Roberto mi stava leccando il lobo dell'orecchio e da quella posizione improvvisamente mi sussurrò con tono perentorio: "togli le mutandine", l'operazione sarebbe stata molto facile, avevo solo un vestitino leggero, corto, ma non avrei voluto farlo, mi sentivo a disagio, però a quel tono, che sembrava non ammettere repliche, con lo sguardo fisso nel vuoto, risposi scavallando le gambe e con un leggero movimento facendo scivolare giù le mutandine che raccolsi subito e misi nella borsa. A questo punto era inutile riaccavallare le gambe e infatti subito sentii le mani di entrambi cominciare a accarezzare la parte interna delle cosce. Mio marito arrivò rapidamente a strizzarmi il clitoride, Roberto ebbe la stessa idea, ma trovando il posto già occupato, fece scivolare il dito tra le labbra e mi penetrò, ero appoggiata in dietro sullo schienale, a gambe aperte, ebbi un sussulto e in pochi secondi arrivò il primo orgasmo della serata con evidente soddisfazione anche loro. Solo allora mi resi conto di essere davanti a molta gente che fortunatamente non si accorgeva di nulla, ripresami in pochi istanti mi piegai in avanti verso il tavolo sistemandomi il vestito, avventandomi sul mio bicchiere e facendo finta di nulla. A questo punto Roberto non perse l'occasione per occuparsi del mio fondoschiena che risultava ora leggermente esposto, infilando da dietro la mano sotto il mio sedere. In breve con la falangetta del medio della sua mano destra raggiunse il mio buchetto iniziando una leggera pressione col chiaro intento di forzarne la resistenza, mi dava fastidio, ma al contempo mi eccitava e non riuscivo a reagire. Intanto mio marito aveva portato la mia mano destra sul suo pacco che massaggiavo, allo stesso modo Roberto mentre con la destra si occupava del mio culetto, con la sinistra prese la mia di sinistra e se la portò sul suo sesso che notai essere già fuori dai pantaloni e notevolmente eretto. Iniziai così la mia prima doppia masturbazione. Sentivo che il mio sfintere cominciava a cedere ed infatti la punta del medio lo penetrò in pochi secondi, data la posizione fortunatamente non poteva andare oltre. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò con un tono che non ammetteva repliche: "ti aspetto in bagno", si alzò e si diresse verso le toilette. Mi volsi verso mio marito con aria interrogativa, lui mi fece cenno con la testa e disse "vai! Che aspetti?" Un po' stordita da tutto quanto stava accadendo, mi alzai e mi avviai verso le toilette. La porta unica si apriva in un piccolo atrio con i lavabi, poi le due porte separate, feci per entrare in quella delle donne, sentii subito alle mie spalle Roberto che tirandomi per il braccio mi spinse verso l'altra porta. Per la prima volta vidi il bagno degli uomini con gli orinatoi ai muri, ma mi spinse ancora verso un'altra porta, mi fece entrare, c'era solo la tazza del water, la chiuse con il coperchio, chiuse a chiave la porta, mi fece sedere sul coperchio chiuso, senza dire una parola tirò fuori l'uccello già duro, mi prese per la testa e con forza me lo spinse tutto in bocca, in quel momento pensai di soffocare ed ebbi quasi un conato di vomito, lui se ne accorse ed allentò la presa, mi buttai subito all'indietro appoggiandomi con le spalle al muro e cominciando a respirare affannosamente, mi diede appena il tempo di riprendere fiato che mi riprese con forza per la testa portandola sul suo cazzo, cercai di resistere, ma non mi fu possibile e me lo ritrovai nuovamente tutto in bocca, rapidamente riuscii a prendere il suo ritmo e quindi riuscire a respirare, lo sentivo fino in gola e la saliva mi usciva dalle labbra, per diversi minuti mi scopò a fondo la bocca, lo sentivo pulsare, credevo stesse per venire, improvvisamente lo estrasse, mi fece alzare, mi girò e mi fece piegare in avanti facendomi appoggiare le mani sulla tazza, mi sollevo il vestito, rapidamente e con forza mi infilò un dito in culo, fu tanta la forza che mi uscì un grido, con l'altra mano mi tappò la bocca dicendo: "zitta troia!" Mi sarei sicuramente spaventata se non avessi già conosciuto in cam i suoi modi bruschi che mi eccitavano molto... e lui lo sapeva. "Finalmente te lo posso infilare tutto il dito", lo sentivo spingere a fondo e allargarmi il buchetto mentre il suo cazzo strusciava tra le grandi labbra senza penetrarmi portando la mia eccitazione al massimo. Quando estrasse il dito ebbi la consapevolezza che di lì a poco mi avrebbe inculato. Una cosa che non mi è mai piaciuta molto, sempre terrorizzata dal dover sentire dolore, forse perché il cazzo di mio marito è piuttosto largo ed ogni volta ho sofferto terribilmente, ora ero pronta a ricevere il cazzo di Roberto, praticamente uno sconosciuto, in un gabinetto degli uomini di un locale pubblico... Incredibile! Non mi riconoscevo, era come se stessi guardando un film. Mentre avevo questi pensieri lo sentii sputare sul mio buchetto e poggiarvi la cappella, mi irrigidii subito e lui cominciò a premere, pensavo già di sentirmelo tutto dentro a breve, pensavo che avrei gridato forte anche se lui continuava a tapparmi la bocca con la mano che mordevo, stava premendo sempre più forte per entrare, quando improvvisamente sentii uno spruzzo bollente tra le chiappe e poi un altro e un altro ancora, un misto di sollievo e delusione e poco dopo lui cominciò ad imprecare: "puttana troia, sei una troia, una vacca, hai visto che hai fatto? mi hai fatto sborrare senza penetrarti". Quegli insulti mi facevano impazzire di eccitazione. Pochi istanti dopo si era calmato e si stava pulendo con la carta, io non mi ero ancora mossa da quella posizione, rimasta pietrificata sentivo la sborra che dal solco cominciava a colare. Presi pure io la carta e mi asciugai alla meglio, mentre lui già sistemato e tranquillo diceva: "aspetta guardo se non c'è nessuno e poi esci". Subito dopo mi fece cenno che potevo uscire e, come lui, tornai al tavolo piuttosto imbarazzata. Velocemente sintetizzammo a mio marito l'accaduto, lui si fece una risata e Roberto, anch'egli ridendo disse "non preoccuparti che la serata è ancora lunga..." Ci alzammo e uscimmo. Roberto ci disse che aveva la macchina parcheggiata lì vicino, lo seguimmo. Saliamo in macchina, io dietro, e partiamo. dopo una mezzoretta siamo al parcheggio dell'IKEA, piuttosto buio e deserto, ci fermiamo. Loro due entrambi divertiti dalla situazione, io un po' impaurita, ma eccitata. Roberto scende, apre lo sportello dietro e dice ridendo "scusate ma non voglio ripetere lo stesso errore di prima". Rivolto a me: "dai! sdraiati!" e mentre lo dice si abbassa i pantaloni, mi sdraio sulla schiena, volgendo lo sguardo verso mio marito, vedo che anche lui è già con il cazzo in mano menandoselo. Un attimo e sento già il peso del corpo di Roberto sul mio, il suo cazzo che si fa strada tra le mie cosce aperte e subito mi penetra favorito dagli umori che lubrificavano la mia fichetta, entrò subito tutto fino in fondo con forza, quasi con violenza, lo sentivo sbattere sull'utero, mi piaceva, pensai che sarei venuta a breve e lo strinsi per le spalle, sentivo il suo petto muscoloso sul mio seno, pompava instancabile, una goccia di sudore cadde dalla sua fronte sulle mie labbra, la leccai, continuava a pomparmi senza dire una parola, lo sentii irrigidirsi, emettere una specie di grugnito e subito dopo sentii il suo sperma invadermi le viscere con una serie di spruzzi intensi, venni anch'io subito dopo affondando le mie unghie nella pelle delle sue spalle. Mentre lui si alzava uscendo dalla macchina, mio marito aprì l'altro sportello, dal lato della mia testa, non ebbi quasi il tempo di rendermene conto che mi sborrò sulla faccia e sui capelli imbrattandoli abbondantemente e provocando una risata di Roberto che stava osservando mentre si ripuliva con uno scottex e diceva "che troia!". Ma certi insulti erano per me in quel momento molto appaganti. Non era stata la mia prima trasgressione (né l'ultima), ma sicuramente la più intensa. Quando Roberto mi salutò mi ammonì dicendo: "abbiamo una cosa in sospeso noi due", capii subito che si riferiva al buchetto che non era riuscito a penetrare. Lo fece qualche giorno dopo, ma è un'altra storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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