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Un po' sado, un po' maso. Con il corpo, con la mente.


di MarcoSussurro
09.09.2016    |    2.734    |    1 8.0
"Fu Giuseppe ad interrompere la nostra conversazione dicendo che voleva mostrarmi qualcosa..."
Roberta e Giuseppe (nomi di fantasia) li ho conosciuti per caso, lei ha uno sguardo interessante e un bellissimo corpo. Entrambi di cultura e dotati di estro e fantasia. La sintonia fu quasi immediata e, nonostante il mio carattere riservato, sguardi e allusioni scherzose resero evidente l'attrazione che provavo per lei. Il suo compagno era il primo a far battute sull'argomento e in più occasioni mi fece sentire quasi in imbarazzo di fronte a lei.
Ci eravamo sempre frequentati in occasione di cene mondane, e fui sorpreso quando mi invitarono per una cena a casa loro. Accettai di buon grado e nei giorni successivi ricordo che l'idea mi scatenò molte fantasie che lasciai scorrere con piacere nella mia mente.
Quella sera arrivai puntuale. Fu Giuseppe ad aprirmi la porta; aveva uno sguardo insolito, ma non ci feci tanto caso. Mi disse che Roberta era ancora sotto alla doccia, mi fece accomodare in soggiorno, mi offrì un aperitivo e, approfittando di trovarci soli fra uomini, portò l'argomento della nostra conversazione sulla sensualità della sua Roberta. Dopo pochi minuti eravamo come due vecchi amici che parlavano di una bella donna appena conosciuta lasciandosi andare in commenti e fantasie sul comune oggetto del desiderio.
Non so quanto tempo durò quella piacevole e inaspettata conversazione, ma ricordo che mi stupii del tempo impiegato da Roberta per fare la doccia e prepararsi.
Fu Giuseppe ad interrompere la nostra conversazione dicendo che voleva mostrarmi qualcosa. Mi disse di seguirlo e mi portò nella sua camera da letto. Non appena aprì la porta, notai che la stanza era fiocamente illuminata dalla fiamma di alcune candele disposte sul pavimento ai quattro angoli della camera. Ci volle qualche secondo per adattare la mia vista a quella poca luce ed ero molto sorpreso e un po' spaventato da quella situazione insolita. Poi riuscii a vedere cosa mi voleva mostrare Giuseppe! Si trattava proprio dell'oggetto delle fantasie che ci eravamo raccontati negli ultimi minuti: Roberta!
Era completamente nuda, sdraiata sul letto, il bellissimo sedere sembrava ondeggiare leggermente seguendo quasi il ritmo delle candele. Era di spalle, non ci poteva vedere e non provò neanche a girarsi. Era evidente però che non stava dormendo e un dolce ancheggiare accompagnato da qualche timido mugolio dimostrava un'attiva partecipazione. Poi notai che le braccia e le gambe erano legate alle estremità del letto e cominciai a capire... Tutto coincideva con la fantasia che Giuseppe mi aveva raccontato poco prima! Capii che in realtà si trattava della sceneggiatura di un film, o meglio di un gioco di ruolo dove tutto, o quasi, era già stato scritto.
Poco dopo infatti, Giuseppe mi esortò, come da copione, a spogliarmi completamente. Ormai sapeva bene che mi piace guardare e che Roberta era l'oggetto del mio desiderio e mi disse che se volevo continuare ad ammirarla dovevo spogliarmi completamente. Dopo qualche secondo di imbarazzo, obbedii senza ulteriori esitazioni. Ero in preda del loro copione e non osavo interrompere quel meraviglioso incantesimo.
A quel punto i bellissimi fianchi di Roberta si muovevano in modo evidente e provocarono la mia massima eccitazione. Mi ritrovai a masturbarmi con Giuseppe che mi guardava e mi diceva che non avrei potuto possederla, ma potevo ammirarla e non far altro senza la sua autorizzazione.
Mi accorsi poi che impugnava un frustino con una punta piatta a forma di cuore; si avvicinò a Roberta e cominciò a sfiorarle il corpo con quella terminazione in cuoio. Prima sul collo, sulle spalle e sul viso che era appoggiato di fianco. La sua bocca carnosa si apriva e sembrava voler accogliere quell'oggetto sfiorandolo spesso con la punta della lingua.
Poi giù, giù lungo la schiena, fino a sfiorarle le parti più intime che si muovevano sempre più velocemente cercando un contatto più intenso con la pelle di quell'oggetto di piacere e di tortura.
Quando Roberta si lasciava andare e lo pregava toccarla, baciarla e penetrarla lui reagiva con improvvisi colpi di frusta sulle sue turgide chiappe che divenivano via via più rosse e irrorate di sangue.
Poi mi disse che potevo avvicinarmi, sfiorarla con il corpo e con il viso, ma senza palparla o possederla.
Lui stava comandando entrambi; io impazzivo dal desiderio di saltarle addosso ma non potevo farlo. Cominciai a sfiorare il corpo di Roberta con il mio viso; la punta della mia lingua tamponava di tanto in tanto la sua pelle e provai un insolito e intenso piacere nel gustarmi il sapore e l'odore del suo corpo. Ma non era facile stare alle regole dettate da Giuseppe e quando con il mio durissimo membro mi appoggiai al sedere di Roberta la reazione di Giuseppe fu quasi immediata: stavo godendomi il pieno contatto fra le sue natiche con lei che sollevava il sedere per aumentare la pressione e seguire il mio ritmo, quando fui bruscamente interrotto da una forte scudisciata sul sedere. Non mi sarei mai aspettato di essere anch'io un possibile bersaglio di quell'arnese!
Immediatamente mi allontanai da lei e guardai lui con aria interrogativa; mi disse che avevo superato il limite e che quella era la punizione per la mia grave trasgressione.
Andammo avanti a lungo con questo gioco e più di una volta mi capitò di cedere, di appoggiare e strusciare il mio membro su di lei subendone poi le conseguenze. Il mio desiderio irrefrenabile di un contatto fisico con Roberta divenne sempre più forte e la mia resistenza alle scudisciate aumentò a tal punto da non sentirle quasi più. Anzi, non so come sia potuto accadere, ma il piacere del mio membro che strusciava sul suo corpo mi portò a godere anche di quelle frustate. Lui non mi intimava più di alzarmi ma, in silenzio, continuava a frustare me e poi lei, senza sosta ma con colpi più leggeri, "appoggiati" e ben calibrati, sempre più spesso sulle nostre parti intime. Roberta era girata e ansimava cercando di guardarmi, io mi avvicinai alla sua bocca e le nostre lingue si incontravano mentre il mio cazzo era ormai all'ingresso della sua bagnatissima fica. Non resistetti a lungo, entrai dentro di lei. Per entrambi bastarono pochi colpi di reni e il piacere raggiunse il suo livello più alto.
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