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trio

Marta e Luca


di Membro VIP di Annunci69.it bullsiculo20
29.04.2025    |    1.359    |    4 8.0
"E io sentivo di essere al centro di qualcosa di più grande: un desiderio condiviso, che non aveva bisogno di parole..."
Storia di un incontro vero con una coppia
Non smettevo di pensare a quel pomeriggio mentre salivo le scale del piccolo B&B che avevo scelto per l’incontro. Una camera accogliente, un grande letto al centro, lenzuola bianche e soffici. L’atmosfera perfetta.
Avevo sistemato tutto: luce soffusa una bottiglia di prosecco, e un flacone di olio da massaggio appoggiato vicino ai cuscini. Quando bussarono alla porta, il cuore mi accelerò.
Aprii, trovandomi davanti Marta e Luca. Lei era bellissima, con un vestitino corto che sembrava fatto apposta per scivolare via. Lui era più in disparte, silenzioso, ma i suoi occhi dicevano tutto: era lì per guardare. E quella consapevolezza mi eccitava ancora di più.

Li feci entrare. L’atmosfera era già sospesa. Stappai la bottiglia con un piccolo pop che ruppe il silenzio, versai il prosecco nei calici, e brindammo – un gesto semplice ma carico di intenzione. Dopo qualche parola, pochi sorrisi e una tensione che cresceva sottopelle, proposi a Marta un massaggio per sciogliere la tensione , e forse anche noi.
Lei non disse nulla. Non serviva. Si avvicinò al letto con passo leggero, si spogliò con naturalezza, e si sdraiò pancia in giù, voltandosi a guardarmi con un sorriso malizioso che diceva tutto. Luca si sedette in una poltroncina nell’angolo, il bicchiere in mano, gli occhi puntati su di noi, il corpo immobile. Un testimone silenzioso e attento.
Versai qualche goccia d’olio sulle mani. Il profumo di vaniglia si diffuse nella stanza mentre le mie dita iniziavano a scivolare sulla pelle calda di Marta. Le sue spalle si rilassarono sotto il mio tocco, i suoi respiri diventarono più profondi, più lenti. Il silenzio era interrotto solo dai suoi sospiri lievi e dallo scorrere dell’olio sulla sua pelle. Le mani scendevano lungo la schiena, fino ai fianchi, e poi più giù… seguendo le curve del suo corpo con lentezza e intenzione.
Ogni tanto alzavo gli occhi verso Luca. Era teso, catturato da ogni movimento. Non perdeva nulla. La sua espressione era un misto di eccitazione e contenimento, come se vivesse ogni cosa in modo amplificato, attraverso gli occhi.
Proseguii il massaggio, ma le mani iniziarono a esplorare. Marta non parlava, ma il modo in cui arcuava i fianchi, in cui si abbandonava al mio tocco, era un invito chiaro e deciso. Quando sollevai lentamente l’asciugamano e vidi il suo culo nudo, perfetto, provai un’ondata di desiderio difficile da contenere.
Le carezze divennero più intime, scivolando sulle cosce interne, accarezzandola nei punti dove il corpo vibra di più. I suoi gemiti erano sommessi, ma sinceri. Iniziai a baciarla lentamente, tra le gambe, leccando con cura e desiderio, sentendo il suo corpo reagire con fremiti, mentre lei prendeva lentamente il mio sesso tra le labbra, profondo, deciso, con una fame che mi faceva perdere la testa.
Poi si voltò, con il viso arrossato, lo sguardo acceso, e sussurrò: «Voglio sentirti dentro di me.»
Non ci fu esitazione. Mi spogliai, e mi posizionai dietro di lei, accarezzandola ancora, guidandola dolcemente prima di penetrarla. Marta si morse il labbro per trattenere un gemito più forte. Era calda, accogliente, viva sotto di me. Ogni suo movimento era una richiesta di più, di andare oltre. E io rispondevo.
Luca, ancora immobile sulla poltrona, sembrava trattenere il respiro. I suoi occhi non si staccavano da noi. Non c’era alcuna distanza tra guardare e partecipare: il suo desiderio si fondeva con il nostro.
Il ritmo aumentò, le mani le stringevano i fianchi, Marta gemeva forte, senza vergogna. E poi, quasi con ferocia, mi chiese: «Prendimi anche lì… voglio sentirti ancora più dentro. Sbattimi forte, senza pietà.»
Il desiderio mi travolse. Con delicatezza, usando l’olio, la preparai, ascoltando ogni suo fremito, ogni respiro più corto. Quando entrai lentamente, lei afferrò le lenzuola con forza, il corpo teso, poi completamente abbandonato. Cominciai a muovermi con crescente passione, sentendola stringere, tremare, lasciarsi andare a ogni spinta più profonda.
Luca, da lontano, sembrava vivere tutto attraverso di noi. Gli occhi lucidi, la bocca appena aperta. E io sentivo di essere al centro di qualcosa di più grande: un desiderio condiviso, che non aveva bisogno di parole.
Ogni colpo la faceva sobbalzare, Marta gemeva, incitava, chiedeva. E io glielo davo, con forza, con fame. Fino a quando il suo corpo tremò, violento, un urlo soffocato nei cuscini. Io la raggiunsi poco dopo, lasciandomi andare con lei, in un’ondata di piacere che sembrava non finire mai.
Restammo immobili, sudati, i respiri affannati che riempivano la stanza. Il profumo del sesso, dell’olio, del piacere consumato nell’aria.
Marta si voltò verso Luca. Il suo sorriso era quello di una donna che aveva avuto esattamente ciò che desiderava. E Luca, seduto in silenzio, sembrava in pace, appagato, forse persino fiero.
Io, in mezzo a loro, sapevo che quel pomeriggio non sarebbe stato solo un ricordo erotico. Sarebbe rimasto dentro di me, vivido, intenso. Un’esperienza vera, vissuta senza maschere, dove il piacere era solo una parte di qualcosa di molto più profondo.
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