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La spedizione punitiva/1


di Membro VIP di Annunci69.it compliceCE
22.06.2022    |    672    |    3 9.2
"“Passa”, dissi fornendogli l’indirizzo..."
La spedizione punitiva

La giornata non si aprì nella maniera più felice. Sveglia alle 6, mattinata di lavoro. Il rientro si prospettava almeno dopo le 15.

Le sera prima avevo svuotato - sí, è così che mi piace definire quei pompini di ragazzi giovani e passivi; quelli che salgono in auto, ti abbassano lo slip e ti regalano il piacere della loro lingua assatanata.

Non avevo i coglioni particolarmente pieni, dunque, ma lo schermo del telefono che si illuminava e un nuovo messaggio cambiò il corso di quel 22 giugno.
Io e Claudio (nome di fantasia) ci eravamo scritti la sera prima; avevamo scambiato il contatto e ci eravamo promessi di vederci appena fosse stato possibile.

“Senti, c’è un passivo che ospita. Vieni con me?”, lessi.
Avrei terminato il lavoro dopo mezz’ora e devo ammettere che il sesso così fugace ha sempre esercitato una doppia influenza su di me: mi si fa duro, da una parte, dall’altra sono cosciente di preferire situazioni più calme.

La bravura di Claudio fu quella di percepire i miei tentennamenti e di inviarmi subito delle foto di quello che lui definiva un passivo doc. Fisico tonico, bella barbetta, occhio chiaro, ospitale, passivo. Cosa cercavo di più?

“Ti passo a prendere e andiamo”, insistette Claudio.

Mi arresi.

L’idea che qualcuno stesse organizzando una chiavata per me, che non dovevo insistere, cercare, ma solo accomodarmi in auto perché Claudio mi avrebbe condotto direttamente in una bella bocca mi convinse.

“Passa”, dissi fornendogli l’indirizzo.

Puntualissimi entrambi, questo fece scattare una immediata simpatia tra noi. Eravamo due bei ragazzi, vogliosi, in un pomeriggio assolato di giugno e stavamo andando a farci pompare.

Per la strada ci presentammo, in poche battute sembravamo due amiconi diretti al bar a bere qualcosa. Stavolta, però, avremmo provveduto noi al drink.

Claudio volle testare la mia virilità e mentre guidava mi tocco la verga, che subito ebbe la reazione attesa.

“Aspetta,” dissi, “te lo presento”.

Così dicendo, sbottonai il pantalone, tirai fuori il cazzo e lo presentai a Claudio.

La sensazione della sua mano amica sul mio cazzo, la sua premura nell’ accarezzarlo furono il segno eloquente della nostra amicizia. Eravamo amici, complici, due maiali. Non ci importava che fossero le 15:00 e che stessimo percorrendo una strada trafficata. Parlavamo solo di passivi, di culi, di bocche vogliose e del nostro desiderio di scoparne quanti più possibile.

Capimmo subito di non essere attivi totalmente, ma ci eccitava l'idea che le nostre vittime lo immaginassero. Ci eccitava recitare la parte dei due castigatori che entravano a casa della puttanella di turno pronti a svuotare. Ci eccitava la complicità che si stava creando.

Eravamo pronti per la nostra prima spedizione punitiva.
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