trio
In metropolitana. Un'esperienza da ripetere.

16.02.2013 |
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"Esibizionismo in cam col suo uomo..."
C’eravamo conosciuti in una chat. Lui era intimamente cuck, ma la moglie non voleva saperne di assecondare i suoi desideri di un incontro reale con altri uomini. Era esibizionista, questo sì. Le piaceva vedere giovani maschi che si masturbavano mentre lei scopava col marito in cam sempre ambedue con le maschere sul viso. Le piaceva vedere lo sperma che usciva da quei grossi uccelli ed aveva sempre dei violenti orgasmi facendosi scopare alla pecorina e senza togliere gli occhi dal video.Ma incontrarli mai! Questo era il massimo che concedeva. Esibizionismo in cam col suo uomo.
Paolo mi raccontava queste cose in chat dall’ufficio. Non c’eravamo mai incontrati in cam perché loro ci andavano la sera tardi ed io alle 23, in genere, già ero a dormire dovendomi alzare presto la mattina. Mi aveva inviato, via email, foto della moglie nuda, rigorosamente censurate. Era un gran pezzo di fica. Un bel pelo nerissimo davanti, un culo perfetto, due tette, saranno state una terza abbondante, appena appena abbassate che davano il senso del morbido come piace a me. Quarant’anni ed alta uno e sessantacinque mi aveva scritto il marito. Era l’ideale per i miei gusti, matura e bona. Lui le aveva parlato di me, ma la risposta era stata la solita: “al massimo lo incontro in chat”. Lui le aveva anche parlato del mio cazzo di 18 cm, più grosso del suo, ma niente! Nessuna possibilità di un incontro reale.
D’altra parte io non mi sarei mosso dalla Sicilia per andare a Milano col rischio di un nulla di fatto. Pensavo, però, che sarei comunque potuto andare a trovare un’amica e non perdere il viaggio, ma di questo non feci cenno a Paolo.
Anche da parte della mia compagna non ci sarebbero stati problemi. Lei non è gelosa ed, anzi, le piace e si eccita molto quando le racconto degli incontri con le mie amiche o con donne sposate conosciute in chat. Non ha problemi perché sa che torno sempre da lei perché mi conosce fin nei minimi dettagli della mia psiche e riesce sempre ad anticipare ogni mio desiderio.
Passarono diversi mesi e con Paolo ci continuavamo ad incontrare in chat due, tre volte la settimana quando riuscivamo a far coincidere i rispettivi tempi morti in ufficio. Un giorno mi venne un’idea e gliela proposi. “E se ci incontrassimo con lei ignara dell’appuntamento?”. A Paolo la proposta piacque. Rimaneva il problema di come far apparire l’incontro il più casuale possibile. Decidemmo che doveva essere un luogo pubblico, possibilmente affollato a garanzia loro e mia. Il rischio di situazioni spiacevoli era ben chiaro a tutti e due, giacché ci conoscevamo solo virtualmente. Dopo varie proposte di situazioni possibili scartate perché non davano garanzie di successo almeno parziale, proposi di incontrarci in metropolitana ad un orario di punta. Stando vicini si poteva scambiare qualche frase senza che ciò apparisse in nessun modo preordinato e, se poi ci fosse stato un seguito si poteva proseguire l’incontro prima in un bar e poi a ristorante o da qualche altra parte.
L’idea piacque e cominciarono i preparativi. Io consigliai a Paolo di chiedere alla moglie di tanto in tanto di vestirsi con gonne un po’ corte e leggere perché a me piacciono le donne con le gonne e visto che eravamo già a metà primavera la cosa forse sarebbe passata inosservata a sua moglie quando il giorno dell’incontro le avesse fatto la solita richiesta. Poi decidemmo di scambiarci nostre foto non censurate ed i cellulari. Dissi a Paolo, sempre per tranquillità, di comprarsi una scheda dedicata a questa cosa ed io avrei fatto lo stesso, così da non scambiarci i veri numeri.
Paolo era entusiasta. Forse non sarebbe successo nulla, ma l’idea lo eccitava tantissimo. Mi scriveva che aveva preso a scopare con la moglie con maggiore passione, che la moglie, prima sospettosa sul fatto delle gonne, si era poi tranquillizzata visto che oltre la richiesta poi non succedeva nulla. Scrissi a Paolo, dato che abitava a Milano di decidere lui una fermata di metro e l’orario in modo che la carrozza man mano si riempisse e ci potessimo trovare vicini.
E si avvicinò il giorno concordato. Io presi l’aereo e andai in un albergo tre stelle vicino la stazione per facilitarmi gli spostamenti. Il giorno seguente misi un jeans ed una felpa, accesi il secondo cellulare e mi avviai in centro. Paolo mi telefonò per dirmi com’erano vestiti e che l’appuntamento era alle tredici meno un quarto e loro avrebbero guardato vetrine vicino alla discesa della metro. Quando li avessi visti e fossimo stati abbastanza vicini avrei fatto un paio di squilli che lui avrebbe riconosciuto mettendo il vibro al cellulare in tasca e si sarebbero avviati alle scale per scendere.
Tutto si svolse secondo i piani. Vidi per la prima volta il viso di Laura. Bello, decisamente bello. Un visetto un po’ malizioso, occhi chiari, capelli neri, bocca non molto carnosa, ma turgida, il tutto con appena un filo di trucco. Mi venne subito ritto. Cercai di aggiustarlo attraverso i jeans pensando che avevo fatto bene a mettere quelli blu scuro perché nascondevano di più. Anche Paolo mi vide. Ormai eravamo sotto ad attendere la metro e quando arrivò, salimmo sulla stessa carrozza. Mi misi a un metro da loro ed il treno partì.
Potevo guardarla. Lei mi volgeva la schiena. Il vestito era carino, bianco e nero, leggero, corto quattro dita sopra il ginocchio, ma soprattutto era ben aderente e si vedevano i segni del reggiseno e degli slip molto sgambati. Peccato si sia messa il reggiseno, pensai, ma il mio uccello, nel frattempo, era diventato durissimo e cercai di sistemarlo meglio spostandolo un po’ a destra.
La carrozza alla fermata successiva si riempì abbastanza ed io mi avvicinai a loro due guardando negli occhi Paolo. Uno scossone ed una persona mi venne addosso spingendomi in avanti. Mi ritrovai col cazzo sul culo morbido di Laura che rinculò. Ormai eravamo schiacciati l’uno contro l’altro.
Mi rivolsi a Paolo con una battuta: “Certo che a quest’ora non si può viaggiare. Ci hanno scambiato per sardine”. “ Infatti” rispose lui “potrebbero mettere più corse e più vagoni negli orari di punta”.
Intanto, data la piacevole situazione che si era creata, avevo messo il cazzo ben in mezzo alle chiappe di Laura tenendomi ben saldo alla maniglia con la mano destra per evitare di perdere il contatto. Lei sussurrò qualcosa nell’orecchio del marito e lui, sempre nell’orecchio le rispose facendomi contemporaneamente l’occhiolino. Cosa si fossero detti lo capii subito perché Laura cominciò lentamente a strusciare il culo sulla mia verga che, se possibile, divenne ancora più dura.
“ Io devo scendere tra molte fermate” dissi a Paolo “speriamo che si svuoti un po’”. “No” mi rispose “questo è l’orario di uscita dagli uffici ed il treno rimane affollato sin quasi al capolinea. Lo so perché noi ci abitiamo vicino e prendo la metro quasi tutti i giorni”.
Avevo avuto delle informazioni importanti e sapevo che avevo un buon margine di tempo. Tolsi la mano sinistra dalla tasca dei jeans e la poggiai con il palmo aperto sulla chiappa sinistra inserendola tra me e Laura che continuava a muovere lentamente il bacino. Ebbe un minimo sussulto. Dopo aver palpeggiato un poco il suo culo morbido con le dita cominciai a far salire la gonna ed appena fu possibile le misi la mano sull’interno della coscia nuda. Ebbe un altro sussulto e avvicinandosi all’orecchio del marito gli disse qualcosa. Lui le fece un cenno affermativo col capo e mi fece nuovamente l’occhiolino. Mentre io salivo lentamente con la mano, lei spostava altrettanto lentamente il bacino avanti e indietro a simulare una scopata.
Alla prima fermata staccai la mia mano dalla maniglia, presi la sua che era libera lungo il corpo e la guidai sulla patta. Laura salì e scese con la mano lungo il cazzo attraverso i jeans, quasi a valutarne la dimensione, poi lo strinse con la mano. Il treno ripartì ed io, che intanto ero arrivato con la mano allo slip, lo scostai un poco ed intrufolai due dita tra le labbra della sua fica umida e appiccicosa. Ebbe ancora un sussulto e un odore forte di ormoni la circondò come una vampata. “Hai cambiato odore” le sussurrai in un orecchio. Lei, per tutta risposta, cominciò ad armeggiare sulla patta cercando di sbottonarla senza però riuscirci. Il jeans era nuovo e stretto. Cominciò allora a masturbarmi da fuori con piccoli movimenti veloci stringendomi il cazzo. Continuava a guardare il viso del marito che, a sua volta guardava un po’ lei un po’ me. Avrei voluto guardarle il viso anch’io, ma avevo davanti solo i suoi capelli corvini tagliati corti, una parte del collo e un orecchio. La sua sega mi eccitava mentre lei era sempre più bagnata. Infilai anche il pollice sotto gli slip, lo feci entrare nella fica per inumidirlo e forzai il suo buchetto. Qualche secondo di resistenza ed entrò di colpo tutto dentro. Laura accelerò i movimenti della sua mano sul mio cazzo mentre io la penetravo con due dita in fica ed uno in culo. “Sto per venire” le sussurrai, lei accelerò ancora, io feci entrare ancora più dentro le dita nel suo lago muovendo il pollice nel suo culo. Accostato al suo orecchio dissi “Vengo”. Lei continuando a segarmi ebbe l’ultimo sussulto. Una nuova vampata del suo odore mi colpì mentre sentivo intorno alle dita gli spasmi della fica e del culo. Cosa non avrei dato per guardarla in viso in quel momento! Restammo fermi dei lunghi interminabili secondi. La sua mano ferma sul mio cazzo, io le dita ferme dentro di lei. I suoi spasmi ebbero termine.
Feci scivolare le dita fuori dai suoi buchi, con la mano bagnata le sfiorai l’interno della coscia uscendo da sotto la gonna. Portai le dita al naso ed ancora il suo odore mi pervase. Laura con la mano che sino a poco prima mi aveva masturbato si toccò prima i capelli e poi il collo.
“Noi scendiamo alla prossima” disse Paolo. “Anch’io” risposi non sapendo se ci sarebbe stato un seguito. Si avvicinarono all’uscita, io mi tenni a mezzo metro da loro. Laura si girò verso di me e con un sorriso malizioso mi fece l’occhiolino, poi si girò nuovamente verso le porte prese al braccio il marito e scesero. Capii che era finita lì. Non li vidi ne sentii più.
Nomi di persone e luoghi sono stati cambiati, ma la storia nella sua essenza è vera.
Non mi è più capitata una cosa simile, ma spero prima o poi di incontrare un’altra coppia disponibile a questo gioco.
Facciomale
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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