Prime Esperienze
Piacere sotto la luna
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01.06.2024 |
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""You feel cold, undress if not you will get a flou..."
Ero in preda ad astratti furori, non so perché, lo ignoro, ma avevo dentro di me una energia inespressa. Troppe cose cercavano risposta nella mia mente. Era una sera di luglio, con una luna luminosissima in cielo e me ne stavo steso sul materassino, fuori dalla tenda, a leggere Kundera con la mia torcia. Ero assorto nella mia lettura ma attento ai rumori del vicino bosco. Il lago, appena increspato, offriva uno scintillio di riflessi lunari.
Troppo magica quella notte, la temperatura perfetta, l'assenza di zanzare dopo il crepuscolo e la mia mente libera ma insoddisfatta.
Lasciai il libro mi alzai e, a piedi nudi, mi avviai al lago che distava 40 metri scarsi. L'erba fresca mi solleticava la pianta dei piedi, giunsi alla sabbia umida sulla riva e sentii l'acqua tiepida, normale dopo una settimana di clima torrido.
Me ne stavo li, con i piedi a mollo, quando uno sciabordio sulla sinistra attirò la mia attenzione, la luna si rifrangeva sul lago e non capivo cosa fosse stato a provocare quel rumore. Nel riflesso lunare notai un'ombra nell'acqua ma non capivo se fosse un animale, un oggetto o altro.
“Why don't you swim?” Sentii una voce dolce che mi parlava.
Pensavo di essere solo e sussultai, in quel momento compresi che quella sagoma nel riflesso della luna era un essere vivente. “Warm water and the moon, its quite magic”, la voce riprese.
Senza pensare risposi: I'm sorry, my english is rough! cercando intanto di capire chi fosse la proprietaria di quella bella voce.
"Come on is a wonderful night, swim with me!
Solo a queste parole individuai bene l'ombra che mi parlava, un busto sinuoso usciva dall'acqua, capelli corti, fisico esile. La voce faceva pensare ad una ragazza, il profilo quasi ad un ragazzo.
“I'm Jane, your tent neighbour! Come in!”
L'avevo vista il giorno del mio arrivo e ci avevo scambiato due parole e niente più. Un viso molto dolce, vestita in modo originale, sempre con ampi vestiti di lino, ricordavo nitidamente dei begli occhi. Valeva certamente la pena rispolverare il mio inglese!
Entrai in acqua togliendomi solo la maglietta e dirigendomi verso l'ombra che si stagliava nel riflesso della luna. Mi avvicinai a un paio di metri con l'acqua che mi arrivava poco sopra il pube. Lei era quasi del tutto immersa e adesso vedevo bene il profilo del volto.
“It's not so warm! “ Esclamai. Lei si alzò in piedi allungando la sua mano verso di me e disse solo: Come in, Trust me!
Scorsi nitidamente il profilo del seno nudo nei riflessi di luce dell'acqua ed ogni mia indecisione svanì.
Porsi la mia mano e lei mi guidò dove l'acqua era più alta. Adesso vedevo bene i suoi capezzoli appuntiti e il seno alto e compatto e, nonostante il contatto con l'acqua fredda mi provocasse un brivido, sentii la spinta del mio pene sul tessuto dei pantaloncini.
Arrivammo dove l'acqua era alta e nuotammo brevemente, sforzandomi di rimanere a galla, conversammo della bellezza del lago e del silenzio dei luoghi intervallati dal canto degli uccelli. La sua voce era soave e calda e mi raccontò qualcosa di lei mentre galleggiavamo tenendoci sempre per mano, fu così che sentimmo i primi brividi freddo e mi propose di tornare a riva. Uscimmo dall’acqua tenendoci per mano e fu solo fuori dal lago, nel pieno della luce lunare, che mi accorsi che non indossava il pezzo di sotto. La mia reazione fu apparentemente neutra nella voce e nei gesti mentre il sangue flui rapidamente tra le gambe generando un bozzo innaturale nei pantaloncini bagnati.
Speravo che il buio mi avrebbe aiutato ma la luna fu impietosa nell'illuminare i nostri corpi. Il suo pube, ornato di una peluria chiara e compatta, ed i miei pantaloncini innaturalmente tesi in avanti. Lei prese un asciugamano appoggiato a terra e si asciugò rapidamente. Me lo passò per asciugarmi a sua volta. Mi avvolsi l'asciugamano sulle spalle e ci avviammo alla mia tenda. Li, senza dire una parola, mi abbracciò da dietro quasi volesse riscaldarsi ed invece cominciò a massaggiarmi per scaldarmi. "You feel cold, undress if not you will get a flou..." Poi mi girò sempre strusciandomi l'asciugamano sulla pelle e mi guardò negli occhi. Io ipnotizzato dalla naturalezza dei suoi gesti feci scivolare i miei pantaloncini, insieme agli slip bagnati, e rimasi nudo e crudo di fronte a lei. Lei senza dire nulla, guardandomi negli occhi, pose le sue mani sul mio pene, che superò se stesso in autostima al contatto delle mani tiepide e mi baciò.
Tutti i miei furori astratti divennero improvvisamenti concreti e la seguii verso il materassino dove avevo indugiato tutta la sera. Misi un asciugamano sopra e la feci stendere, poi scivolai accanto a lei.
Non ci fu alcun bisogno di parole, le nostre mani esplorarono luoghi universali che hanno mille nomi che a poco servono in un letto. La sua mano, morbida e delicata, percorreva in un andirivieni continuo un luogo che la mia aveva percorso mille volte, ma tutto era diverso. Il pene sembrava due volte più concentrato e turgido mentre guardavo i suoi occhi dai riflessi di luna. Lei mi guardava e sembrava dirmi una sola cosa: Lasciami libera di giocare! Poi come se io avessi risposto scivolò nel buio splendente della luna e si avvicinò alle sue mani come dovesse controllare cosa stavano maneggiando. Sentii il fresco delle sue labbra alitare sul mio desiderio e poi il morbido guanto della sua gola calda in un crescendo di sensazioni inaspettate. Guardavo il lago ma in realtà non c'era altro intorno a me che la sua bocca che mi avvolgeva e guidava i miei pensieri dove non erano mai arrivati, luoghi inaccessibili e sorprendenti. In un barlume di lucidità vidi la sua schiena piegata ad arco vicino al mio fianco sinistro, giaceva accucciata e rannicchiata, potei cosi lasciar scivolare la mano sinistra lungo il suo corpo sino al solco stretto che conduceva ai suoi segreti meglio custoditi. Cominciai a scendere e sentii la peluria morbida circondare il piccolo anello che carezzai con la punta dell'indice una, due, tre volte in un lento vortice, aumentando la pressione ad ogni giro. Sentii come un istante di esitazione nelle sue labbra ed istintivamente il dito riprese la sua discesa tra la peluria più folta e subito scivolò tra le piccole labbra umide e socchiuse, le percorsi sino a dove si chiudevano a nascondere il clito, piccolo e turgido, sentii subito le sue labbra stringersi prepotentemente lungo l'asta e deciso a non capitolare scivolai dentro con l'indice a cercare il suo punto più profondo.
Il mio indice curvato a uncino cercò il punto giusto ed i suoi gemiti mi confermarono negli esiti della mia ricerca. Concentrato su di lei riuscii ad imporre per qualche secondo il mio ritmo al piacere ed a distrarla dalla sua immersione lungo il mio duro orgoglio, ma cosa potevo realmente fare di fronte all'arte di una donna e delle sue ave che le hanno trasmesso una sapienza orale tramandata di madre in figlia? Mentre mi distraevo con questi pensieri capii di aver peccato di fiducia e le contrazioni del mio scroto mi resero evidente che ero immancabilmente destinato a capitolare. In un attimo di lucidità, mentre l'indice continuava la sua esplorazione, spostai il pollice sul suo clitoride e creai una pinza immaginaria guadagnando secondi preziosi in quella gara senza vincitori né sconfitti.
Sentii la pressione salire ed il pene vibrare mentre le sue labbra suonavano le note più acute allo stesso ritmo delle mie dita ed il dolore dei testicoli, duri, si sciolse nel colpo di reni dell'eiaculazione mentre il mio braccio era intrappolato dalla contrazione delle sue cosce, la mia mano annaspava in un liquido appiccicoso ed io continuavo a esplodere come se non dovessi mai finire. Istanti, secondi, minuti chi lo conta il tempo in quel momento? Non io, né lei, io liberai a fatica il braccio dalla stretta mentre lei emerse dall'apnea con un sorriso interdetto, o almeno cosi pensavo, poi ci guardammo negli occhi illuminati dalla luna e mi sentii stupido per aver sottovalutato ancora una volta l'istinto di una donna. Jane con quel viso dolce, socchiuse la bocca in un sorriso, lasciò scivolare un rivolo del mio piacere sul mio orgoglio felice e poi lo riprese provocandomi un brivido profondo e la fuoriuscita di un altro zampillo di felicità, quanto dovevo imparare ancora? Intanto il mio furore si era placato e la mia breve vacanza sapevo mi avrebbe lasciato un ricordo indelebile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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