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Prime Esperienze

La perdita della verginità morale


di Fikona1979
22.01.2024    |    1.847    |    19 9.9
"Leggendo qua e là (anita69 che invito a leggere), mi ha colpito molto il concetto di perdita di verginità morale..."
Leggendo qua e là (anita69 che invito a leggere), mi ha colpito molto il concetto di perdita di verginità morale. Non ci avevo mai pensato, ma in effetti ha senso. È importante come quella fisica.
E così ho cominciato a riavvolgere il nastro della mia vita e mi sono chiesta quando ho perso la verginità morale. E con queste righe racconto quando credo mi sia successo.
Sin da ragazzina ho frequentato le discoteche, avevo amici tra baristi, buttafuori, DJ, e altri. conoscevo l’ambiente, ma per la mia educazione non ho mai fatto grandi cose prima di fidanzarmi ufficialmente. Ero quella che chiamano rizza cazzi che poi all’atto pratico concedeva ben poco. Ed infatti la verginità fisica la prese il mio primo fidanzato, che fu per me anche una delle storie più importanti della mia vita.
Con il fidanzamento cessai anche di fare la rizza cazzi, mi vestivo in modo meno vistoso e, siccome stavo con lui, ero fedele al 100%, così almeno mi ero imposta, anche perché ne ero innamorata, o così credevo.
Passati i 20 anni le cose cominciarono a cambiare.
Quando iniziai il tirocinio da infermiera, il nostro referente in sala, che era un gran porco e ci provava con tutte le giovani tirocinanti, siccome non gli concessi proprio nulla, mi mandava in reparto a rasare i piselli dei pazienti, che dovessero o meno fare interventi chirurgici. Ragioni pulizia, ci diceva. Tutti da rasare senza eccezioni. Fu uno shock.
Imparai a rasare molto bene, ma soprattutto vidi decine e decine di piselli di tutte le dimensioni e colori. Sapevo che c’era la diceria che i neri fossero ben dotati, ma da quello che vedevo empiricamente mi pareva sinceramente esagerata.
Almeno dal mio osservatorio non tutti i neri erano superdotati nè tutti i bianchi poco dotati.
Mi ricordo ancora bene un pisello di un 50nne che visto da moscio era davvero impressionante.
Quello che però era per me differente era l’impressione che mi facevano i piselli neri. Quelli colorati sembravano più grossi a parità o quasi di dimensioni.
Certo li vidi quasi tutti non in erezione (i più giovani però spesso non riuscivano a tenerli mosci e così ne tenni in mano anche diversi in piena erezione), però una idea cominciavo a farmela.
Per quanto cercassi di stare concentrata su quello che stavo facendo, guanti mascherina e tutto l’armamentario, devo dire che quando rasavo le misure extra, che fossero colorate o meno, mi faceva una certa impressione.
L’unica vera conclusione alla quale arrivai fu, però, che il mio fidanzato era nel cluster medio basso (ora direi taglia s).
Detta in altri termini, il mio uomo era tra i poco dotati.
Il mio ragazzo aveva anche il grande difetto di venire prima di me, e questo mi faceva rimettere i vestiti quasi sempre con una sensazione di incompiuto, di non appagamento, come alzarsi da tavola non sazi, per rendere l’idea.
Si faceva perdonare perché era - e dopo tutti questi anni lo è ancora- uno dei più grandi lecca figa che abbia mai incontrato.
All’inizio era più che sufficiente, ma cominciavo a volere di più e non sapevo se era colpa mia perché non mi accontentavo, o sua, perché non mi accontentava.
Avevo da poco passato i vent’anni e tutto quel ben di dio che vedevo a lavoro cercavo di tenerlo nel cassetto del lavoro, ma probabilmente qualche curiosità inconscia la suscitò.
Comunque la vita procedeva più o meno come sempre. Il sesso con il mio ragazzo continuava ad essere da 6: 3 la penetrazione e 9 per il petting.
Morale della favola a 21 anni ancora non avevo provato un orgasmo vaginale.
Le mie amiche si, o almeno così mi dicevano, quando parlavano delle loro innumerevoli avventure sessuali.
Mi ricordo che un giorno io e lui litigammo di brutto.
Non ricordo la ragione, ma ero incazzatissima.
Di cosa possono litigare due ragazzi che non hanno nessuna responsabilità se non studiare? Non lo so e non lo ricordo, ma ero incazzatissima.
Mi ricordo era un sabato e decisi di uscire da sola e di andare in una disco lontano dai nostri soliti posti e soliti amici.
Era la fine dell’inverno.
Mi vestii da disco, ma un po’ spintarella come ai bei tempi: stivale su coscia velata da auto reggenti nere, mini perizoma nero, perché secondo me l’intimo deve essere nero, vestito corto e super aderente.
Da quando ero fidanzata ero totalmente rasata, così come piaceva a lui, truccata poco, ma bene.
Ero molto giovane al tempo.
Entrai in disco da sola e cominciai a ballare. Avevo solo voglia di buttare fuori tutta la rabbia e rilassarmi, sentire un po’ di musica e non parlare con nessuno.
Non fu possibile.
Ero letteralmente circondata da maschi infoiati che volevano attaccare bottone.
Alcuni erano veramente ridicoli.
Li ignorai tutti.
Dopo un po’ andai a prendere qualcosa da bere.
Non ho mai bevuto alcol né fumato, questo è il mio background sportivo, tuttora valido.
Ero e sono una salutista, anche perché, per il mio lavoro, conoscevo sin da allora i danni di certe cose.
Mentre sorseggiavo il mio bicchiere d’acqua con ghiaccio, come fosse un vero drink alcolico, si avvicina un gran bel ragazzo scuro e sicuro di sé e si siede vicino a me.
Chiede al barista quello che stavo bevendo io e con aria un po’ da smargiasso mi dice che io ci andavo giù pesante con gli alcolici.
Gli rido letteralmente in faccia, e gli rispondo che ha ordinato solo acqua naturale con ghiaccio e una cannuccia…
Rimane interdetto, ma non si perde di animo e dice con una espressione sollevata, che mi pareva realmente e stranamente sincera, che era astemio…mi metto a ridere... Un approccio del genere non lo avevo mai avuto, sinceramente.
Mai capitato nè prima né dopo di essere rimorchiata parlando di acqua e ghiaccio.
Avevo capito che gli piacevo ma siccome ero fidanzata e fondamentalmente una stronza, me ne andai a ballare senza neanche guardarlo o salutarlo. Forse speravo che mi seguisse…ed in effetti mi seguì. Si mise davanti a me a ballare. Era davvero un bel ragazzo, accidenti. Sembrava la versione alta di Lenny Kravitz, nero come lui ma senza treccine. Chissà, se non fossi stata fidanzata magari… cercai di allontanarmi, cambiare sala, ma nulla. Mi seguiva a distanza. Buona parte della serata andò via così. Io mi dileguavo, lui senza essere opprimente mi seguiva e mi guardava. Nel suo sguardo c’era qualcosa d’altro che non capivo.. Alla fine andai in bagno e finalmente lo persi di vista. Feci le mie cose. Mi lavai il viso e uscii. Provai a vedere dove fosse, ma non c’era. Si sarà arreso pensai. E mentre lo cercavo io perché tutto sommato mi piaceva fare la lepre, mi piombo’ alle spalle mi disse sono qui. Mi ricordo che diventai rossa come un peperone. Lui mi prese per mano e mi riportò a ballare. Ballammo insieme per un pó e devo dire che aveva un gran senso del ritmo. Per quanto fossi stanca ero ancora abbastanza lucida e non so cosa successe cominciai a non essere più così rigidamente stronza. Chissà. La pista piano piano si svuotava ed alla fine ci provò.
Cosa successe?
Potevo scegliere di mandarlo a pescare come tutti in quella disco oppure di andare avanti con il gioco. Ma poi fino a che punto ci saremmo spinti? Prima di fidanzarmi, con quei ragazzi con i quali avevo flirtato ero arrivata massimo ad un pompino in auto o in bagno. Ma era una vita fa….
Ora tutto era cambiato. Non ero più vergine. Però avevo una vita sessuale molto mediocre nonostante con il mio fidanzato ci vedessimo molto spesso, per non parlare dei tanti spasimanti…ma possibile il sesso alla fine fosse così? Poco più di un bordino?
Sono passati tanti anni ed ancora non riesco a darmi una vera spiegazione. Fu tutto molto veloce. Non ricordo la sequenza precisa dei fatti. Ma ricordo benissimo che con una leggerezza mai avuta con altri, io e lui andammo via dalla pista e ci chiudemmo a chiave nell’unico bagno libero (quello degli handicappati) e ci avvinghiammo l’una all’altro con una passione e trasporto che non avevo mai provato prima. Mentre ci baciavamo misi una mano sui suoi pantaloni ed ebbi la sensazione che nascondesse un gigante di marmo. La cosa mi faceva salire ancora più di giri. Non capivo più nulla. Mi ricordo solo che ero super eccitata. Lui metteva le mani dappertutto. Ero un lago e lui me la toccava come non ci fosse un domani. Mi pareva che non sapesse bene come toccarla, però mi piaceva la situazione ed essere toccata ovunque. questo aumentava ancora di più la mia temperatura.
Una vocina dentro di me diceva di fermarmi, che ero fidanzata, ma era come fermare un maremoto con le mani. Troppo tardi. Avevo perso completamente ogni voglia di stoppare quel ragazzo.
Feci una cosa che ripensandoci non è da me. mi allontanai dalla sua presa e mentre lo guardavo nei suoi occhi increduli, mi girai di spalle ed appoggiai le mani sul muro dietro di me, spingendo in su il sedere. Di fatto lo stavo invitando a prendersi tutto il premio. Credo neanche lui se lo aspettasse. Subito mi alzó il vestitino fino alla vita e via le mutandine. Allargai istintivamente le gambe e mi abbassai un po’ ed il perché mi pare chiaro. Mi ricordo rimasi così per qualche secondo in attesa di lui, non resistevo più, lo volevo subito e basta. Lui si prese ancora degli attimi di attesa, infiniti, forse mi guardava così come ero, oscenamente esposta a lui che lo invitavo a scoparmi, non so se sorpreso, titubante o da bastardo per farmi eccitare ancora di più. cominciò a sditalinarmi con velocità. Inutile dire che alzava ancora la mia temperatura ma io lo volevo dentro.
Non ne potevo più lo volevo e basta. Ero un lago davvero. Avvicinai allora il mio culo nudo al suo cazzo di marmo che stava scoppiando nei pantaloni, per fargli capire una volta e per tutte che cosa doveva fare.
Lui a quel punto non esitò più. Mi dette l’ultima carezza alla patata ed al clitoride e poi alla fine mi penetro’. Non opposi nessuna resistenza. Anzi. entro’ abbastanza velocemente con un mio forte gemito di piacere che per il casino fuori non sentì , e nonostante fosse largo come mai nessuno prima, fu piacere al primo assaggio. Avevo una sensazione di allargamento, pienezza e piacere difficile da descrivere a parole. Era un piacere che il mio ragazzo non mi aveva fatto mai provare. Ricordo benissimo che lo sentivo strusciare contro le pareti interne come se le volesse far esplodere. Era da urlo. E infatti in quel casino di rumori che venivano da fuori ansimavo, gemendo forte come mai avevo fatto.
Non credo lui mi abbia sentito. Lui spingeva avanti indietro ed a ogni spinta mi allontanavo dal mio fidanzato. Non mi ricordo quanto durò il rapporto, ma ricordo che venni davvero dopo poco, il mio primo vero ed intenso orgasmo vaginale su un cazzo xl. Lo ricordo ancora. Ne stavo per avere un secondo con lui che spingeva avanti e indietro quel gigante nella mia patata, ma venne anche lui, e, cosa che non badai affatto, venne tutto dentro…
Non sapevo neanche il suo nome e perché mi ero concessa con questa facilità. Era tutto nuovo. Ma tutto così tremendamente appagante. Avevo goduto da pazzi e questo era l’importante. Avevo goduto come mai prima.
Ci rivestimmo velocemente, ma io non trovai le mutandine. Erano nere e chissà dove le aveva buttate (o forse le aveva tenute lui come trofeo, mai saputo). Mi aiutò a pulirmi, di fatto masturbando di nuovo la mia patata che era pulsante e fradicia. Mi chiese il numero di telefono, che non gli detti chiaramente. Invece mi feci dare il suo. Ci baciammo di nuovo con passione e usciti stravolti dal bagno ognuno andò per i fatti suoi.
In auto mentre tornavo a casa sentivo il suo seme che ancora scendeva tra le mie gambe. Ma quanto ne aveva fatto?
Mi dicevo che ero una pazza.
Che mi era passato per la testa? La mia prima grande pazzia. Ma non l’ultima, posso dire. Mi ero comportata da maiala, contro tutti i miei principi. Ed ero Lucida. Non era colpa dell’alcol. Lo avevo voluto io.
Ma via via che mi avvicinavo a casa il ricordo del piacere cominciò a fare posto al terrore. Era venuto dentro, ma quello poteva non essere un problema . Prendevo la pillola da anni perché con il mio lui lo facevamo scoperto e mi regolava il ciclo. Ma più che altro avendolo fatto senza protezione avevo paura di essermi presa qualcosa. Feci una doccia prima della nanna e poi dal giorno dopo tutta una serie di analisi per ogni cosa. Non uscì nulla. Tutto a posto. Quando ebbi l’ultimo esito delle analisi ripensai a quella serata. Nel mentre avevo fatto pace con il mio ragazzo e dopo avergli avevo negato il sesso per farlo strisciare, in realtà non volevo che si prendesse qualcosa, quando fu tutto a posto, lo rifeci con il mio ragazzo. Rispetto alla avventura del bagno della disco, una prestazione mediocre. Non mi piacque per nulla. Mi chiesi allora se in disco mi piacque così tanto per la situazione o perché l’altro era un gran scopatore. Ripresi il suo numero che avevo nel comodino e lo misi in rubrica del tel. Passarono ancora altri giorni in dubbio se chiamarlo o meno e poi alla fine vinsi la timidezza e lo chiamai con voce quasi tremante.
Non sapevo se si ricordava di me, se voleva ancora vedermi. Che mi pensasse una Troia non mi interessava. Con lui lo ero stata, senza dubbio. Non volevo un nuovo fidanzato. Ma capire per conoscermi meglio.
Lui invece non aspettava altro. Era felice di sentirmi e così fissammo. Per fare prima, sarei andata a prenderlo io con la mia auto.
In pratica mi ero totalmente arresa a lui perché volevo rifarlo il prima possibile.
Quando sali in auto non disse nulla o quasi per tutto il tempo, eravamo tutti e due in imbarazzo. Mi disse che era contento che mi fossi fatta sentire perché voleva rivedermi. . Io non dissi una parola. Sapevamo entrambi perché eravamo in auto. Io dovevo capire perché con il mio fidanzato il sesso è un mezzo disastro e con lui è stato un pezzo di paradiso. Lo portai in una campagna abbastanza nascosta e lo facemmo di nuovo. Fu di nuovo pazzesco. Avemmo molto più tempo e ci dedicammo l’una all’altra in modo più libero. Prima di scopare, ricordo che gli feci un mega pompino che lo fece venire in maniera copiosa. Come mi aveva insegnato il mio fidanzato, presi tutto in bocca. Lui era in estasi. Pensai che sarebbe finita lì ed invece dopo poco gli ritornò su e mi scopò da 9.
Non ricordo i dettagli ma capii che non era la situazione. Era lui che lo faceva da dio, o almeno come piaceva a me.
Fu una estate di tanto sesso. Con la scusa degli esami non andai in vacanza e così tra un impegno ed un altro ci rivedemmo molte altre volte.
C’era un unico grande problema. Usavamo sempre la mia macchina che era diventata una alcova. C’erano liquidi nostri ovunque. Mi toccava portarla a pulire di continuo.
In quel periodo scopavo anche con il mio fidanzato, ma sinceramente molto più con il mio amante . Fu pazzesco perché dovetti inventarmi tutta una serie di impegni per sfuggire al mio fidanzato ed al suo sesso mediocre.
Dopo l’ennesima volta che lo facemmo nella mia auto gli chiesi seccata se poteva prendere la sua ogni tanto. Mi disse che non l’aveva.
Gli dissi che se voleva continuare a vedermi doveva farsela prestare da qualcuno allora.
Mi disse che lo avrebbe fatto volentieri , ma solo dopo aver preso la patente, ovvero a 18 anni compiuti.
Io lo guardai incredula e gli chiesi quanti anni avesse realmente.
Abbassando gli occhi mi disse 17. Io al tempo ne avevo 22. Non ci potevo credere.l’aria si gelò.
Con il senno di poi, fu il mio primo toy boy…
Lo guardai, seduto accanto a me, con i pantaloni abbassati ed il pisello in mano duro come il marmo pronto per me.
Mi chiese se era un problema.
Non gli fece finire la frase che già mi ero abbassata a succhiarglielo.
In quel preciso momento credo di aver perso la verginità morale.
Il piacere era l’unica cosa che direzionava la mie scelte.
Continuai a vederlo e a scopare nella mia auto o li vicino.
Ci vedemmo per tutta l’estate e poi come finì la mia storia con il mio fidanzato fini anche la storia di solo sesso con lui. Volevo aprire una nuova fase. Inizió un periodo ancora più intenso di sesso. Ma lui resterà sempre nella mia top 3, per avermi dato il primo vero piacere ed sver concorso a fare di me la donna consapevole (forse un po’ porca) che poi sono diventata
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