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Prime Esperienze

Annalisa (2a parte)


di masaraj
07.06.2021    |    14.355    |    5 10.0
"”- sentenziò rimettendosi le mutandine..."
In campagna ci sono mille posti in cui imboscarsi, così quel pomeriggio approfittando del fatto che bisognava andare in paese per fare delle compere io e Lisa prendiamo le biciclette e ci avviamo. Arrivati all’altezza della stradina che porta al vecchio mulino decidiamo di andare lì dove possiamo trastullarci lontano da occhi indiscreti.
Entriamo nella costruzione abbandonata attraverso una breccia nel muro, Lisa mi conduce per mano al piano superiore. Entriamo in un locale stretto e lungo, le pareti scrostate, con un finestrone senza infissi, sul pavimento, appoggiate su alcuni mattoni vi sono delle assi ricoperte da alcuni sacchi di juta vuoti. Mia cugina vi si siede sopra. Mi avvicino rapito.
-“Adesso me lo fai vedere il tuo pisello?”- chiede guardandomi negli occhi.
senza attendere la mia replica mi slaccia i bermuda e me li sfila insieme agli slip. Il testosterone che ho in circolo ha prodotto ciò che ora si erige di fronte al suo bel viso, le sue mani si impossessano della mia mascolina appendice accarezzandola con una mano e con l’altra saggiando le sferiche rotondità appese lì sotto.
Lascia la presa solo per legare in una coda i suoi lunghi capelli, mi fa sdraiare di schiena sul fieno, mi allarga le gambe e si inginocchia nel mezzo, prende il mio pene marmoreo con la mano e piegandosi inizia a baciarlo, la sua mano tira verso il basso la pelle del prepuzio liberando così il glande pulsante. Rimane a guardarlo rigirandoselo con la mano. Lo lecca come fosse un gelato, regalandomi sensazioni sconosciute. Le sue labbra baciano la punta e la lingua ne saggia la consistenza, quindi, lentamente accoglie dentro di sé tutta la cappella, la succhia e l’accarezza con a lingua mentre l’altra mano si impossessa dei miei gioielli di famiglia. tiene saldamente stretta l’asta di carne e accompagna con movimenti lenti il lavoro che le labbra e la lingua riservano alla sommità sensibile del mio battacchio. Sento il piacere avvolgermi, sensazioni nuove percorrono il mio corpo in questo che è il mio primo rapporto orale. Percezioni diverse da quelle provocate dalla mia mano durante le pratiche masturbatorie alle quali ricorro normalmente. Il movimento ritmico che sale e scende lungo la mia legnosa appendice mi regala brividi di piacere ai quali rispondo ansimando. Lisa è sempre intenta a baciare e leccare la sommità del mio io più esposto e nel farlo percepisce, probabilmente, il godimento che mi sta provocando, tant’è che aumenta il ritmo di andirivieni incrementando anche la presa. Sento il calore espandersi e avvolgere il mio basso ventre, le gambe si fanno di burro e percepisco il momento in cui sto per venire. Lo percepisce anche mia cugina che a quel punto stacca le labbra dalla punta del mio pene e accresce il ritmo della sua mano.
Esplodo in un orgasmo estatico in cui mi sembra di eiaculare una quantità abnorme di sperma mentre la mano di Lisa allenta la presa e riduce la cadenza degli affondi. Soddisfatta mi infila la lingua in bocca mentre io cerco di riprendermi dall’estasi che mi ha appena procurato.
-“Adesso tocca a me”- l’apostrofo infilando le dita nelle sue mutandine trovando la sua fessura abbondantemente bagnata. Lei le sfila e sdraiandosi sulla schiena mi chiede:
-“Non hai mai visto una passera così da vicino, vero”- a me non resta che confermare.
-”Leccamela!”- ordina in perfetto italiano
Essendo per me la prima volta non so come fare e inizio a leccarla come un cucciolo leccherebbe la mano del suo padrone. Il sapore della sua vulva mi riempie la bocca, sorprendendomi.
-“Ah, mi tocca insegnarti come fare.”- mi dice ridendo.
-“Ma dopo, adesso è tardi dobbiamo correre in paese, altrimenti…..”- sentenziò rimettendosi le mutandine.
Quella notte Lisa è tornata nel mio letto ma non ha voluto insegnarmi come leccare il suo fior di loto per paura di svegliare mia sorella che dorme sopra di noi. Quindi, nudi, siamo rimasti abbracciati con le labbra incollate e le lingue aggrovigliate ad esplorarci con le mani, masturbandoci a vicenda.
È il nostro ultimo giorno qui, vorrei non passasse mai, ma domani torneremo a casa. Per tutta la mattina ho scodinzolato dietro Lisa, ogni angolo nascosto ed ogni occasione è buona per infilaci le lingue in bocca e per toccarci ovunque. Dopo pranzo come ormai consuetudine ci ritroviamo sotto il portico, suo fratello più grande sta armeggiando con la moto insegnando a quello più piccolo come si fa. Lisa è seduta sui soliti gradini di fronte a me. Il mio interesse per il mezzo meccanico è prossimo al nulla cosmico, la mia attenzione è tutta rivolta verso mia cugina che, complice il fatto che i suoi fratelli indaffarati nel mettere a punto il motore le danno le spalle, ha spalancato oscenamente le cosce regalandomi la visione del suo pube tra i cui peli s’intravvede il roseo fiore della passione che le mie dita hanno già conosciuto.
Finalmente il motore ruggisce e i due meccanici montano in sella e si instradano per verificare il buon risultato del loro intervento. Lisa si alza e senza dire una parola si dirige verso la scala a pioli che conduce nel fienile sopra la stalla. A metà della salita si gira e senza emettere alcun suono leggo nei suoi occhi l’invito a seguirla. Arrivo nel fienile e vedo Lisa di spalle intenta a sfilarsi il leggero vestito, unico indumento che la ricopriva, si volta, mi sorride, la sua nudità è folgorante, mi tende le braccia. Mi avvicino rapito lei porta un dito alle labbra ad indicarmi di stare in silenzio, mi sfila la maglietta, mi slaccia i bermuda e inginocchiandosi me li sfila insieme agli slip. La turgida emozione che mi avvolge è eretta di fronte al suo bel viso, le sue mani si impossessano della mia mascolina appendice accarezzandola con una mano e con l’altra saggiando le sferiche rotondità appese lì sotto.
Lascia la presa solo per legare in una coda i suoi lunghi capelli, si sdraia sulla schiena divarica le cosce piegando le ginocchia, la vista del suo sesso spalancato e offerto a me che sto inginocchiato tra le sue gambe incantato dalla celestiale visione.
-“Guarda il mio dito.”- dice toccandosi –“e ripeti i movimenti usando la tua lingua”- aggiunge.
Il suo indice disegna dei ghirigori sul pube e tutt’attorno il clitoride per poi scendere tra le cosce e le grandi labbra sino al perineo per poi risalire, infilandosi, tra le piccole labbra coi peli luccicanti degli umori secreti da quella meraviglia a me offerta. E quindi su sino all’apice della fessura dove alberga il magico pistillo.
Mentre mi abbasso verso quel tesoro la sento mormorare :
-“Vai piano non avere fretta e muovi la lingua.”-, io obbedisco diligentemente.
Mi muovo cercando di replicare quanto mi ha indicato col dito seguendo gli stessi percorsi e assaporando il sapore dei suoi umori, affondo la lingua nella sua fessura mentre risalgo verso il suo clitoride, quanto è bagnata.
-“Ora bacialo, succhialo delicatamente”- mi dice ansimando
Esaudisco la sua richiesta non sapendo se sto praticando bene questo rapporto orale, tra le labbra ho il su pistillo su cui pongo baci leggeri, lo accarezzo con la punta della lingua, mentre le mie mani le massaggiano i seni e le dita giocano coi capezzoli. Lei emette dei mugolii che io interpreto come apprezzamento a ciò che sto praticando. Poi succhio quel piccolo glande, dai gemiti mi sembra lei gradisca, le sue mani tra i miei capelli spingono la mia testa contro il suo pube, mentre inarca il bacino spingendo in direzione contraria e ho la sensazione di essere bagnato copiosamente attorno la bocca e sul mento. Così facendo è come se le stessi praticando una fellatio a quel piccolo gingillo così sensibile. I gemiti si fanno intensi, le sue mani mi spingono a staccarmi da quel punto focale e così mi dedico alla vulva leccandola e solcandola dal perineo all’apice. Poi di nuovo indirizzo le mie attenzioni al suo clitoride, Lisa geme si contorce mi tira i capelli, inarca il bacino, all’improvviso il silenzio ci avvolge, nessun gemito, nessun movimento, la schiena inarcata mantiene il bacino sollevato, il respiro interrotto per un tempo interminabile mentre io succhio e accarezzo con la punta della lingua il suo clitoride. Finalmente inspira profondamente e si abbandona, un sorriso accennato illumina il suo bel viso, mi stendo di fianco le bacio i capezzoli eretti. Il mio pene pietrificato per l’eccitazione preme contro il suo fianco, la sua mano lo afferra ed inizia a masturbarmi ritmicamente, poi con vigore crescente sino a quando le spinte del mio orgasmo eruttano fiotti di bianco sperma, che depositandosi sulla pelle abbronzata della sua anca, risaltano disegnando un soggetto astratto che altro non è se non il frutto del reciproco appagamento.
L’indomani dopo avere caricato i bagagli in macchina arriva il momento dei saluti, abbraccio tutti e quando è il turno di Lisa, entrambi scoppiamo a ridere. La notte precedente è tornata a trovarmi nel mio letto e ci siamo salutati come si conviene, entrambi sappiamo che prima o poi ci rivedremo.
E così è stato, ma questa è un’altra storia.
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