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La gatta sotto il tavolo che scotta (pt 2/3) da “Il diario di ANNA”


di icecool
29.06.2020    |    3.903    |    2 6.7
"Scivolando sulla lingua sentii che mi penetrava in bocca e me la riempì..."
Arrivai in camera ed andai in bagno.
Appoggiai le mani sul lavandino, alzai gli occhi e mi guardai allo specchio: il trucco attorno agli occhi era ancora a posto, l’ombretto viola che avevo utilizzato per far risaltare il verde dei mio occhi era perfetto, gli zigomi e le guance erano come quando ero uscita dalla camera.
I capelli erano un po’ da sistemare …. ma guardando meglio nel profondo degli occhi c’era qualcos’altro da sistemare, da riordinare, da metabolizzare …. non avevo mai fatto una cosa del genere, non ero mai stata così, come dire, sfrontata sessualmente.
In altre occasioni mi ero lasciata andare e nei giochi di coppia, avevo giocato con i maschi presenti, con Luca ed il maschio di turno, ma non in modo così diretto, violento ed immediato come fatto prima …. pronti e via e si ero attaccata ai membri presenti come se fossero anni che non vedevo un pene …. forse avevo esagerato, forse avevo mostrato un aspetto del mio carattere che non mi rappresentava, sesso sì, anche con più maschi ma sempre nell’alveo di un erotismo raffinato e di classe e non solo un mero esercizio fisico …. ero un po’ disorientata e titubante per il proseguo del pomeriggio. Gli avevo ordinato di venire di sopra ma ora non ero più convinta di quell’invito …. avevo bisogno di Luca, di parlare con lui, di sapere cosa ne pensava di quanto successo prima …. volevo essere rincuorata di non aver superato i limiti …. uscii dal bagno, attraversai la camera e raggiunsi le scale che portavano al piano inferiore quando li vidi uscire dal salotto e venire verso le scale …. troppo tardi …. o li fermavo subito o dovevo andare fino in fondo …. istintivamente mi ritrassi come una ladra in casa d’altri e ritornai sui miei passi.

Mi distesi sul letto ed aspettai.

La camera era in penombra, una lama di luce, proveniente dal balcone socchiuso, tagliava in due il letto ed il mio corpo disteso come le mie inquietudini dividevano in due il mio spirito, luce o buio, verità o falsità, bianco o nero, fare o non fare, godere o ritrarsi.
Sopraffatta da questi pensieri, sentii aprirsi la porta della camera, lo percepii dal movimento dell’aria e i tre uomini entrarono.
Li percepivo fermi nella stanza, nessun rumore, solo un lievissimo respiro, sentii che mi stavano guardando, sentivo i loro occhi sul mio corpo, avevo gli occhi chiusi ma questa sensazione era fortissima.
Qualcuno si mosse perché un alito d’aria lambì la mia gamba e si diresse verso il mio viso, si avvicino al mio orecchio e mi disse “siamo qui per te, ti chiediamo scusa e vorremmo farti godere come mai prima nella tua vita” era la voce di Luca ed aggiunse “siamo stati sorpresi ed ammirati della tua intraprendenza prima, sia stata fantastica, lo pensiamo tutti”.
Parole di miele per me in quel momento, una carezza all’anima che sciolse tutti i miei dubbi e rilassò sia la mente che il corpo.
Erano lì per me ed io adesso li volevo, volevo tutto il piacere che mi potevano dare.
Sorrisi senza aprire gli occhi, li sentii muoversi attorno al letto, Luca era rimasto alla mia destra, stava toccandomi il seno destro, un altro si portò alla mia sinistra e cominciò a baciarmi la spalla mentre l’ultimo si posizionò ai piedi del letto visto che lentamente mi stava massaggiando i piedi.
Cominciarono a spogliarmi lentamente visto che ero vestita così come ero salita dal soggiorno.
Mi slacciarono il babydoll e lo sfilarono dal corpo lasciandomi in reggiseno e slip con ovviamente le calze. Sentivo le loro mani accarezzare il mio corpo, dal seno alla schiena ai polpacci fino all’interno cosce …. il mio corpo reagiva alle loro stimolazioni con brividi di piacere, i miei capezzoli si stavano indurendo sotto il reggiseno e cominciavo a bagnarmi tra le gambe.
Luca con un abile gioco di mano sganciò il reggiseno e Marco me lo tolse velocemente: sentii il seno liberarsi nell’aria ed i capezzoli non più compressi nelle coppe, librarsi liberi pronti per loro.
Spinsi il petto un po’ in fuori per mettere ancora più in evidenza le tette, un chiaro ed esplicito invito a Luca e Marco di darsi da fare. Sentii subito le loro mani stringersi attorno alle mie mammelle e poco dopo le loro bocce cominciarono a lavorare i capezzoli.
Scosse di piacere arrivarono come lampi al cervello e cominciai a godere delle loro lingue che mi leccavano.
Mi stesero sul letto, mentre sentivo Andrea in piena esplorazione della mia zona pelvica, le sue mani prima mi accarezzarono da sopra gli slip e poi sentendo il mio eccitamento crescere, insinuò le dita sotto gli slip direttamente a contatto con la mia figa.
Apri le gambe per favorire la sua nobile attività: ero completamente rasata come piaceva a Luca, ero completamente bagnata e Andrea infilò un dito dentro …. ansimai come fosse stato un cazzo a penetrarmi, ruotò il dito dentro e fitte di piacere scossero il mio corpo …. si ancora, pensai.
Tolse il dito con mio dispiacere e cominciò a togliermi gli slip …. gli agevolai il compito alzando il bacino ed in batter d’occhio mi ritrovai a gambe completamente aperte e la lingua di Andrea che iniziava a leccarmi …. Luca e Marco si stavano ancora dedicando ai miei seni e capezzoli …. aprii gli occhi ed alzai leggermente la testa facendo una panoramica della situazione e quello che vedetti mi piacque molto …. Luca e Marco a quattro zampe chini sui miei seni, potevo scorgere i loro peni semieretti penzolare insieme alle palle …. allungai entrambe le mani e li presi entrambi e cominciai a giocarci …. sentii subito una ulteriore erezione per entrambi …. bene pensai, hanno recuperato, intanto li tengo un po’ attivi …. alzai ancora un po’ di più la testa e vidi Andrea … beh di lui non vedevo nulla ma sentivo molto bene la lingua e ci sapeva fare. Aveva cominciato con ampie leccate su tutta la figa ed adesso alternava a queste, dei momenti in cui si concentrava sul clitoride, leccandolo, succhiandolo, mordicchiandolo con delicatezza, ogni tanto mollavo uno dei due cazzi e con la mano lo indirizzavo dove volevo essere più stimolata, d'altronde era la prima volte che mi leccava la figa e dovevo aiutarlo.
Il piacere, sia fisico delle stimolazioni che i tre mi stavano dando, sia mentale della situazione che si era creata, aumentava sempre più …. mi sarebbe piaciuto vedermi da fuori …. distesa sul letto e i tre che si stavano impegnando per portarmi all’orgasmo, un triangolo con ai vertici i tre maschi ed al centro io …. le leccate di Andrea aumentavano sia come intensità che come ritmo, prima un dito e poi altri si insinuarono dentro di me dilatandomi sempre più, pronta per essere penetrata e poi una inaspettata stimolazione dell’ano con le dita dell’altra mano, mi spinsero oltre il limite che stavo cercando di non oltrepassare, volevo continuare a godere, ma quell’ulteriore scarica di piacere mi condusse ad un violento e prolungato orgasmo, spasmi di piacere contorsero il mio corpo mentre Luca e Marco continuarono a martoriare i miei capezzoli mentre dovetti fermare Andrea con le mani perché la mia figa era diventata cosi sensibile che non potevo più sopportare le sue leccate.
Anche Luca e Marco si fermarono, tutti e tre ammiravano i fremiti di piacere sconvolgere il mio corpo, i capezzoli, più turgidi che mai, si ergevano sopra i seni come gli alberi sopra le colline mentre la figa colava una ondata di piacere che in parte Andrea aveva assaporato.
La lama di luce che filtrava dal balcone unita al violento orgasmo faceva luccicare la mia figa, brillava come un diamante colpito dal sole ed Andrea era pronto a coglierlo.
Mi avvolse una sensazione di serenità, di tranquillità, di calma e a differenza dei danni che si contano dopo una tempesta, la tempesta ormonale che si era scatenata nei pochi metri quadrati del letto matrimoniale aveva prodotto momenti di felicità.
Aprii gli occhi mentre i tre maschi erano ancora nelle loro posizioni di combattimento …. allungai entrambe le braccia e cominciai a massaggiare i membri dei fortunati che erano ai miei lati.
Luca si protese verso di me e disse “siamo stati bravi o no?”.
Lo guardi corrucciando un po’ lo sguardo e gli diedi un strizzatina di palle …. ebbi un immediato riscontro nel suo sguardo e dissi “non fare troppo lo spavaldo quando una donna ha le tue palle tra le sue dita, te ne potresti pentire” gli strizzai l’occhio ed allentai la presa …. il suo viso si rassereno, penso abbia capito il concetto, ogni tanto l’ego maschile, il superio cerca di mettere fuori la testa ma so come gestirlo.
Una calma irreale avvolse la stanza dopo la tempesta di sensazioni, passione e trasgressione.
Luca si alzò in piedi ed anche gli altri partecipanti fecero lo stesso, si posizionarono da un lato del letto e Luca disse “avevamo pensato di fare un gioco simpatico per farti rifiatare”.
Mi era girata anch’io dal quella parte del letto “rifiatare io, non è che non avete ancora recuperato da prima e vi inventate questa scusa?” dissi io provocandoli ed indicando nel contempo i loro uccelli.
“Ma scherzi” disse Luca, “noi siamo nati pronti” …. alzai gli occhi al cielo e gli feci un cenno con la mano come per dirgli ma mi faccia il piacere alla Totò.
“No senti, sarà divertente, Marco ed Andrea sono rimasti impressionati dalla tua prestazione in salotto, si beh era la prima volta che gli accadeva una cosa del genere e giù, parlando prima di salire, mi tessevano le tue lodi per il tuo lavoro di bocca …. io gli ho detto che sei una grande pompinara, nel senso buono, e che secondo me saresti in grado di riconoscere i nostri cazzi, usando solo la bocca e bendata …. “ lascio in sospeso la frase aspettando la mia reazione.
Li guardai tutti e tre e prima di poter parlare Luca aggiunse “così ci prepari per il gran finale …. ci guadagni anche te”.
Buona questa …. pensai …. Luca, quando siamo soli ti faccio morire…. vabbè, potrebbe essere divertente, non l’ho mai fatto questo “esercizio” ma non dovrebbe essere difficile.
“Ok, ma prima devo fare un assaggio preliminare visto che, sotto il tavolo, non ero in una posizione agevole per gustare i vostri cazzi”.
“pronti” disse Marco, “immagino” dissi io con un mezzo sorriso, quando mai un uomo dice di no ad un pompino ….
Feci un cenno a Marco come per dire sotto il primo, mentre faceva i pochi passi verso di me osservai bene il suo cazzo, assomigliava a quello di Luca come dimensioni e come forma, dovevo memorizzare bene ogni sensazione perché mi sarei potuto confondere con quello di Luca.
Si posizionò a pochi centimetri dal mio viso, apri la bocca e cominciai a succhiarlo e masturbandolo un po’, si gonfiò sotto le mie stimolazioni diventando completamente duro.
Chiusi gli occhi e tolsi la mano dall’asta per simulare la situazione reale che da lì a poco si sarebbe materializzata, avevo tutta la cappella in bocca, era leggermente più larga dell’asta ed abbastanza allungata, le girai attorno con la lingua per fissare bene nella mia mente quella forma, ogni asperità, ogni dettaglio, era importante, scesi con la lingua un più in basso e nel contempo infialai qualche altro centimetro di pene in bocca, perlustrai la parte posteriore dell’asta alla ricerca di qualche dettaglio utile al mio scopo e potei sentire che Marco aveva un rigonfiamento abbastanza importante nella parte posteriore come se l’asta del pene non fosse completamente cilindrica.
Mi sentivo abbastanza sicura di poterlo distinguere da quello di Luca e quindi mi ritrassi lasciandolo eretto e luccicante della mia saliva.
Feci cenno a Andrea, era il suo turno, si avvicino e glielo presi in bocca e sulla falsariga di quanto fatto a Marco lo portai in erezione e cominciai …. con Andrea era più facile, avendo già visto, il cazzo, prima di prenderlo in bocca mi ero resa conto che era il più facilmente riconoscibile dei tre.
La sua cappella era decisamente più grande dell’asta e questo lo potei sentire subito facendoci un giro attorno con la lingua, si rispetto a Marco non mi potevo sbagliare, due bei cazzi entrambi ma strutturalmente diversi.
Mi staccai abbastanza velocemente dal suo pene ma lui rimase in posizione come per aspettare una seconda ispezione orale, alzai lo sguardo e dandogli un colpetto sul culo gli dissi “fatto, il tuo è facile da riconoscere” poi vedendo che ci era rimasto un po’ male dalla velocità con cui avevo fatto l’esame, abbassai lo sguardo verso il cazzo puntato verso di me e prendendolo in mano gli dissi “dai dopo ti faccio divertire”.
Dopo Andrea arrivò di gran carriera Luca con il pene già in piena erezione.
“Il tuo lo conosco molto bene e quindi non servirebbe questo preliminare” dissi.
Fece una faccia come quella di un bambino a cui hanno rubato le caramelle, vendetta, tremenda vendetta pensai sogghignando …. “vabbè dai sennò mi si ammoscia” dissi guardando il pene.
Feci la solita trafila e mi concentrai perché dovevo stare attenta tra il suo e quello di Marco. Sarebbe stato un peccato sbagliare.
“ok sono pronta” dissi.
Andrea passò a Luca un benda e girandomi attorno si posiziono alle mie spalle e mi bendò.
La stanza si celò al mio sguardo e si fece buio.
Luca mi posizionò un po’ meglio per essere più comoda per l’esame, ero seduta sul ciglio del letto, mi apri le gambe in modo che loro potessero avvicinarsi per porgermi il loro pene.
Mi spinse leggermente il busto in avanti e mi posizionò meglio la testa.
Poi mi disse “apri la bocca e tira fuori un po’ la lingua”.
Feci quello che mi aveva detto.
Una sensazione di attesa mi pervase, percepivo sensazioni piacevoli dal mio corpo, ero completamente nuda, con la figa ancora bagnata, l’aria accarezzava i miei seni ed i capezzoli si stavano inturgidendo, l’attesa mi stava eccitando, il non vedere, il non sapere, l’essere in balia degli eventi anche se non inaspettati, stava generando piacere al di là del contatto fisico che doveva ancora avvenire.
Sentii qualcuno che si avvicinava, apri un po’ di più la bocca e qualcosa di caldo si appoggio sulla lingua delicatamente. Scivolando sulla lingua sentii che mi penetrava in bocca e me la riempì.
Poi si fermò ed iniziai, con la lingua, a leccare la cappella e l’asta ricercando le sensazioni che poco prima avevo immagazzinato, forme, dimensioni, dettagli, sapori, tutto quello che il mio cervello elaborava mi portava verso il cazzo di Luca, continuai ancora un po’ e poi, sicura della mia scelta, mi ritrassi lasciandolo grondate di saliva.
“Ok” dissi e mi riposizionai più o meno nella stessa posizione di prima, pronta per il secondo maschio, sentii sempre la sua punta del suo uccello appoggiarsi sulla mia lingua e poi entrare in bocca. Anche troppo, era arrivato lungo, tanto che mi tirai un po’ indietro per poter iniziare dalla cappella ….. sentii subito che era il cazzo di Andrea …. riconobbi subito lo stacco rispetto all’asta che lo rendeva facilmente riconoscibile tra i tre …. continuai per scrupolo ma non avevo dubbi.
Lasci il suo pene, mi riposizionai e mi arrivò il terzo cazzo in bocca, anche qui lo assaporai nelle forme e nelle dimensioni, nel sapore e nella consistenza e doveva esse quello di Marco.
L’unico possibile dubbio era tra il primo e l’ultimo ma ero abbastanza sicura della mia scelta …. speriamo di non sbagliare …. non riconoscere il cazzo del proprio marito dopo che lo hai succhiato per anni, dopo che ci hai giocato infinite volte, in infiniti posti non sarebbe stato bello.

Mi tolsi la benda e mi ci volle qualche secondo per riadattarmi alla luce, comunque poca, che filtrava nella camera. I tre maschi erano in piedi di fronte a me e mi guardavano, anche i loro uccelli sembravano guardarmi in attesa del responso, come di fronte all’oracolo.
“allora Anna che ci dici” proferì Luca.
“allora, il primo sui stato tù, Luca, poi Andrea e per ultimo Marco” sentenziai.
I tre si guardarono e Luca dando un colpetto al braccio al Andrea disse “visto che avevo ragione, Anna con la bocca è una maestra, una maestra del pompino, dovrebbero darle una cattedra all’università”.
“Luca” dissi guardandolo male, “ok, ok, era solo per tessere le tue lodi” si difese.

“adesso che abbiamo finito di giocare vogliamo fare sul serio ….” dissi e pronunciando queste parole mi appoggiai con le braccia sul letto, portando il busto leggermente indietro evidenziando così ancor di più il mio seno ed allargai completamente le gambe, che inguainate nelle calze nere, conducevano alla mia figa pronta ad accogliere gli ospiti …..
“adesso l’esame ve lo faccio io, vediamo come ve la cavate”
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