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LA SCAMPAGNATA


di AmaciAncora2023
11.12.2024    |    49    |    0 8.0
"Infilandole la lingua in bocca e il dito nella fessura, sentii subito che era già bagnata ed eccitata, una cosa per lei abituale: Angela era infatti una..."
Ci eravamo incontrati all’uscita dell’autostrada di Ivrea, dopo la quale c’è un parcheggio comodo e confacente anche a dare poco nell’occhio.

Angela era arrivata come sempre puntuale, cosa che non accadeva mai se si trattava di altre situazioni: con la sua elegante Golf nera decapottabile, il suo metroeottantadue che mi sopravanzava di dieci centimetri, la sua allure da Grande Diva sui tacchi alti (e son quasi 190) e il vestito da troia, che poco spazio lasciava alla fantasia, mi faceva ricordare i tempi dell’università, quando l’avevo conquistata (provvisoriamente) in mezzo a tutte le altre che, quand’anche più belle, non erano riuscite ad affascinarmi e intrappolarmi come invece aveva fatto lei, allegra, dinamica, simpatica, naturalmente profumata e incredibilmente intelligente, con due tette piccole e sode che purtroppo pochi anni dopo avrebbe sostituito con quelle finte (ma non di plastica). Me ne innamorai follemente e passammo insieme tre anni indimenticabili, poi la vita ci separò soprattutto perché lei voleva accalappiare un uomo ricco, cosa che allora non ero affatto, visto che lavoravo e studiavo.

Oggi, a vent’anni di distanza, dopo il matrimonio fallito col suo riccone e una solida carriera universitaria, benché avesse perso il profumo di gioventù dei vent’anni, sapeva ancora di sesso solo a guardarla! Ero sempre stato pazzo di lei, e quando si era ripresentata l’occasione di incontrarla di nuovo, non me l’ero lasciata sfuggire.

Appena salì sulla mia auto, una piccola ma potente Peugeot cabrio blu metallizzata, divaricò le gambe baciandomi sulla guancia e mi prese una mano, per condurla lì in mezzo e farmi sentire subito che era senza mutande, come al solito; questa è una cosa che trovo veramente poco igienica, ma che mi eccita comunque sempre molto.

Infilandole la lingua in bocca e il dito nella fessura, sentii subito che era già bagnata ed eccitata, una cosa per lei abituale: Angela era infatti una ninfomane vera e dichiarata, mai sazia, sempre pronta. Anche durante la relazione che avemmo all’università, ero riuscito a trattenerla con me grazie al mio grosso pene, ma non certo in esclusiva (come scoprii solo verso la fine, soffrendoci molto...).

Benché la scopassi moltissimo, con la foga dei vent’anni, a ogni ora e in ogni luogo, e malgrado iniziassimo insieme le prime avventure erotiche ardite, scopando prima davanti e poi coi guardoni a Stupinigi, seppi in seguito che lei aveva contemporaneamente altri rapporti sessuali occasionali, appena dopo avermi congedato, anche con altri compagni di università, coi dottori che la visitavano, con amici del padre, insomma, ogni occasione per lei era buona per far sesso. A quei tempi non ero del tutto ignaro, qualcosa intuivo e altro mi raccontava la mamma, quindi soffrivo terribilmente di gelosia, al punto da appostarmi a volte di notte sotto casa sua per controllarne i movimento, sempre senza molto successo visto che lei aveva diverse possibilità di alloggio sparse a Torino e in provincia (dove seppi in seguito avere anche una sorta di fidanzato ufficiale all’oscuro di tutto, un poverino messo peggio di me).

Ricordo che la prima volta che la portai a Stupinigi, aprimmo il finestrino per permettere a un vecchio porco che si era avvicinato per guardarci fare sesso di toccarla; non passarono nemmeno due minuti che aveva già anche il suo cazzo in bocca, mente si faceva infilare la vagina dalla mano prepotente dell’uomo!

In seguito far salire in auto (la sua, perché ai tempi io ne ero sprovvisto) anche due uomini insieme divenne la norma, ma erano incontri che piacevano molto anche a me perché mi restava comunque sempre la sensazione di essere io il “suo” uomo, mentre invece molto probabilmente lei stava con me solo perché sono molto dotato ed ero già abbastanza intraprendente, anche se molto meno consapevole e porco di oggi.

Passati circa 5 minuti, dalla nostra posizione in fondo al piazzale vedemmo arrivare l’auto dei tre singoli che avevamo contattato per l’occasione: purtroppo non avevo avuto molto tempo per selezionarli, non è mai facile poterne coinvolgere più di uno alla volta, quindi non eran proprio granché. Due sui 50 e uno sui 35, statura media, sicuri di sé (almeno quello) e determinati.
Dopo le presentazioni di rito chiesi platealmente ad Angela se volesse salire in auto con loro e seguirmi, sicché li avrei guidati in un posto appartato dove poter iniziare i giochi; lei rivolse loro un ampio sorriso e si sedette sul sedile posteriore in mezzo, con l’autista molto contrariato perché, già lo capiva, non avrebbe potuto partecipare al festino che avrebbe sicuramente avuto luogo dietro.

Iniziammo il percorso e per me era impossibile non farmi distrarre dallo specchietto retrovisore, dal quale la vedevo spesso abbassarsi e scomparire, segno inequivocabile che le stavano già facendo succhiare cazzi, una cosa che le piaceva sempre molto. Tra me e me speravo fossero molto dotati, affinché riuscissimo tutti insieme a soddisfarla pienamente, cosa non facile.

Li guidai verso un luogo appartato, una stradina sterrata a fondo cieco, e parcheggiai in modo da poter controllare chi avrebbe potuto arrivare.

Appena scesi dall’auto, il loro autista la fece subito inginocchiare all’esterno per ripagarsi di quanto non aveva goduto durante il peraltro breve spostamento, e tenendola per i lunghi capelli le affondò subito il pene in gola, alternando momenti in cui la faceva pompare ad altri in cui la teneva ferma con cazzo completamente dentro.

Ben presto furono tutti intorno ad Angela, che si prodigava per soddisfarli con la bocca, inginocchiata sul materassino di gomma che nel frattempo le avevo messo sotto le ginocchia in modo che non si facesse male. Io facevo quelle foto,che ci piace poi sempre molto riguardare insieme in altre occasioni, come avevamo pattuito in precedenza con tutti.

Quando tutti furono soddisfatti di quel gioco, tirai fuori la mia grossa nerchia e mostrai loro cosa le piaceva veramente: lei me lo prese in bocca e iniziò a pomparmi a fondo, ma dopo un minuto la presi a mia volta per i capelli e glielo tolsi di bocca, per assestarle due sonori ceffoni e sputarle con forza in faccia, ricacciandoglielo dentro immediatamente dopo con foga. Dato il calibro del pene, non era mai riuscita a prenderlo dentro fino in fondo, ne avanzavano sempre tre centimetri buoni, quindi quando il glande arrivava al termine della sua corsa iniziava a mancarle l’aria e sbuffava in modo grottesco, facendo fuoriuscire l’aria e suscitando in me la voglia di prenderla nuovamente a schiaffi: ad ogni colpo, comunque, si eccitava terribilmente e si spingeva ancor più il cazzo in gola, da sola, mugolando di piacere.

Gli astanti, alla vista di quello spettacolo di sesso intenso, si ringalluzzirono e tornarono a strusciarle i cazzi duri addosso, dappertutto, fino a che uno di loro, il più intraprendente, si mise un preservativo e la prese da dietro.

Mi ritrassi e lasciai che anche gli altri due prendessero la loro parte di piacere, somministrando ad Angela, che gradiva sempre molto, una lunga tripla penetrazione, nel culo, nella vagina e in bocca, completamente riempita. Purtroppo i tre maschi non eran dotati quanto lei avrebbe voluto, ma la scena in sé era potente, e lei si sentiva comunque sottomessa da tutti, e questo le era ciò che voleva, io lo sapevo bene.

Quando vidi che tutti e tre si furono ampiamente serviti dei suoi vari orifizi, decisi di regalare loro un altro spettacolo, e fatti allontanare e disporre nuovamente in una sorta di cerchio, le fistai la figa, ordinandole di leccare il culo a turno ai porci che si avvicendavano sulla sua faccia tenendosi aperte le natiche per facilitarle l’operazione. La porca eseguiva senza ritegno alcuno, e non posso certo dire che ci fossero le condizioni igieniche ideali, visto che era giugno e tutti erano accaldati e sudati, dopo il un viaggio di circa un’ora che era stato necessario per incontrarci, ma non aveva alcun problema ad affondare la faccia tra le natiche dei maschi e infilar loro la lingua a fondo nell’ano.

Dopo pochi minuti che la mia mano affondava completamente nella vagina e spingeva con forza, iniziò a dimenarsi in preda alle convulsioni di più orgasmi ripetuti, che le inarcarono la schiena e la scossero da capo a piedi; estratta la mia mano, uno vicino a me le infilò due dita e la fece squirtare in modo spettacolare, facendole poi succhiare tutto.

Per finire l’orgia la feci ancora inculare, carponi, da un altro mentre io stesso, che avevo bevuto molta acqua come al solito, le pisciai in bocca a lungo, prendendola ancora a ceffoni quando vedevo che ne usciva troppa, segno che non voleva, o più probabilmente non riusciva, a bere tutto, come le piaceva invece fare di solito quando eravamo da soli. Mentre beveva il mio piscio, si faceva menare e inculare, ed ebbe ancora altri due orgasmi almeno.

Quando anche i maschi le vennero addosso, l’incontro finì in modo abbastanza veloce, e loro si rimisero presto in auto per venire da dove eran venuti; Angela mi raccontò in seguito che uno di loro, invero, cercò di chiederle di nascosto, bisbigliandole all’orecchio la proposta in un momento in cui non potevo sentire, di poterla riaccompagnare lui a casa o comunque di rivederla, ma lei fece finta di niente, eravamo abituati a queste scorrettezze e lei sapeva come comportarsi, conscia del fatto che non glielo avrei mai perdonato, e non mi avrebbe certo tradito per un omuncolo del genere (almeno, che ne valesse la pena!).

Ecco, non sono molte le femmine a cui piace questo tipo di sesso giocato con questa intensità, ma se ne conoscete una così anche voi, sapete che alla fine i maschi son sempre stanchi e si spengono subito, mentre lei sarebbe pronta a ricominciare dopo 10 minuti! E in effetti, tornando a casa… ma questa è un’altra storia.
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