lesbo
Storia di E. p. 4°L’amore fra Elena ed Angela
di Matricxfluid
07.01.2025 |
696 |
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"Il mondo intorno a lei scomparve; c’erano solo quelle labbra, quella lingua che danzava su di lei, e il piacere che la travolgeva come un’onda inarrestabile..."
Entrarono nella camera, immerse in un silenzio denso di attesa. Una di fronte all’altra, lasciarono scivolare gli accappatoi. I loro corpi si rivelarono nella loro splendente nudità, come due sculture viventi illuminate da una luce morbida e discreta. Elena rimase incantata: la pelle candida di Angela sembrava catturare ogni riflesso, e le aureole scure dei suoi capezzoli, così grandi e turgidi, spiccavano come segreti da scoprire.Il corpo di Elena, ancora scosso dai fremiti dell’esperienza in doccia, rispose a quella visione con un languore nuovo, una vibrazione che le attraversava ogni fibra. Fu Angela a muoversi per prima, con una grazia lenta e deliberata. Le prese la mano, portandola delicatamente alle labbra. Ogni bacio era un tocco leggero, un sigillo di calore: il dorso, il palmo, le dita... un percorso che si estese al polso, al braccio.
Con ogni bacio, Elena sentiva un fuoco gentile divampare sotto la pelle, come se il desiderio si insinuasse in lei attraverso le labbra morbide di Angela. I baci proseguirono, risalendo dal braccio fino al collo, e poi alle guance, alla fronte. Erano carezze così caste, eppure intrise di un desiderio puro e profondo, che facevano vibrare l’aria attorno a loro. Quando Angela le baciò le palpebre socchiuse, Elena trattenne il respiro, come se il tempo stesso si fosse fermato per permetterle di assaporare l’istante.
Infine, le loro labbra si incontrarono. Fu un contatto delicato, quasi timido, che si trasformò lentamente in un’esplorazione più profonda. Le loro lingue si sfiorarono, si cercarono, si intrecciarono in una danza intima e dolce. In quel momento, Elena seppe con certezza di amare Angela. Non era soltanto desiderio: era qualcosa di più grande, qualcosa che le invadeva il cuore e la mente.
Si ritrovarono sul letto, avvolte in un abbraccio che mescolava dolcezza e urgenza. Le mani di Elena si mossero con riverenza verso il seno di Angela, attratta come da un magnetismo irresistibile. Quelle corolle scure e vellutate la ipnotizzavano, come il richiamo di un fiore proibito. Le sue dita scivolarono sulla pelle morbida, accarezzando con lentezza, assaporando ogni minima reazione del corpo di Angela, ogni fremito che si accendeva sotto il suo tocco.
La lingua di Elena sfiorò il capezzolo, inizialmente esitante, come se volesse prolungare quel momento di attesa. Poi, con un movimento più deciso, iniziò a disegnare piccoli cerchi, tintinnando il capezzolo con la punta della lingua, esplorandolo con devozione. La sua bocca si mosse oltre, seguendo le corolle con baci umidi e caldi, sentendo il corpo di Angela che rispondeva con un abbandono totale.
Lentamente, il mondo esterno svanì, lasciandole sole nel loro universo fatto di pelle, labbra e sospiri.
Fu Angela a rompere la sottile linea dell’attesa, guidata da una sicurezza che sapeva di esperienza e da un desiderio che non aveva bisogno di parole. Le sue mani si posarono sul corpo di Elena con la delicatezza di una piuma, ma ogni tocco portava con sé un'intensità capace di accendere il piacere come un fuoco lento.
Elena, stesa sul letto, si abbandonava completamente a quelle sensazioni sconosciute e irresistibili. Il suo corpo vibrava, rispondendo a ogni carezza, a ogni bacio che scivolava lungo la sua pelle. Era un piacere diverso da tutto ciò che aveva conosciuto, un piacere che sembrava nascere dal profondo della sua anima e che si riversava in ogni fibra del suo essere.
Quando le labbra di Angela si posarono sulla sua intimità, un gemito profondo si liberò dalle labbra di Elena, come il grido di un’anima che finalmente trovava voce. Il mondo intorno a lei scomparve; c’erano solo quelle labbra, quella lingua che danzava su di lei, e il piacere che la travolgeva come un’onda inarrestabile.
Istintivamente, le mani di Elena cercarono la nuca di Angela, intrecciandosi nei suoi capelli con un gesto disperato e appassionato. La sua pressione era un muto supplicare, un bisogno primordiale che sembrava volere inglobare Angela, assorbirla tutta dentro di sé.
Angela rispose con un’intensità altrettanto selvaggia: le sue mani si strinsero attorno alle natiche di Elena, immobilizzandola con una dolce fermezza. La sua lingua si muoveva come un animale vivo e impazzito, esplorando ogni angolo della sua intimità. Il clitoride di Elena divenne il fulcro di quella danza, un punto sensibile che Angela accarezzava con una maestria che la faceva fremere.
Ma non si fermò lì: la lingua di Angela si muoveva con una fluidità sconvolgente, scivolando dalle labbra intime fino a sfiorare la pelle vellutata del culetto. Ogni gesto era una promessa di piacere, una dichiarazione di possesso e abbandono al tempo stesso. Elena non poteva che lasciarsi andare, completamente, perdendosi in quel vortice di sensazioni che sembravano non avere fine.
Fu allora che dalla rosa umida di Elena, dalle sue labbra più nascoste e più intime si sprigionò un getto caldo, un'esplosione incontrollabile che sembrava nascere dall'essenza stessa del suo godimento. Le sue labbra, gonfie e lucide, tremavano ad ogni contrazione del suo addome, un ritmo febbrile che la attraversava tutta, come un'onda che non voleva arrestarsi.
Angela osservava, rapita, mentre quel diluvio la colpiva, un flusso tiepido che si riversava sul suo viso, nei suoi capelli, tracciando scie luminose sul suo volto estasiato. Non indietreggiò, anzi, la sua stretta sulle natiche di Elena si fece più salda, quasi disperata, come a voler catturare ogni goccia di quel piacere che traboccava su di lei.
Quando gli ultimi spruzzi si attenuarono, Angela alzò la testa, e per un attimo il mondo sembrò fermarsi. Il suo viso, bagnato e sconvolto, era una visione di dolcezza e forza primordiale, una bellezza selvaggia che lasciava senza fiato. I suoi occhi, ancora accesi, cercarono quelli di Elena, rivelando una fame inesauribile, un desiderio che sembrava non poter mai essere colmato..
Quella notte fu un vortice di amore e perdizione, un abbandono totale al desiderio che le lasciò esauste, ma insaziabili. Quando il sole era ormai alto, si svegliarono abbracciate, i corpi intrecciati, le labbra ancora segnate da baci consumati e promesse sussurrate. Affamate, sì, ma non solo di cibo: la colazione la fecero portare in camera, perché la fame più urgente, quella dei sensi, non si era placata. Anzi, era solo l'inizio di un banchetto che prometteva di essere ancora al suo primo assaggio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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