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Anna, Elisa e l'odore del sesso


di favaxpassera
11.06.2019    |    4.060    |    1 8.4
"Aveva lottato contro quel sentimento, cercando di sfuggirvi o almeno di ricondurlo a più ragionevoli circostanze..."
Era nell’aria,penetrava nelle narici e da lì dritto al cervello. L’odore del sesso, difficile da descrivere ma riconoscibile da chiunque l’abbia respirato. Era una percezione rassicurante e dava la misura della passione travolgente che aveva travolto sensi e convenzioni. Anna sembrava guardare il soffitto ma il suo sguardo aveva sfuocato il limite fisico dell’intonaco e aveva attraversato la dimensione spazio temporale per consentirle di rivivere nella sua mente,come riavvolgendo un nastro,le ultime due ore. Il corpo caldo e privo di veli di Elisa era disteso al suo fianco,cullato dal dolce oblio del sonno ed era il tramite che la legava alla reale consistenza di quanto avvenuto. Anna non si sarebbe mai definita attratta da altre donne,almeno fino a qualche ora prima. Adesso le sue convinzioni sull’argomento,dopo essere vacillate pesantemente,erano decisamente crollate. Un nuovo orizzonte le si era materializzato dinanzi, nuove vie, nuovi mezzi per percorrerle e nuove emozioni da cui essere sopraffatta. Elisa, invece, conosceva già da tempo quella sensazione; l’aveva sconvolta anni prima, forse in maniera diversa da come stava accadendo ad Anna. Non amava essere dominata dalle emozioni, ma al contrario adorava provocarsele quelle emozioni e ancora di più regalarle ad una donna che l’avesse colpita. Anna l’aveva folgorata subito con quel visino imbronciato, il nasino alla francese, le labbra morbide e sensuali, gli occhi scuri come l’ebano e quel corpo ben proporzionato, reso desiderabile dalle curve generose. L’incarnazione della bellezza mediterranea,procace e totalizzante . Pure Elisa sapeva di essere attraente; ne era consapevole e non solo per gli sguardi compiaciuti che destava. Sapeva di avere una bellezza raffinata e molto efficace. Ed era femmina, femmina in ogni millimetro del suo corpo e della sua mente. Non si poteva guardarla senza immaginarsela nuda ed impegnata a dare piacere. Non lo faceva con malizia,mai. Era un dono che la natura le aveva riservato e che si denotava in ogni suo gesto. Anna ne aveva subìto l’influenza,immediatamente,già al primo fortuito incrocio di sguardi. Aveva lottato contro quel sentimento,cercando di sfuggirvi o almeno di ricondurlo a più ragionevoli circostanze. Si erano casualmente sedute vicine in un ristorante self service per consumare un breve pasto per la pausa pranzo. Avevano parlato in maniera complice nonostante non si fossero mai viste prima e,con estrema naturalezza, si erano date appuntamento a casa di Anna per cenare assieme. Quella cena non l’avevano consumata. Elisa le aveva parlato,col suo timbro di voce dolce e gradevole; l’aveva travolta con un fiume di parole confessandole di essere calamitata dal suo fascino e dalla sua bellezza. Si era avvicinata a lei, mentre parlava,sempre di più fino ad essere a pochi millimetri dalla sua bocca. Sentì il suo calore e il profumo delicato che emanava dal suo viso. Provò un fremito dolce e irrequieto al tempo stesso che la divise tra l’idea di allontanarsi e scappare via e la voglia di annullare quella distanza minima tra le loro bocche. Elisa dischiuse le labbra,Anna chiuse gli occhi. Passò un momento lungo un’eternità. Le labbra si sfiorarono, leggere e timorose. Si cercarono,ancora, prima con lo stesso pudore, poi con ardore e desiderio. Le lingue si inseguirono, esplorarono l’una la bocca dell’altra, godendo del contatto intimo di quei baci proibiti. Elisa conduceva i giochi, sapendo di doversi dimostrare decisa per arginare il timore e le resistenze di Anna. I baci proseguirono sempre più roventi e accesero i sensi delle due donne. Entrambe avevano un rossore alle guance e un calore che partiva dal basso ventre e si irradiava sino alla radice dei capelli,mentre l’umidore del piacere preparava le fighe di entrambe agli atti sessuali che di lì a poco si sarebbero compiuti,inevitabili come il destino che le aveva fatte incontrare. “Lasciati andare Anna, sgombra la testa da ogni pensiero e segui il tuo istinto” disse Elisa mentre, riempito di languidi baci il collo di Anna, risaliva fino ai lobi delle sue orecchie. Li torturò con deliziosi morsetti e li spennellò con cura usando la sua mobilissima lingua. Anna inarcò la schiena cedendo al sottile piacere di quelle delicate attenzioni. Con le mani cercò i seni della sua partner, li strinse e li sentì pieni e notevoli,ma la maglia e il reggiseno le impedirono di saggiare la delicatezza di quella pelle e la dimensione dei capezzoli. “Togliti la maglia” disse con voce impastata dalla voglia profonda che si era impossessata di lei. Elisa eseguì rapidamente, non aveva ancora sfilato la maglia dalle braccia che già Anna armeggiò con la chiusura del suo reggiseno. Un rapido intervento le permise di sganciarlo, poi lo sollevò e portò alla luce due seni notevoli, corposi e sodi. Liberata l’amica dalla costrizione del reggiseno, si affrettò a baciare e leccare quella grazia. Non aveva esperienza, ma il desiderio per quel corpo di donna che si offriva a lei le permise di minimizzare tale mancanza. A giudicare dai mugolii soddisfatti di Elisa i risultati furono molto soddisfacenti. Le leccò i capezzoli eretti e le aureole piccole e chiare,usando la lingua e il palato per suggere la carne deliziosa di quei seni sublimi. Elisa capì che ormai Anna sarebbe stata sua. Le tolse la camicia armeggiando sui ravvicinati e numerosi bottoncini, graffiando, seppur con delicatezza, la pelle tesa dei seni che a poco a poco veniva alla luce. Quei tocchi aumentarono il desiderio e la sfrontatezza di Anna. I suoi seni erano più grossi e anche se meno sodi erano comunque meravigliosi ed Elisa si tuffò in quelle colline di carne e nella vallata che le inframmezzava con desiderio e passione. Leccò, succhiò e mordicchiò tutta quella meraviglia. Poi si abbracciarono strette sfregandosi le tette le une contro le altre. Le due donne si avvinghiarono in un torrido abbraccio e si mangiarono di baci ,mentre le mani percorrevano in lungo e in largo la carne scoperta. Fu Elisa a capire che in quel preciso istante avrebbe potuto insinuare una sua mano negli slip di Anna ottenendone la collaborazione. Con un gesto rapido le sganciò il bottone dei jeans, e sgranata la lampo ebbe modo di vedere che intimo indossasse. Un paio di slip neri di pizzo le cui trasparenze consentivano di vedere un cespuglietto curato di peli corvini. “Fai leva sui talloni e togliamo questi inutili jeans”. Anna eseguì facilitando il compito alla magnetica biondina che dal canto suo si sfilò la mini e la lanciò su una sedia. Elisa indossava un perizoma bianco di cotone che affondava nel solco delle sue natiche e copriva a mala pena la sua rosellina anale. Le due donne si scrutarono a lungo, come a valutare e soppesare la fortuna di avere a disposizione l’una il bel corpo dell’altra. Si accarezzarono e si scambiarono teneri baci,ora profondi, ora leggeri e soffici. Le mani scesero in basso e costatarono come i tessuti dell’intimo di entrambe fossero irrorati dal sugo delle loro fighe. A sorpresa fu Anna a volerle togliere per prima all’amica. Lo fece lentamente come a volersi gustare,passo dopo passo, ogni millimetro di carne che si concedeva alla sua vista abbassando il perizoma. Un ciuffetto triangolare di sottili peli biondi adornavano un monte di venere generoso e prominente rispetto al ventre ultrapiatto della ragazza. Abbassò ancora un po’ il lembo di stoffa e iniziò a vedere la fenditura. Una figa chiara, dalle grandi labbra molto regolari, elegante e raffinata. Anna la guardò con lo sguardo curioso di una adolescente anche se ormai aveva superato la trentina. Quella stessa curiosità la spinse ad aprire delicatamente l’orchidea della sua amante. Si schiuse al suo sguardo e rivelò delle meravigliose mucose di un tenue rosa e un piccolo e delizioso clitoride. Le piccole labbra erano appena accennate e a figa chiusa rimanevano custodite interamente all’interno. Il perizoma venne lanciato sul pavimento ed Elisa allargò le cosce alla massima espansione. “Non so che fare,non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Magari è meglio che inizi tu,così poi potrò imitare ciò che fai” “No. Fammi ciò che desideri sia fatto a te. Non preoccuparti se pensi di essere inesperta. Vedrai che ti verrà spontaneo e facile” ribattè Elisa. Anna era irrimediabilmente attratta da quella figa bellissima che era a non più di qualche centimetro dalla sua bocca. Già ne sentiva il profumo. Si avvicinò ancora e quell’odore di donna si insinuò ancora più intensamente nelle sue narici,nella sua mente e nel suo cuore. Fu una naturale conseguenza avvicinarsi fino a sentire quella tenera carne con la bocca. Seguì il suo istinto e iniziò a baciarle la figa. Piccoli delicatissimi baci, che presto divennero più profondi e più arditi. Le allargò la spacca ancora di più per sentire le mucose interne. Quell’odore afrodisiaco di figa cresceva di intensità,mentre piccoli rivoli di sugo di fregna segnavano la pelle di Elisa. Anna non l’aveva mai fatto, ma non c’era bisogno di esperienza per capire che era giunto il momento di leccare dolcemente quella carne delicata, quelle mucose succose e quel liquido così profumato di femmina. La prima leccata aprì un nuovo mondo in lei, sensazioni nuove e paradisiache. Un sapore che attraverso le papille gustative le giunse al cervello come una ondata di eccitazione imponente. Leccò con delicatezza l’amica cercando di non tralasciare ogni angolo e ogni anfratto raggiungibile dalla sua lingua che si faceva rigida per attraversare l’imboccatura della vagina e flessibile e mobile per adattarsi alla vulva aperta offerta alla sua vorace sete di sbroda femminea. Inzuppò due dita negli umori copiosi e li inserì dentro la vagina che cedette senza opporre resistenza. L’interno della figa era caldo e accogliente. Le dita scivolavano all’interno come un coltello rovente nel burro. Più masturbava quella figa più la sentiva gocciolare. Elisa protendeva il bacino verso di lei ed emetteva dei gemiti spontanei,mentre con una mano si tormentava il monticello di Venere e con l’altra accarezzava delicatamente la testa della sua vorace amante. Quella stessa mano risaliva spesso a tormentare i capezzoli ora di un seno ora dell’altro. Anna aveva leccato negli anni diverse volte le dita umide dei suoi stessi umori,ma l’odore e il sapore di quelli di Elisa li trovava più buoni e più arrapanti. A Elisa piaceva tanto farsi leccare la figa, ma anche ricambiare tali attenzioni verso la sua partner le dava soddisfazione. Ed era giunto il momento di far provare un sontuoso cunnilinguo alla sua bella porcellina. “Distenditi sul letto”ordinò perentoria ad Anna,che non voleva saperne di allontanarsi da quella vulva dischiusa per lei. “Dai,poi te la faccio leccare ancora,ma adesso tocca a me” - ”Ok,ma prima scusami devo far pipì,ci metto un attimo e sono da te”.Anna entrò nel bagnetto adiacente alla camera da letto. Si sfilò le mutandine e si sedette sul water. Elisa si avvicinò alla porta e si appoggiò allo stipite. Sorrise incrociando il suo sguardo corrucciato mentre si concentrava per far pipì; poi per facilitarla aprì il rubinetto del lavabo e in breve il suono dell’acqua fece il suo effetto. Anna stava per strappare la carta igienica per asciugarsi ma l’altra la bloccò. La prese per mano e la tirò verso la camera. A nulla servirono le sue proteste. “Lasciami fare,tranquilla so ciò che faccio” – “ma io…” – “shhh”. Elisa fece adagiare Anna sul lettone, le fece rialzare le gambe e dovette forzarla leggermente a tenerle ben aperte. Poi si accucciò sul letto in quello spazio che si era creato. Si avvicinò alla figa. Era bellissima,ma molto diversa dalla sua. Scura quasi vermiglia in certi punti, attorno alle labbra era stata depilata anche se, tracce dei peli corvini, che adornavano secondo natura quella porzione, erano visibili sotto cute. Le grandi labbra erano più marcate e le piccole erano carnose e ben evidenti. Allargandola con le dita vide l’apertura frastagliata dell’antro vaginale, ne seguì i contorni spostandosi poi sulle grandi labbra che confluivano su una deliziosa piega cutanea che proteggeva il clitoride eretto. La vista è un senso fondamentale nel sesso, a cui vanno aggiunti gusto e odorato. Elisa si avvicinò e inspirò profondamente: l’odore degli umori si sposava con quello dell’urina e insieme confluivano a formarne uno nuovo che lei adorava. Anna la osservava, vedeva come la stava guardando e sentiva il suo alito caldo sulla carne delicata, ma Elisa ancora non si decideva a farle sentire la lingua e la bocca. Le sfiorò le grandi labbra col naso, lo affondò dentro e inspirò di nuovo,stavolta rumorosamente. Quell’odore adesso era più intenso e scatenò in lei una voglia matta di sentire in bocca il corrispondente sapore. Leccò la zona dell’orifizio uretrale per prima. A primo acchitto predominò il sapore della piscia femminile. Elisa fu scrupolosa nel ripulirla perbene poi si spostò sotto quella zona che per gravità era stata investita dallo stesso flusso durante la pisciata. Leccò,asportò e gustò un mix di sbroda e piscia, lievemente salata e aspra che la fece andare su di giri. Era un sapore indescrivibile,meraviglioso: sapeva di femmina e di maialaggine. Leccò quella figa in maniera appassionata,senza tralasciare nulla passando dal monticello fino al perineo. Poi la fece mettere col culo più rialzato possibile. Si concentrò sul solco tra le natiche fino a donare le sue attenzioni al grinzoso buchetto del suo culo. Lo leccò e provò a forzarlo con la lingua. Poi vi sputò sopra sonoramente e raccolto lo sputo con le dita lo spalmò sul buco per bene lubrificandolo. A quel punto infilò le dita nella figa che era un lago e le unse di quel liquido. Stava per usarle nel suo culo ma ci ripensò. Le dita grondavano e pensò fosse meglio infilarsele in bocca fino a ripulirle. “Che buon sapore di figa!” – “Che porca che sei”. Rifece la stessa cosa di prima ma stavolta prima col medio e in seguito anche con l’indice le forzò l’apertura anale. La scopò con le dita mentre con bocca e lingua si dedicò alla figa. Ad un certo punto Anna tra gemiti e gridolini spinta dal godimento fece la sua richiesta: “mettiamoci a 69 e veniamo assieme l’una nella bocca dell’altra”. Elisa non chiedeva di meglio e postasi sull’amica affondò il viso tra le sue cosce mentre avvicinava con decisione la sua figa al viso della compagna. In breve trovarono un ritmo giusto per entrambe. Le due donne non riuscivano più a capire se godevano più per la lingua dell’altra tra le cosce o per il fatto di mangiare la figa della partner. “Elisaaa sto venendo!” “si,si,si daiii,ci sono pure io” “ahhhh siiiii tesoro lecca,si bevi dalla mia figa”. Le due fighe si contrassero spasmodicamente nello stesso istante, versando un surplace di sbroda direttamente sulle lingue che non avevano ancora smesso del tutto di stimolarle. Rimasero così col viso affondato tra le cosce diversi secondi, godendo del profumo e del calore che solo una vera esperienza saffica può donare.
Poco dopo Anna era lì sul letto intenta a guardare oltre il soffitto, raggiante per quanto appena successo, con negli occhi l’immagine del rapporto consumato, nella bocca il sapore di femmina, nel naso l’odore del sesso e sul viso i residui di sbroda mentre nella sua mente riecheggiava un verso di Saffo:
“Quando guardo te un momento, non ho più modo di parlare, ma la mia lingua resta muta, e di colpo una fiamma delicata scorre sotto la mia pelle, e con i miei occhi non vedo nulla, e le mie orecchie ronzano, e un sudore umido mi bagna, e un tremore mi prende dappertutto…

Nota dell'autore: questo racconto nasce da una confidenza che ho raccolto da una donna a me cara. Si tratta di una esperienza che Ella ha vissuto realmente. (i nomi sono di fantasia,ed ho evitato di menzionare luoghi) Mi ha chiesto di renderla viva, usando il mio consueto stile di scrittura ed io, seppur con notevole ritardo, sono ben felice di poter esaudire questo suo desiderio. Spero di essere riuscito a rendere nelle sfumature lessicali sensazioni ed emozioni che queste due donne hanno vissuto sia per farle rivivere a loro che alle lettrici e ai lettori di questo splendido sito. Se volete commentare il racconto potete farlo o nell’apposito spazio o, se preferite, scrivendo alla mia casella email, che trovate sul mio profilo.(N.B. la mail non è quella che è stampigliata sulle foto)
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