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Mamma...ancora


di grossacappella1975
03.11.2009    |    166.676    |    1 9.0
"Poi con un movimento solo liberò le sue enormi tette e si porto il reggiseno sopra la testa sfilandoselo "Ta-daaaa!", canticchio imitando la musica..."
Questo è il secondo racconto su mia Mamma.

Era passato qualche tempo dalla sera in cui mia mamma mi aveva fatto una sega.
Tutto sembrava dimenticato. Coperto da uno strato di normalità.

Nel mio caso la normalità era un bicchiere ed una sega guardando qualche figa in internet su qualche sito di cam.
Ogni sera. Sempre così.

Quando la sentivo andare in bagno, o quando si girava nelle letto, speravo! Speravo che si aprisse la mia porta.
Speravo di vederla entrare e di rifare quella bellissima esperienza.
Speravo di risentire le sue mani sul mio corpo, le sue carezze al mio cazzo.

Ma la porta rimaneva sempre chiusa. La sentivo camminare, andare in bagno e ritornare a letto.
Certe volte sborravo solo all'idea di averla vicina.

Ogni sera mia madre mi salutava prima di andare a letto. Dalla porta mi mandava un piccolo saluto e un "Dormi bene".
Sapeva benissimo che non avrei dormito molto presto e il sorriso che accompagnava il suo saluto lo sottolineava benissimo.
Uno strano legame tra una madre e il suo figlio 30enne.

Una sera al momento della buona notte, dopo il "Dormi bene", mi fa un piccolo cenno con la mano come a dire "Ci vediamo dopo".

Quella notte, il tempo sembrava non passare mai. Guardavo i soliti siti cam4, camsex, ma nessuna cam mi soddisfaceva. La mia mente era per lei.
Per mia mamma. Per quel momento in cui saremmo stati assieme.

La sentii scendere ed andare in bagno.
Il cuore mi rimbombava in testa. La sentii abbassare la tavoletta e pisciare.
Immaginai la sua fica aperta mentre si svuotava. Immaginai la sua mano mentre l'asciugava.
Non si fece il bidè e tornò immediatamente in camera sua.

Ci rimasi male. Forse mia mamma aveva dei dubbi, dei timori. Forse mamma ci aveva ripensato.
Ormai rassegnato sfogai la mia delusione iniziando una sega veloce, quasi disperata.

La porta si aprì di colpo!
Mi girai di scatto impaurito dal rumore. Il cazzo ancora pulsante in mano e lo sguardo allucinato di chi si sente preso alla sprovvista.

"Smettila di segarti! Non aspetti la tua mammina?" disse ridendo.
"Abbassa la voce! Vuoi svegliare papà?", risposi
"Non temere. E' partito e non lo svegli neppure con le cannonate"

Era ancora ferma in corridoio con la porta aperta. Potevo sentire il russare pesante di mio padre.

Mi guardò il cazzo. "Non ci speravi più, vero maialino?"
Entrò e chiuse la porta dietro di se.
"Sì, credevo non volessi più..." risposi senza nascondere la felicità che ora fosse li con me.
"Devi sempre fidarti di me. Hai capito?"
"Sì, mamma" risposi come un bimbo piccolo.

Si avvicinò e mi prese in mano il cazzo.
"E' veramente bello grosso! Ora che posso anche vederlo me lo godo di più", iniziò a menarmelo lentamente, "Ti manca molto per sborrare?"
"No, credo di no! E poi sei tu a toccarmelo e mi fai venire più voglia" risposi
"Bene! Spogliati e stenditi a letto", mi disse,"vediamo di combinare qualcosa con questo uccellone"

Mi piaceva il suo modo di parlare del mio cazzo. Mi faceva sentire sicuro.
Ho sempre considerato il mio un cazzo normale, ma sentirgli rivolgere tutti quei complimenti mi faceva piacere.
E il piacere aumentava pensando che la donna che li faceva era mia mamma.

Mi spogliai il più velocemente possibile, rimasi nudo e mi stesi a letto.
"Bravo, apri le gambe", e mentre lo diceva la vidi aprire la sua camicia da notte.

Si sfilò prima il braccio destro e poi l'altro, arrotolandola sulla vita. Si sedette sul bordo del letto tra le mie gambe.
Mi apparve il suo reggiseno.
Non era allacciato dietro e le tette erano contenute solamente dalle coppe rette dalle spalline.

Mamma prese tra le mani le tette e guardandomi fece una faccia da monella e iniziò a soppesarsele.
Poi con un movimento solo liberò le sue enormi tette e si porto il reggiseno sopra la testa sfilandoselo "Ta-daaaa!", canticchio imitando la musica dei circhi di periferia, tenendolo sollevato e rivelandomi le sue ascelle pelose.

Rimase così per qualche istante in cui mi impressi per sempre nella memoria quella figura di donna così rustica.
Differente da tutte quelle viste nei giornali porno. Così reale. Così carnosa e con quelle tettone enormi e penzolanti.

Gettò a terra il reggiseno. Si riprese in mano le tette. Le fece ballonzolare e si ciucciò un capezzolo.
Erano capezzoli grossi, duri, che spuntavano da areole rosa su una belle bianchissima. Belli.

Il mio cazzo sussultò bramoso.
"Hei! Si sente un po' trascurato!", esclamò allungando una mano e finalmente toccandomelo.

"Sì, mamma! Che bello!" sospirai
"E ho appena iniziato!" sottolineò

Mi lasciò il cazzo e si sputò sulla mano.
Lo riprese e, come la prima volta, iniziò a segarmi con la sua maestria.
Vedevo la cappella apparire e scomparire.
Mamma lavorava il mio cazzo con la sola mano destra, la sinistra era occupata a tormentare i grossi capezzoli.
"Mamma che belle tettone hai!"
"Forse un giorno ci giocherai amore, non oggi!" fu la risposta che non lasciava repliche.

Mi riempii gli occhi di lei. Delle sue tettone e della mia cappella che danzava ritmicamente nel suo palmo.
Staccò la mano dalle sue tette e si dedico completamente al mio cazzo.
Lo scappellò completamente tirando il più possibile la pelle verso il basso.
"Ti faccio male?", "un po' " risposi.
Avvicinò la bocca alla cappella, la aprì e fece scendere un grosso cumulo di saliva a bagnarla completamente.

Tenendomi sempre scappellato, con l'altra mano l'aferrò e iniziò ad accarezzarla. La mano girava attorno come se volesse svitarla.
Nella stanza risuonava lo sciabordio che proveniva dal suo palmo attorno alla mia cappella insalivata.

Il mio fiato si fece più pesante.
"Mamma..."
"Resisti amore! Fallo per la tua mamma! Ti faccio male?"
"No, ma non mi sono mai segato così. E' stupendo, ma verrò subito!"
"Resisti più che puoi! Resisti!"

Strinsi i pugni e le chiappe. Tentai di pensare ad altro. Mi sforzai in ogni modo pur di ritardare la mia venuta.

"Mamma, non posso resistere oltre! Devo sborrare!", la pregai dopo qualche interminabile istante.
Mia mamma si avvicinò il più possibile, appoggiò le tettone attorno al mio cazzo.
"Vieni sulle tettone di mamma! Dai porcellino sborrami!", e senza smettere di segarmi mi fece schizzare.

Schizzai cinque o sei grossi grumi di sborra che si attaccò ai seni di mamma.
Non smise di segarmi subito e continuò ad accarezzarmi la cappella ancora per qualche istante mentre io mi contorcevo per l'estrema sensibilità della cappella dopo una venuta.

"Ma sborri sempre così tanto?", disse guardandosi le tette
"No, solo quando mi seghi tu!", risposi

Si alzò e davanti a me si massaggiò le tette fino a far sparire la sborra. Come fosse una crema di bellezza.

"Bene, è ora che andiamo a letto!"
"Mamma, mi mostri la figa prima di andartene?"
Si alzò la camicia da notte, si spostò le mutande e mi mostrò un ciuffo di peli nero e fitto. Un profumo di piscio e misto a qualcosa di dolce invase le narici.
"Aprila!" dissi
"Sei stato bravo, te lo meriti un regalino!", aprì le gambe e si aprì la figa con una mano. Il rosa umido del suo interno risaltava contro il nero del pelo, "forse un giorno ci entrerai!".

Si risistemò e andò a letto.
Sulla porta si girò per un ultimo "Dormi bene".
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