incesto
La zia quarantenne
di rara34
25.09.2019 |
1.387 |
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"Io invento una scusa, un problemino al lavoro e chiudo la discussione, lei di rimando mi chiede se le faccio compagnia per cena visto che la figlia è fuori..."
Mia zia è una bella quarantenne con l’adorabile passione per le gonne con lo spacco, calze nere con la riga dietro, reggicalze e scarpe decoleté con tacco a spillo altissimo…Con lei ho sempre avuto un buon rapporto, viveva nell’appartamento sopra al mio e eravamo spesso l’uno a casa dell’altro. Lei era separata, una figlia mia cugina, una gran gnocca che studiava in Inghilterra, quindi mia zia era quasi sempre a casa da sola, io ogni tanto da lei per passare la serata davanti alla Televisione.
Una sera mi telefona e mi chiede se posso andare a prenderla al lavoro perchè ha la macchina in officina, io accetto volentieri anche perché lavoriamo nella stessa zona e il suo ufficio mi rimane di strada, ci accordiamo per l’orario e mi dice di aspettarla davanti all’ingresso.
Arrivo all’appuntamento con una mezzoretta di anticipo, quindi decido di salire in uficio con la speranza che si fosse liberata pure lei o comunque di prendermi un caffé. Una volta nell’ufficio, lo trovo deserto, non c’era anima viva, mi siedo quindi sui divanetti all’ingresso, aspettando che mia zia arrivasse.
Spazientito dopo un quarto d’ora d’attesa, prendo a girare per i locali, fino a che non sento del lamenti provenire da dietro una porta. Appoggio l’orecchio per sentire meglio e scopro che la porta è solo accostata, sbircio e non credo ai miei occhi!
Mia zia, splendida come sempre era a 90 gradi, le splendide gambe inguainate nelle solite arrapantissime calze, con il busto appoggiato alla scrivania, mentre il suo capo la montava di brutto! Ero basito e subito ho avuto un’erezione potente, quando poi ho sentito il suo capo dire:
“Ti piace quando ti spacco il culo eh vaccona?” e mia zia rispondere: “sii siiii, spingi!” a momenti vengo nelle mutande senza nemmeno toccarmelo.
Scendo in auto temendo che mi scoprissero e aspetto la zia con 1000 pensieri per la testa; quando salita in macchina mi da il consueto bacetto di saluto sono quasi pronto a saltarle addosso ma mi trattengo, anche se le sue splendide poppe sono bene in evidenza nella scollatura e lo spacco della gonna generosamente aperto fino al merletto della calza. Lei si accorge che c’è qualcosa di strano in me e per tutto il viaggio mi tortura chiedendomi come mai ero così strano. Io invento una scusa, un problemino al lavoro e chiudo la discussione, lei di rimando mi chiede se le faccio compagnia per cena visto che la figlia è fuori. Accetto e ci fermiamo qui e la a comprare qualcosa da mettere sotto i denti e noleggiare un film per la serata.
Arrivati a casa ceniamo subito e dal momento che lei non si è messa in libertà, io non perdo occasione per far cadere di tanto in tanto qualcosa, per sbirciarle tra le gambe. terminato di cenare mi porge il caffè e mi si siede sulle ginocchia, intenzionata seriamente a sapere di più riguardo al mio presunto problema al lavoro. A quel punto si scoprono gli altarini, il pensiero di quello che ho visto prima, il suo culo caldo sull’uccello, finisce che indurisco di brutto e lei se ne accorge; per un po’ fa finta di nulla, ma quando io mi muovo un attimino discretamente per piazzare meglio l’uccello e godere appieno di quel momento, lei si alza senza dire nulla ma visibilmente imbarazzata.
E’ il momento del film, ci piazziamo sul divano l’uno accanto all’altro con la copertina addosso come sempre, lei forse per non complicare troppo le cose, rimane sempre vestita, mentre di solito si mette nuda e coperta solo con la vestaglia. Forse pensa che il fatto di non essersi svestita, serva a placare le mie voglie…Sbagliato zietta mia!
Il pensiero di come è vestita sotto è ancora lì che mi martella e ovviamente il film non lo cago nemmeno di striscio.
Ad un certo punto si addormenta come sempre con la testa sulla mia spalla e io decido di fare una cosa mai fatta prima: delicatamente comincio ad allungare le mani, ad accarezzare le gambe, il seno in un crescendo di eccitazione fino a che lei si sveglia e si accorge di ciò che sto facendo. Sempre imbarazzatissima si alza con la scusa di preparare un thé, io non ce la faccio più e la seguo in cucina e mentre riempie la teiera al lavandino la afferro delicatamente ma deciso da dietro, lei trasale, non si aspettava un attacco e rimane basita per un momento che a me basta per portare le mani su quelle splendide tettone e a massaggiarle mentre le bacio delicatamente il collo e mordicchio il lobo dell’orecchio.
A quel punto la zietta si riprende dalla sorpresa e comicnia ad opporre resistenza, ma con poca convinzione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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