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Come diventai la troia di famiglia


di CERCOTEDURO
01.07.2024    |    171    |    2 7.6
"Vivevo in casa coi miei genitori e due fratelli più grandi di 2 e 4 anni, spesso specialmente in estate vedevo loro, ma anche papà, in giro in mutande e..."
Premessa:
Questo racconto è stato dettato dalla mia slave e io lo pubblico volentieri

Dopo essere in età adulta diventata slave di un grande padrone che adoro in ogni modo più di me stessa, col suo beneplacito scrivo un aspetto della mia vita che solo lui è pochi altri sanno.
Ero molto giovane all'epoca ma dentro di me ardeva già il sacro fuoco della troiaggine, avevo scoperto che il sesso era una cosa piacevole ma, ovviamente, non sapevo praticarlo nonostante la mia fica fosse sempre piena di umori.
Vivevo in casa coi miei genitori e due fratelli più grandi di 2 e 4 anni, spesso specialmente in estate vedevo loro, ma anche papà, in giro in mutande e ammiravo, cercando di non farmi vedere, il bozzo che avevano davanti e che nel caso del fratello più piccolo è di mio padre era notevole; subito mi si accendevano le guance e le mutandine diventavano fradice, allora scappavo in camera per cambiarle.
Siccome io e mio fratello più piccolo dormivamo insieme una volta feci questa cosa senza notare che lui era sul letto a leggere un giornaletto e, quando mi piegai per sfilare lo slip sentii un fischio da parte di lui e il commento " cazzo che bel culo ha la mia sorellina" diventai di tutti i colori e mi rialzai immediatamente girandomi verso di lui senza pensare che il vestito lo avevo lasciato su in parte e avevo la fica quasi scoperta ma che lui da sdraiato poteva vedere meglio.
Altro fischio e altro commento "e pure a fica stai proprio bene" a quel punto lo mandai a quel paese mi tirai giù il vestito e uscii con le mutandine fradice in una mano e il cambio nell'altra; uscendo incrociai mia madre che mi chiese cosa succedesse vedendomi così stravolta io cercai di minimizzare scappando in bagno ma lei mi seguì.
Con fare molto sereno mi chiese come mai avevo lo slip bagnato e io, mentendo, le dissi che me l’avevo fatta sotto ridendo col fratello, lei le sfiló dalla mia mano con un gesto rapido e le annusò, alzo gli occhi e mi disse, questa non è pipi!
Riabbassò gli occhi, tirò fuori la lingua e leccò il tessuto, io ero sconvolta e iniziai a bagnarmi ancora di più, se possibile, aprí la bocca e infilò lo slip in bocca iniziando a succhiare e, nel contempo aprí la vestaglietta sul davanti e iniziò a toccarsi la fica; io ero sconvolta e eccitata e, senza pensare, iniziai a toccarmi anche io.
Mentre eravamo lì in estasi pronte a chissà che cosa, sentimmo bussare alla porta del bagno, era mio padre, il rumore interruppe la nostra eccitante situazione, mia madre, dopo essersi sfilato lo slip dalla bocca, rispose.. Veniamo.. mi si avvicinò mi dette un bacio con la lingua e uscimmo dal bagno io ancora senza slip e lei, penso, bagnata dalla l’eccitazione.
Alla porta mio padre ci guardò e notò il rossore che avvampava le guance di entrambe e ci chiese cosa era successo, mia madre, mentendo, rispose che ci eravamo prese per alcune parole che le avevo rivolto, lui scosse la testa e rivolgendosi a me, mentre mia madre si allontanava, disse che dovevo rispettare mia madre altrimenti ci pensava lui, io annui in maniera un po’ scocciata e lui mi afferrò per un braccio e mi mollò uno sculaccione sul culo che per via del gesto risultò scoperto e essendo senza slip andò a finire sulla chiappa scoperta, a quel punto mio padre vide il culo nudo quasi del tutto e, invece di fermarsi, alzò ancora il vestito e me ne dette un altro che mi colpì fra la natica e la fica fermandosi poi con la mano proprio lì è con un dito che mi sfiorava il sesso fradicio.
Io non opposi resistenza e neppure protestai e questo fece intendere a mio padre che non mi ero arresa al suo volere e allora mi stese sulle sua ginocchia alzò il vestito fino alla vita e, ne partì un altro sull’altra natica mantre il ditone medio della mano sinistra carezzava dal culo alla fica facendomi sbrodolare e mugolare, ne partì un quarto sempre sulla stessa natica mentre il dito frugava sempre più pesante la mia zona erogena e io venni con un gemito lungo sentendo tra l’altro la durezza del suo cazzo che, nonostante i pantaloni, era appoggiata alla pancia.
Continua…
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