Gay & Bisex
Settembre nero
di shock74
18.03.2024 |
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"E lui sarà contento di riempire il tuo culetto bianco, te lo dice la tua sorellina..."
GIOVEDI' 31 AGOSTOPrima settimana di lavoro dopo le vacanze estive. Le lunghe giornate spensierate e le serate a tirar tardi sono già un ricordo, ma in fondo mi va bene così: mi piace darmi da fare e il tempo qui in azienda non mi pesa - almeno per ora. Inoltre le vacanze sono state belle ma, tra parenti e amici rigorosamente etero (che non sanno nulla dei miei... gusti), non ho battuto chiodo; in città invece posso riprendere i contatti con i miei trombamici, e chissà che non ne conoscerò di nuovi!
Oggi tra l'altro è la giornata ideale per pensare al sesso: nella mia azienda tra le varie cose mi occupo anche delle spedizioni e giovedì è il giorno in cui passa per i ritiri il mio amico T. Lui lavora per lo spedizioniere a cui ci appoggiamo, è un ragazzo molto simpatico e, come a me, gli piace il piffero; dal punto di vista sessuale non c'è mai stato nulla, poiché siamo entrambi passivi e lui tra l'altro è fidanzatissimo. Dice che ha capito del mio orientamento guardandomi e sentendomi parlare, ma secondo me mi ha beccato in una chat di incontri - solo che non può dirlo perché il suo uomo è parecchio geloso. Fatto sta che quando passa ci ritagliamo una pausa caffè durante la quale ci confidiamo le nostre storielle; tra l'altro, visto che conosce un sacco di gente, un paio di volte mi ha dato dritte e "raccomandazioni" per fare degli incontri molto piacevoli.
Ecco che poco prima della pausa pranzo suonano alla porta: dev'essere T. Vado per aprire, la porta di vetro opacizzato è quasi interamente riempita dall'ombra di una persona; strano effetto, penso, T è un ragazzo minuto, come fa a proiettare un'ombra così grande?
Apro e... sorpresa: al posto di T si staglia la figura di un uomo nero enorme, sarà alto due metri o poco meno. Rimango perplesso per un attimo, poi noto che ha la divisa dello spedizioniere. Il colosso mi spara un sorriso bianchissimo e tende la sua mano a stringere la mia (anche la mano è enorme, e per un attimo mi ritrovo a chiedermi chissà se tutti i suoi "arti" sono proporzionati alla stazza). Indugia qualche secondo poi si presenta:
"Ciao! Sono (??)". Mi dice un nome che non riesco assolutamente a comprendere. "Puoi chiamarmi Bibi, come fanno i miei amici"
Ah, ecco, così è un po' più facile. Buffo soprannome per un gigante...
"Ciao Bibi, io sono S, molto piacere" gli rispondo. "Scusa ma non sarebbe dovuto venire T?"
"Io do a lui il cambio per un mese, poi torna"
"Ah, capisco. Ma gli è successo qualcosa?"
"Mi dispiace, mi ha detto ma non ho capito bene. Schiena, credo"
Ha una bella voce profonda, bronzea, e parla lentamente un italiano corretto e pronunciato abbastanza bene ma con un vago accento esotico, il che lo rende particolarmente affascinante.
Me ne rendo conto solo ora: per tutto il tempo della presentazione la mia mano è rimasta nella sua, ed inizia ad essere un po' sudata.
"Beh, ok. Magari proverò a sentirlo più tardi. Vieni Bibi, ti faccio vedere dov'è l'area di carico merce e dove ti puoi mettere col furgone. Le prossime volte potrai andare direttamente lì e poi passare da me per i documenti, ok?"
"OK. Sei sempre tu che ti occupi di spedizione?" mi chiede.
"Sì, puoi fare sempre riferimento a me"
Un istante di silenzio poi mi sorride: "Molto bene".
Oggi non c'è troppa roba da spedire, visto che abbiamo appena riaperto. Con Bibi sbrighiamo la questione in pochi minuti, ma riesco lo stesso ad osservarlo di sottecchi: sembra una di quelle statue tribali africane, un monumento all'energia ed al vigore; ha la pelle nerissima ed un fisico portentoso; dalle mezze maniche della camicia spuntano due braccia grandi quasi come le mie cosce, le spalle sono più larghe di un frigorifero; porta i capelli rasati a zero ed un pizzetto curato incornicia due labbra carnose e sensuali; gli occhi, profondissimi e neri come la pece, esplorano vivaci attorno a sé...
Poi ci salutiamo prima che riparta. Mi stringe nuovamente la mano e mi pianta i suoi occhioni nei miei:
"Grazie, S. Sei stato molto gentile. Ci vediamo settimana prossima"
Per tutta risposta riesco solo a fargli un sorrisino timido da adolescente e resto a guardarlo mentre se ne va.
Wow... Veramente un gran pezzo di figo... Peccato solo che ho già capito che, dal punto di vista che più mi interesserebbe, è un non-luogo-a-procedere.
Poco prima della fine pausa, mi arriva un messaggio al cellulare. E' T, il mio amico.
T: - Ciao zoccoletta! Piaciuto il regalino?
S: - Ma ciao porcellina! Mi dicono che per un mese non ci sarai, che ti è successo? E, scusa, quale regalino?
T: - Ma niente, dovevo risolvere quel problema alla schiena di cui ti dicevo. Mi sono fatto operare la settimana scorsa e adesso dovrò starmene a riposo per altre 4. Per un po' non ci saranno i nostri discorsi zozzi del giovedì, uff... Ma è proprio per farmi perdonare che ti ho mandato il regalo - e lo so che l'hai apprezzato, ti conosco troppo bene!
S: - Mi spiace per la tua schiena, ma vedrai che la risolvi. E ribadisco, non so di che regalo parli. Non che me ne dovessi uno, ma comunque non l'ho visto.
T: - Piantala di fare la verginella innocente, l'hai visto benissimo il regalo! Pensa, ci hai pure parlato!
S: - Aaaah, ma aspetta: intendi Bibi, l'Africano! E che cazzo c'entri tu col fatto che ti sostituisce?
T: - Innanzitutto Senegalese, prego. Dimmi un po' stordito, secondo te chi ha proposto di trasferirlo provvisoriamente dall'altra sede per prendere il mio giro? L'ho fatto pensando a te, sapevo avresti gradito. Allora, che ne dici? Ti sei già bagnato pensando a quando ti monterà come una cagnetta?
S: - Ma smettila... Certo, è un figo della Madonna ma potevi risparmiarti la fatica: sono sicuro che non ce n'è. Ha una fede nuziale al dito grossa così, quello è etero al 100%. E in Africa non è come qui da noi, dove un etero si può permettere anche qualche capriccio gay; da loro è ancora un tabù enorme.
T: - Bla, bla, bla... Stai facendo come la volpe con l'uva? O peggio, sarai mica razzista?
S: - Ma quale razzismo! Non sono mai stato con un nero, è vero, ma non ho mai escluso l'ipotesi. Almeno non la escluderei con Bibi, se mai fosse possibile - ma non lo è.
T: - Eh, vedrai, con Bibi avrai finalmente il tuo primo assaggio di salsiccione nero. E lui sarà contento di riempire il tuo culetto bianco, te lo dice la tua sorellina.
S: - Seee, vabbè... Ti diverti a stuzzicarmi, ecco la verità. Ora torno al lavoro, fatti vivo porcellino!
T: - Ciao frocetto, inizia a preparare le chiappe e buon lavoro.
GIOVEDI' 7 SETTEMBRE
Ancora al lavoro, ancora giornata di spedizione. Tra poco dovrebbe passare il furgone dello spedizioniere - e a bordo ci sarà Bibi.
Sono contento di rivederlo ma non mi faccio alcuna illusione. Inizio pure a credere che T mi stia soltanto prendendo in giro: come quella volta che voleva convincermi che il mio collega dell'ufficio acquisti (nonchè vicino di casa di T) aveva una cotta per me; l'aveva raccontata in maniera così plausibile che stavo per crederci, ed ho evitato per un soffio una figura di merda ed un incidente diplomatico in azienda (scoprii che il collega in questione non solo è etero ma anche vagamente omofobo).
Ecco che suonano, è Bibi.
Ci salutiamo sorridenti come la settimana scorsa, gli consegno i documenti poi lo accompagno a ritirare la merce. Visto che questa volta ci sono parecchi colli, alcuni dei quali piuttosto pesanti, mi offro di aiutarlo a caricare. Lui accetta e ringrazia con quel suo modo di fare gentile.
Oggi fa particolarmente caldo e lui è vestito con calzoncini e t-shirt: probabilmente la taglia più grande che gli potevano dare in ditta, ma su di lui fanno un interessante effetto aderente; così mi posso gustare lo spettacolo dei suoi muscoli che guizzano sotto il tessuto, mentre solleva agilmente scatoloni che solitamente noi in azienda spostiamo in due persone. Lo spettacolo è talmente ipnotico che mi ritrovo a fissarlo forse un po' troppo, allora per dissimulare me ne esco con un complimento all'apparenza innocente.
"Però, ne hai di forza fisica! Fai palestra per tenerti in forma?"
"No no" sorride lui "Poche cose: corsa, nuoto, calcio con amici. Mio lavoro è mio sport. Io lavoro per spedizioni e poi in weekend... Hmmm... Come si chiama in italiano quando sposti mobili su e giù dalle case?"
"Traslochi?" provo io.
"Eh sì, tras... No, non mi viene bene questa parola, preferisco su e giù".
Tace per un attimo e mi fissa.
"A te piace su e giù?" mi chiede sornione. strizzandomi l'occhio.
"Eeeh, beh, certo..." bofonchio ridacchiante la mia risposta. Tra l'abbronzatura estiva, la giornata afosa e l'essere accaldato dal carico merci difficilmente si potrà notare, ma sono quasi sicuro che in questo momento sto arrossendo. Ma come, lui che è sposato, sicuramente etero, mi sta facendo un'allusione sessuale? O sono io che mi sto creando la fissa in testa ed ho male interpretato una banale battuta, che vuol dire tutto come vuol dire niente?
Boh. Finiamo il carico, lui mi ringrazia per l'aiuto e stavolta mi saluta non con la stretta di mano ma appoggiando la sua manona calda sulla mia spalla.
Poco dopo, in pausa, ne approfitto per scambiare due messaggi con T. Gli racconto brevemente della battuta "ambigua" che mi ha fatto l'amico Senegalese.
T: - E che ti dicevo io? Ti vuole, altroché! Fidati, quando gli mostrerai il più sacro dei tuoi buchetti sarà felicissimo di lappartelo con quella sua bella linguona...
S: - Certo certo, continua a stuzzicarmi. Come se non mi stessi già infoiando di mio - se ci penso ancora troppo finisce che devo chiudermi in bagno per masturbarmi! Confesso che sarei molto felice di provare una bella ripassata da parte sua, ma non ci posso credere che uno così (ripeto: sposato, etero, cultura tradizionalista) possa avere interesse per me. O sto prendendo un abbaglio, oppure che ne so, lui mi sta sfottendo.
Poi decido di passare all'attacco:
S: - Dai T, dimmi la verità: è uno scherzo che tu e lui vi state divertendo a fare. Gli hai raccontato dei miei gusti e gli hai suggerito di provocarmi, per vedere le mie reazioni e poi ridervela di gusto alle mie spalle. Guarda che ricordo benissimo quella volta del "collega cotto di me", quando a momenti finiva in figuraccia.
T: - Ma cosa vai a ripescare? Quello era uno scherzo innocente, ero sicuro te ne saresti accorto per tempo! Questa volta, lo giuro sul cazzo del mio uomo, non gli ho detto nulla di te e tantomeno ti sto facendo uno scherzo.
S: - E allora come fai a essere sicuro che ci sta?
T: - Qualche anno fa mi avevano trasferito per un periodo nella sua sede, ed ho avuto modo di conoscerlo.
S: - Intendi... ci hai fatto cose?
T: - Eh, magari! Non mi filava manco di striscio. Però ho visto bene come si studiava un nostro collega che guarda caso è lo stesso tipo tuo: atletico, maschile, insospettabile - poi di te so anche che sei un frocetto affamato di cazzo, di lui non so. Credimi, so distinguere bene uno sguardo curioso da uno sguardo bramoso; e il nostro amico nero ce lo aveva sicuramente del secondo tipo!
S: - Ma lui e quell'altro collega hanno concluso?
T: - Non mi è dato sapere, riserbo totale da parte di entrambi. E poco dopo sono tornato alla mia filiale.
Non lo so, non mi ha convinto, rimango ancora molto dubbioso. Ok, ha giurato sulla cosa più cara che ha, l'uccello del suo uomo di cui è innamoratissimo (dell'uomo, intendo; ma anche dell'uccello, visto che mi racconta spesso delle scorpacciate che se ne fa quasi ogni sera). Però conosco il suo gusto per gli scherzi a volte un po' cattivelli. E non vorrei che magari mi propongo a Bibi, lui è di tutt'altro avviso e se la prende a male - o addirittura, sentendosi offeso nella sua virilità, mi gonfia pure di botte!
No no, questa volta me ne sto fuori dai casini che combina T. Peccato perché Bibi è veramente un bel boccone, ma avrò mille altre occasioni, chissà, addirittura con uomini ancora più belli.
LUNEDI' 18 SETTEMBRE
Oggi in azienda abbiamo una spedizione urgente, quindi contatto lo spedizioniere e prenoto un ritiro. Rimango un po' sorpreso nel veder arrivare Bibi dopo meno di un quarto d'ora; innanzitutto perché credevo che il lunedì facesse un altro giro, poi perché è arrivato troppo presto ed i colleghi della produzione non hanno ancora finito di preparare la merce.
Accolgo il gigante d'ebano e gli spiego la situazione.
"Scusa ma ci sarà da aspettare una decina di minuti. Sinceramente credevo che il lunedì tu facessi un'altra zona, e nemmeno che saresti arrivato così velocemente"
"Mi hanno chiamato da sede. Sapevo che avevi bisogno, così ho cambiato giro"
Mi si illumina il volto in un sorriso caloroso.
"Che carino, grazie veramente... Senti, intanto che aspettiamo, ti va un caffè o una bibita?"
"Caffè? Molto bene, grazie"
Lo porto nella saletta delle macchinette e preparo le bevande.
"Come lo preferisci: lungo, corto, macchiato...?"
"Macchiato con zucchero, per favore"
"OK, allora un macchiato per te ed un ristretto per me"
Gli porgo il suo bicchiere ed iniziamo a gustarci il caffè in silenzio.
"Bene, bene" dice lui a un certo punto, guardandomi mentre bevo.
"Sì? Che cosa bene?" gli chiedo.
"A me piace dolce e chiaro, a te piace forte e nero..." sussurra con un'espressione birichina.
Ora non so come rispondere, questa sua frase mi è arrivata dritta al basso ventre e mi ha lasciato un po' stordito - piacevolmente stordito. A dissolvere l'atmosfera elettrica tra noi ci pensa la voce del capo produzione, che annuncia ad alta voce "Merce pronta!".
Bibi getta il bicchierino vuoto nel bidone, si incammina verso la porta della saletta e prima di uscire, passandomi accanto, mi dà una pacchetta sul sedere sussurrandomi all'orecchio: "Dolce e chiaro, forte e nero... Molto bene". Poi esce. Io finisco il mio caffè e poco dopo lo seguo, cercando di non far caso a quel brivido che dal solco delle chiappe sta risalendo lungo tutta la spina dorsale. Riesco solo a pensare che se stasera non mi masturbo potrei esplodere...
GIOVEDI' 21 SETTEMBRE
Ieri ho avuto una visita da parte di F, amico di famiglia, un ricco imprenditore che vive all'estero ma che ha una bella casa di vacanze qui vicino sulla collina, verso il mare. Nei periodi in cui non c'è, mi ingaggia per curargli la casa in cambio di una buona mancia. Ieri si è fatto vivo per dirmi che finalmente hanno finito di installargli una mini-spa nella dependance che ha nel giardino della villa: bagno turco, sauna, area fitness e sul terrazzo una Jacuzzi ed una piccola piscina. Mi ha spiegato di aver già comprato tutti gli arredi necessari, però vorrebbe che fossi io ad occuparmi di spostarli dal deposito dove sono ora e di sistemarli nella dependance - sono tutti mobili di pregio e non si fida molto degli operai dell'impresa, potrebbero rovinarglieli. Mi ha allungato una bella mazzetta di banconote, dicendomi di dividerla con chi mi aiuterà perché sicuramente il lavoro richiederà più persone.
Lì per lì ho accettato l'incarico ma mi chiedevo a chi avrei potuto chiedere una mano. Poi mi si è accesa la lampadina: posso chiederlo a Bibi! In quanto a forza fisica, non ci sono dubbi; da come si muove sul lavoro ho anche capito che non è affatto un maldestro e può maneggiare tranquillamente quei mobili preziosi; inoltre ha già esperienza di traslochi, anzi no, di "su e giù" - e chissà che non sia la volta buona che io e lui faremo del su e giù nel senso migliore del termine...
Ed ecco che oggi arriva per i consueti ritiri. Gli spiego questa cosa della villa di F, i mobili il compenso e tutto quanto, e lui accetta volentieri di partecipare. Ci mettiamo quindi d'accordo per il sabato mattina, così da avere tutta la giornata a disposizione.
Poi ci occupiamo della spedizione, finito il carico mi saluta come l'altra volta appoggiando la sua mano sulla mia spalla. Mentre mi ringrazia nuovamente per l'opportunità di lavoro extra, la sua mano furtivamente scivola giù lungo la schiena fino a regalarmi un fugace ma caldissimo tocco in quella zona di confine tra lombari e natiche. Se non ci fosse il rumore di sottofondo dei macchinari dell'azienda, si potrebbe distinguere chiaramente il suono delle fusa da gatta che sto emettendo...
Questa cosa mi ha mandato su di giri. In verità nella mia testa rimbalzano ancora dei dubbi se lui fa sul serio, sta solo giocando o che ne so, nella sua cultura è semplicemente un modo amichevole di fare. Tuttavia lui avrà di sicuro notato la mia espressione arrapata mentre mi salutava in quel modo (e probabilmente nei miei occhi in quel momento campeggiava come un neon la scritta "ti-prego-scopami" - spero solo non l'abbiano vista anche i colleghi); però non ha fatto una piega, credo sia un buon segno. Che abbia veramente fatto centro con questo tronco di manzo? Stento a crederlo, ma chissenefrega: sabato me la gioco e vada come vada.
SABATO 23 SETTEMBRE
E' arrivato il giorno X. Stamattina mi sono messo "giù da gara", come si usa dire: ho rifinito la depilazione, mi sono fatto una bella lavanda all'entrata posteriore, ho scelto un intimo sexy e quei calzoncini che stringono nei punti strategici, ho rifornito il portafogli di una piccola scorta di preservativi. Con tante speranze, ma senza troppe aspettative; come ho già detto, vada come vada.
Poi alle nove l'incontro con Bibi, cordiale come al solito. Siamo saliti sul suo furgone e ci siamo diretti al deposito, iniziando a darci da fare. Ci sono voluti diversi viaggi dal deposito alla casa per trasportare tutto quanto, poi dopo un breve spuntino abbiamo tolto i mobili dai loro imballi e li abbiamo sistemati, secondo le direttive di F e anche secondo il gusto personale mio e di Bibi - che ha dimostrato un discreto talento da arredatore, suggerendo variazioni funzionali ed eleganti alla disposizione prevista originalmente.
Durante tutta la giornata ci siamo comportati tra noi molto professionalmente; c'è da dire che il lavoro si è dimostrato faticoso ed ha richiesto cura ed attenzione. Comunque non sono mancati dei momenti in cui abbiamo dovuto lavorare praticamente a contatto, occasioni in cui ho sentito chiaramente la stessa carica tra di noi che si era creata in quelle particolarissime situazioni dei giorni precedenti. Qualche volta l'ho anche stuzzicato un po': se c'era da chinarsi sotto un mobile per fissare una vite o altro, non perdevo l'occasione per mettermi gattoni ed inarcare un po' la schiena, lasciando che i calzoncini aderenti evidenziassero i miei quarti posteriori. Però, da bravi professionisti, siamo rimasti sul pezzo e nessuno di noi ha rotto gli indugi - in fondo avevamo un lavoro da portare a termine.
Siamo arrivati al tardo pomeriggio. La giornata è ancora calda, stiamo riguardando compiaciuti il lavoro finito bevendo una bibita presa dal frigo del piccolo angolo bar. Avremmo bisogno entrambi di una bella rinfrescata ed un po' di relax, così mi ricordo di quanto mi ha detto F.
"Il padrone del posto dice che una volta finito possiamo fare come a casa nostra; anzi, sarebbe felice se vogliamo collaudare qualcuna delle attrezzature. Ti va?"
"Mi piacerebbe Jacuzzi. Possiamo?"
(Io nella vasca con te? E me lo chiedi pure??)
"Ma certo!" gli rispondo "Magari prima mi do una sciacquata poi la accendiamo. Vuoi andare in doccia prima tu?" In verità volevo chiedergli se la facevamo insieme ma vabbè, mi sembrava eccessivo.
"Tranquillo, tu vai, preparo io qui e faccio la doccia fuori. Ti aspetto" mi dice strizzandomi l'occhio.
Lo lascio che armeggia coi comandi dell'idromassaggio e mi dirigo allo spogliatoio, contento che la tensione erotica abbia ripreso a montare. Il mio pisellino là sotto si muove, come a dire "ci siamo, ci siamo!"
Mentre mi svesto, mi ricordo che devo dargli la sua parte di compenso; potrei approfittarne per scaldare ulteriormente l'atmosfera: rimango con solo il mio perizoma succinto, me lo sistemo in modo da mettere in evidenza il pisello già barzotto e far intravedere la prima linea di peli pubici accuratamente rasati; controllo in uno specchio come sto e, confortato dalla vista, faccio il mio ingresso in scena.
Lo trovo sul terrazzo che si sta togliendo la maglietta. Dio che pettorali...
"Ah Bibi" gli dico "Prima di dimenticarcene, ecco la tua parte". Ondeggiando un poco con fare sensuale, mi metto di fronte a lui coi soldi in mano e lascio che mi squadri da capo a piedi un paio di volte; la sua espressione è divertita, sembra apprezzare la vista ma ancora non agisce. Restiamo così, seminudi uno di fronte all'altro, per qualche istante che mi sembra eterno.
"Quindi?" gli chiedo.
"No" mi risponde, spostando i suoi occhi alternatamente dal mio viso ai miei fianchi.
"No... cosa?" faccio io, perplesso.
"Niente soldi"
"Scusa, non capisco. E' la tua parte, non li vuoi?"
Attimo di silenzio. Mi fissa penetrante.
"Niente soldi. Basti tu..."
Vampata di calore dentro di me. Rimango a guardarlo inebetito, mentre avverto un brivido che si propaga tra uccello e buco del culo.
"Beh, ecco..." balbetto "Se è proprio quello che vuoi...". Col cuore a mille allargo le braccia e mi avvicino ad un passo da lui.
"...Allora accomodati"
Lui per tutta risposta prende il mio mento nella sua mano destra, si china verso di me e mi stampa un bacio sulla bocca, mentre l'altra mano mi cinge e si appoggia sulle mie natiche, palpandole dolcemente. Io fisicamente non sono piccolo, ma adesso tra le sue braccia mi sento un bimbetto.
Le mie labbra si schiudono e permettono alla sua lingua di affondare nella mia bocca. Ad occhi chiusi mi abbandono al suo bacio ed alle sue carezze, temendo soltanto che si tratti di un sogno e che tra poco mi sveglierò.
Prima che succeda altro, mi vorrei togliere una curiosità.
"Wow Bibi... Ci speravo ma non credevo fosse possibile; tu non sei sposato, non sei etero?"
"Sì, sposato e famiglia" risponde. " A me piacciono donne nere e... maschietti bianchi. E tu mi piaci, mi piace tuo odore... mi piace tuo culo..."
Se sta cercando di farmi bagnare non ne ha bisogno, c'è già riuscito da un pezzo.
"Questo è mio segreto, se moglie sa mi ammazza" continua, tra una strofinata al sedere e un bacio. "Lei non capirebbe. Siamo Africani, non è come per voi, siete più liberi"
"E come fai a non farti beccare?"
"Faccio pochi incontri con uomini: uno, due in un anno. Quando vedo tipo che mi piace, se possibile e se sicuro si scopa"
Nel frattempo ci siamo spostati sul divanetto lì vicino. Sono seduto sopra di lui a cavalcioni, le sue mani mi pastrugnano le chiappe; le nostre frasi sono spesso interrotte dai baci che ci diamo, bevo la sua lingua e la sua saliva come un nettare - ha un insolito sapore di spezie, mai assaggiato prima.
"Però dura poco. Una volta, forse due, poi basta. Amante fisso è troppo rischioso"
Gioca con l'elastico del mio perizoma, che si tende nel solco tra i glutei solleticandolo.
"Quindi abbiamo solo questa occasione?"
"Eeh, sì, mi dispiace..."
"Noo, tranquillo, capisco. La sfrutteremo bene"
Mi avvicina l'indice alle labbra e glie lo succhio
"Ma sei proprio sicuro che non vuoi i soldi? Te li sei guadagnati"
"Regalo per te. Per tuo silenzio"
"Wow. In pratica mi stai pagando per una scopata" bofonchio col suo dito in bocca. "In pratica oggi sarò la tua puttanella"
"Oh, non voglio offendere. Questo ti dà fastidio?" chiede preoccupato.
Mi tolgo l'indice dalla bocca, gli rimetto la mano sul mio sedere, mi avvicino al suo viso sorridendo.
"Assolutamente no..."
"Bene, bene... Molto bene" ridacchia.
Ho ancora i soldi nella mano. Gli dico di aspettarmi qualche minuto, vado a riporli nel portafoglio e mi faccio una doccia veloce. Sotto l'acqua riesco solo a pensare che oggi sarò la sua puttanella ed è mio imperativo dargli il massimo piacere possibile. Poco dopo esco nudo in terrazzo. Nel frattempo lui si è svestito e docciato; lo trovo su una delle sdraio a bordo piscina, si sta massaggiando con aria contenta il membro già mezzo duro, il corpo scultoreo ancora imperlato di goccioline d'acqua. Mi avvicino e mi soffermo a rimirarlo: una statua di ebano, la versione nera del David di Michelangelo. Il suo arnese è bello spesso e lungo, anche se nell'insieme della figura quasi si perde; ma più delle dimensioni mi colpisce la sua bellezza estetica, il suo colore, il disegno delle venature: ce l'ha talmente perfetto che sembra finto.
Lui mi guarda.
"Ti piace?" mi chiede
"Molto" rispondo io.
Mi prende per un braccio e mi tira verso di sé. Mi siedo sulla sdraio assieme a lui e limoniamo a lungo; nel frattempo la mia mano agguanta il suo cazzo ed inizia a coccolarlo, facendolo passare rapidamente allo stato di piena erezione dopo qualche carezza.
Mi sovviene quanto mi ha detto T ("quando gli mostrerai il più sacro dei tuoi buchetti vedrai come te lo lapperà con quella sua bella linguona"); cosicché lo scavalco e mi metto su di lui a 69, offrendogli la vista del mio ano schiuso e umido. Mi accingo a baciare e leccare la sua bella asta, mentre lui sussurra "Wow, molto bello" e si dedica ad esplorare con la lingua il mio pertugio, alternando le leccate a qualche ciucciata alle mie palle. Il suo pizzetto mi fa il solletico sulla pelle sensibile del perineo. Dopo che mi ha insalivato a dovere il buco, ci ficca dentro un dito: procede dolcemente ma il brivido che avverto è forte (un suo dito non è tanto più piccolo di un pene); per tutta risposta, mi ingoio fin dove riesco il suo uccello e gli faccio una pompa ricca di saliva; cerco di cacciarmelo in gola più a fondo che posso, ma ne rimane fuori sempre un bel pezzo.
Bibi, grato delle attenzioni che gli sto dedicando, decide di passare ad un trattamento più intensivo e mi infila anche l'indice dell'altra mano in culo; utilizza le due dita piantate dentro me per aprirmi e bagnarmi ancora meglio, in preparazione alla sua verga che mi attende da lì a poco - in verità non sarebbe necessario, da bocca e ano sto già colando come una troia...
La situazione è magnifica, lascio che mi dilati per bene lo sfintere a colpi di dita e lingua per tanti infiniti minuti, mentre gli succhio avidamente il cazzo. Poi giunge il momento clou: sto per prendere uno dei preservativi che mi ero portato dietro, ma mi dispiacerebbe incappucciare una così bella nerchia, sarebbe un sacrilegio, quasi come incellofanare una statua del Canova. Così, in barba alle precauzioni, decido di concedergli una cavalcata a pelle. Continuando a voltargli le spalle, mi porto a cavalcioni sopra il suo spiedone, pronto per farmi infilzare. Lentamente, un pezzetto alla volta, mi impalo su di lui; mi ha talmente ammorbidito che l'operazione risulta semplice, ed il suo cazzo scompare tutto dentro di me. Mi protendo in avanti ed inarco bene la schiena, in modo da offrirgli per intero lo spettacolo della sua grossa fava inghiottita dal mio culo, poi inizio a muovermi su di lui, su e giù, avanti e indietro. Capisco dai suoi mugolii che apprezza il trattamento riservato al suo gioiello.
Il suo respiro si fa più veloce, commenta i miei affondi sulla sua asta con dei "Bene, molto beeenee...". Mi afferra ai fianchi ed accompagna i miei movimenti, mentre appoggio le mani sulle sue cosce per gestire meglio la cavalcata. Bibi inizia a dire frasi indecifrabili nella sua lingua nativa. Da lì a poco i suoi mugolii diventano un rantolo, il suo cazzo pulsa sempre più forte dentro di me ed ogni pulsazione è una scossa elettrica; mi stringe più forte i fianchi ed inizia a venire, allagandomi con un'onda calda di seme.
Finito l'orgasmo, mi rialzo dal suo uccello e mi giro a guardarlo: è ancora mezzo duro e pulsante. Mi chino per leccargli via una gocciolina di seme che gli brilla sulla cappella: ha un sapore particolare, forte e selvatico; buono...
Lo guardo sorridendo e gli chiedo "Allora? E' stata brava la tua puttanella?"
"Bene, mooolto bene" gongola Bibi.
"Dai, diamoci una rinfrescata" gli propongo. Lo prendo per l'uccello e lo guido verso la Jacuzzi.
Ci accomodiamo dentro la vasca, fianco a fianco; lui mi cinge le spalle con un braccio ed io gli massaggio il petto mentre strofino labbra e naso sulla sua pelle levigata e scura, dandogli piccoli baci tra collo e spalla. Ci godiamo l'acqua tiepida ed i suoi getti per molto tempo, in silenzio.
Il sole sta tramontando, attorno a noi non c'è anima viva; gli unici rumori che si sentono sono il borbottìo dell'idromassaggio e il canto degli uccellini nel bosco lì vicino.
"Sei stato molto bravo" mi sussurra ad un certo punto con la sua voce calda, rompendo il silenzio. "Bello farti giocare sopra di me"
"Beh, è facile essere bravi con uno stallone come te" rispondo io "Mi sono fatto proprio una bella galoppata sul tuo pifferone nero, e ti dirò... Non mi dispiacerebbe farmene un'altra"
"Quando vuoi" dice, e ammicca verso l'acqua, invitandomi a fare una visitina al suo pacco.
Allungo la mano sott'acqua e glie lo tocco.
"Wow, ti sta tornando duro! Ma sei un toro..." esclamo con stupore, fingendo un'improbabile pudicizia virginale
Riprendiamo a limonare in punta di lingua, mentre io gli faccio una sega e lui strofina il suo ditone sul mio buco del culo.
Poi decide di cambiare il copione: "Girati adesso" mi ordina, e mi fa sistemare bocconi, col torso appoggiato fuori dal bordo della vasca ed il mio sedere ben proteso verso di lui. Non ha bisogno di perdere tempo a lubrificarmi, tra la prima cavalcata e l'acqua della vasca sono già bello morbido e bagnato; mi dà comunque un paio di leccate profonde che mi donano un piacevole formicolìo.
Ora punta la sua grossa cappella tra le mie chiappe e, dolce ma deciso, me la infila dentro.
"Aah sì..." sospiriamo assieme. Prende a muoversi lentamente e ad ogni nuovo affondo il suo cazzo si infila di qualche centimetro in più nella mia tana.
Quando arriva a darmelo tutto, fino alla base, accelera gradualmente il ritmo, dentro e fuori, dentro e fuori, sempre più veloce. Ogni tanto gli scappa qualche risolino, divertito dagli schiocchi prodotti quando l'aria, compressa nel mio retto dal suo pistone di carne, fuoriesce dallo sfintere fradicio di umori.
Come ha fatto anche durante il primo "round", con le sue mani energiche mi stringe ai fianchi. Mi piace molto questa cosa, mi fa sentire in suo pieno possesso; in questa posizione, poi, la sensazione di essere dominato dal mio torello africano è ancora più forte, e mi sottometto a lui volentieri.
Bibi percepisce il mio totale abbandono e aumenta la sua foga. In poco tempo la scopata si trasforma in una feroce stantuffata; il mio sfintere brucia come il fuoco e si contrae ritmicamente attorno alla sua asta. Alcuni colpi sono talmente poderosi che mi rivoltano le viscere e mi fanno vedere le stelle. Gemo e miagolo come un gattino, non saprei dire neanch'io se di dolore o piacere, ormai le due sensazioni sono indissolubilmente fuse tra loro. Ho qualche attimo di tregua quando un paio di volte il suo uccello scivola fuori da me, ed il mio buco spalancato ed in fiamme può approfittare di quei momenti per raffreddarsi un po'. Bibi mi lascia qualche secondo a riprendere fiato, contemplando la vista del mio ano spanato e mormorando qualche parola di approvazione. Poi riprende a pomparmi più forte di prima, annebbiandomi ulteriormente la ragione mentre ansimo riverso sul pavimento del bordo della vasca.
Non mi tengo più, gli spasmi del mio culo mi portano al punto di ebollizione, mi strofino il pisello con la mano che da lì a poco si riempie di fiotti di sperma.
"Oh sì, mi stai sfondando tuttoo... Mi fai godere tantoo... Vengooo!!!" uggiolo al tormentatore delle mie terga.
"Godi puttanella..." sibila lui, strizzandomi i fianchi all'inverosimile e rimanendo ben piantato dentro me fino in fondo, gustandosi le contrazioni fuori controllo del mio retto attorno al suo arnese. "Goditi il cazzo nero..."
Aspetta che il mio orgasmo selvaggio finisca, poi me lo sfila da dentro e mi intima di girarmi. "Voglio la bocca ora".
Ancora avvampato e confuso obbedisco, mi risiedo nella vasca col suo uccello puntato davanti al viso; l'acqua della Jacuzzi mi rinfresca il buco febbricitante ed è un sollievo.
Me lo caccio in gola, è tutto imbevuto dei miei umori ed è pronto ad esplodere; infatti bastano poche succhiate e Bibi, emettendo un ringhio da belva, irrompe in una generosa sborrata che mi riempie la bocca, e quando lo estrae mi regala un ultimo schizzo sulla faccia. Caspita, non credevo potesse venire così tanto, dopo neanche mezz'ora dall'ultima venuta...
Impiastricciato dalla sua crema, deglutisco quella che ho in bocca e ripulisco per bene con la lingua la sua nerchia. Lui mi sorride. "Ooh, brava puttanella..." commenta, "Ti piace il cazzo nero, eh?"
Con la testa che mi gira ancora, riesco a rispondergli con un filo di voce. "Veramente tu sei il primo. Ma se siete tutti così, domani preparo le valigie e mi trasferisco in Senegal"
Ridiamo, intanto che Bibi passa meticolosamente le sue dita sul mio viso per detergerlo dal seme e me le dà da leccare.
Poi ci rendiamo conto che ormai è praticamente buio. Bibi guarda l'orologio ed esclama "Putain, è tardissimo! Moglie mi uccide!".
Ci rivestiamo alla svelta e sistemiamo tutto quanto; poco dopo siamo per strada sul furgone di Bibi. Mentre mi accompagna alla mia auto, chiacchieriamo un po'.
"Bellissima giornata, grazie puttanella" mi dice.
"Ma grazie a te, sei stato fantastico. Sarebbe il massimo poterlo rifare, un giorno o l'altro".
Mentre lo dico, il mio ano ancora bollente mi manda una piccola fitta, come a dirmi: sì, ok, ma magari non troppo presto eh? Lasciami il tempo per riprendermi.
"E da come mi hai farcito per bene, direi che piacerebbe anche a te. Che ne dici, ci riusciamo o rimani dell'idea di una botta e via?"
Lui tentenna. "Vorrei tanto, ma... difficile. Moglie mi controlla. Questo mese non ha fatto domande perché sto lavorando fuori sede, poi oggi questa cosa dei mobili era buona scusa, ma potrebbe... come si dice?"
"Insospettirsi?" suggerisco.
"Sì ecco. Non posso rischiare. Se capiterà di nuovo sostituzione e vengo qui, bene. Se no, pazienza"
"Eh già, pazienza..."
Arrivati alla mia auto ci salutiamo, un bacio furtivo nella penombra del parcheggio, io scendo e lui riparte. Mentre lo vedo allontanarsi, penso che sua moglie dev'essere un bel peperino per riuscire a terrorizzarlo così; ad ogni modo il mio sentimento verso di lei è più che altro di invidia, perché si può godere questo gran pezzo di maschio tutte le volte che vuole...
GIOVEDI' 4 OTTOBRE
Purtroppo io non ho la fortuna della moglie di Bibi e, come d'altronde sapevamo già, quel sabato è stata la nostra unica occasione. A dire il vero giovedì scorso lui è passato per il suo ultimo giro di ritiri in azienda (era la sua ultima settimana di sostituzione a T, poi sarebbe ritornato alla sua sede); per concederci un addio come si deve, con un sotterfugio siamo riusciti a raggiungere i bagni e ci siamo chiusi in una toilette, ridacchiando come bimbi che stanno per fare una marachella. Abbiamo limonato qualche istante poi ho iniziato a fargli un bocchino; solo che è entrato qualcuno, abbiamo rischiato che ci beccassero ed abbiamo dovuto annullare tutto di corsa. Ci siamo talmente spaventati che finito il carico i nostri saluti sono stati estremamente professionali e distaccati.
Da allora non l'ho più visto.
Oggi è tornato in servizio T, era contento di vedermi. Durante il nostro momento caffè, mi ha guardato malizioso e mi ha fatto la domanda che si teneva pronta da qualche settimana.
"Allora? Finito il settembre nero? Com'è andata con Bibi?"
"Maah, noo, niente..." tergiverso "Lui è carino e gentile con tutti, ma non è interessato. Sì è un bell'uomo, certo, ma che mi importa: tanto il mare è pieno di pesci, no?"
" Hmmm, sarà... Anche se non mi convinci del tutto: come l'ho nominato ti sono venuti gli occhi da cerbiatto"
"Ma va là!" mi schermisco.
"Ok, come vuoi. Comunque, se posso fare qualcosa per te, chiedi pure"
...
"Beh, effettivamente una cosa volevo chiedertela"
"Dimmi"
"Ma se ti rompo una gamba, quante settimane di convalescenza ti danno?"
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