Gay & Bisex
Roberto
di limone73
03.06.2019 |
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"D’altronde ci avrebbe accompagnati la mia governate Ginevra, un donnone di sessant’anni, che ci avrebbe dato una mano consistente..."
Da quando Roberto, loro figlio, a quindici anni aveva perso l’uso delle gambe a causa di un incidente col motorino, Carlo e Anna si erano dedicati completamente a lui. Ora dopo quattro anni erano veramente stanchi e non riuscivano più ad essere i genitori amorevoli di sempre. Allora proposi ai miei amici di affidarmi Roberto per due settimane e di andarsene in vacanza da soli. Carlo e Anna erano miei amici da una vita. Sono stato sempre vicino a loro anche nei momenti tristi dell’incidente, tanto che Roberto mi chiamava zio. Dopo una iniziale titubanza, alla fine accettarono di buon grado, vista anche la felicità do Roberto nell’apprendere che lo avrei portato nella mia casetta al mare. D’altronde ci avrebbe accompagnati la mia governate Ginevra, un donnone di sessant’anni, che ci avrebbe dato una mano consistente.Il giorno della partenza di Carlo e Anna, anche noi ce ne andammo al mare. Roberto, ormai diciannovenne, non stava più nella pelle, e per tutto il viaggio non fece che fare progetti su quello che avremmo potuto fare insieme. Arrivati a destinazione, sistemammo le nostre cose e poiché il pomeriggio era caldo, proposi subito di andare al mare. Ginevra ci incoraggiò a lasciarla sola così poteva sistemare le camere e preparare la cena. Roberto invece era titubante. Si sentiva impacciato e avrebbe sofferto per non poter fare il bagno. Era a prima volta che andava al mare dopo l’incidente. Ma io lo tranquillizzai: nello stabilimento vicino avevano una sedia a rotelle da mare e lo avrei portato dentro l’acqua, poi lo avrei fatto stendere e aiutato a nuotare. Rinfrancato, Roberto era visibilmente eccitato per questa possibilità e si lasciò convincere.
Arrivati allo stabilimento mi feci aiutare da Giò, il bagnino che conoscevo da tempo, e così lo portai in mezzo al mare, poi lo feci aggrappare alle mie spalle per deporlo in mare. Qui ebbi la prima sorpresa. Il pube di Roberto era appoggiato sulle mie natiche, e sentii distintamente la sua eccitazione. Aveva un cazzo bello lungo e duro: non ci avrei mai pensato. Comunque pensai fosse l’effetto del contatto con l’acqua fredda, e lo deposi in acqua. Steso supino, io lo trattenevo con le mani dalle spalle e dalle sue natiche e così potevo vedere bene la sua eccitazione. Poi volle girarsi per tentare di nuotare e le mie mani passarono sul suo ventre. Tentò di nuotare e scivolò il avanti per cui la mia mano destra scivolò sul suo cazzo duro, ed ebbi l’impressione che lui avesse cercato tale contatto perché indugiò un istante e mi sembrò tentasse di strusciarsi . Io lascia la presa e lo accompagnai dai fianchi. Rimanemmo così per una mezzora poi lo riportai a riva. Rimanemmo una decina di minuti sotto l’ombrellone, con me che avevo adocchiato una bella signora con un costumino molto succinto che lasciava poco all’immaginazione. Ci lanciavamo sguardi infuocati ed il mio uccello cominciava a reagire, ma non potevo muovermi: la presenza di Roberto mi tratteneva. Tornammo quindi a casa, cenammo, sparecchiai e ci mettemmo sulla verandina a guardare la spiaggia e il mare: infatti la mia villetta è sul mare, tanto per intenderci alla “Montalbano”. Roberto era veramente felice di stare lì, mi disse che si sentiva rigenerato, che aveva fatto nuove amicizie e non vedeva l’ora di ritornare in spiaggia. Dopo un po’ sbadigliando:
- Zio ora sono stanco vado a dormire.
- Vuoi che ti accompagno?
- No, faccio da solo, ormai ho imparato ad essere autonomo.
- D’accordo. Lascia però la porta semiaperta, così se ha bisogno mi chiamo e ti posso sentire. Anch’io lascerò aperta la mia.
Mi volle dare il bacetto della buonanotte e andò via.
Rimasi ancora un po’ a leggere e andai aletto anch’io.
Non avevo sonno e stavo ancora leggendo quando sentii dei gemiti. Scattai subito e mi avviai verso la camera di Roberto, ma mentre mi avvicinavo capii che erano sospiri di piacere. Mi avvicinai con cautela e scorgendomi appena vidi la scena: era nudo, il suo cazzo lungo e duro, liscio e lucido tenuto tra le due mani che facevano un su e giù lento e sensuale:
- Ohhhhhh……mmmmmmhhhhhhhhh…. Sììììììììììììììììììììììììì
Poi con una mano cominciò ad accarezzarsi le palle e con l’altra, lasciata l’asta durissima, si strizzava i capezzoli turgidi che si ergevano su pettorali che sembravano piccole tette, mentr continuava a godere:
- Bello, bello…..Oh sìììììììììììì, ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh……
La scena era veramente arrapante e pensai che stava pensando a qualcuna che aveva visto in spiaggia, per cui me ne stavo tornando a letto pensando a come farlo scopare per farlo sfogare, quando rimasi paralizzato da quello che sentii:
- Oh, zio, zio, zioooooooo……vieni…..ecco prendimi…… Ziooooooooooooooooooooooo.
E quattro o cinque schizzi altissimi uscirono da quel cazzo teso allo spasimo. Rientrai sconvolto e non mi accorsi nemmeno che ero arrapato ed anche il mio cazzo, che non è da meno, era durissimo.
Quella notte non dormii, ma ero senza pensieri. Nella mente avevo quel corpo splendido che continuava a tremare mentre il suo cazzo esplodeva in un orgasmo celestiale.
L’indomani passò tranquillo, andammo in spiaggia, facemmo il bagno ed ad ogni contatto notavo sempre che lui cercava di strusciarsi sul mio corpo, sulle mie mani, sul mio culo. La cosa mi sconvolgeva perché ero un etero convinto: mi piaceva la fica. Ma quella situazione intrigante ed inaspettata non mi lasciava indifferente.
La notte successiva si ripetè la stessa scena ed io rimasi incantato da quello splendore: l’orgasmo avvenne con le stesse modalità e invocazioni delle sera prima ed anch’io mi sorpresi a masturbarmi furiosamente. Questa volta però non scappai subito e rimasi ancora ad ascoltare quello che succedeva. Dopo l’orgasmo Roberto cominciò a tremare tutto ed a piangere sommessamente. Rimasi sorpreso ed incapace di prendere qualsiasi decisione. Aspettai almeno cinque minuti e visto che non si calmava, feci finta di passare per caso ed entrai preoccupato chiedendogli cosa avesse:
- Oh, zio. Ho fatto un brutto sogno. E’ stato un incubo. Ho rivissuto l’incidente!!!
E si mise a singhiozzare:
- Ti prego, non lasciarmi solo, dormi con me:
Ecco aveva gettato l’amo ed io dovevo abboccare per forza.
Mi stesi accanto a lui e cominciai ad accarezzarlo per calmarlo. Lui chiuse gli occhi beato e accettava le mie carezze come una gatta che fa le fusa. Mi prese la mano e cominciò a baciarla, poi si strinse a me e cominciò a baciarmi sul collo, la mia mano la mise sui suoi capezzoli già turgidi e rossi:
- Oh, zio finalmente! Sapessi da quanto ti desidero! Non ti ho mai detto nulla perché mi vergognavo, sapevo che a te piacciono le donne.
- Roberto, è sbagliato quello che facciamo! Posso essere tuo padre e questo sarebbe incesto. Ti prego fermiamoci.
Lui mise la mano sul mio cazzo duro:
- Il tuo cazzo, però, segue un altro ragionamento! Ti prego zio. Ho bisogno di coccole.
Le mie ultime resistenze caddero. Le nostre labbra si incontrarono in un bacio delicato e sensuale, le nostre lingue si cercarono ma senza violenza, con passione e profondamente. Le sue labbra erano morbide, carnose e glabre meglio di quelle di una donna. Cominciai a pastrugnare i suoi pettorali come fossero le tette più turgide del mondo. Mi stesi sopra di lui e feci combaciare il mio cazzo al suo. Ci togliemmo gli slip del pigiama e rimanendo nudi apprezzammo ancora di più il contatto dei nostri cazzi. Eravamo fusi, abbracciati stretti ancora a limonare e con i cazzi che si strusciavano l’uno sull’altro: che sensazione meravigliosa! Solo chi non l’ha mai provata non la può capire! Le nostre labbra continuavano a baciarsi in un modo così sensuale che improvviso un orgasmo ci raggiunse contemporaneamente e cominciammo e gemere l’uno nella bocca dell’altro come maiali sgozzati.
Non bastava, senza fermarci, tanto era il desiderio, cominciai a leccarli i capezzoli ed a succhiare quelle tettine come se volessi allattare, poi scesi giù sulla pancia mentre lui cominciava a gemere ed a contorcersi come un serpente:
- Zio, è stupendo. Cosa mi fai? Ahhhhhh…..Non fermarti……Ah, sì. Bacialo. Prendilo in bocca, fammi morireeeeeeeeee……
Quel meraviglioso cazzo, per la prima volta era nella mia bocca, ancora sporco del precedente orgasmo. Che sesnazione quella cappella sul mio palato, mentre con la lingua mi gustavo l’asta in tutta la sua lunghezza e durezza. Fu una sensazione mai provata prima e mai più riprovata. Era una notte magica.
- Roberto, sento di amarti come non mai! Noi non stiamo scopando, stiamo facendo all’amore. Come sei meraviglioso. Sono tuo e tu sei mio.
- Oh, zio! E’ un sogno che si avvera fai di me l’uomo più felice del mondo. Ti voglio, e voglio essere tuo.
Mi stesi ancora sopra di lui, feci passare il mio cazzo fra le mie gambe, appoggiato alle mie palle con la cappella appoggiata al buco del culo. Mi sembrava di svenire per il piacere. Ci abbracciammo di nuovo e ricominciammo a baciarci. I nostri movimenti portarono la sua cappella ad entrare un poco nel mio buco provocandomi un piacere da paura, mentre lui cominciò ad urlare:
- Uahhhhhh…..Uahhhhh….zio svengo…ghhnnnnnn……ghnnnnn… ecco così…così…continua, non ti fermare. Ancora, ancora, mamma mia, mamma mia!!Godooooooooooooooooooooo……
Una copiosa sborrata mi riempì il culo e quella colata lavica mi produsse un orgasmo folle:
- Robertoooooooooooooo. Cosa mi fai…… ti sborro..ti piscio….. Ghhhhhhhhh!!
Ed anch’io sborrai sulla sua pancia mentre mi riattaccavo alle sue tette e a quei rossi capezzoli ancora duri e sensuali.
Fu una notte di sesso pazzesco. Al mattino non ce l’abbiamo fatta ad andare al mare. Ma quei quindici giorni sono stati un susseguirsi di scopate una meglio dell’altra ed io ho scoperto che anche l’amore gay è fantastico. Continua a piacermi la fica, ma con Roberto, finchè è durato, è stato veramente appagante.
A chi è riuscito a leggerlo tutto dico grazie. Preciso che questa storia non è inventata, è tutta vera.
Purtroppo Roberto non c’è più, un male incurabile l’ha portato via, ma credo che sia stato felice.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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