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Gay & Bisex

La mia prima volta travestita di notte


di NotteNera
18.04.2012    |    16.670    |    8 9.4
"Mi piaceva provare a camminare avanti e indietro e guardarmi riflessa sugli specchi, era difficile camminarci su, ma mi piaceva da impazzire..."
L'estate è senza dubio il momento migliore per le avventure di sesso.
I miei genitori se ne andavano sempre via il fine settimana, una volta al mare, un altra in montagna e così via.
Io rimanevo solo in città e ne approfittavo per andare al negozio di mia madre, un negozio di intimo e abbigliamento femminile. Le chiavi erano sempre al solito posto e a me piaceva entrare in quel mondo per provare in tutta tranquillità le cose che erano destinate solamente alle donne.
Mi piaceva indossare i jeans e le camicette per donne e poi guardarmi allo specchio, davanti... dietro, provare quelle calze, provare quelle scarpe con tacchi vertiginosi. Mi piaceva provare a camminare avanti e indietro e guardarmi riflessa sugli specchi, era difficile camminarci su, ma mi piaceva da impazzire.
Una sera, ricordo che era un sabato di luglio, scelsi tra i vestiti e provai diverse cose, finendo con lo scegliere una minigonna cortissima sotto la quale avevo deciso di indossare piccolissime mutandine nere. poi scelsi una camicetta che lasciava libere le spalle e l'ombelico. A questo punto passai a cercare tra bracciali e orecchini, la bigiotteria che abbondava in magazzino, trovai anche una cavilgiera molto eccitante.
Il cuore mi batteva forte, sentivo che questa volta sarei stata donna davvero, almeno per una notte. Scelsi ancora tra i trucchi e non avendo molta esperieza utilizzai solo un pò di contorno occhi, un pò di cipria e un rossetto, il più rosso che c'era.
A questo punto presi i vestiti che avevo scelto e li misi in uno zainetto assieme ad orecchini, bracciali e un paio di scarpe rosse dal tacco altissimo che avevo provato tante volte e presi una parrucca da un manichino.
Rimisi gli abiti da maschietto e infilai il casco in testa per coprire il trocco, poi uscii, chiusi tutto e con il mio scooter partii in direzione mare, passando per la strada normale.
Era buio e non avevo certo l'intenzione di andare molto lontano, ricordo che passai la Ginestra Fiorentina e ancora più avanti non so per quanti chilometri, in una strada ormai deserta e dalla quale non si vedevano case mi fermai.
Una volta spento il motore dello scooter ci fu un grande silenzio, ero davvero solo.
In fretta tolsi gli abiti che avevo e indossai quelli femminili, la luna era piena e mi illuminava quasi a giorno.
Ero eccitato ed avevo paura che qualcuno mi vedesse, ma in realtà lo speravo tanto, insomma, avevo paura di essere me stessa, era la prima volta che mi trovavo vestita da donna, truccata da donna a camminare ancheggiando lungo una strada deserta di notte, avevo il cuore in gola.
D'improvviso vedo un faro lontano, una moto che si stava avvicinando. Il cuore sembrava impazzire, ero tentato di nascondermi dietro un cespuglio ma mi son fatto coraggio e ho continuato a passeggiare, spudoratamente e lentamente. La moto mi raggiunse, mi superò lentamente e ..si fermò.
Era un uomo, mi puntò il faro contro e provai tanta vergogna ma non volevo cedere.
"Ciao" mi disse lui, io gli sorrisi ma non risposi, mi fermai e lui spense quel faro.
"Cosa ci fai qui tutta sola?", forse mi aveva preso davvero per una ragazza! Continuai a non parlare e mi voltai lentamente dall'altra parte, incrociando le gambe e abbassando lo sguardo. Lui parcheggiò la moto e mi si avvicinò un pò timoroso, quando vide che io rimanevo li si sentì autorizzato a continuare, mi si avvicinò fino a pochi centimetri, "Mi dici come ti chiami?", mi chiese quasi sottovoce. Io non risposi ma gli sorrisi ancora, lui allora allungò le mani e mi sfiorò i fianchi, po mi prese saldamente e mi tirò dolcemente a sé, mi strinse e mi baciò in un modo da perdere i sensi. Era la prima volta che baciavo un uomo e lo facevo da donna, da vera donna. Sentii le sue mani scendere dai fianchi al mio sedere, sotto le mutandine e le sue dita cercare il forellino, una sensazione pazzesca, poi qualcosa lo fermò. Aveva capito che non ero una ragazza! "Ma tu sei..." rimase fermo per un attimo, "ti piace succhiare?" ecco, ora aveva capito cosa fossi realmente e il suo obiettivo era subito cambiato, i suoi modi furono subito diversi. Ci spostammo nel campo li vicino, dietro ad alcune piante e mi trovai per la prima volta in vita mia a succhiare un cazzo, un cazzo vero, grosso e duro. Ero davvero eccitato e tutto sembrava un sogno, succhiai e leccai, ero una donna vera, stavo succhiando il membro di un uomo sconosciuto in un posto deserto, succhiavo dolcemente e tutta me stessa, lo sentivo mugolare ed in bocca mi sentivo come se la saliva fosse d'improvviso troppa, il sapore era stano ed io ingoiai senza aver capito cosa fosse successo, lo capii dopo perché lui me lo tolse lentamente di bocca e cominciò a risitemarsi.
Questa cosa mi lasciò stupito, un pò arrabbiato con lui, non volevo fare ciò che feci, ma lo avevo fatto, avevo bevuto lo sperma di un uomo sconosciuto.
Mi prese ancora per i fianchi e carezzandomi mi chiese se potessi dargli il mio numero di telefono, se avrebbe potuto rivedermi e ancora come mi chiamassi, io non risposi, gli sorrisi ancora lo baciai sulle labbra. Tornammo sulla strada, lui risalì sulla sua moto e mi saluò affettuosamente.
Io ero elettrizzato da quanto successo, aggiustai il rossetto e mi rimisi a passeggiare lentamente e presto passarono due macchine, la seconda si fermò.
"Hai bisogno di aiuto?" mi chiese l'uomo sui 50 anni, distinto, forse un rappresentante. Scossi la testa e come sempre sorrisi. "Sei molto bella, ma sei tutta sola qui? Non hai paura?", scossi la testa e mi tirai più giù la gonna come per voler coprire un pò le gambe.
"Vuoi salire?". Ed io salii su quella macchina, lui mi offrì una sigaretta ed io la presi, ma la sua mano sfiorò subito le mie gambe e lentamente arrivò sotto la minigonna ed io lo fermai. Non volevo che si accorgesse del mio vero sesso, non adesso.
Cercai la leva o la manopola per abbassare lo schienale ma non sapevo quale fosse, fu lui allora a buttarlo giù ed io finii gù con lui. Le sue mani tornarono su di me ed io mi voltai, sbottonai la camicetta, lasciando che venisse sfilata, poi tirai su la minigonna come per invitarlo e lui cominciò a carezzarmi le gambe e il sedere, carezzando il forellino che bagnò con la sua saliva. Avevo paura che mi scoprisse prima di essere dentro di me. Lui si abbassò in fretta i pantaloni e salì su di me, dietro di me. Dolcemente cominciò a penetrarmi, lentamente, sentivo un gran male ma l'eccitazione era più forte di tutto. Stava entrando dentro di me e con le braccia mi stringeva cercando il seno che non avevo. Mi strinse comunque con le mani come stringesse due seni e la cosa mi piacque tantissimo. Scese subito giù cercando il mio sesso femminile e qui successe una cosa davvero strana. "Ma allora..." rimase di stucco ma non era deluso, anzi, "Allora sei una piccola troia", e ancora, "non ho mai scopato una ragazza come te, sei fantastica", comincia a gridare dal piacere e lui con me, mi infilò le dita in bocca ed io cominciai a succhiarle e leccarle mentre lui mi dava dei colpi sempre più forti. Io raggiunsi l'orgasmo e lui con me, dentro di me.
Il mio orgasmo era stato molto strano, era uscito solo poco sperma e mi sentivo ancora pieno di voglia. Volevo ancora uomini ne volevo altri mille, ero finalmente una vera troia. Entrai decisamente nel mio ruolo e sentivo che il mio forellino ora era largo al punto giusto per proseguire.
Salutai quell'uomo e mi misi ad aspettarne un altro che non tardò ad arrivare.
Questa volta non avevo più paura di niente, come fossi diventato incosciente, forse gli uomini mi preferivano dipiù se vedevano subito che in realtà ero un maschietto? Volevo provare. Si fermò un furgone di colore bianco, ne uscì un uomo sui 35 ed io comnciai a passeggiare scalzo nel campo e come uno strep-tease lasciai cadere la camicetta e poi la gonna passo dopo passo, mi voltai, tolsi la parrucca e mi mostrai nudo, che vedesse bene cosa fossi realmente. Lui era deciso e si avvicinò senza esitazione, quando mi fu davanti mi prese tra le sue braccia e ci baciammo, le mie labbra poi scesero e mi chinai dinanzi alla cerniera dei suoi pantaloni che sembrava contenere a qualcosa di grande, che premeva per uscire. Aprii quella cerniera e lui nervosamente sbottonò tutti i pantaloni, presi quel meraviglioso membro tra le mie labbra, lo bagnai con la mia bocca e mi voltai restando in gonocchio, offrii la schiena e poi appoggiai le mani a terra ed allargai le gambe e lui... mi prese da dietro, tenendomi stretto ai fianchi con le mani, entrò facilmente dentro di me ed io che ero eccitatissimo cominciai a gemere dietro ai suoi colpi, non avevo più nessuna vergogna e lasciai che anche lui venisse dentro di me. Dopo di lui ne volevo ancora, non riuscivo più a raggiungere l'orgasmo ma avevo tanta voglia e volevo venire anche io. Rimisi la minigonna, i tacchi alti, la camicetta ma non più la parrucca. Tornai a passeggiare lungo la strada, era davvero tardi e non si vedeva più nessuno, poi finalmente un'altra auto si fermò. Erano in due, uno sui 25 e l'altro sui 35 anni.
"Ma sei una ragazza o un ragazzo?" mi domandò uno di loro, ed io come sempre sorrisi ad entrambi e voltandomi mi incamminai dentro al campo dove mi fermai ad aspettarli. I due si dissero qualcosa tra di loro, poi uscirono dall'auto, la chiusero e ridacchiando vennero verso di me. "Come ti chiami?" una domanda che poteva servire a capire anche il mio sesso, ed io senza rispondere alzai la minigonna per far capire loro cosa fossi. "Sei un travestito?". Rimasero a guardarmi, era evidente che ciascuno di loro si vergognasse di farsi vedere interessato dall'altro. Dovevo fare qualcosa che gli togliesse d'impiccio, non volevo che se ne andassero, io volevo venire. Mi avvicinai tra loro, e voltandomi ancora sfregai il mio sedere sui pantaloni di quello che mi sembrava più attirato da me, sfregai piano piano il mio culo sul suo cazzo mentre l'altro guardava continuando a fumarsi una sigaretta. "Questo finocchietto ha voglia di cazzo" disse quello dietro di me, "Che facciamo?", continuò per passare la responsabilità al suo amico. "A me piacciono solo le donne, se però vuoi farti svuotare le palle fai pure". Allora capii che dovevo togliere dall'imbarazzo il più vergognoso dei due, quello che mi disprezzava dipiù. Mi avvicinai a lui e gli sussurai.. "ti prego". Intanto l'altro mi si avvicinò dietro e dicendo "infondo sembra davvero una ragazza", cominciò a carezzarmi, i fianchi, il ventre e il sedere.... (tornate tra qualche giorno, vi racconterò come è finita).
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