Gay & Bisex
IL PRIMO CAZZO VERO


08.03.2025 |
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"“Che troia che sei, hai un culo meraviglioso, vieni qua dammi la tua bocca”..."
Erano ormai due anni che mi ero divorziato dalla moglie e coltivavo da un po’ di tempo di fare un’esperienza omosessuale da passivo.In realtà sarebbe stato il coronamento di un sogno, iniziato giocando con un paio di mie ex alle quali piaceva usare lo strap-on.
Fu proprio una di loro che mi iniziò a questa attività.
Dopo le prime volte, fatte più che altro per assecondare il suo forte desiderio di farlo, dove provavo più dolore che piacere, iniziò a piacermi sempre di più.
Mi piaceva così tanto, che iniziai veramente a godere da matti, infatti lo richiedevo sempre più spesso.
Quando lo facevamo lei si eccitava da matti mentre mi scopava; si eccitava così tanto da godere ripetutamente mentre mi sbatteva fino a farmi godere altrettanto.
Non era una costante, ma un bel diversivo all’attività sessuale che eravamo soliti avere.
Da allora iniziai a coltivare il sogno di provare veramente con un uomo vero.
Iniziai a guardare film porno gay e il desiderio di provare si faceva sempre più forte.
Spesso mi segavo e godevo guardando questi video, giocando con un bel cazzo realistico comprato appositamente.
Prima lo spompinavo con avidità, e poi mi scopavo con foga sempre più forte e voglioso.
Decisi quindi di iscrivermi a un sito di incontri gay vincendo un’iniziale reticenza, ma la curiosità e la voglia erano troppo forti.
Dopo qualche settimana iniziai a chattare con un tipo sposato, che aveva il desiderio di fare un’esperienza omosex per la prima volta, sia per forte curiosità che per evadere dalla routine familiare.
All’epoca avevo 46 anni e lui 45. Si chiamava Andrea, impiegato, alto 174cm, bel corpo curato, capelli castani, senza barba né baffi, un bel viso che ispirava fiducia, poco peloso nel corpo ma un po’ troppo nei genitali.
Non mi piace il pelo, non mi piace per niente, ma decisi di dargli e soprattutto darmi, una possibilità.
Ci incontrammo più volte in auto di notte, approfittando del fatto che lui una volta la settimana giocava a tennis con amici. E dopo il tennis ci vedevamo in un parcheggio pubblico.
Iniziammo in modo molto soft, scoprendo insieme le nostre emozioni e le nostre voglie. Ci toccavamo con dolcezza le prime volte, lo segavo e lo spompinavo, lui mi toccava il corpo e il culo in modo così delicato che mi faceva vibrare.
Poi un giorno iniziò a giocare col mio culo con le sue dita mentre lo succhiavo, ma la sorpresa arrivò quando gli chiesi una cosa.
“Mi piacerebbe che tu mi leccassi il buchetto come fosse una fica e che tu lo allargassi per bene con le tue mani”.
Non se lo fece ripetere due volte, mi fece mettere a pecora in auto e fu una libidine assoluta.
Ma i nostri incontri erano sempre in auto perché non avevamo un posto e io non volevo scopare in auto.
Arrivò il giorno che organizzai a sua insaputa la notte che volevamo.
Prenotai un Airbnb per l’occasione.
“Marco stasera ci vediamo come d’accordo?”
“Si certo, solito posto solita ora”
“No stasera no, stasera ci vediamo in via … suona al numero … e porta preservativi, stasera è la nostra notte”.
“Stai scherzando vero?”
“No, divertiti col tennis, fatti una bella doccia e vieni dove ti ho detto, stasera sarò tuo.”
“Ho già il cazzo duro accidenti a te, non prenderò nemmeno una pallina”.
“A dopo, ciao”
Passai la serata a preparare l’incontro, una bella doccia, un bel lavaggio interno totale, due birre in frigo, un bel po’ di lubrificante per allenare il buco ad accogliere il suo cazzo, un po’ di video gay per scaldarmi. Ero pronto.
Erano le 22.30 e puntualissimo suonò al citofono. Arrivò alla porta che gli avevo indicato, suonò e aprii.
“Ciao Andre”
“Ciao Fede”
Si avventò su di me mettendomi la lingua in bocca e abbracciandomi con un grande calore erotico, tanto che sentii il suo cazzo già duro nei pantaloni.
Non ci eravamo mai baciati, rimasi di stucco ma lo assecondai…e non mi dispiacque affatto.
Andammo subito in camera, spogliandoci alla velocità della luce.
“Fede mettiti a pecora subito”.
“Si Andre”.
Si avventò con la lingua sul mio buco, iniziandolo a leccare come fosse un clitoride e allargandolo con sfacciataggine, arrivando a infilarci quattro dita.
“Ohhh siii Andre siii mi piace aprimi aprimiii”.
“Che bella troia che sei Fede, come mi fai arrapare, vieni qua”.
Si sdraiò sul letto.
“Succhiami il cazzo e mettimi il culo sulla bocca a 69”.
Non me lo feci ripetere due volte. Iniziammo questo 69, dove col suo cazzo in bocca, gemevo sotto i colpi della sua lingua e delle sue dita che mi aprivano sempre più violente e sfacciate.
“Mmmmhhh ohhhh siii Andre mi fai impazzire”.
“Fede mi fai impazzire, succhi il cazzo in modo assurdo…basta sennò vengo, alzati e girati, che adesso mi prendo il tuo culo”.
Mi misi a pecorina mentre il cuore mi andava mille, la voglia di sentirmi sbattere il cazzo dentro era inarrestabile.
“Scopami dammi il cazzo, ti voglio dentro.”
Sentii passare una dose abbondante di lubrificante, che poi si sparse sul preservativo.
Appoggiò la sua cappella sul buco.
“Fede adesso sei mio”.
“Si sono tuo scopami”.
Entrò lentamente senza fermarsi, ormai il buco era già ben disposto e ben allargato. Arrivò in fondo con un bel colpo.
Il mio cazzo che inizialmente era bello in tiro, si ammosciò per l’entrata inesorabile. Ma non per molto.
“Tieni Fede, ecco quello che volevi”.
“Andreee siii scopami ti prego”.
Sentivo il suo cazzo affondare dentro di me, facendomi sussultare e godere. Mi sentivo finalmente soddisfatto e troia.
Iniziò a pomparmi. Inesorabile, costante, con foga e passione. Mi teneva per i fianchi con forza, fino a quando mi prese la testa, la tirò a sé e mi sussurrò all’orecchio continuando a pomparmi sempre più forte.
“Che troia che sei, hai un culo meraviglioso, vieni qua dammi la tua bocca”. E mi mise ancora la lingua in bocca.
Non capivo più niente, il cazzo mi tornò duro e gocciolante di precum.
“Scopami più forte mi piaceeee”
“Troiaaa siii godi Fede godi”.
Era una furia, dopo tanti giorni passati in auto a conoscersi e a giocare, era arrivato finalmente il momento che sognavamo.
Di colpo esce dal mio culo.
“Sdraiati. Alza le gambe come una vera troia, bravo così, adesso ti scopo fino a farti sborrare”.
“Wow si così, si si si così…oh mmmmghhh dentro così fino in fondo aaahhh che cazzo che hai, come mi fai godere mmmm”.
Entrò di colpo tutto dentro e ripartì con la sua foga a scoparmi come un martello, tenendomi le gambe sopra le sue spalle.
Poi si abbassò verso di me per baciarmi ancora. Non capivo più nulla, sentivo che stavo per esplodere. Mentre stava continuando a limonarmi, gridai.
“Siiii godoooo vengoooo aaahhh mmmgghh”.
Andrea, appena mi sentii godere, accelerò la sua azione rendendola più profonda, come volesse spaccarmi in due.
Mi faceva godere sempre di più. Iniziai a sborrare come un fiume in piena, mentre lui si alzò tenendomi le caviglie e il culo bello alto per godersi lo spettacolo della mia sborrata.
“Che troia che sei guarda come godi, guarda come ti piace il cazzo”.
“Si mi piace mi piace, non ti fermare spaccami scopami, sono la tua troia”.
“Ah si sei la mia troia?”.
“Si solo tua”.
“Allora la mia troia adesso prende la mia sborra”.
Uscì dal mio culo velocissimo, si tolse il preservativo e mi mise il cazzo in bocca.
“Ecco il cazzo per la mia troia, tieni tesoro fammi sentire quanto ti piace con la tua bocca e fammi godere”.
“Oh si mmm mmmghh”
“Oh fede cha pompinaro che sei, come ti piace il mio cazzo, sto per venire”.
“Si ti prego dami la tua sborra ho sete di te”.
“Oh si tesoro tutta la mia sborra per te amore mio, si non ti fermare con la lingua, succhia succhia, si si si ooohhh vengoooo aaahhh”.
Iniziò a schizzarmi in gola. Uno, due, tre schizzi potenti e ricchi, non ricordo nemmeno quanti.
Non mollai la presa dal cazzo nemmeno per un secondo, per non perdermi nemmeno una goccia mentre lui gridava come un forsennato spingendomi la testa verso di sé e scopandomi la bocca come fosse il mio culo.
Continuai a tenere il cazzo in bocca pompandolo, fino quando non tornò completamente moscio e ingoiando ogni singola goccia della sua copiosa sborrata.
Poi mi sfilò il cazzo dalla bocca e si mise sopra di me in ginocchio a guardarmi negli occhi.
“Che scopata meravigliosa, mi hai fatto morire, sei stupendo non vedo l’ora di farne un’altra”.
Lo guardai negli occhi anche io e risposi.
“Tu sei stupendo, mi hai fatto godere come mai e mi hai fatto sentire veramente la tua troia, solo tua. Ti voglio ancora e ancora”.
Mentre gli dicevo quelle cose, con la mia mano presi la mia sborra e me la leccai lentamente, poi gli dissi.
“Ne voglio ancora, voglio ancora il tuo cazzo e tutta la sborra che riesci a fare per me”.
“Fede mi fai morire, ti voglio. Tieni tesoro fallo diventare duro che non ho ancora per te, la troia dei miei sogni”.
Mi rimise il cazzo in bocca ancora moscio e caldo.
Il seguito potete immaginarlo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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