Gay & Bisex
IL CINEMA A LUCI ROSSE 7
di alio
01.03.2010 |
16.045 |
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"Glie lo dissi e lui mi prego' di aspettare perche' voleva sentirlo tutto dentro; si alzo' per sedersi sopra di me e puntanto il mio cazzo in direzione del suo..."
Andai a dormire, sicuro che durante la notte sarei stato svegliato ancora dai due amanti. Dissi a me stesso: - Goditi pure il tuo bel tenentino papa', tanto sabato prossimo tocca a me sorprenderti-. Nonostante mi fossi ripromesso di rimanere sveglio per non perdere le ulteriori prodezze sessuali che mio padre avrebbe potuto compiere durante la notte con il bel tenentino, la stanchezza e le emozioni della giornata mi fecero crollare in un sonno profondo.Il mattino seguente fui svegliato dallo sbattere della porta d'ingresso. Guardai l'orologio sulla scrivania, segnava solo le sei e quaranta. Chi poteva essere entrato o uscito da casa cosi' di mattino presto? Forse era uscito Raffaele. Decisi di alzarmi per verificare.
Passando dalla camera socchiusa, mi accorsi che Raffaele era ancora nel lettone di papa'; mi soffermai a guardarlo: era a pancia in giu', le braccia semipiegate incorniciavano la testa leggermente girata sulla sinistra, la gambe divaricate con la sinistra piegata mentre la destra era tesa; un lembo di lenzuolo gli copriva a malapena dalla vita il gluteo destro. La posizione lasciava ben vedere il suo famoso culetto sodo e perfettamente rotondo, al centro tra una leggera peluria si intravedeva il buchetto, lo stesso che la sera prima e forse ancora durante la notte aveva ospitato l'enorme e turgido cazzo che papa' vantava e che io ormai ben conoscevo.
L'immagine davanti a me risveglio' anche il mio uccello che divento' barzotto. Ma non era il momento di fare pensieri del genere, andai in sala alla ricerca di mio padre. Lui non c'era, era gia' uscito per il lavoro; sul tavolo in cucina un biglietto di papa' diceva:
- buongiorno cucciolo, io devo scappare al lavoro, tu fai gli onori di casa, prepara un caffe' per il mio ospite e, visto che ci sei perche' non cogli l'occasione di approfondire la conoscenza? Ti abbraccio, papa' -.
Rilessi il messaggio e conclusi che papa' voleva che io diventassi amico del bel tenentino. Non ci pensai due volte e dopo una doccia veloce indossai slip e maglietta e preparai il caffe' che avevo deciso di bere insieme a Raffaele. Raggiunsi la camera da letto con il vassoio, da dove due tazzine fumanti emanavano il forte profumo di caffe'. Cio' fece svegliare Raffaele che, aperto gli occhi mi guardo' un po' sorpreso per poi sorridermi sornione; si giro' e sedendosi sul letto non si curo' della sua completa nudita'.
Il mio sgardo scese sino all'inguine soffermandosi sul suo uccello che, nonostante ancora dormiente, non era per niente male, anzi lasciava immaginare una certa consistenza quando fosse in erezione. Raffaele segui' il mio sguardo e, maliziosamente, diede una massaggiatina all'arnese che divenne barzotto. - Ti ho portato il caffe' -, dissi sorridendo - papa' e' uscito e mi ha chiesto di fare gli onori di casa. - A parte il caffe', in che cosa consistono gli onori di casa? -, chiese Raffaele con tono malizioso e cosi dicendo si alzo' in piedi davanti a me per prendere il caffe' dal vassoio che tenevo ancora in mano.
Gli occhi ricaddero a guardare il suo cazzo che si ingrossava sfacciatamente e che, con quel movimento, sbatacchiava andando a sfiorare la mia gamba. - Non sono pratico a gestire gli ospiti di papa' e spero di essere un buon padrone di casa, magari se mi aiuti tu a capire cosa posso fare per farti piacere - risposi e iniziai a sorseggiare il caffe cosi' fece anche Raffaele il quale, appena finito di bere mi disse: - hai visto bene ieri sera come tuo padre sa trattare un ospite e la sua ospitalita' e' durata tutta la notte, non hai che da prendere lui come esempio -, cosi' dicendo mi disarmo' della tazzina ormai vuota, mi accarezzo' delicatamente per poi sfiorare le mie labbra con le sue che profumavano di caffe'.
Lo lasciai fare senza fare alcun movimento, fu lui a spronarmi afferrando la mia mano destra per accompagnarla sino alla sua natica sinistra che prima accarezzai e poi afferrai con decisione. Avvicinai la mia bocca alla sua e arditamente cercai la sua lingua che succhiai e risucchiai; poi scesi a leccargli i capezzoli, prima uno e poi l'altro, Raffaele mugolo' e disse che buon sangue non mente, ero bravo come mio padre. Mi confesso' che la sera prima, intanto che mio padre lo scopava selvaggiamente ed io osservavo la scena dall'uscio, lui aveva fatto un pensiero peccaminoso: dopo mio padre voleva essere scopato da me, il figlio; in generale, disse, lui e' attratto solo dalle persone mature, dagli uomini virili, maschi forti e decisi, proprio come mio padre per il quale aveva preso una bella cotta.
L'idea pero' di farsi scopare dopo il padre anche dal figlio lo eccitava moltissimo. E poi aggiunse che era attratto dal mio aspetto cosi' ingenuo, quasi angelico. Lo interruppi dicendo che io non ero attrezzato come mio padre, che il mio in confronto al cazzo di papa' sembrava quello di un bambino. Mi tranquillizzo' dicendo che non era una questione di misure ma di stile ed era convinto che io, seppur nuovo su queste esperienze, avevo un mio stile tutto da provare.
Poi fu lui a baciarmi con passione e a cercare la mia lingua intanto che accarezzava il mio uccello; mi denudo' velocemente e mi sdraio' sul letto, lo stesso letto che aveva diviso con mio padre. Si butto' a capofitto sul mio cazzo che prima bacio' quasi con devozione e poi ingoio' con ingordigia, scivolando in un su e giu' che ben presto mi porto' alle soglie della goduria. Glie lo dissi e lui mi prego' di aspettare perche' voleva sentirlo tutto dentro; si alzo' per sedersi sopra di me e puntanto il mio cazzo in direzione del suo buco lo introdusse in un sol colpo, senza alcuna fatica. Era la stessa posizione che aveva assunto la sera prima con mio padre; mi tornarono alla mente le immagini di papa' che sotto di lui godeva intensamente e capii il perche'. Raffaele saltellava sul mio grembo ed io godevo senza limiti, ci sapeva fare davvero, era nato proprio per farsi scopare. Questa volta fui io a prendere l'iniziativa, scambiai le posizioni, lui supino sul letto ed io sopra di lui cominciai a spompinarlo, il suo uccello mi piaceva, lungo e grosso quanto basta e poi sapeva di buono, mi disse che per essere un principiante ero davvero bravo, mi disse che stava per venire, io lo invitai a farlo dentro la mia bocca e un attimo dopo un'abbondante sborrata mi riempi' fino alla gola. A quel punto mi prego' di scoparlo, alzai le sue gambe sulle mie spalle, lo penetrai ancora e solo dopo pochi colpi venni copiosamente dentro di lui. Lui volle baciarmi gustando dalla mia bocca i rimasugli del suo sperma.
Dopo una veloce doccia sia Raffaele che io ci avviamo per uscire; lui era di servizio in caserma ed io dovevo andare a scuola. Salutandomi Raffaele mi fece una promessa, un giorno si sarebbe fatto scopare contemporaneamente da papa' e da me, una situazione che subito mi piacque.
A scuola raccontai tutto all'amico Matteo, il quale non perse una sola parola del mio racconto sia sulla serata precedente e la scopata di papa' con Raffaele sia sulla mia scopata con il focoso tenentino. Ma ora toccava a lui espormi il cosidetto piano che vedeva protagonisti solo noi quattro e cioe' io, lui, mio padre ed il suo. Matteo espose la sua idea - Domani e' sabato e papa' ha acconsentito di andare a pesca e di fermarci a dormire nella nostra casa al mare; io gli ho chiesto di invitare anche te e tuo padre. Mi ha detto che era una buona idea, che oggi lo avrebbe chiesto a Gianni per sapere se era libero, ma a questo devi pensarci tu Fabio, se necessario convinci tu tuo padre. So che probabilmente sara' a pesca anche Filippo un uomo di circa sessant'anni che ha la casa al mare proprio a fianco alla nostra; credimi Fabio, e' davvero un bellissimo ed affascinante uomo con capelli lunghi e grigi cosi' come la barba, sara' alto piu' di un metro e novanta ed ha, nonostante l'eta', un aspetto da vichingo: larghe e possenti spalle e petto peloso su una vita stretta ed un bacino che evidenzia un culo ancora muscoloso e alto ma soprattutto lascia immaginare un pacco che probabilmente non ha nulla da invidiare a quello di tuo padre.
Poi non sono da trascurare le lunghe gambe con possenti muscoli sulle cosce tappezzate da una folta peluria. Insomma caro Fabio una sorta di Sean Connery e lui sara' la nostra esca. Sai si e' accorto che lo guardo con un interesse che va oltre la semplice ammirazione e l'ultima volta che l'ho incontrato mi ha salutato con un "io e te dobbiamo parlare a quattrocchi". Se e' come penso stavolta faremo noi una bella sorpresina ai nostri padri -. Cosi' concluse Matteo poi si raccomando' di convincere mio padre ad accettare l'invito di Paolo. Cambiammo argomento, insieme decidemmo che avremmo passato un pomeriggio di sesso e divertimento. Lui propose di invitare suo cugino Alessandro e tutti e tre insieme tornare sulla spiaggetta che il giorno prima aveva visto le nostre acrobazie erotiche. Io gli proposi invece di venire con me in quel CINEMA A LUCI ROSSE, dove avevo visto Paolo, suo padre, scopare il bel ragazzotto e dove si reca sempre piu' spesso anche mio padre. Matteo accetto' con entusiasmo di andare a perlustrare quel cinema che aveva dato inizio alla mia vita sessuale.
Ci incontrammo fuori dal Cinema, Matteo come sempre era calmo e non mostrava ansie di alcun genere, per niente intimidito dalla situazione nuova. Io invece ero agitato quasi piu' della prima volta che entrai in quel cinema a luci rosse, forse perche' adesso sapevo bene come andavano le cose all'interno della sala: il via-vai, i corteggiamenti e le avances, le orge dietro le tende in fondo alla sala. O forse ad agitarmi era la presenza di Matteo; cosa avrebbe fatto? Come si srebbe comportato? Chi avremmo incontrato? Lo avrei scoperto presto, Matteo mi precedette alla cassa, pagato i biglietti scendemmo le scale che conducevano in sala proiezione. Ci venne incontro il buio pesto, dissi a Matteo che sino a quando non avessimo abituato i nostri occhi all'oscurita' della sala era meglio stare seduti. - Non ci penso nemmeno Fabio, anzi sai cosa ti dico per non compromettere ogni possibile azione che potrebbe capitare sia a me che a te, da questo momento ognuno di noi va e fa come gli pare; lasciamo che sia il caso a fare il resto -. Cosi' dicendo Matteo s'allontano', invidiavo la sua sicurezza, lo seguii con lo sguardo, s'avvio' adagio lungo il corridoio centrale che conduceva verso i posti in prima fila, guardava con attenzione in direzione dei posti occupati da uomini su ciascuna fila sia alla sua destra che a sinistra, ogni tanto si soffermava qualche istante, come a voler vedere meglio, infine lo vidi entrare e sedersi a meta' di una fila di poltroncine sul lato destro, subito a fianco di un altro uomo che a quella distanza non potevo riconoscere; mi sono chiesto se avesse gia' trovato la sua preda. Decisi in ogni caso che non avrei perso altro tempo a spiare Matteo e che avrei fatto il mio percorso. Non mi sembrava il caso di infilarmi subito dietro le famose tende, ne tantomeno di cercare qualcuno fra le poltroncine; preferivo giocare il ruolo di preda. Io mi avviai verso le prime file dal corridoio sinistro, quello piu' distante al posto dove si era seduto Matteo; non mi ero ancora abituato al buio della sala, vedevo le persone che erano sedute nei posti delle file che attraversavo, per me erano solo sagome di persone: forse giovani, forse vecchi o addirittura forse donne (improbabile se non impossibile) e forse fra quelle persone poteva esserci mio padre o il mio padrino Paolo nonche' papa' di Matteo. Un'altra botta d'ansia mi assali' d'improvviso, non avrei voluto incontrare nessuno dei due anche perche' temevo che l'incontro in qualche modo avrebbe potuto compromettere la gita a pesca del giorno dopo, cosa che mi sarebbe davvero dispiaciuto. Dopo aver parlato con Matteo quella stessa mattina, avevo molto fantasticato su quanto sarebbe potuto accadere tra noi quattro e che ruolo avrebbe avuto il "vichingo" Filippo che Matteo tanto aveva decantato.
Mi sedetti anch'io nel secondo posto di una fila di meta' corridoio, distante dal posto di Matteo ma non abbastanza da non riuscire a controllare i suoi movimenti. Infatti io ero piu' indietro alla sua sinistra. Guardai nella sua direzione ed ebbi la sensazione che il mio amico stesse chiacchierando con il suo vicino che, ora che mi ero abituato alla poca luce della sala, mi sembrava essere un uomo sui trenta, trentacinque anni. Fui distratto dal rumore di una poltroncina giusto dietro alla mia, mi girai e scorsi che si era seduto in quel posto un ragazzo abbastanza giovane che prima mi sorrise, poi spudoratamente fece girare la punta della lingua tutta intorno alle labbra. Mi rigirai e dissi che, giusto per iniziare, quel ragazzo non era per niente male; bel fisico, bel sorriso e chissa', forse anche bel pacco. Allungai e divaricai le mie gambe e senza pudore estrassi il mio uccelletto che era diventato duro, aiutato dalle immagini sullo schermo di uomini di ogni eta' e colore impegnati in un'orgia per certi versi assurda; mi accarezzai lentamente, il ragazzo dietro di me per vedere la scena si scorse in avanti sino a trovarsi guancia a guancia con me. Lo sentii sfiorare il mio orecchio con le labbra, non mi ritrassi e lui ardito ficco' la lingua nel mio orecchio per poi scendere sul collo e infine girando il mio viso verso di lui, introdusse la lingua dentro la mia bocca. La sua lingua era veloce, roteava senza sosta all'interno del mio palato; la sua mano intanto era scesa sino al mio petto e accarezzava il mio capezzolo. Mi girai in direzione di Matteo, lui non c'era piu', c'era solo l'uomo al suo fianco anzi no, eccolo riemergere al suo posto; era chinato verso il suo vicino ed immagino anche per fare cosa. Intanto un uomo si era seduto a fianco a me, quarant'anni o forse piu', aveva un bell'aspetto, elegante, sfacciatamente si era intrufolato nel gioco tra me ed il ragazzo che mi stava dietro che per niente disturbato dalla presenza dell'uomo continuava a slnguacciarmi golosamente. L'uomo prese la mia mano e l'appoggio' sul suo pacco che denunciava un contenuto di notevole consistenza, mi alzo' la maglietta, si chino' verso il mio petto e inizio' a succhiarmi i capezzoli, prima uno poi l'altro, intanto che il ragazzo trovo' ancora la mia bocca e vi rificco' la vivace lingua. Era davvero una situazione eccitante, ma volevo qualcosa di piu' peccaminoso. Allontanai l'uomo dal mio capezzolo, conducendolo sino al ragazzo, le loro bocche s'incontrarono e si incollarono come meduse; colsi l'occasione per alzarmi ed allontanarmi. Mi accorsi che anche Matteo non era piu' al suo posto. Attraversando le file per il corridoio centrale vedevo uomini che si palpavano a vicenda, che si menavano l'uccello e qualcuno che spompinava il vicino di poltrona.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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